Caso Pedini Amati-Procura Lucca, l’opposizione di San Marino vuole chiarimenti dal governo

Caso Pedini Amati-Procura Lucca, l’opposizione di San Marino vuole chiarimenti dal governo

I gruppi consiliari di opposizione della Repubblica di San Marino hanno depositato ieri un’interpellanza per avere spiegazioni dal governo sull’inchiesta, poi archiviata, della Procura di Lucca nei confronti del segretario di Stato per il Turismo, Federico Pedini Amati.

Nella giornata di ieri, a San Marino, i gruppi consiliari di opposizione hanno deciso di depositare un’interpellanza per avere dal Congresso di Stato risposte sull’indagine per lesioni colpose, poi archiviata, della Procura di Lucca verso Federico Pedini Amati, segretario di Stato per il Turismo.

Ecco qui di seguito il testo integrale dell’interpellanza:

“Considerato che il 17 luglio 2023 il segretario di Stato per il Turismo, Federico Pedini Amati, riferì all’Aula consiliare di essere indagato alla Procura di Lucca per lesioni colpose, sostenendo che ‘è una storia incredibile è tutto inventato. Non posso credere al caso. In questo Paese si continua a colpire gli avversari in questa maniera. Scoprirò il mandante politico e presenterò denuncia per calunnia’;

Considerato altresì che in data 23 ottobre 2023, sempre in Aula, comunicò che tale indagine era stata archiviata, ribadendo, dopo tre mesi, che tali accuse sono state montate ad arte contro di lui, dichiarando che ‘io devo difendermi da accuse false e infamanti e che derivano da quest’Aula e da alcuni personaggi che fanno parte di quest’Aula e non solo. Questo è lo scandalo’;

Ritenuto che la circostanza di un complotto ordito da esponenti politici e consiglieri col fine di fare aprire un’indagine per gravi fatti a carico di un segretario di Stato in carica costituisce non solo una grave scorrettezza e violazione del Codice Etico, ma anche e soprattutto un attentato all’integrità, alla dignità e alla libertà dei rappresentanti istituzionali, e che tale condotta potrebbe anche integrare gravi reati contro lo Stato oltreché contro la persona del segretario Pedini Amati;

Ritenuto altresì che un’accusa di tanta gravità non possa essere lasciata cadere, a tutela non solo del segretario Pedini Amati, ma di tutto il Consiglio Grande e Generale, giacché indicare i responsabili genericamente fra i consiglieri senza specificare i responsabili, getta ombre e sospetti su tutta l’Aula;

Anche al fine di valutare la presentazione di un esposto al Tribunale a tutela del segretario Pedini Amati e delle istituzioni, che sarebbero messe in pericolo da soggetti che ordiscono complotti per incriminarne ingiustamente i più autorevoli rappresentati;

I sottoscritti consiglieri (Eva Guidi di Libera, Giovanni Maria Zonzini di Rete, Fernando Bindi di Repubblica futura e Grazia Zafferani del Gruppo misto di opposizione, ndr) interpellano il Congresso di Stato

per sapere:

l. L’identità dei consiglieri ovvero degli esponenti politici che avrebbero ordito tale complotto al fine di calunniare il segretario Federico Pedini Amati;

2. Quali azioni sono state promosse dal Congresso di Stato ovvero dall’interessato a tutela dell’onorabilità delle istituzioni;

3. Se il segretario Federico Pedini Amati e/o il Congresso di Stato hanno sporto denuncia per tale presunto complotto a danno del segretario; in caso di risposta affermativa, si richiede quando tale denuncia è stata sporta, per quale titolo di reato e a carico di chi;

4. Qualora il Congresso di Stato ovvero il segretario Pedini Amati non abbiano sporto denuncia, quali azioni hanno intrapreso o intendono intraprendere a tutela del segretario Pedini Amati e delle Istituzioni che egli rappresenta;

5. Qualora il segretario Pedini Amati, che ha più volte indicato nell’Aula consiliare i responsabili di un complotto ai suoi danni, non sia in grado di fornire elementi utili a provare tale complotto né a indicarne i responsabili, quale sia la posizione del Congresso di Stato in merito ad accuse tanto gravi pubblicamente lanciate, da parte di un segretario di Stato, in Aula contro l’Aula senza alcun elemento probante a supporto; in particolare, si domanda se un simile comportamento sia degno di un segretario di Stato e se non leda l’autorevolezza e la credibilità non solo dell’accusatore, ma delle istituzioni che rappresenta”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy