Caso prodotti a base di cannabis archiviato ma viene presentata denuncia per stupefacenti

Caso prodotti a base di cannabis archiviato ma viene presentata denuncia per stupefacenti

Dalle carte emerge che il prodotto passato di mano tra Segreteria di Stato, Neurologia e consegnato ai pazienti conteneva principi attivi illegali per la legge sammarinese.

ANTONIO FABBRI – Il caso che ha fatto discutere della cura con prodotti a base di cannabis negata a una paziente con il Parkinson, nonostante fosse stata prescritta da medici di neurologia e nonostante a numerosi altri pazienti quelle cure venissero fornite proprio dalla neurologia, è stato archiviato. L’archiviazione, tuttavia, sembra rimanere in superficie e non affrontare il nodo del problema, tanto che la figlia della signora – nel frattempo deceduta per altre vicissitudini oggetto di altro procedimento aperto – alla quale la cura era stata negata e che aveva fatto il primo esposto, di denuncia ne ha presentata un’altra.

Il fatto Una anziana ospite del Casale La Fiorina, affetta da Parkinson severo, accusava difficoltà ad alimentarsi e irrigidimento muscolare. Per superare questi sintomi i medici di neurologia che l’avevano in cura, avevano prescritto un tentativo terapeutico, già in somministrato a diversi pazienti con apprezzabili positivi risultati, con un prodotto a base di cannabis. Quando tuttavia il trattamento era in procinto di iniziare, ad agosto 2021, venne bloccato dalla Direzione Iss. La figlia della anziana chiese conto del perché di questo blocco, ma non ottenne risposta, se non che il prodotto non poteva essere somministrato perché non in prontuario. Eppure ad altri pazienti veniva sistematicamente fornito. Quindi la donna presentò un esposto al tribunale per chiedere il perché della disparità di trattamento.

La prima indagine Sulla base dell’esposto presentato era stato aperto un fascicolo per “omissione di assistenza sanitaria” dal Commissario della legge Roberto Battaglino che ha accertato come il prodotto venisse fornito a dei pazienti a domicilio mentre non venne somministrato alla signora ospite del Casale. Inoltre da una verifica interna all’Iss era emerso che il prodotto non era nel prontuario farmaceutico e pertanto non poteva essere prescritto. A nessuno. Non solo. Era emerso anche che i principi attivi contenuti dai flaconi che venivano consegnati ai pazienti, erano THC e CBD “stupefacenti per la legge della Repubblica di San Marino”, si legge nelle carte, ancorché fossero di libera vendita in Italia. Il Commissario della legge Battaglino, a febbraio di quest’anno, archiviò dunque il fascicolo per l’ipotesi di reato di “omissione di assistenza sanitaria”, disponendo tuttavia l’apertura di un’altra indagine per abuso di autorità.

La seconda indagine E’ stata dunque aperta una seconda indagine in carico al Commissario della legge Elisa Beccari. Il Commissario Beccari ha ascoltato come testimone il Segretario di Stato Roberto Ciavatta il quale ha affermato che il prodotto era stato portato alla Segreteria di Stato dall’imprenditore Salvatore Marasà che aveva aperto da poco una azienda a San Marino a fronte dell’entrata i vigore della legge sulla disciplina della cannabis. Dallo staff di Segreteria il prodotto era stato consegnato alla neurologia affinché i sanitari ne valutassero la composizione. Il prodotto è stato quindi definito un fitocomplesso dalla dottoressa Guttman che ha ritenuto di poterlo utilizzare e con questo “Bister hemp”sono stati sottoposti a terapia 25 pazienti con diverse patologie, dalla sclerosi multipla al Parkinson.

Il problema, però, è che per il l’Uoc farmaceutica il prodotto non poteva entrare nel prontuario e pertanto non poteva essere prescritto. In più non poteva proprio circolare nella Repubblica di San Marino, perché conteneva due principi attivi, CBD e THC, considerati stupefacenti dalla legge sammarinese.

Ricostruito questo quadro il Commissario della legge ha comunque affermato nelle conclusioni che non c’è rilevanza penale ai sensi dell’articolo contestato, abuso di potere, “nella prescrizione a propri pazienti affetti da gravi patologie o comunque versanti in uno stato caratterizzato da dolori acuti, di un fitocomplesso a base di olio di canapa in libera vendita in Italia , apparentemente, anche nel resto d’Europa”.

L’archiviazione, tuttavia, non chiarisce come mai il prodotto sia stato per diverso tempo som- ministrato e con buoni risultati a numerosi pazienti e sia poi stato bloccato nei confronti di uno solo. Né si sofferma più di tanto sul fatto che una sostanza contenente principi considerati stupefacente per la legge sammarinese sia passata di mano in mano dalla Segreteria all’Uoc e somministrata a numerosi pazienti.

Di qui l’ulteriore denuncia depositata in tribunale dalla figlia della signora alla quale venne impedito di utilizzare la cura a base di cannabis, che forse ne avrebbe alleviato le sofferenze e il peggioramento delle condizioni.

Normativa inadeguata? C’è anche un aspetto relativo alla normativa in vigore che emerge dalle carte dell’indagine. Nei fascicoli, in particolare nel primo, si chiarisce che “è indubbio che per diversi mesi sia stata in qualche modo consenti- ta la diffusione di un prodotto a base di sostanze stupefacenti”, considerate tali in funzione del decreto delegato del 15 aprile 2021 che considera CBD e THC sostanze stupefacenti, appunto. Ora, a giungo 2021 è stata approvata la legge che disciplina anche il “…commercio e utilizzo di prodotti a base di cannabis destinati esclusivamente ad uso medicinale o terapeutico”. Normativa che, almeno nelle intenzioni del titolo, avrebbe dovuto risolvere il problema. Invece, il prodotto che la Segreteria consegna alla neurologia, il tutto senza passare per l’Uoc farmaceutica, non rientra nella nuova legge.

Nuova legge che, quindi, presentata come strumento per introdurre prodotti a base di cannabis e poterli utilizzare a scopo terapeutico, in sostanza non risolve l’impasse e, anzi, resta il precedente decreto che considera quel prodotto stupefacente. Di fatto, dunque, problemi per l’imprenditore che lo produce in San Marino, ma soprattutto problemi per i pazienti che dal prodotto avevano avuto risultati apprezzabili. In più Segreteria e neurologia hanno maneggiato e consegnato un “fitocomplesso” di fatto fuorilegge.

Alla fine tutto archiviato per mancanza di rilevanza penale, ma in tutta la vicenda qualcosa non quadra.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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