CATTOLICA (Rimini). “Il calcio è un’istituzione al di sopra delle istituzioni”. Non voleva essere positiva l’affermazione fatta ieri sera dal giornalista sportivo Italo Cucci, nell’ambito della sera dal titolo “Non solo talento… Come si diventa campioni”. D’altra parte, l’evento tenutosi a Gabicce Mare nell’ambito del Festival della Cultura Sportiva–Giochi della legalità e condotto dal magistrato Piergiorgio Morosini è stato fortemente centrato sui rapporti tra sport, società civile e legalità (che è poi storicamente l’approccio con il quale e per il quale sono nati i Giochi della Legalità).
Italo Cucci al Mondadori Corner
Già nel pomeriggio Cucci era stato ospite di Giorgio Comaschi al Mondadori Corner, insieme al suo libro “Ferrari Segreto”, dedicato al fondatore della casa di Maranello. Molti gli aneddoti raccontati che hanno tratteggiato un personaggio autoritario e orgogliosissimo delle sue auto, e che hanno anche rivelato la ragione del rapporto privilegiato che legava Cucci a Ferrari: secondo Ferrari, Cucci non capiva niente di motori… Tanta la gente che si è raccolta davanti alla libreria nonostante la temperatura non proprio piacevole per ascoltare i racconti di un intramontabile protagonista della scena sportiva italiana.
Giorgio Comaschi intervista Marco Tardelli
La serata invece si è aperta con una bella intervista di Giorgio Comaschi (direttore artistico del Festival) a Marco Tardelli, il quale, oltre a raccontare la sua storia e le sue gesta, non ha mancato di evidenziare come “di questi tempi il calcio sta diventando solo spettacolo e soldi” e che ha confessati di “far a volte fatica a capire l’atteggiamento di alcuni presidenti, soprattutto nella scelta dei propri collaboratori”.
Cucci, Vezzali, Morosini sul palco
Sul palco sono quindi saliti anche Cucci e Morosini, Valentina Vezzali, la campionessa olimpionica di scherma ora parlamentare della Repubblica, e Pierpaolo Romani, il coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico”.
Sport: da praticare e promuovere, ma attenzione a limiti e dinamiche
Due domande per ognuno e dalle risposte è emerso che lo sport è un elemento importante per la società civile, in particolare per i giovani, che andrebbe praticato e promosso, ma che quando si sale ai livelli più alti diventa “vittima” di dinamiche diverse e talvolta ai limiti e oltre la legalità. E tutto questo vale a maggior ragione per il calcio.
Il racconto di Valentina Vezzali: ecco come si diventa campionesse
“Il mio maestro di scherma Enzo Triccoli, per me è stato anche maestro di vita. Nella scuola da lui fondata c’erano campioni del calibro di Cerioni, e noi ragazzi ci allenavamo con loro: tutto questo è stato di grande stimolo per me e per la mia generazione di schermidori” – ha raccontato Vezzali. “Io, a mia volta, ho sempre cercato di essere di stimolo per le mie compagne”, e più in generale “nella mia attività parlamentare sto cercando di incentivare la strutturazione dell’educazione fisica nella scuola primaria. Non vi è ancora un disegno di legge finanziato in questo senso, ma stiamo facendo dei passi avanti”. Sport anche come “maestro” di vita, “perché i giovani imparino a competere in modo sano e nel rispetto delle regole”.
Il ruolo dei genitori nella ‘carriera’ sportiva
Importante, in quest’ambito, anche il ruolo dei genitori che invece, e purtroppo, talvolta è deleterio: “Vedono già nei loro figli dei campioni da ‘mettere a reddito’ e contestano l’arbitro, praticando i vizi peggiori che possano esserci nello sport” ha commentato Comaschi.
Marco Tardelli: focus sulle società giovanili
Tardelli ha posto l’attenzione sulla gestione delle società giovanili: “Dovremmo chiederci perché i presidenti preferiscono andare a cercare giovani talenti all’estero invece di crescere quelli locali. Costa meno, certo, ma penso che ci siano anche altri motivi su cui sarebbe opportuno interrogarsi”. E comunque, anche nell’ottica di far crescere il calcio italiano, “che senso ha avere squadre che giocano nel nostro campionato composte di 11 stranieri: dovrebbe esserci una regola con un numero massimo di stranieri, 5 o 6 credo sarebbe giusto”.
Cucci: ‘Il calcio è un’istituzione sopra le istituzioni’
Cose banali? Assolutamente no, anche perché, come emerso in particolare dagli interventi di Cucci e Romani, gli interessi sono forti. “Il calcio è un’istituzione sopra le istituzioni – ha detto Cucci -. Basti pensare all’esempio del giovane Farina, il giocatore che ha denunciato le scommesse nel calcio: tutti a dirgli bravo e a farne un simbolo, ma poi non è stato più messo nelle condizioni di giocare”.
Romani: attenzione alla provenienza dei soldi
“Anche nelle società più piccole – ha fatto eco Romani – capita che arrivi ‘quello coi soldi’, che fa crescere la squadra, la fa salire di categoria, e allora non si sta a guardare da dove arrivino quei soldi” e ha portato un esempio concreto: “a Napoli c’è stato il periodo in cui c’era il business dei biglietti omaggio nella tribuna d’onore insieme alle autorità locali e i camorristi facevano di tutto per accaparrarseli, in modo da avere la fotografia assieme alle autorità come modalità per accreditarsi”.
Sport ideale vs sport reale
Un contrasto stridente dunque quello tra lo sport ideale, foriero di dialogo tra culture e popoli diversi, di educazione del corpo alla salute e dell’anima al rispetto delle regole, e lo sport reale che invece di contrastare le “umane debolezze”, le rispecchia e talvolta le accentua. Un contrasto emerso chiaramente nell’incontro di ieri sera, e che proprio con iniziative come quella di “Rimbalzi Fuori Campo” si può provare a sanare.
Comunicato Stampa