Causa Cr San Marino – Barclays

Causa Cr San Marino – Barclays

Finanza & Mercati

San Marino, la Cassa accusa Barclays di
frode


La Crsm avvia causa a Londra contro l’istituto per
vendita di cdo ‘nascondendo’ i rischi con dolo

La Repubblica di San Marino cerca una rivincita
economico-morale di risonanza mondiale davanti ai giudici di Sua Maestà. La Cassa del Titano, infatti,
finita due anni fa al centro di poco edificanti storie di riciclaggio e
dissesti (quello del gruppo Delta), ha intentato una causa direttamente a
Londra contro Barclays per una vicenda di derivati. Già altri istituti italiani
hanno portato un attacco diretto alle banche anglosassoni in merito a prodotti ‘troppo
strutturati’ dietro ai quali si sono scoperte operazioni non troppo
equilibrate. In questo caso, tuttavia, la questione ha assunto un rilievo
particolare dal punto di vista giuridico. Che potrebbe fare del caso
Crsm-contro-Barclays un precedente importante nella storia di questo genere di
cause . Al centro del contenzioso c’è un acquisto di cdo (collateralized debt
obligations) , i classici pacchetti di titoli con cui si rivende debito al
mercato. All’inizio di novembre, un giudice dell’Alta Corte di Londra ha
accolto le richieste di Crsm e ha trasformato il procedimento avviato come una
causa di negligence (ossia di non pieno rispetto dei diritti del cliente sulla
trasparenza dell’operazione) in una causa per ‘fraudulent misrepresentation’.
Ossia, per la commissione del reato di frode. Le udienze sono state fissate a
partire dal 29 novembre. Secondo le carte consultate da Bloomberg, la Crsm si era rivolta a
Barclays nel 2003 per ottenere un finanziamento. Gli inglesi avevano concesso
un credito di 700 milioni di euro, ma a condizione – in base alla ricostruzione
di Crsm – che il Titano comprasse anche 450 milioni di euro di structured notes
inclusi ‘highly complex and opaque’ Cdo al quadrato. L’istituto britannico
avrebbe assicurato che i Cdo avevano un minimo rischio di credito e che
rendevano più di un governativo per la ragione che erano meno liquidi. Queste
rappresentazioni, sempre secondo l’accusa, erano però fatte in maniera
fraudolenta da due bankers di Barclays che erano consapevoli di agire portando
un mislead alla banca sanmarinese. Crsm richiede circa 92 milioni di euro per
perdite e mancato guadagno. Un portavoce di Barclays ha definito ‘prive di
merito’ le richieste di Crsm, annunciando che l’istituto britannico ‘si
difenderà vigorosamente’.

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