Cdls: riforma tributaria senza equità

Cdls: riforma tributaria senza equità

CDLS : riforma tributaria senza equità
SAN MARINO 29 MAGGIO 2012 – “La riforma tributaria ha perso la bussola dell’equità”. E’ in sintesi questo il giudizio del Consiglio Confederale CDLS riunito questa mattina per discutere il nuovo  provvedimento fiscale.
“Il lungo percorso negoziale – denuncia il vertice  CDLS – si era concluso con un compromesso dignitoso tra governo, sindacato e categorie economiche e un sostanziale via libera all’approdo in prima lettura del testo di riforma.  Ma il ‘partito di chi non vuole pagare le tasse’ ha atteso il dibattito in commissione finanze e con un blitz a notte fonda ha rotto l’equilibrio raggiunto in un anno di confronto fra parti sociali ed Esecutivo”.
 In sostanza,” è stato parificato il  trattamento impositivo tra redditi da lavoro dipendente e redditi da lavoro autonomo, con l’insoddisfacente  risultato che i lavoratori dipendenti pagheranno di più e quelli autonomi di meno”.
“Un passo indietro inaccettabile –  precisa il Consiglio Confederale – soprattutto perché i nuovi meccanismi di accertamento dei redditi rimangono deboli, mentre vecchi privilegi come la detrazione legata ai beni strumentali, seppur limitata, permette ancora a fasce di contribuenti  di nascondere i redditi reali”.  
In commissione finanze la politica non ha dunque “retto l’urto della lobby dei lavoratori autonomi, negando così la diversità sostanziale tra redditi da lavoro autonomo e redditi da lavoro dipendente”.
“Di fronte a questo macroscopico errore,  che pregiudica l’equità del provvedimento, il Consiglio Grande e Generale ha il dovere di trovare una soluzione. In caso contrario, la  Confederazione Democratica si opporrà con fermezza per affermare e ristabilire quell’equità e quella giustizia sociale invocata e gridata con forza nelle piazze della Repubblica e nel Congresso Confederale di fine marzo”.
Il Consiglio Confederale ha inoltre preso atto con soddisfazione del superamento di quota mille firme a sostegno del Referendum Salva Stipendi e afferma che “la campagna referendaria  continua per arrivare davanti all’esame di ammissibilità del quesito con il più largo consenso possibile. Quesito che con molta chiarezza chiede di rivalutare le retribuzioni alla percentuale d’inflazione nei periodi in cui i contratti sono fermi,  senza così indebolire lo strumento della contrattazione che rimane al centro dell’azione sindacale”.
 
 

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