C’era una volta lo sciopero…….
Ci
risiamo, ancora uno sciopero, in un paese dove invece di ragionare su un
modello di privilegi che non funziona più, invece di cominciare a pensare e
capire che fintanto che si lavora, vuol dire che non va così male, invece di
dare l’esempio, lavorando tutti di più,
cos’altro sanno fare i 2 vecchi sindacati? Sciopero, sciopero e ancora sciopero!
E
cosi, lo sciopero, da antico strumento
di protesta sociale, da strumento di protesta eccezionale, è diventato uno
stanco rito da piegare a battaglie politiche, che hanno sempre meno a che
fare con gli interessi del paese!
E’
chiaro a tutti che il paese è in condizioni difficili perchè è il mondo che è
in difficoltà, e che un cambio repentino
di governo, non modificherebbe le cose nel breve e che la risoluzione dei
problemi, quelli veri, dipenderà anche dal cambio di mentalità che deve
avvenire nei sammarinesi, nessuno escluso.
E’
chiaro che l’azione di sindacati guidati in gran parte da gente che è in
distacco da una vita, che non lavora da anni a fianco di chi lavora veramente,
è un azione politica, che ha come fine solamente far cadere questo governo,
che sarebbe l’ennesima sciagura per questo paese, dove ormai, scendono in piazza i più privilegiati o chi
non ne avrebbe motivo, dove si riuniscono per protestare pseudo-imprenditori
che senza lavorare e con poca fatica hanno vinto alla lotteria solo per essere
sammarinesi o aver piantato la propria azienda in una San Marino, che troppo
buona, gli ha scontato fiscalmente gli ultimi 20 anni, col benestare dei
sindacati, con una tassazione vicina
allo zero, con importi ridicoli, con sconti che hanno reinvestito in settori
come quello della finanza, doveva va già bene se non ti fregano quelli del
mestiere, figuriamoci gli ultimi arrivati, settori in cui non hanno generato
posti di lavoro, ma solo guai e di quelli grossi!
La verità è che la
protesta dei lavoratori che dovrebbe essere una cosa seria, è stata
irrimediabilmente svilita dalla raffica di scioperi politici e che
pertanto, la risposta del sindacato “alla crisi che soffoca l’economia” è quella
di fermare, sistematicamente, le aziende
che funzionano.
Da quello che si vede, a
parte i soliti irriducibili, a questi scioperi i primi a non partecipare sono
proprio i frontalieri, i quali sulla questione della tassa, stupidamente
chiamata “razzista”, saranno coinvolti si e no, il 10% dei frontalieri,
probabilmente quasi tutti quelli che non fanno dichiarazione dei redditi in
Italia, o che son tra quelli che esaurita la possibilità di rimborso, devono
pagare.
Speriamo che questi scioperi cessino e prevalga il buon senso di difendere le posizioni di tutti, di un intero paese e non le rendite di stanche
figure, che da oltre un ventennio, ben oltre i politici tanto vituperati,
governano associazioni, sindacati e organizzazioni, che in quanto a
responsabilità sono seduti, se non alla pari, seduti dietro, in seconda fila!
Erik Casali, vice Segretario Nuovo PARTITO SOCIALISTA