Chiude il “Mulino”, unico spazio teatrale privato di Rimini. Gianluca Reggiani spiega perché

Chiude il “Mulino”, unico spazio teatrale privato di Rimini. Gianluca Reggiani spiega perché

In questo fine settimana si apre la stagione del Mulino di Amleto, l’unico spazio teatrale in Provincia di Rimini, e forse in tutta l’Emilia-Romagna, completamente privato. Ma quella che si andrà ad aprire con lo spettacolo ‘Diario dal Congo’ sarà con certezza quasi assoluta anche l’ultima stagione del Mulino di Amleto. Troppo alti i costi di gestione, troppo scarso l’impegno dell’amministrazione pubblica (pochi soldi e maledettamente in ritardo): si avvia verso la chiusura uno degli spazi che in questi sette anni hanno fatto cultura a Rimini in modo veramente innovativo e coinvolgente.
Un commento su questa ultima stagione del Mulino di Amleto lo chiediamo a Gianluca Reggiani, che il Mulino l’ha fatto nascere e che lo ha portato avanti con entusiasmo e professionalità.
C’è un filo rosso che caratterizza la quarta edizione della rassegna ‘La Nube di Oort. Transiti di nuovo teatro’?
‘Non c’è un filo rosso legato a un particolare genere o a un tema come in altre nostre rassegne, cerchiamo di proporre spettacoli di qualità, che brillino di luce propria come vere stelle comete, proponiamo del ‘buon teatro contemporaneo’, un teatro del presente, che non si chiude nella sterile ricerca di linguaggi elitari e/o alternativi che parlano a poche persone e allontanano la gente dal teatro. Ci interessa un teatro mosso da un rinnovato desiderio di relazione con il pubblico, senza però rinunciare all’espressione della propria sensibilità o originalità artistica. Ospitiamo inoltre le produzioni più interessanti del nostro territorio, e anche il debutto di spettacoli dei quali abbiamo sostenuto la produzione, così come cerchiamo di intercettare il transito di alcune delle più interessanti giovani compagnie italiane alcune delle quali hanno anche vinto premi prestigiosi’.
La ‘Nube di Oort’ – che dà il nome alla stagione – è la nube da cui si ritiene provengano le comete di lungo periodo. In questi anni il Mulino di Amleto è riuscito a intercettare delle nuove stelle del teatro italiano, spettacoli che voi avete proposto e che in seguito hanno incontrato il favore del grande pubblico?
‘È successo naturalmente. Ad esempio tre anni fa abbiamo ospitato uno spettacolo dal titolo Dissonorata della compagnia calabrese ScenaVerticale che poi è stato premiato con il prestigioso Premio Ubu come miglior novità di quella stagione. Inoltre due anni fa ha calcato il nostro palcoscenico con un suo monologo l’allora sconosciuto Francesco Scianna che oggi è il protagonista dell’ultimo film di Tornatore, Baaria. Sono due piccoli esempi, e ce ne sarebbero altri da raccontare, che dimostrano che anche se non abbiamo molte risorse da investire nella programmazione andiamo in cerca della qualità negli spettacoli che proponiamo. Ma vorrei anche aggiungere che il nostro piccolo teatro, grazie al fatto che permette di sentirsi come dentro la scena e quindi di vivere esperienze teatrali coinvolgenti, contribuisce molto al successo di uno spettacolo come spesso ci hanno riconosciuto numerosi artisti che abbiamo ospitato’.
Hai dichiarato che a giugno il Mulino di Amleto chiuderà, questa sarà quindi l’ultima stagione. Puoi spiegarci i motivi di questa scelta?
‘Si tratta di una scelta forzata. La vasta attività teatrale che proponiamo, nonostante il notevole successo che il nostro lavoro ha avuto – testimoniato dalla partecipazione del pubblico e dalle numerose persone che seguono i nostri laboratori – non è più sostenibile. Siamo l’unico spazio teatrale privato della nostra Provincia che svolge un’attività continuativa tutto l’anno, ma il peso dei costi di gestione che dobbiamo sopportare non ci permette di investire per gestire meglio l’intera macchina e migliorare ancora, quindi è diventato troppo pesante lavorare in queste condizioni e non vale la pena continuare. Nessuna altra attività teatrale del nostro territorio sopporta un rischio di impresa come quello che affrontiamo noi, le programmazioni degli altri spazi teatrali non hanno rischi veri perché godono di una copertura, spesso totale, grazie all’utilizzo gratuito dei teatri e ai contributi pubblici. Nel nostro caso il sostegno che riceviamo dal comune di Rimini non è sufficiente nemmeno a coprire i costi di affitto della nostra struttura e poi ci viene dato con un tale ritardo che ci crea ulteriori grossi problemi di gestione. Abbiamo comunicato serenamente questa decisione quindi se qualche mecenate vuol farsi avanti per dare un aiuto concreto e ‘salvare’ il Mulino di Amleto ne saremo molto felici, anche se dubito che di questi tempi riusciremo a trovarne qualcuno così generoso e appassionato di teatro…’

Qui il comunicato stampa sul primo spettacolo della stagione

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