Civico 10: ISS e difficolta’ del cittadino

Civico 10: ISS e difficolta’ del cittadino

Sanità: le difficoltà di tutti i giorni del cittadino

Segnalazioni di disagio, preoccupazioni e perplessità relativamente ai servizi erogati dall’ISS vengono segnalate già da tempo dai cittadini, in particolare quelli relativi alla riorganizzazione della medicina di base.

Solo ultimi in ordine di tempo quelli relativi agli ambulatori di Città. Se è vero che la sede precedente di Via Paolo III, in quanto a scomodità, non aveva eguali, anche in quella nuova sembrano permanere alcune criticità relative in particolare ai parcheggi e all’accesso per disabili e anziani. Scomodità che se vengono rilevate in situazioni di normalità, rischiano di mettere in crisi l’utenza in caso di neve e gelo, o nella stagione estiva con la ressa – speriamo – dei turisti.

A questo si somma la situazione tragicomica, per gli operatori prima che per gli utenti, del Centro Sanitario di Murata, in cui da un giorno all’altro è stato posizionato l’operatore addetto al call center al centro della sala d’aspetto, senza tenere conto della necessaria riservatezza di certe conversazioni in ambito sanitario.

Questi episodi ci hanno fatto pensare alla poca attenzione che sembra pervadere le scelte delle istituzioni pubbliche nei confronti dei cittadini utenti e assistiti, in questa fase di spending review.

Pensate a chi sente in TV le novità sulle recenti introdotte facilitazioni dei servizi farmaceutici in Italia, poi deve recarsi in ambulatorio quando finisce le medicine, anche se sono scontate e ripetitive, poi deve ritornare al pomeriggio o addirittura il giorno dopo, sempre al pomeriggio – perché al mattino non si consegnano le ricette, anche se sono pronte – per ritirare il foglio, poi deve andare in farmacia e farsi file che ultimamente, soprattutto a Dogana, pare stiano diventando bibliche. Tanto che chi acquista farmaci a pagamento, talvolta, è spinto a rivolgersi direttamente alla farmacia di Cerasolo.

Pensate alla mamma di un minore disabile che ogni due anni deve tornare a fare un attestato per avere il riconoscimento dei permessi speciali, anche se la disabilità durerà tutta la vita. A quella mamma non viene neppure ricordata quella scadenza, cosa semplicissima con i mezzi informatici di oggi, e per fare questi giri burocratici deve perdere ulteriori preziosissime ore di lavoro, per poi sentirsi rispondere sulla stampa “se fosse venuta da me le avrei risolto il problema”.

Ma stiamo scherzando? Diritti riconosciuti come favori? Tutti i disagi di quella donna e di tanti altri cittadini utenti – vedi quelli colpiti da celiachia – sono il risultato di un sistema vecchio, stantio nell’era dell’informatica, e di una pigrizia mentale ancora capillarmente diffusa.

L’elenco di testimonianze non finirebbe qui, questi sono solo episodi emblematici che ci fanno dire: possibile che nonostante le riforme pubblicizzate in pompa magna e gli investimenti in tecnologia, il rapporto con il cittadino resti fermo ad una ottusa gestione dai principi borbonici?

 Comunicato Civico 10

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