Civico10 sulla legge di riforma del lavoro e degli incentivi

Civico10 sulla legge di riforma del lavoro e degli incentivi

La legge di riforma del lavoro e degli incentivi appena approvata contiene tanti articoli molto distorsivi e inaccettabili.

Il primo di questo è l’articolo 3, che si chiama “apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale”.

Questo apprendistato può durare fino a 3 anni e serve ad acquisire una specifica qualifica (es: imbianchino, fabbro, operatore energie rinnovabili, installatore impianti, parrucchiere, e tanti altri mestieri). A seconda della qualifica da conseguire cambia la durata.

È riservato ai giovani di età compresa tra quella dell’assolvimento dell’obbligo scolastico e i 25 anni, che non godano di ammortizzatori sociali: i laureati e i diplomati sono compresi all’interno di questa norma, se devono acquisire una qualifica professionale.

Il lavoratore viene pagato, rispetto alla retribuzione contrattuale corrispondente alla qualifica e livello retributivo finali, il 50% nel 1° semestre, 60% nel 2° semestre, 70% nel 2° anno, 80% nel 3° anno. Se calcolate una retribuzione da 1300€-1400€ (che se consideriamo alcuni contratti di lavoro “poveri” è tutt’altro che strano), capite bene che obblighiamo le persone a lavorare per 3 anni con retribuzioni fra i 650€ e i 1100€.

L’imprenditore gode, oltre a queste agevolazioni retributive, di una totale esenzione contributiva, quindi “risparmia” un ulteriore 17% circa di retribuzione, che viene posta a carico dello Stato. Quindi questo “regalo” non è a costo zero per le casse pubbliche.

Ma non è tutto.

L’assunzione, dice l’art.3, è sì a tempo indeterminato ma non è prevista alcuna norma di salvaguardia. Se l’imprenditore – dopo magari 1 anno di apprendistato, dopo aver pagato il lavoratore prima al 50% e poi al 60%, ed aver goduto di una totale esenzione contributiva – compie una riduzione di personale (cosa oggi non certo difficile da fare) e licenzia l’apprendista, non deve restituire nemmeno 1€ delle agevolazioni avute. Si capisce bene, quindi, che il tempo indeterminato è solo sulla carta, nei fatti questo articolo consente facilmente di assumere personale a bassissimo costo e di allontanarlo quando inizia a costare un po’ di più.

Queste logiche sono perverse. Nel suo “Progetto Lavoro” Civico10 ha proposto tutto un altro modello: facilitare ed incentivare l’investimento pluriennale sul lavoratore con abbattimenti retributivi più contenuti all’inizio della carriera lavorativa ed incentivi pubblici crescenti nel tempo per favorire le imprese che vogliano davvero far crescere professionalmente e come competenze i propri lavoratori. Noi crediamo nella necessità di formazione e di crescita progressiva della professionalità anche in azienda, ma con regole molto diverse che non mortifichino la possibilità di ottenere questo risultato.

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