Clara Boscaglia ieri sera commemorata a Domagnano

Clara Boscaglia ieri sera commemorata a Domagnano

COMUNICATO STAMPA
In ricordo di Clara Boscaglia

Ieri sera alle 21.00 alla casa del Castello di Domagano si è svolta una serata organizzata in ricordo di Clara Boscaglia.
Il 22 luglio 2010 ricorre il 20° anniversario della scomparsa di Clara Boscaglia e un gruppo di membri del Consiglio Grande e Generale, Membri di Governo e semplici cittadini ha inteso ricordarla con una serata dedicata al suo ricordo e a riflessioni sulla sua attività d’insegnante, politico, statista.
Alla serata sono intervenuti Fernando Bindi, già insegnante della Scuola Secondaria Superiore e figura politica di spicco, Claudio Podeschi, Presidente Gruppo Consiliare del PDCS nel 1990 e Pier Marino Menicucci, Segretario Politico del PDCS nel 1990.
La serata è stata moderata da Sonia Tura che ha aperto l’incontro con la lettura di un toccante pensiero scritto su Clara Boscaglia da don Sergio Severi, sacerdote recentemente scomparso al quale è seguita l’esecuzione dell’inno nazionale da parte del maestro di chitarra Angelo Guidi.
Per inquadrare la figura di Clara Boscaglia, soprattutto per i giovani presenti alla serata, è stata proiettata una presentazione con alcune sue riflessioni:

“I micro-Stati potranno raggiungere risultati tanto più importanti quanto più coerenti saranno i propositi e gli obiettivi interni, quanto più seri, dignitosi e onesti saranno i comportamenti a livello statuale, quanto più stretti e amichevoli saranno i rapporti interstatuali realizzabili”.

“Per me l’errore più grave è credere che il rapporto fra governante e governato,fra elettore ed eletto debba basarsi sulla mera concessione del “do ut des”. E lo è perché questo scambio politico getta e mantiene le basi dello stato assistenziale e clientelare; perché porta a credere di poter fare a meno dei valori essenziali, dei quali per un cristiano si sostanzia la politica; perché sono troppi in uno scambio siffatto coloro che ci rimettono, essendo del di più dato all’uno inevitabilmente defraudato l’altro, che è pure cittadino a pieno titolo come il primo”. (Clara Boscaglia)

“I partiti tendono a rinchiudersi in loro stessi, preoccupati di conservare il peso che hanno, tesi a cogliere della società che muta anche tumultuosamente quel tanto che basta per mantenere il proprio consenso, spesso timorosi di sfidare i pregiudizi correnti e di suscitare in qualsiasi modo la reazione dell’uomo comune”. (Clara Boscaglia)

“Per gli ideali dell’utopia vale la pena di battersi e di soffrire; per i piccoli giochetti, per i presunti salvataggi, per le false promesse, per i facili clientelismi, per gli illusionismi da saltimbanco, per i prevedibili contorsionismi, per le conquiste parolaie, per i complici silenzi, per le prezzolate acquiescenze, per i conformismi pagati, per le ambizioni da quattro soldi, per la superficialità improvvisata, per i carismi da strapazzo, per le meschine furbizie, per le sottili perfidie, per le stupide rivalse, l’anima e l’identità di questo Paese possono anche morire di asfissia, perché la libertà tramonta”. (Clara Boscaglia)
“Non vogliamo più correre il rischio di essere disegnati come non siamo: un incidente della storia,una testimonianza di valore universale, un paradiso per chi ci vive e soprattutto per chi sogna di viverci, una “città felice”. Non correremo più il rischio del mito in cui ci ha cristallizzato Giosuè Carducci al quale pure siamo affezionati,avendo talvolta finito per crederci anche noi”. (Clara Boscaglia)

“Per lungo tempo siamo stati l’oleografia della più antica e più piccola Repubblica del mondo, della “città felice”,del Paese dei francobolli e dei souvenirs. Poi qualcosa è cambiato e ci hanno costruito addosso il paradiso fiscale, il rifugio dorato per fantomatiche società anonime, il santuario dei “ vù cumprà”. Senza mai dire che nessuna delle due interpretazioni era quella giusta e dimenticando, in buona o in mala fede,i segni della nostra cultura e della nostra storia, le prerogative della nostra statualità e ciò che stavamo e stiamo costruendo per riempire di significato e di motivazioni la nostra condizione di Stato e i suoi corretti rapporti con l’esterno”. (Clara Boscaglia)
I relatori hanno ricordato il profilo umano, professionale e politico di Clara Boscaglia.
In particolare Fernando Bindi ha ricordato la figura d’insegnante di latino e greco presso la Scuola Secondaria Superiore della Repubblica di San Marino, professione che Clara Boscaglia alternava all’impegno politico ed istituzionale. La vicinanza alle giovani generazioni e la voglia di conoscenza sono tratti importanti della figura, che anche pur nella fermezza del carattere ha sempre manifestato cordialità alla persone lei vicine. Di lei si è detto molto ma sarebbe interessante studiarne gli scritti e le annotazioni, che ha ricordato Bindi “faceva sempre su fogli usati o spesso sul retro degli stessi documenti esaminati”.
Claudio Podeschi ha ricordato alcune esperienze della generazione di giovani/democratico cristiani che negli anni ottanta giunsero all’impegno istituzionale in Consiglio Grande e Generale e in particolare l’episodio della benedizione della bandiera presso la Basilica del Santo a testimonianza di come Clara Boscaglia intendesse il proprio impegno politico ed istituzionale legato a doppio filo con i valori cattolici e i valori culturali sammarinesi. Podeschi ha evidenziato lo spessore di una classe politica, alla quale appartiene anche Fernando Bindi In una fase di forti divisioni e tensioni, il messaggio di unione di Clara Boscaglia va seguito e valutato dai politici appartenenti alla tradizione democratico cristiana.
Pier Marino Meniucci ha tracciato un profilo degli ultimi mesi di vita e su come nonostante l’incedere veloce e devastante della malattia, Clara Boscaglia continuasse tenacemente a seguire la vita di partito e sbrigare le pratiche connesse all’incarico di Segretario di Stato per le Finanze e Bilancio. Clara Boscaglia ci è stata d’esempio ed è riuscita a capire prima di altri l’evoluzione dei tempi e della società, come nel 1986 quando fu una dei più accaniti sostenitori dell’alleanza con il Partito Comunista. San Marino fu l’unico stato d’Europa con un governo costituito da un partito comunista mentre era ancora eretto il muro di Berlino. I fatti le diedero ragione.

“Era una donna tenace, caparbia attaccata al proprio Paese – hanno affermato i tre relatori – è evidente che se una figura a vent’anni dalla scomparsa ha lasciato ricordi così vividi ha lasciato un solco nella storia e nelle istituzioni della Repubblica di San Marino”.
La serata nella quale vi è stata una nutrita partecipazione di forze politiche, forze sociali e semplici cittadini si è snodata sul ricordo di una figura carismatica, prematuramente scomparsa, ricordata in alcuni passaggi con rimpianto in altri con il rispetto tributato a una donna che ha vissuto e lavorato per lo sviluppo del proprio Paese, il cui messaggio rivisto alle attuali condizioni sociali, economiche e politiche è di notevole insegnamento per la cittadinanza e l’intera classe politica sammarinese.
L’evento è stato promosso da:
Bartoletti Federico, De Biagi Pier Roberto, Gasperoni Cesare Antonio, Ghiotti Renzo, Lonfernini Giovanni, Lonfernini Lorenzo, Lonfernini Settimio, Marcucci Gian Marco, Mazza Orazio, Menicucci Pier Marino, Mina Oscar, Mularoni Pier Marino, Podeschi Claudio, Podeschi Marco, Ragini Giovanni, Ragini Giuseppe, Rossi Ottaviano, Selva Nicola, Ugolini Giovanni Francesco.

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