“Colpo di Stato”? Anche il Consiglio d’Europa sconfessa l’opposizione

“Colpo di Stato”? Anche il Consiglio d’Europa sconfessa l’opposizione

L’informazione di San Marino

“Colpo di Stato”? Anche il Consiglio d’Europa sconfessa l’opposizione.

Ritenute evidentemente non fondate le segnalazioni presentate. Il Titano non è inserito nel monitoraggio periodico

Gli Esteri: “Piena ottemperanza, da parte di San Marino agli impegni e principi del Coe”. Le accuse erano state mosse nel consesso internazionale dal consigliere Dc GattiGli Esteri: “Piena ottemperanza, da parte di San Marino agli impegni e principi del Coe”. Le accuse erano state mosse nel consesso internazionale dal consigliere Dc Gatti

E così anche il Consiglio d’Europa sconfessa l’opposizione che ha provato a portare la denigrazione anche nei consessi internazionali, sollevando pure in quella sede il teorema del “colpo di Stato”, dando sempre di più l’impressione che a provare a farlo siano stati, invece, proprio quelli che lo urlavano. La comunicazione ufficiale arriva dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri che “rende noto che la Commissione di monitoraggio del Consiglio d’Europa per il rispetto degli obblighi e degli impegni degli Stati membri, nel corso della sua ultima sessione svoltasi il 6 marzo 2019 a Parigi, non ha incluso la Repubblica di San Marino nell’elenco degli Stati sottoposti a periodici rapporti relativi al rispetto degli obblighi medesimi. Tale determinazione assunta si pone a conferma della piena ottemperanza, da parte di San Marino, agli impegni dell’Organizzazione e al pieno rispetto dei suoi principi statutari”.

Il significato della decisione è rilevante, se si pensa che in Consiglio e nel Paese era stata propalata per mesi un’altra, a questo punto infondata, vulgata.Tutto era partito dalla segnalazione del Consigliere del Pdcs Marco Gatti che aveva consegnato della documentazione al Presidente della Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Michele Nicoletti. “Ho rappresentato gli accadimenti che riguardano la revoca del Dirigente e che, come abbiamo sempre sostenuto nei dibattiti, dal mio punto di vista configurano una azione illegittima e fuori dalle norme – aveva dichiarato Marco Gatti – Avevamo già preannunciato la verifica di tutto quello che si poteva fare essendo venuto meno un aspetto di legittimità dal nostro punto di vista. Quindi, fatte le opportune verifiche presso il Consiglio d’Europa, ho rappresentato i fatti e li ho messi per iscritto con gli allegati”.

Aveva replicato duramente Roger Zavoli, di Rf, membro di maggioranza della delegazione sammarinese presso il Consiglio d’Europa: “Non ne sapevamo nulla e siamo stati colti tutti di sorpresa. Predisporre atti del genere in segreto e mettere a repentaglio la reputazione del proprio Paese è allucinante”.

Marco Gatti dal canto suo aveva anche affermato in Consiglio di aver integrato la segnalazione con le vicende legate alla nomina del nuovo Dirigente del tribunale. Della consegna di questa documentazione era stata data comunicazione a San Marino, nel giugno 2018, dal Presidente dell’assemblea parlamentare del Coe, Nicoletti. Un atto dovuto, così come dovuta era la trasmissione della segnalazione di Gatti al Comitato di Monitoraggio.

La missiva di Nicoletti era stata poi consegnata all’Ufficio di presidenza. Una lettera che dava semplicemente riscontro, come previsto, della ricezione della segnalazione. Tanto è bastato, però, perché anche a febbraio di quest’anno in Consiglio l’esponente di Rete, Matteo Zeppa, dicesse: “C’è già un monitoraggio in atto”, da parte dell’organismo internazionale. Affermazione, a ben vedere, non vera, ma che anche altri hanno ripetuto e ripreso in più di un’occasione. Invece, viene fuori adesso che non solo non c’era in atto nessun monitoraggio, ma anche che non ci sarà, perché nella fase preliminare della valutazione delle segnalazioni fatte da Marco Gatti, queste sono state considerate evidentemente non fondate, confermando “la piena ottemperanza, da parte di San Marino” ai dettati statutari e ai principi del Consiglio d’Europa.

E se da un lato l’opposizione ha gridato al “venir meno dello stato di diritto”, a smentirla è ora il Consiglio d’Europa che ha deciso appunto che non debba essere aperto alcun monitoraggio, almeno su quelle segnalazioni che erano state sollevate e per le quali le opposizioni hanno continuato a gridare per mesi al “colpo di Stato”, smentite, ora, anche nelle sedi internazionali.

 

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