Come combattere la mafia a San Marino: G.N.Berti

Come combattere la mafia a San Marino: G.N.Berti

Guerra alle Mafie: come potrebbe partecipare San Marino
Ho recentemente seguito il dibattito consiliare sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Repubblica e, conseguentemente, ho apprezzato la sensibilità sull’argomento prestata da tutte le forze politiche,nonché l’impegno assunto per contrastarla efficacemente. Certamente la Repubblica di San Marino ed i sammarinesi, tutti, debbono essere uniti nel sostenere ogni iniziativa che possa contrastare detti fenomeni, nel sanzionare, adeguatamente, tutti i soggetti, economici e non, che con colpa o dolo, possono in qualche modo aver agevolato le infiltrazioni. E’ un nostro preciso dovere di cittadini emarginare, anche solo socialmente, chi in qualche modo abbia svolto un ruolo di fiancheggiatore. Ma questo non basta, il contrasto ad un fenomeno variegato e occulto quale sono le mafie e le sue ramificazioni, richiede professionalità e conoscenze che non appartengono al nostro sistema statuale e giudiziario. Dobbiamo chiedere aiuto. Il dibattito consiliare ha fatto emergere che il fenomeno principale infiltrativo parte, principalmente da organizzazioni criminali organizzate italiane. Io stesso nell’ottobre scorso avevo sollecitato la Segreteria alla Giustizia a valutare l’opportunità di avviare una commissione di inchiesta per investirla dell’analisi e della verifica del problema. La Segreteria di Stato alla Giustizia ha fatto di più incaricando il Tribunale di svolgere un’analisi approfondita di concerto con le forze dell’ordine e di controllo economico del sistema. Di fatto ora siamo a conoscenza del fenomeno e di come è cresciuto nel tempo. Forse il dibattito politico si può arrestare qui, o comunque è giunto il momento di fare. La nostra proposta, per coniugare sovranità ed efficacia del contrasto delle mafie, deriva dal contenuto e dagli strumenti della “Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale” stipulata a Palermo nel Dicembre 2000 entrata in vigore a San Marino il 19 agosto 2010. La Convenzione all’art. 19 prevede la possibilità che sulla base di appositi accordi tra Stati aderenti alla convenzione, le autorità competenti interessate possono creare organi investigativi comuni. Ciò consentirebbe di poter chiedere aiuto alle autorità antimafia italiane e di operare in sinergia per contrastare le infiltrazioni delle mafie provenienti dallo stesso paese, con il fine comune di liberare le persone per bene e le aziende sane da fenomeni di concorrenza sleale che derivano dal riciclaggio, se non di prevenire la commissione di reati. Questo percorso, da un lato, ci consentirebbe di essere immediatamente operativi, permetterebbe anche alle nostre forze dell’ordine, lavorando a fianco di quelle italiane di acquisire quell’esperienza che le nostre non hanno e di evitare ulteriori costi di implementazione degli apparati che, vista la nostra finanza pubblica, non possiamo permetterci. Dall’altro di dimostrare al mondo intero che questo paese non ha nessuna intenzione di subire inerte all’infamia, che reputo ingiusta, di una San Marino che subisce passivamente di essere succube delle mafie. Se anche alle nostre richieste di collaborazione per contrastare la criminalità organizzata transnazionale dovesse arrivare un diniego da parte italiana, si chiarirebbero tanti dubbi che affliggono i sammarinesi.
Gian Nicola Berti ( Noi Sammarinesi nella Lista della Libertà)

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy