Commissione Esteri, Agenzia Dire

Commissione Esteri, Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE ED
IMMIGRAZIONE, SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO, INFORMAZIONE

 

MERCOLEDI’ 12 FEBBRAIO

 

In apertura dei lavori della commissione Affari esteri, il presidente Marino Riccardi avanza due questioni.
La prima relativa al possibile oscuramento de
l comma riguardante le residenze per salvaguardare la
privacy dei nominativi coinvolti
; la seconda alla richiesta, avanzata da un giornalista di Rtv, di potere
riprendere
la seduta dal
circuito interno. Marco Podeschi dell’Unione per la Repubblica replica che “non
si possono spegnere i monitor interni, la seduta è pubblica. Ci sono precedenti
sulle riprese e se ne è parlato in ufficio di Presidenza. Serve una normativa
interna per gestire i monitor”. Il consigliere indipendente di maggioranza
Denise Bronzetti aggiunge che “la materia va regolamentata. In altri episodi
giornalisti, o pseudo tali, registravano dal circuito interno. Non è la
commissione Esteri a dovere decidere”. Maria Luisa Berti di Noi sammarinesi
“condivide l’opportunità che certe richieste vanno fatte all’ufficio di
Presidenza. Serve lo stesso metro di valutazione delle proposte. Richieste
intempestive come quella attuale non sono accoglibili, anche se non c’è nulla
di segreto nel nostro dibattito, fatto salve alcune materie”. Per Federico
Pedini Amati del Ps “oggi ci è stato chiesto il permesso per una questione di
cortesia. Non avevo mai sentito parlare di divieti di riprendere. Non siamo noi
a dovere decidere, ma come si può dire oggi di non fare la ripresa integrale?”.
“Dalla tribuna- prende parola Gian Franco Terenzi del Partito democratico
cristiano sammarinese- viene proibita qualsiasi ripresa. C’è un controllo su
quello che accade in Aula. Per altre questioni deve valere lo stesso
principio”. Gian Matteo Zeppa di Rete non è d’accordo a proibire la ripresa.
“Non ci sono regole certe e l’ufficio di Presidenza si è riunito in anticipo
rispetto alla convocazione di oggi. Si tratta della tv di Stato e oggi ci sarà
un riferimento importante del titolare degli Esteri”. Il segretario di Stato
per gli Affari esteri, Pasquale 
Valentini, sottolinea che “non so perché la richiesta è stata fatta
oggi. Non c’è qualcosa di particolare, è una commissione come tutte le altre.
Non sono d’accordo di introdurre oggi nuove limitazioni né inventare
pretestuosamente qualcosa per fare uno scoop. Esiste un regolamento sulle
riprese? Se non esiste è un problema da risolvere. Oggi la commissione è come
un’altra e non ha al suo interno ragioni per un trattamento speciale. Mi sembra
solo strano che il problema venga posto oggi”. Chiude il giro degli interventi
il presidente Riccardi, sottolineando che verrà permessa “un’unica ripresa
interna e non oscuriamo. Se fanno riprese in altro modo è a loro rischio e
pericolo. L’ufficio di Presidenza deve prendere una decisione sull’argomento”.

Lo stesso Riccardi tiene poi un “breve riferimento”
sulla sua visita a Roma a dicembre con il presidente della commissione Esteri
del Senato Pier Ferdinando Casini. E lascia poi la parola al titolare degli
Esteri Valentini per un ulteriore riferimento sui rapporti bilaterali cui segue
un dibattito”. Quindi la parola passa al segretario di Stato per gli Affari
esteri che compie un riferimento sugli ultimi incontri avuti con il ministro
italiano Emma Bonino e con il presidente della Commissione europea Barroso.
Annuncia così che, dagli ultimi aggiornamenti avuti dalla Farnesina e dal Mef,
gli è stato comunicato che l’emanazione del decreto per l’uscita dalla black
list di San Marino “è all’ultimo passo”. Segue un dibattito tra i commissari.

Si entra poi nel vivo dei lavori previsti all’ordine
del giorno, con la presa d’atto della Commissione su nomine e revoche di
rappresentanti diplomatici e consolari 
sulle convenzioni fra la segreteria di Stato Affari esteri e agenti
diplomatici e consolari già nominati e in carica.
“Entro
dicembre- spiega il segretario Valentini- ci eravamo impegnati di rivedere
queste convenzioni in scadenza. Alcune non sono state rinnovate, quelle
rinnovate lo sono state con nuovi criteri previsti dalla recente legge”.

La commissione prende atto di una serie di accordi
internazionali: il Protocollo all’Accordo di cooperazione e di Unione doganale
tra San Marino e la Comunità europea, relativo alla partecipazione in qualità
di parte contraente della Repubblica di Croazia in seguito alla sua adesione
all’Ue; l’Accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e il governo
della Repubblica di Indonesia sullo scambio di informazioni in materia fiscale;
l’Accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e il governo della
Repubblica dell’India sullo scambio di informazioni in materia fiscale; infine
l’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Santa Sede per la modifica del
Protocollo all’Accordo tra San Marino e la Santa sede del 2 aprile 1991. 

Segue il comma sulla concessione di permesso per
minori e di residenza anagrafica.

Infine, la mozione derivante dalla trasformazione
dell’interpellanza presentata da Rete sui recenti casi di cronaca che, “con grave
danno al Paese, hanno visto coinvolte personalità appartenenti al corpo
diplomatico della Repubblica”.

            La commissione affronta poi
due richieste di permesso di soggiorno per minori, approvate a maggioranza; 16
richieste di residenza anagrafica per chi da cinque anni
continuativi
è in possesso di permesso di soggiorno, tutte approvate a maggioranza; quattro
richieste di residenza anagrafica per chi è dirigente di una società
sammarinese o ha effettuato investimenti in Repubblica, tre vengono accolte a maggioranza,
una sospesa e condizionata alla conferma dei dipendenti.

Infine l’esame della mozione derivante
dalla trasformazione dell’interpellanza presentata dal consigliere di Rete,
Gloria Arcangeloni, con riferimento ai recenti casi di cronaca che- con grave
danno di immagine per il Paese- hanno visto coinvolte personalità appartenenti
al corpo diplomatico della Repubblica. Terminato il dibattito, la seduta viene
sospesa per la ricerca di un testo condiviso sulla proposta di odg avanzata dal
movimento. L’accordo non è trovato, l’odg viene respinto a maggioranza e la
seduta della commissione si conclude.

 

 

Di seguito un riassunto dei lavori

 

Comunicazioni

Marino Riccardi, presidente: “Con il senatore Casini abbiamo affrontato
diversi argomenti e in particolare la problematica della black list. Il
colloquio è stato molto cordiale, di oltre due ore. Con me c’era anche
l’ambasciatore Rotondaro.  Sulla black
list Casini ha chiamato in mia presenza alcuni responsabili del Mef che hanno
riconfermato che nessun problema esiste nei confronti di San Marino e che i
tempi erano imminenti per il decreto. Ora però sono scaduti e siamo ancora in
lista nera. L’interessamento di Casini è stato molto forte, sembra molto
interessato, è sempre stato un amico del nostro Paese. Abbiamo concordato una
riunione congiunta a Roma verso la fine febbraio o metà di marzo. Entro la
settimana ci arriveranno le date e poi prepareremo la visita. Oltre alla black
list ci sono anche altri problemi e con questo incontro dobbiamo fare il punto
della situazione perché sia riconosciuto a pieno titolo il percorso fatto dal
nostro Paese. Si è concordato che queste riunioni siano periodiche, con un
calendario semestrale o annuale per avere rapporto continuo. E’ opportuno uno
scambio anche a livello di singoli parlamentari”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri:  “Il mio riferimento era stato preannunciato
dopo gli incontri con il ministro degli Esteri italiano e con il presidente
della Commissione europea. Ritengo che il tema dell’uscita dalla black list e
del rapporto bilaterale sia più opportuno farlo nella seduta di febbraio del
Consiglio grande e generale. Sarà mia premura proporlo ai primi commi della
prossima seduta nell’ufficio di Presidenza. Non è questo il momento del
dibattito, ma voglio fare un riferimento perché mi è sembrato che non sia stato
sufficientemente valutato quello che questi incontri stiano rappresentando.

L”incontro con il ministro
Bonino è stato molto significativo. Si è presentata con un dossier preciso con
le problematiche che ci stanno più a cuore. I nostri dossier come argomenti
coincidevano, il ministro degli Esteri era ben informato su tutte le
problematiche. Abbiamo evidenziato che quest’anno è il 75° anniversario
dell’accordo del ’39, è un anno significativo in cui su nuove basi i due Paesi
rinvigoriscono e riprendono un percorso di cooperazione, da portare avanti
nell’interesse reciproco. Inevitabile poi che si parlasse del percorso aperto
con la Commissione europea e come questo ponga il problema dell’atteggiamento
dell’Italia nei nostri confronti e sulla necessità che il passaggio della black
list sia eliminato. Non è pensabile un discorso di associazione con l’Ue senza
l’eliminazione di questo punto. Il ministro ha detto che, pur non essendo di
sua competenza, aveva compiuto il punto con il collega del Mef. Non potendo
dare una data, ha detto che l’uscita dalla black list è un  percorso in compimento. Abbiamo ribadito che
l’indeterminatezza temporale è pericolosa per la nostra economia, e non può
rimanere a lungo. Si è impegnata a sua volta per fare ulteriori verifiche se
c’erano altre accelerazioni da dare. L’accelerazione dei tempi per l’Italia è
di per sé anomala, noi dovremmo avere bruciato le tappe dall’entrata in vigore
dell’accordo, ma dal nostro punto di vista la situazione è pesante, siamo in
black list dal 2009. Dopo l’incontro tra me e il ministro sono succeduti altri
incontri tra Mef e Farnesina e oggi posso dirvi che tutta la parte preliminare
che doveva costituire l’emanazione del decreto è completata. Questa
comunicazione ci viene direttamente da Farnesina e Mef: oggi l’emanazione del
decreto è proprio all’ultimo passo. Non ci sono più passaggi preliminari o da
farsi prima della sua emanazione. Certamente, finché non c’è una comunicazione
ufficiale sulla firma e l’emanazione, è sbagliato dare per fatto ciò che ancora
non è fatto. Non voglio tutto questo sia interpretato e letto nel senso che ora
cessiamo di darci da fare. Viste le turbolenze della politica italiana, che
mettono in discussione il governo, non rinunciamo a seguire il completamento di
questo percorso. Nel dialogo che c’è con Farnesina e Mef, possiamo cercare a
fare in modo che il percorso si completi e non abbia altri rinvii, che
sarebbero assolutamente deleteri e non più giustificabili. Durante il Consiglio
grande e generale ci sarà un riferimento più dettagliato e ci sarà il modo di
fare il dibattito.

Aggiungo solo che lo stesso
Barroso è stato messo al corrente della situazione. Ha chiaramente sottolineato
che è una problematica che va condotta a livello bilaterale, però è evidente
che è pregiudiziale ad un percorso come quello che stiamo facendo. Barroso si è
incentrato sul nuovo accordo e ha ribadito l’attenzione della Comunità europea.
Ha confermato la valutazione positiva di tutti i passaggi che abbiamo compiuto
a livello di adeguamento agli standard internazionali, come premessa alla
fiducia che oggi la Commissione europea ci accorda nell’avviare l’apertura
della trattativa. Ha confermato poi la volontà di sostenerci e accompagnarci,
nel dare tutta la disponibilità tecnica di cui il nostro Paese avrà bisogno. Ci
ha messo in guardia sul fatto che il percorso di negoziazione di un nuovo
accordo è oneroso in termini di risorse e impegno, quindi c’è totale disponibilità
da parte delle strutture tecniche europee per supportarci. Anche in questa
circostanza siamo stati trattati al pari con gli altri due Paesi, Andorra e
Monaco. L’urgenza di maggiore omogeneità tra Ue e piccoli Stati è stata
confermata, ad aprile sono intenzionati a dare il mandato definitivo e il 6 e
il 7 marzo prossimi la delegazione della Commissione europea sarà qui per le
consultazione preliminare al mandato definitivo”.

Marco Podeschi, Upr: “L’opposizione continuerà a chiedere un riferimento
sulla politica estera del prossimo Consiglio e su questo sono soddisfatto. Ma
sono rimasto molto perplesso sulle dichiarazioni apparse sulla stampa di questi
giorni di un consigliere comunale di Forlì intervenuto per perorare la causa di
San Marino. Forse era il caso di andare a Forlì e non a Roma. Mi piacerebbe
capire se il presidente della Commissione affari esteri ha incontrato il
consigliere comunale con Casini e mi piacerebbe capire con chi si deve parlare.
Un conto sono i nostri rapporti personali, l’altro aspetto è quello di
immagine.  Poi leggo che un illustre
esponente di maggioranza ha detto che a Roma qualcuno vuole ridurci ad un  Principato. Come sammarinese mi sento
preoccupato, visto che nessuno ha smentito. Alcune posizioni come parlamentare
mi imbarazzano molto. Da Roma ci leggono, in una fase politica molto convulsa,
ciò può risultare molto pericoloso per il Paese. Non mi piace che poi un
consigliere comunale di Forlì intervenga per la nostra causa”.

Matteo Zeppa, Rete: “Trovo
difficile essere diplomatico, anche dopo la figuraccia dell’ufficio stampa
dell’Industria sull’incontro con Zanonato. E’ l’evidenza dell’imbarazzante
impreparazione di fronte alle difficoltà dei rapporti con l’Italia. Non mi
piace sentire dire che questa non sarebbe la sede più opportuna per parlare,
perché se ne parlerà anche in Consiglio, ben venga, ma qui siamo in Commissione
esteri. Faccio l’ennesimo appello: se c’è la volontà effettiva di operare come
Nazione per uscire dalla black list, non esiste né maggioranza, né opposizione,
eppure dal 2008 ad oggi continua la diatriba politica. Il segretario di Stato
non arriva al dunque e anche oggi ha detto che la situazione politica italiana
non è ben definita. Non vorrei che questa fosse l’ennesima scusa da accampare,
per dire che abbiamo fatto già tutto il possibile. Il comunicato stampa
post-incontro del Mef non cita la black list e qualcosa non quadra. La
dicotomia tra i due comunicati lascia pensar male. Siamo di fatto uno Stato
sotto embargo. Invece di far palesare che la futura uscita dalla black list sia
delegata in tutto per tutto alla questione italiana, bisogna mettersi
nell’ottica di rimboccarsi le maniche e battere i pugni sul tavolo perché una
nazione sta morendo.

Do lettura della mozione: ‘La Commissione
consiliare permanente Affari esteri, preso atto del documento ufficiale
dell’organismo Ecri, European commission against Racism and intolerance, avente
per titolo ‘Rapporto dell’Ecri su San Marino’ adottato il 21 marzo 2013,
pubblicato il 9 luglio 2013, considerate le raccomandazioni alle quali le
autorità sammarinesi sono invitate all’adeguamento e, in particolare: per i
processi di firma e ratifiche di un certo numero di strumenti internazionali in
materia di diritti umani, al fine di combattere il razzismo e la discriminazione
razziale; conformemente alle norme della Convenzione del Consiglio d’Europa
sulla cittadinanza, la richiesta che l’acquisizione della cittadinanza per
naturalizzazione, che dovrebbe essere disciplinata da una legge ordinaria, con
la riduzione inoltre del periodo di residenza necessario per poter richiedere
la stessa naturalizzazione; per l’adozione di una legislazione civile ed
amministrativa completa per combattere la discriminazione razziale; con
riferimento alla Commissione per la pari opportunità, sempre secondo le
raccomandazioni dell’Ecri, che dovrebbe essere resa più indipendente dal
governo e disporre di mezzi sufficienti per svolgere la propria missione in
maniera più efficace; per la modifica della legislazione sul soggiorno e sul
permesso di lavoro degli stranieri che si recano a lavorare a San Marino per
fornire cure e assistenza nel settore privato, in qualità di badanti, al fine
di consentire loro di lavorare 12 mesi consecutivi (…);impegna il governo a
predisporre, nel più breve tempo possibile, un apposito comma di discussione
durante i lavori del Consiglio grande e generale relativo al documento
elaborato dall’Ecri e in virtù della visita per il monitoraggio intermedio per
specifiche raccomandazioni per le quali è stata richiesta una messa in atto
prioritaria; a convocare la stessa Commissione permanente Affari esteri, ogni
qualvolta si abbiano delle novità in merito alle raccomandazioni dell’Ecri’”.

Alessandro Mancini, Ps: “Non entro
in merito alla questione dei rapporti con l’Italia, ci sarà occasione nel
prossimo dibattito in Consiglio. Desidero però soffermarmi sulla gestione della
politica estera di questo governo che h messo in luce un metodo sicuramente
debole e in certe situazioni anche sprovveduto. Mi riferisco anche ai recenti
fatti del comunicato stampa sulla visita del ministro Zanonato. Valentini ci ha
messo 14 mesi a incontrare il ministro agli Esteri, non ci risultano incontri
altrettanto importanti con il ministro dell’Economia, viene da chiedersi se gli
incontri sono stati richiesti o se non c’è stata risposta, perché non ci sono
stati. E’ anche questo un tema che dovrà essere affrontato nel dibattito”.

Luca Lazzari, Su: “L’uscita dalla black list non è la soluzione ai problemi della
Repubblica, ma è un presupposto fondamentale. Valentini ci diceva che è una
delle pregiudiziali per il percorso di associazione all’Ue. Il Paese aspetta da
5 anni e le conseguenze sono gravissime. Ma non sembra che il governo si
adoperi con l’impegno necessario. Il “domani usciamo” appare una burla, vengono
fatte gaffe a non finire e ci sono rassicurazioni da parte di politici italiani
non di primo piano. Che cosa impedisce l’uscita dalla black list? Incapacità
politica, difesa ostinata del vecchio sistema, la volontà di indebolire il Paese
per venderlo? La somma di tutte e tre queste cose? Serve il coraggio della
verità”.

Marco Gatti, Pdcs: “Siamo tutti consapevoli che
per la nostra economia l’uscita dalla black list è un passaggio indispensabile.
Ma le cose vanno lette nella loro interezza. Il Fmi ha sottolineato che lo
scorso anno abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale, la ratifica
dell’accordo contro le doppie imposizioni, l’unico elemento oggettivo per la
black list. La mia intervista va letta per intero. Non è vero che a Roma abbiamo
gente che ci stringe la mano e poi se ne frega. Altrimenti la ratifica non
sarebbe arrivata all’unanimità. I rapporti ci sono e amici di San Marino pure.
E ora c’è una visione diversa. Quando dico che non tutti remano nella stessa
direzione, e che qualcuno vuole ridurci a protettorato, sono convinto che ci
sono interessi che lavorano contro, non politici, ma non per questo meno forti.
Ma la Dc dà una risposta. Vorrei capire se è così per gli altri partiti. Noi
diciamo no al protettorato”.

Pasquale Valentini, segretario
di Stato per gli Affari esteri, replica
: “Potere avere per il dibattito consiliare
un’indicazione precisa sulle tempistiche di uscita è indispensabile,
innanzitutto per me. Trasferirò questa esigenza al governo italiano. Se il mio
comunicato ha dato l’idea che la responsabilità fosse del governo del 2006, non
era la mia intenzione. Sono diverse le ragioni per cui siamo arrivati a quel
punto. Reimpostare un’altra economa richiede molto tempo, questo è il tema.
Nessuno ha la bacchetta in mano. Il problema non è né burocratico né politico,
si tratta della conclusione di un atto che ha bisogno di documentazione
tecnica. Il nostro orologio è partito dal 2009, ma la questione è diventata
concreta nel momento della ratifica, che ha tolto il problema principale.
L’orologio dal punto di vista italiano parte dal 1^ gennaio. La partita deve
essere chiusa e la questione è accelerare sull’emanazione del decreto. Siamo
nella fase finale. Per certi aspetti le tappe sono state bruciate. Più volte il
direttore dell’Agenzia delle entrate ha parlato in maniera positiva della
collaborazione con San Marino, un fattore che ha permesso questa accelerazione,
altrimenti per l’effettività dell’accordo ci sarebbero voluti tempi più lunghi.
Non facciamoci del male con le nostre valutazioni a volte affrettate. Spero nel
dibattito in Consiglio di fornire tutti gli elementi richiesti e che ci
comporteremo, come suggerisce Zeppa, da nazione. Certe prese di posizione non
vanno in questa direzione. Sul comunicato della segreteria di Stato per
l’Industria: per voi è strano preparare una bozza di comunicato? L’errore è
nell’invio, l’incontro non è stato negativo. Il ministro Zanonato vuole fare
passi in avanti nella collaborazione. Farò di tutto per avere sulla black list
indicazioni il più possibile precise e concrete.

Un’altra
comunicazione tecnica sulla firma tra il dipartimento di Polizia allargato
all’ufficio centrale Interpol e il dipartimento di Pubblica sicurezza del
ministero dell’Interno per rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia
contro la criminalità internazionale. Va nell’ottica dello scambio di
informazioni e poi speriamo di potere utilizzare banche dati comuni”.

Marco Podeschi, Upr: “Su accordi di questo tipo
occorre coinvolgere anche altre commissioni. Servirebbe un’audizione del
comandante della Gendarmeria prima che presenti un progetto per la revisione
dei corpi di polizia”.

Pasquale Valentini, segretario
di Stato per gli Affari esteri
: “C’era l’impegno per febbraio. Il comandante mi ha
inviato una relazione sul riordino, ma dopo la convocazione di questa
commissione. Comunque siamo pronti per portare le proposte e discuterne”.

 

Mozione Rete

Gian Matteo Zeppa, Rete: “L’interpellanza faceva
riferimento al caso Colombelli. Citiamo nomi e cognomi nelle nostre
interpellanze per oggettivare le richieste che facciamo. In commissione si può
parlarne in maniera più serena. In questo caso si può analizzare la questione
degli incarichi diplomatici. Nella risposta del segretario di Stato non c’è
nulla da eccepire. Noi chiediamo che per ogni incarico diplomatico il
responsabile politico svolga tutte le verifiche necessarie. Certo, reperire
certe documentazioni può generare scelte che si pagano, come nel caso
Colombelli. Per prassi il segretario di Stato informa il congresso di Stato che
porta in commissione gli incarichi. Noi chiediamo di mettere in atto tutti gli
strumenti per far sì che se si palesano atti compromettenti, denigratori verso
la Repubblica, ci si possa rivalere verso queste persone, per un risarcimento
economico.

Leggo un odg: la commissione Affari esteri, considerata la
necessità di rafforzare gli strumenti a salvaguardia dell’immagine della
Repubblica di San Marino; alla luce dei fatti di cronaca che negli ultimi anni
hanno visti protagonisti alcune personalità del corpo diplomatico e consolare
sammarinese; impegna il governo a inserire, all’interno del progetto di legge
‘Regolamentazione della carriera diplomatica’, un articolo in cui si preveda la
facoltà per il congresso di Stato di avanzare la richiesta di risarcimento
economico per danni di immagine all’agente diplomatico e consolare a cui sia
stata revocata la nomina per motivi legati a una condotta che ha menomato il
prestigio e gli interessi dello Stato
”.

Pasquale Valentini, segretario
di Stato per gli Affari esteri
: “Il problema toccato da Zeppa era già stato
affrontato dal mio predecessore Mularoni. Occorre fare una distinzione tra
carriera diplomatica, come prevista dalla normativa in prima lettura, e gli
agenti diplomatici non di carriera che possiamo utilizzare. La prima ha un
percorso rigido e ci sono possibilità di risarcimento. Nel secondo caso nasce
un problema delicato sui criteri di scelta. La maggior parte lo fa a titolo
gratuito e ha una loro attività economica. Se un rappresentate dello Stato ha
un’attività economica le due questioni possono sovrapporsi e i problemi sul
lavoro si possono trasferire a quelli della rappresentanza dello Stato. Ci
troviamo spesso in questa situazione, serve attenzione nell’attribuire certi
incarichi. Occorre evitare che l’attività economica si sovrapponga a quella di
rappresentanza. Per questo sono necessari criteri precisi. Negli ultimi anni
siamo stati rigorosi, ma ritengo difficile potere applicare la responsabilità
del danno, anche per il calcolo del risarcimento. E’ doveroso fare in modo che
le norme prestino grande attenzione a chi viene affidato un incarico
diplomatico, nelle sedi strategiche sarebbe opportuno un personale in carriera.
Per il resto il grande numero di rappresentanze che abbiamo ci obbliga a
ricorrere a personale non in carriera, ma la selezione deve essere rigorosa. Il
passaggio in commissione è un elemento di garanzia”.

Antonella Mularoni, Ap: “Capisco le preoccupazioni
di Zeppa. Nella scorsa legislatura abbiamo cercato di depurarci un po’ delle
persone più problematiche nel personale non in carriera. Averlo però tutto di
carriera non è possibile. Inoltre molte sono persone con l’incarico da molti
anni, trasmesso da padre a figli, e sono molto stimate e hanno fatto un lavoro
egregio. Certo svolgono attività economica e qualche volta ci possono essere
dei problemi. L’attenzione deve essere massima ma non voto favorevolmente
all’odg perché è sbagliato nella formulazione. La legge cui fa riferimento
riguarda solo i diplomatici di carriera per i quali vale già la responsabilità”.

Luca Santolini, C10: “Se ci sono problemi formali
si può trovare una formulazione che va bene a tutti, se l’intenzione è
condivisa. Sull’impossibilità di calcolare i risarcimenti economici non sono
convinto”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Non vogliamo puntare il dito contro chi fa carriera
diplomatica. L’obiettivo è avere una normativa che permetta allo Stato di
potere rivalersi e chiedere un risarcimento. L’odg è aperto, pone in evidenza
l’esigenza di tutelare il nome di San Marino”.

Marino Riccardi, presidente: “Così com’è l’odg non può essere accolto dalla maggioranza.
Se lo riconduciamo alla risposta all’interpellanza sospendiamo per
condividerlo. Se rimane il risarcimento per coloro che offendono l’immagine
senza definire precisamente i casi, è inutile”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Azioni di risarcimento si possono sempre fare,
anche senza approvare questo odg. Mi sembra strumentale”

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari
esteri
: “A fronte di fatti c’è sempre
la possibilità di richiesta danni”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ho fatto un odg attinente un’interpellanza
particolare. Se c’è la volontà di condivisione bene, altrimenti lo mantengo
com’è”.
             

 San Marino, 12 febbraio 2014/01

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