Commissione Esteri. Venerdi’ 23 ottobre 2015. Report Agenzia Dire. Della Torre 1

Commissione Esteri. Venerdi’ 23 ottobre 2015. Report Agenzia Dire. Della Torre 1

COMUNICATO
STAMPA

COMMISSIONE
CONSILIARE PERMANENTE AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE 

ED IMMIGRAZIONE,
SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO, INFORMAZIONE

VENERDI’
23 OTTOBRE

Il
caso delle dimissioni dell’Ambasciatore Clelio Galassi si impongono
come tema principale discusso nella Commissione consiliare Affari
esteri, convocata oggi a Palazzo Pubblico.

Non
solo i consiglieri di minoranza lo affrontano in comma comunicazioni,
ma i commissari approvano la richiesta avanzata dal segretario di
Stato per gli Affari esteri,
Pasquale Valentini,
di inserire all’ordine del giorno
un comma straordinario 1
bis dedicato alla presa d’atto delle dimissione del rappresentante
diplomatico in Santa Sede.

“La segreteria Affari
esteri- spiega il segretario di Stato- al momento della nomina di
Galassi ha voluto verificare le situazioni che in quel momento lo
riguardavano e non ci sono state controindicazioni, né elementi
probanti ragioni per non procedere”. Ma quando le indagini sul suo
conto sono diventate di dominio pubblico, dopo l’arresto di Gabriele
Gatti, “la segreteria di Stato si è subito attivata con
l’ambasciatore Galassi- prosegue- che ha presentato dimissioni
immediate, il congresso di Stato ha deliberato in merito e comunicato
la cosa alla Santa sede”. Al momento della nomina, ribadisce
quindi Valentini “avevamo tutti gli elementi per pensare che questo
non dovesse accadere”.

La
spiegazione convince poco
Luca Santolini di C10:
“E’ vero che a fine aprile 2014 non c’erano ancora notizie sulla
figura di Galassi- osserva- ma è vero che già allora era di dominio
pubblico l’ambito di indagine sul Conto Mazzini che andava a rilevare
un’associazione a delinquere ad ampio raggio sui principali partiti,
tra cui quello dello stesso Galassi”. Più favorevole
Marco
Podeschi
, Upr: “A differenza di Santolini- spiega-
ritengo che la nomina che ha fatto il governo in primavera 2014 fosse
legittima e sensata in termini politici”. Anche per
Tony
Margiotta
, Su, la nomina di Galassi nel 2014 era
“inattaccabile”, ma a suo avviso già nel maggio 2015, quando le
testate accennavano agli accertamenti dei magistrati sui conti
correnti di Galassi, la segreteria di Stato avrebbe dovuto prendere
posizione. L’intervento di Valentini non convince invece per niente
Gian Matteo Zeppa di Rete che incolpa il
segretario di “difendere l’indifendibile”. Secondo il commissario
di minoranza, dopo l’uscita sulla stampa del maggio scorso in cui si
rivelano accertamenti sui movimenti bancari di Galassi, “lei
segretario di Stato- manda a dire- ha dovuto aspettare di venire
oggi, dopo cinque mesi, a portare una delibera di dimissioni”. Per
Marco Gatti, Pdcs, si fa confusione su quando
dovrebbero terminare gli incarichi istituzionali. “Devono essere
chiari i momenti in cui obbligatoriamente cessano- puntualizza- poi
ci sono scelte personali, al di là delle obbligatorietà previste
dalla legge”. E su questo punto invita i consiglieri a una
riflessione.

Nella
replica Valentini difende l’operato della sua Segreteria rispetto
alle nomine diplomatiche: “Guarda caso- fa poi notare- determinati
fenomeni vengono a galla dal 2010 in poi. Magari se ci pensiamo
riusciamo a guardare le cose con occhio meno strabico”. Il
dibattito si conclude con la presa d’atto delle dimissioni.

Altro
tema sollevato dai commissari, in comma comunicazioni, è la
riforma
dell’editoria
e le raccomandazioni contenute nel report
del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

Attenderemo qualche settimana-
annuncia Podeschi, Upr- e se il congresso di Stato non si attiverà
con un’iniziativa atta a modificare le distorsioni evidenziate nel
provvedimento dal commissario, 
provvederemo a presentare un
progetto di legge per cambiarlo”. 

Nel corso dei lavori
odierni, inoltre, la Commissione prende atto di due accordi
internazionali, il primo in ambito Unece (United Nations Economic
Commission for Europe) e il secondo è l’Accordo tra la Repubblica di
San Marino e la Repubblica di Azerbaijan sulla Promozione e
Protezione reciproca degli Investimenti. Si passa infine ad esaminare
gli ultimi punti all’ordine del giorno relativi alle richieste dei
permessi di soggiorno e residenza, per poi concludere i lavori.

Di seguito un estratto degli
interventi odierni.

Comma 1.
Comunicazioni:

Marco
Podeschi, Upr
:
“Intervengo su due temi, in primis sulla legge legge dell’editoria.
C’è stato un report del Consiglio d’Europa che ha riguardato un
progetto di legge esaminato in questa commissione. Rispetto una legge
che ha avuto un iter travagliato, con molte istanze della minoranza
non accolte, mi è dispiaciuto molto che a distanza di poco tempo
dalla sua approvazione ci siano stati questi rimproveri ufficiali. Vi
dico formalmente che attenderemo qualche settimana e se il congresso
di Stato non si attiverà con un’iniziativa atta a modificare le
distorsioni evidenziate, provvederemo con un progetto di legge per
cambiarla. Si voleva normare un settore vitale per il Paese, ma
l’attuale normativa ha portato al rimprovero del consiglio d’Europa e
a difficoltà applicative interne, a nostro avviso bisogna
intervenire.

Altro
tema, le nomine diplomatiche. Non si può attendere la disponibilità
dell’interessato che si deve dimettere in una situazione così
delicata per Paese- mi riferisco al caso Galassi- per non ledere
l’immagine del Paese. Era cosa nota il coinvolgimento in indagini e
la Santa Sede è una delle sedi diplomatiche più prestigiose per
noi. Sarebbe stato opportuno che il congresso di Stato avesse preso
iniziativa. Non c’è stata nemmeno una nota del Dipartimento Affari
esteri sulle dimissioni, solo una nota del diretto interessato”.

Luca
Santolini, C10
: “Rafforzo
quanto detto dal collega Podeschi con cui mi trovo d’accordo al 100%
su entrambi i punti toccati, sia sul report del commissario del
Consiglio d’Europa, che è intervenuto anche su aborto e
regolamentazione delle unioni civili. Tutti temi che sono stati
affrontati con molta ipocrisia da governo e maggioranza. Il
segretario Valentini, dopo la pubblicazione del Report, ha detto che
saranno fatte riflessioni sulle osservazioni del commissario, spero
che queste osservazioni saranno fatte in fretta. E’ inqualificabile
che San Marino debba finire sul banco degli imputati per infrazioni
sui diritti umani. Sulla legge dell’editoria l’opposizione aveva
presentato numerosi emendamenti che riprendevano le osservazioni
fatte dagli stessi operatori dell’informazione, rimaste inascoltate.
Spero che dopo report il governo possa fare una riflessione
approfondita.

Sulle
dimissioni dell’ambasciatore mi auguro che il segretario voglia fare
un riferimento. Aggiungo che il ruolo di ambasciatore presso Santa
Sede sottintende oltre alla professionalità e alla cultura, un
profilo personale etico e morale di un certo livello. Visto che le
indagini su conti dell’ex ambasciatore erano state rese pubbliche fin
da maggio, credo che dagli Esteri sarebbe dovuta arrivare una
riflessione precedente e credo anche io non sia stato corretto dal
punto di vista procedurale attendere la presa posizione dello stesso
Galassi”.

Tony
Margiotta
,
Su
: “Sono convinto
anche io sia necessario quanto prima mettere mano alla riforma
dell’editoria, siamo stati criticati dal commissario europeo dei
diritti umani, è necessario intervenire immediatamente. Pur non
essendo una buona legge, non è neanche stata attuata. Ci sono delle
operazioni da dover fare che ancora non ci sono e creano una
confusione inaccettabile.

Mi
aspettavo un riferimento del segretario di Stato sulle dimissioni di
Galassi. Chi lo ha incaricato ha il dovere di spiegare il perché di
questa nomina. Rischiamo una figuraccia da chi ci guarda da fuori e
un’imbarazzo per l’intera comunità, oltre che per il Pdcs. Se ci
sarà una comunicazione del segretario su questo, mi fermo qua.
Diversamente, chiedo formalmente una spiegazione. Ancora una volta
torniamo a parlare di ambasciatori che dovrebbero rappresentare San
Marino fuori dai confini e che fanno fare una figuraccia al Paese”.

Marino
Riccardi, Psd, presidente:

“La maggioranza, appena terminato il comma comunicazioni, chiederà
l’inserimento di un comma straordinario per ratificare ufficialmente
la presa d’atto delle dimissioni di Galassi”.

Gian
Matteo Zeppa, Rete:

“Quanto è emerso dal report del commissario dei diritti umani
sarebbe potuto essere evitato, non perché l’opposizione stessa
muoveva critiche a quella legge, ma perché a farlo erano anche i
professionisti che lavorano in quel settore. E’ l’ennesima brutta
figura.
Si rischiano indebite interferenze sul contenuto dei
media. Sappiamo farci male da soli con delle nomine e con leggi
inaccettabili come quelle per l’editoria. Sposo anche io tesi del
commissario Podeschi di metterla in discussione. Ricordo poi che
l’incontro avuto informalmente da Belluzzi con il commissario è
stato deficitario perché il report finale non è servito a nulla.

Poi la
questione Galassi: la responsabilità è di chi ha proposto lsuo
nome per ricoprire quel ruolo, è responsabilità politica e umana.
Continuiamo a fare ‘favorini di borgata’ per favorire certe persone
che hanno portato discredito alla stessa nazione e di questo bisogna
prenderne atto e fare mia culpa e lasciare il proprio incarico”.

Pasquale Valentini, segretario di
Stato per gli Affari Esteri
: “Avevo chiamato il presidente per
proporre l’inserimento nell’Odg di un comma per le dimissioni
dell’ambasciatore Clelio Galassi. Rimando il riferimento in merito a
quel comma.

Non mi compete, come competenza di
segreteria di Stato, il discorso sulla riforma dell’editoria, ma mi
sembra che si corra il rischio di fare il gioco di chi vuole
denigrare il Paese, non riportando tutto quello che dice il report
del commissario. Leggetelo e fate la proporzione fra le parti di
elogio e quelle di raccomandazione e siate onesti, vedrete che la
maggior parte del rapporto è dedicata a riconoscere i progressi di
San Marino sul campo dei diritti. Ora il rapporto è stato
pubblicato, ci sarà in una data successiva un confronto in cui il
segretario competente illustrerà al commissario le nostre
osservazioni. Non voglio discutere se la legge sull’editoria si può
migliorare, so che la segreteria di Stato ha predisposto dei percorsi
per tener conto delle raccomandazioni, ma ciò sarà illustrato al
momento della discussione del rapporto”.

Comma 1 bis. Presa
d’atto delle dimissioni di Clelio Galassi quale Ambasciatore in
Vaticano.

Pasquale Valentini, segretario di
Stato per gli Affari Esteri
: “La nomina del signor Clelio
Galassi è avvenuta dopo le dimissioni del precedente ambasciatore.
Non è avvenuta senza fare considerazioni, né per quanto riguardava
la persona rispetto la sua carriera politica e onorabilità, né
senza considerare la sede di destinazione. La nomina ha avuto un
congruo tempo di riflessione, la segreteria Affari esteri ha voluto
verificare le situazioni che in quel momento lo riguardavano. Non ci
sono state in via informale controindicazioni, né elementi probanti
ragioni per non attivare quella nomina. Non credo che la carriera
politica di una persona, per quanto lunga, piena di eventi e
contraddizioni, sia un motivo per negare questa nomina. La questione
è venuta all’attenzione quando si è parlato, qualche mese fa,
dell’indagine relativa a determinati conti, la cosa è diventata di
dominio pubblico con la vicenda dell’arresto di Gatti, molto recente.
In quel momento la segreteria si è subito attivata con
l’ambasciatore Galassi che veniva citato dalla stampa, in stralci di
ordinanza
 pubblicati malgrado la loro
riservatezza. L’ambasciatore ha presentato dimissioni immediate, il
congresso di Stato ha deliberato in merito e comunicato la cosa alla
Santa sede. Il Dipartimento non ha fatto comunicazioni perché
attendevo la presa d’atto odierna della Commissione, non c’era alcuna
riluttanza. Nei comportamenti che ci sono stati non ravviso malafede,
ravviso solo una spiacevole vicenda che riguarda un avviso di
garanzia che, toccando un incarico così importante, e una persona
con un tale passato politico, non è indifferente e avrei preferito
non accadesse. Ma avevamo tutti gli elementi per pensare che questo
non dovesse accadere”.

Luca Santolini, C10: “Il
segretario dice due cose, nel momento in cui c’è stata la nomina, a
fine aprile 2014, effettivamente, non c’erano ancora sulla figura di
Galassi notizie che lasciassero intendere dei reati potenzialmente
commessi. Ma è vero che ad aprile 2014 era già di dominio pubblico
l’ambito di indagine su cui stavano proseguendo i magistrati
relativamente al Conto Mazzini che andavano a rilevare
un’associazione a delinquere ad ampio raggio che toccava vertici dei
principali partiti, tra cui quello dello stesso Galassi”.

Marco Podeschi, Upr: “Ritengo
a differenza di Santolini che la nomina che ha fatto il governo in
primavera 2014 fosse legittima e sensata in termini politici. Però
il collega Santolini ha dimenticato il dettaglio ‘cellule staminali’
del 2014. E allora anche se la scelta era legittima, il governo
qualche riflessione poteva farla, anche se dettata da motivi diversi
dall’affaire Conto Mazzini. Lei segretario si è speso molto per
recuperare l’immagine del Paese, mi spiace quando dite che vi
impegnate per cambiare il Paese e poi cadono le braccia quando
avvengono eventi come questi che con un po’ di lungimiranza si
potevano evitare. Spero che il congresso di Stato con solerzia
provveda a coprire questo incarico importante, mostrando che San
Marino può avere dei problemi ma sa porvi rimedio adeguatamente e
limitando al minimo le ricadute di immagine”.

Tony Margiotta, Su: “Su alcuni
giornali è uscita una notizia importante lo scorso maggio in cui si
diceva che su Gatti e Galassi erano in corso accertamenti bancari.
Come rappresentante dello Stato, quando si parla di nomine
importanti, lì mi sarei aspettato da parte sia dell’interessato ma
anche del governo una presa di posizione. Invece c’è stato il solito
silenzio. Capisco che per la Dc la non candidatura nella lista del
2012 ha portato a dover dare una buona uscita importante. Ma credo
anche che nel 2014 c’è stata questa nomina, allora inattaccabile, ma
nel maggio 2015, dopo l’operazione resa pubblica dai giornali, mi
aspettavo una presa di posizione del diretto interessato e della
segreteria di Stato. Invece solo oggi ci ritroviamo alla presa d’atto
delle dimissioni dell’ambasciatore del Vaticano”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “E’
una situazione avvilente per il Paese. La mia sensazione è quello di
uno sfaldamento continuo del substrato che regge San Marino. Temo per
la valenza che avrà d’ora in avanti la classe politica, in cui mi
ricomprendo, e trovo disdicevole e un po’ farlocco venire qua a
difendere l’indifendibile. Galassi giurò il 29 aprile 2014. Il
segretario di Stato dice che la carriera politica di Galassi parlava
per sé e che non vi erano presupposti. Il 21 maggio 2015 esce un
articolo di Antonio Fabbri sull’Informazione in cui si dice che erano
disposti accertamenti sui movimenti bancari di Galassi. Lei
segretario di Stato ha dovuto aspettare di venire oggi, dopo cinque
mesi, a portare una delibera di dimissioni. E’ un uomo del suo
partito, ma lei ha avuto 5 mesi da quell’articolo. Qui c’è
l’abitudine a dare la colpa agli organi di stampa che invece per
fortuna non si sono adattata a fare quello che fa la politica”.

Marco Gatti, Pdcs: “Condivido
l’intervento di Podeschi, quando dice che al momento della nomina
c’erano tutte le condizioni per ritenerla legittima. Ritengo poi che
sul procedimento che sembrava essere in capo a Galassi la segreteria
di Stato abbia fatto tutte le verifiche del caso, prima di proporre
alla commissione Affari esteri Galassi quale ambasciatore in
Vaticano.  

In questo Paese la certezza del diritto tutta la vogliamo, ma non riusciamo a capire cosa significhi. Devono essere chiari i momenti in cui obbligatoriamente cessano gli incarichi, poi ci sono scelte personali, al di là delle obbligatorietà previste dalla legge. Abbiamo discusso più volte se questo ci dovrebbe essere con il rinvio a giudizio, con l’avviso di garanzia, oggi qui diciamo che debba esserci quando un giornale scrive su di te. E’ un dibattito che dovremo anche concludere, perché a seconda di chi ci troviamo davanti, a seconda delle simpatie, diciamo quando si dovrebbe lasciare l’incarico. Rispetto pienamente la scelta di Galassi di lasciare l’incarico nel momento in cui riceve l’avviso di garanzia. Nel 2014, al momento della nomina, non credo pensasse di essere coinvolto nell’indagine Conto Mazzini. Dobbiamo commentare stando nel rispetto della dignità delle persone e delle leggi. Al momento dell’arrivo delle dimissioni, bene ha fatto il segretario a presentare l’inserimento di un comma, bene fa la commissione ad accettare le dimissioni e i partiti bene farebbero a mettersi ad un tavolo per decidere quando per legge decade o meno un ruolo”.

Paride Andreoli, Ps: “Questo dibattito è il preludio di quello che inizierà lunedì in Consiglio. E’ giusto perché è dovere della politica discuterne, ma l’importante è non trasformare l’Aula parlamentare in un’aula di Giustizia, abbiamo i nostri magistrati cui la politica deve sostenere e lasciar fare il loro lavoro.

Bene ha fatto il segretario a proporre una discussione serena su un argomento che comunque rattrista perché i media anche esterni ne danno ampia informazione e mettono in risalto le difficoltà del Paese. Questo deve preoccupare i politici e tutti i partiti di maggioranza e minoranza e il governo”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato replica: “Mi spiace che il consigliere Zeppa abbia un problema di fastidio generale riguardo alla presenza del segretario Valentini. Non mi voglio sottrarre alle mie responsabilità, ma questo fare intimidatorio non mi piace e non rappresenta la funzione che dobbiamo svolgere. Se guarda il rapporto tra le nomine fatte da me e le revoche di nomine che non ho fatto io, si accorgerà che prevalentemente ho dovuto fare delle revoche. Forse è documentabile che questa segreteria non abbia colpe gravi su come si fanno gli ambasciatori. Ne parleremo lunedì ma guarda caso determinati fenomeni vengono a galla dal 2010 in poi. Magari se ci pensiamo riusciamo a guardare le cose con occhio meno strabico”.

La Commissione prende atto delle dimissioni dell’ambasciatore Clelio Galassi.

San Marino, 23
Ottobre 2015/01

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