Commissione Finanze, venerdì 22 luglio. SMNA

Commissione Finanze, venerdì 22 luglio. SMNA

COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE,
BILANCIO E PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO; TURISMO, SERVIZI,
TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI, LAVORO E COOPERAZIONE

VENERDI’ 22 LUGLIO

           

I lavori della Commissione consiliare Finanze odierna
sono dedicati al dibattito successivo al Riferimento che il Segretario di Stato
Gian Carlo Capicchioni ha svolto mercoledì scorso su conti pubblici,  rapporto FITCH e liquidità dello Stato.

Al centro degli interventi
dei commissari sono le preoccupazioni per la mancanza di sviluppo, per la spesa
sanitaria e previdenziale, per il sistema bancario e finanziario, in
particolare, per i crediti dubbi: tutti elementi incisivi sullo stato dei conti
pubblici.

Luca Beccari, Pdcs, esorta alla cautela nel
fornire informazioni non corrette: “Non può passare il concetto che nelle
nostre banche ci sono 40-50% di crediti inesigibili- stigmatizza- non è così, gli
Npl sono una massa di crediti che hanno problematiche, non sono tutti
inesigibili e dire che siamo sull’orlo del baratro per 1, 9 miliardi di crediti
inesigibili è un dato pericoloso per il sistema”.
Andrea Zafferani, C10, invita a un confronto sugli Npl “prima possibile”
e richiede dati più approfonditi: “Per noi che dobbiamo decidere cosa fare-manda
a dire- è importante sapere quali sono gli istituti più esposti alle sofferenze
e quanti sono, e quanti sono i crediti ristrutturati”. Pollice verso poi sulla
politica economica che ha mancato l’obiettivo di attrarre imprenditoria e
preoccupazione per le spese della previdenza che “esploderà – ammonisce se non
si arriverà ad una riforma”. 

Maria Luisa Berti, Ns, torna a sollecitare un ruolo più attivo della
politica rispetto Banca centrale per superare  l’incertezza sul fronte economico e
finanziario. “Non è ancora chiaro l’indirizzo dato dal sistema Paese- motiva- e
l’indirizzo non lo deve dare solo Bcsm, ma anche, e di concerto, la politica”.

Per Alessandro Mancini,
Ps gran parte delle sofferenze delle banche sono legate al settore
immobiliare:  “Se non diamo risposte a
questo settore- osserva- possiamo fare tutte le strategie che vogliamo sugli
Npl, ma la coperta sarà sempre corta”. Mancini rilancia  così la proposta del Ps do intestare immobili
a non residenti.

Valeria Ciavatta, Ap, spiega che nel riferimento su Fitch e nel programma
economico “ci sono elementi che devono farci svegliare”. Sollecita quindi il
governo e la maggioranza dove, “in questo finale di legislatura- prosegue-
assistiamo a una certa litigiosità che è più che legittima se si manifestano
divergenze di opinione su linee di fondo”. Torna a puntare il dito sull’Iss: “Abbiamo
un quadro spesa sanitaria non accettabile in relazione ai cambiamenti avvenuti-
sottolinea- C’è qualcosa che non va”. 

Anche Roger Zavoli,
Upr, rileva come il programma economico fotografi la condizione del Paese nell’ultima
parte della legislatura: “Confusione di idee, bilancio in situazione ad alto
rischio-elenca- forte difficoltà del settore finanziario”. Per farvi fronte, “occorrono
idee- suggerisce- coraggio e soluzioni condivise”.  

Il problema è lo sviluppo
che “non c’è stato- riconosce Milena Gasperoni, Psd- quindi le leggi non
hanno funzionato come ci saremmo aspettati e i correttivi che non sono stati
fatti”.

E’ “incomprensibile” per Tony
Margiotta,  Su,
la richiesta del segretario
alla Sanità di incrementare la voce a bilancio per l’Iss: “Richiedere 72 milioni
di euro lo vedo come una provocazione- manda a dire- Non c’è linea di
ottimizzazione e controllo della spesa, ma un aumento spropositato”.

Roberto Ciavatta, Rete, si unisce a chi chiede più informazioni sulle
banche: “E’ necessario conoscere cosa c’è e capire quale banca salvare e quale
non ci si può permettere di salvare- spiega- lo Stato non ha 2 miliardi e soldi
per intervenire su tutte”.  

Infine Gerardo
Giovagnoli,
Psd, torna sulla vendita di immobili a stranieri : “Dobbiamo
ragionare- auspica- su una via intelligente per aprire il mercato immobiliare, è
una cosa necessaria”.

Nella replica il Segretario di Stato Capicchioni riconosce
il sistema bancario e i crediti dubbi come “elementi di preoccupazione per la
stabilità dei conti pubblici”. Sono quindi argomenti che “devono essere
affrontati in fretta- concorda- avendo sotto mano tutti gli elementi
conoscitivi”. Il segretario per le Finanze attribuisce il ruolo di “regia” a
Banca centrale. Alla politica invece spetta il compito di dare l’indirizzo
all’organismo di regolazione del settore, quello di “liberare i bilanci delle
banche da questa massa tumorale”.

 

Di seguito un estratto dei
lavori odierni.

 

Comma 3. Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze e
il Bilancio sui conti pubblici sul rapporto Fitch e sulla liquidità dello Stato
già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016.

Luca Beccari, Pdcs
Il gettito della monofase che aumenta
del 10%- anche se ciò significa che aumentano anche i volumi- il differenziale
che aumenta, con Pil che non cresce, sono segnali importanti per l’economia.
Non è quindi secondario che nel complesso la riforma tributaria ha prodotto
numeri importanti. I dati sul conguaglio Igr assorbono abbondantemente
l’addizionale, quale misura straordinaria. Anche il conguaglio positivo è un
dato importante perché può avere effetto di liquidità di cassa. Quello che Lei
Segretario diceva, il rischio che gli operatori abbiano adottato una
‘pianificazione fiscale’ per spalmare su più esercizi o ridurre l’onere fiscale
è una cosa che va verificata. ‘Pianificazione’ è un termine elegante per dire
che uno ha fatto i conti per pagare un po’ meno. Il sistema dei controlli deve
basarsi più che mai sull’incrocio di di dati e tendenze, piuttosto che essere
un controllo tradizionale, operatore per operatore.

Dico queste cose anche perché credo sia arrivato il
momento, tra le tante cose da fare, di cominciare a pensare a un modello di analisi
statistica più articolato di quello attuale che permetta di mettere in
correlazione dati in corso all’anno, di monitorare tendenze. Alla fine abbiamo
rischiamo infatti di avere numeri che dicono cose diverse. Monofase a più 10%,
conguaglio che aumenta, ma Pil che resta fermo. Come organi istituzionali
abbiamo il dovere di discutere e dibattere, cercando di evitare di dare
informative sbagliate alla cittadinanza. Non c’è niente di peggio che buttare
informazioni in maniera cruda senza un’adeguata spiegazione. Per esempio in
questo ultimo Consiglio si parlava del problema degli Npl, che è assodato e c’è
progetto da mettere in piedi. Ma non può passare il concetto che nelle nostre
banche ci sono 40-50% di crediti inesigibili..non è così. Gli Npl sono una
massa di crediti che  hanno
problematiche, non sono tutti inesigibili. Dire che siamo sull’orlo del baratro
per 1, 9 miliardi di crediti inesigibili è un dato pericoloso per il sistema.
Su questi aspetti bisogna mettere punti fermi. Il nostro è un Paese che non ha
superato le secche e sono tante le cose da fare per il riequilibrio generale
della Finanze pubblica, quello che dobbiamo cercare di fare sui singoli temi è
mettere in piedi strategie che superino l’anno e guardino a un più lungo
periodo. Fitch non ci dice che situazione del 2016 è diversa dal 2015, ci dice
che permangono dinamiche di fondo ma non ci sono strategie per superare tali
criticità. L’invito che faccio è quello di lavorare, ora che si apre stagione
del bilancio, non sull’esercizio, tra l’altro su un bilancio di fine
legislatura, ma cerchiamo di mettere insieme strategie per rimettere in moto
la  macchina per l’assorbimento dei
problemi.

 

Andrea Zafferani, C10
Sull’analisi degli Npl, Beccari
diceva di essere pacati. D’altro canto, noi abbiamo sempre estrema difficoltà
ad avere dati precisi su questi aspetti. Se si fanno interpellanze non arrivano
risposte, se facciamo audizioni i dati sono forniti con il contagocce, perché
considerati sensibili, ma così fatichiamo a fare analisi corrette. L’unico dato
sulla suddivisione dei crediti Npl è quello che Bcsm pubblica del rapporto tra
sofferenze e impieghi che ammontava, a dicembre scorso, al 20%.  Dato che fa pensare a circa un miliardo di
euro di sofferenze che non sono 1,9 miliardi, ma quasi un miliardo di difficile
esigibilità.  E’ l’unico dato reale su
cui poter fare ragionamenti. Invito a poter ragionare sugli Npl prima possibile
e a farci avere dati un po’ più approfonditi, va bene anche con sedute segrete.
Ammetterete che dati più sensibili sono rimasti riservati, per noi che dobbiamo
decidere cosa fare è importante sapere quali sono gli istituti più esposti alle
sofferenze e quanti sono, e quanti sono crediti ristrutturati..etc..tutti dati
che ci servono per fare le valutazioni più opportune.
Andando alla questione del
bilancio, ci stiamo muovendo in una situazione in cui crescono, anche se non di
molto, lr imprese attive nel Paese, ma non cresce occupazione e aumenta di
pochissimo il Pil. C’è l’eterno tema su come vengono calcolati i dati da noi,
l’ufficio Statistica è molto debole e bisognerebbe intervenire. Comunque,
l’abbinamento imprese in crescita-occupazione stabile- Pil fermo fa pensare
alla difficoltà nel Paese ad attirare imprenditoria con dimensioni tali per
avere incidenza sul Prodottto interno lordo. In questa legislatura abbiamo
avuto una legge sullo sviluppo e poco altro per attrarre imprenditoria, alta
imprenditoria, che alla luce dei dati non ha funzionato. E’ un caso a parte
Borletti, con condizioni ad hoc. Le banche non contribuiscono più, anzi
diventano un costo con il credito di imposta. Giudico insufficiente la politica
economica, questa per me è una priorità. Fa impressione l’incidenza
dell’entrata Igr e la spesa sanitaria e previdenziale. Sono preoccupato per
quest’ultima che in prospettiva esploderà se non si arriverà ad una riforma.
Non serve un aggiustamento triennale. Il segretario ha parlato di 8-9 milioni
di euro di spesa in più per la previdenza per l’anno prossimo e quello ancora
successivo potrebbero raddoppiare. Se la riforma arriverà, anche se a fine
legislatura è una follia pensarlo, non può essere una cosa con un orizzonte
triennale, se no è solo marketing elettorale. Sarà la priorità della prossima
legislatura. Poi c’è il tema della spesa pubblica che richiederà con questi
numeri un intervento ancora più sostanziale di riduzione. Positivo l’aumento
della monofase, vediamo se avrà ripercussioni sul differenziale, forse
significa che aumentano i consumi. Rinnovo l’invito fatto mercoledì, ad avere
al più presto dati aggiornati sulle dichiarazioni dei redditi 2015 per vedere
se c’è stato un incremento gettito, al di là del forfettario. E per capire se
la riforma fiscale ha funzionato.

 

Maria Luisa Berti, Ns
E’ importante avere dati cui si riferiva il commissario Zafferani prima di
poter dettare giudizi complessivi sugli effetti della riforma fiscale. Giudico,
ai fini del raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, la clausola di
salvaguardia sulle spese non obbligatorie un elemento di aiuto e controllo e da
continuare. Mi preoccupa moltissimo la sottolineatura sull’aumento di quelli
che possono essere i costi in materia sanitaria e soprattutto per la
previdenza, la cui riforma è una priorità. Preoccupa poi l’aumento del costo
del personale e l’aumento della spesa corrente. L’Fmi ha invece invitato lo
Stato a ridurre gli stipendi nella Pa. Anche su questo fronte ci troveremo a
fare delle scelte. Sono indicate le priorità: su Igc vanno effettuate ancora
valutazioni, il potenziamento ufficio tributario, riforma pensioni e
ammortizzatori sociali. Ci metterei anche la riforma del mercato del lavoro.
Non sempre l’economia si potenzia con grandi investimenti, a volte è meglio
sostenere le piccole-medio imprese perché presentano un rischio inferiore.
Sottovalutiamo le piccole realtà che sono il fiore all’occhiello della nostra
economia. Il documento di Fitch individua già soluzioni. Il primo fattore
critico è sull’incertezza dei dati. Nel momento in cui siamo in grado di fare
analisi in modo certo e obiettivo con tutti i dati, abbiamo opportunità
migliori per individuare soluzioni. Poi c’è l’incertezza sul fronte economico e
finanziario. Non è ancora chiaro l’indirizzo dato dal sistema Paese. Mi collego
al ruolo di Bcsm. L’indirizzo non lo deve dare solo Bance centrale, ma anche e
di concerto la politica. Ci sono decisioni da prendere magari prima che lo
faccia Bcsm senza essersi confrontata con la parte politica. Altro problema è
quello dei crediti dubbi. Fitch individua positivamente la Centrale rischi cui
serve solo operatività sostanziale. Tutti gli elementi di debolezza sono stati
evidenziati, basterebbe pochissimo per darvi soluzione. E’ il momento di
emergenza per affrontare gli Nps e tracciare la linea per gli operatori, tutti,
del sistema bancario e finanziario.

 

Alessandro Mancini, Ps
Questo è dibattito un po’ strano. Ci
sono elementi politici che mi fanno pensare che sarà l’ultimo dibattito sul
programma economico di questa legislatura. Ci permette di fare un’analisi su
quello che ha funzionato e non. Riforma tributaria è stata fatta, come era
giusto fare, a inizio legislatura.  Ha
messo punti fermi e, anche se poteva sicuramente essere fatta meglio su Smac e
accertamento del reddito, è stata importante. Cosa non ha funzionato? Primo fra
tutto la legge sullo sviluppo. Oggi ci troviamo gran parte delle sofferenze
delle banche legate al settore immobiliare. 
Se non diamo risposte a questo settore, possiamo fare tutte le strategie
che vogliamo sugli Npl, ma la coperta sarà sempre corta. Il Ps ha fatto diverse
proposte, tra cui poter intestare immobili a non residenti: era una piccola
risposta che andava a quel settore. Sono poi mancate risposte per il commercio.
Non sono sicuro poi che non ci sarà più bisogno di interventi straordinari.
Proprio perché la coperta è sempre più corta, serve coraggio e impostare una
nuova legislatura con idee più chiare e un modello economico più definito.
Quello che purtroppo ha scritto Fitch è una fotografia reale e l’outlook
negativo significa che andiamo giù.

 

Valeria  Ciavatta, Ap

Registriamo che il Segretario
tiene un profilo di assoluta attenzione e alto senso di responsabilità nelle
comunicazioni, cosa che per esempio il Segretario alla Cultura non ha fatto
nell’ultimo Consiglio Grande e Generale e cosa che non fece il precedente segretario
alle Finanze. Lo dico per misurare bene le parole e gli allarmi che sono stati
dati. Nel riferimento su Fitch e nel programma economico ci sono elementi che
ci devono fare svegliare. Secondo me li avevamo già e dovevamo svegliarci un
po’ prima. Parlo per la maggioranza, da quanto tempo ormai ha richiamato il
congresso di Stato e sé stessa a operare coralmente per trovare soluzioni ai
problemi che vengono segnalati e, soprattutto, per trovare di far funzionare
meglio la legge sviluppo e tutti meccanismi adottati per ricercare
investimenti? In questo finale di legislatura assistiamo a una certa
litigiosità in maggioranza, che è più che legittima se è trasposizione di
quello che c’è dietro, ovvero si manifestano divergenze di opinione su linee di
fondo. Faccio esempi: i ‘progettini’ di legge e le risposte che si danno alle
istanze d’Arengo, fatte ognuno per conto proprio; oppure ogni intervento
legislativo che riguarda l’organizzazione PA dovrebbe avere un parere
dell’organo di regia di funzionamento a cui non si richiede nulla, oppure
ognuno porta una legge con un beneficio fiscale senza passare per la segreteria
alle Finanze, in modo che  ogni anno
cresce il numero di benefici fiscali e nessuno se ne rende conto.  Credo, segretario alle Finanze, che non debba
essere lasciato da solo da questa Commissione.

Sulla spesa corrente è da
fatare il mito che tutto dipende dallo stipendio dei dipendenti pubblici. Dal
2010 c’è stata una forte riduzione delle spese del personale che ha avuto
maggior applicazione con la riforma della Pa.

Quando si dice che nel 2015
la spesa corrente è diminuita di 10 mln di euro, però ciò non sempre ciò è
avvenuto in tutti i settori di spesa. La clausola di salvaguardia dà una bella
mano, ma non è indolore.

I segnali di ripresa
dell’economia ci sono ma fanno pensare più a una stabilizzazione. Servono
iniezioni di risorse in diversi ambiti. E’ giusto fare presente il problema
delle piccole e medie imprese, ma dobbiamo sapere che non è con questo che ci
possiamo riprendere. La catastrofe menzionata dal segretario Morganti nei
giorni scorsi si riferiva al 2017. Non è secondario ricordarci che almeno sotto
il profilo politico si parlava di priorità che purtroppo non sono state
priorità di tutti. Anche i risultati della riforma tributaria sono indicati tra
i fattori positivi, certamente c’è stato un incremento, ma la stragrande quota
di questo incremento rispetto Igr pre- riforma, è dovuta all’incremento del
prelievo sulle retribuzione dei lavoratori dipendenti e pensionati.

Abbiamo poi un quadro spesa
sanitaria non accettabile in relazione ai cambiamenti avvenuti. Fatta l’analisi
costi-benefici dobbiamo o alzare le mani o fare qualcosa di più grave. C’è
qualcosa che non va e anche qui il governo non ha voluto tenere conto di una
recente decisione su cui non vorrei tornare.

Si parla poi di riforme che
non è possibile realizzare a fine legislatura. E che chiedono senso di
responsabilità collettivo perché con le valutazioni favolistiche ed edulcorate
non si risolvono i problemi.

 

Roger Zavoli, Upr

Anche io condivido la
necessità di predisporre un sistema integrato di informazioni per avere un
quadro più preciso su cui partire. La situazione economica di sistema è
complessa, il programma economico 2017 ripropone fattori forti di criticità
nella finanza pubblica e si evidenzia come l’azione di governo sia
caratterizzata da forte immobilismo. Ci sono punti rilevanti, la liquidità di
bilancio pubblico si conferma fattore di forte criticità per il 2016 e il 2017.
La costituzione di riserve liquidità è punto su cui prestare molta attenzione,
il punto è come trovare risorse se vi sono iniziative per nuove entrate.

Il peso sul bilancio dello
Stato di interventi a sostegno del sistema bancario è pesante e in prospettiva
rischia di compromettere i conti pubblici. Il credito di imposta concesso al
sistema bancario ha dimensioni importanti, mentre il gettito fiscale in questi
settori è ormai inesistente, ci sono in più interventi diretti al sostegno di
alcuni istituti, più la presenza del fondo pensioni, altro strumento che li
sostiene. Il Fmi è stato molto chiaro lo scorso marzo, ci sono criticità legate
agli Npl e necessità di risanare il bilancio delle banche con soluzioni di
sistema. Non è dato sapere come si intende intervenire e quali sono le risorse
che lo Stato può mettere in campo. Soluzioni di sistema si possono mettere in
campo se tutti gli attori lavorano su una strategia condivisa, al momento non
mi pare sia così. Non è chiaro se Bcsm ha dei piani e se trovano condivisione
con governo e maggioranza. Altro punto di forte criticità, sono governance e
rilancio dell’asset proprietario di Cassa di risparmio e la guida della
Fondazione Sums. Il programma economico 2017 fotografa la condizione del Paese
nell’ultima parte della legislatura: confusione di idee, bilancio in situazione
ad alto rischio, forte difficoltà del settore finanziario. Occorrono idee,
coraggio e soluzioni condivise, prese dalla politica e non suggerite da
soggetti che sono oggetti dell’intervento.

 

Milena Gasperoni, Psd

I dati del Pil si fermano al
2014, è complicato fare un valutazione, mostrano un leggero calo di produzione
che invece vede un aumento delle esportazioni nette, cosa che non riesco a
spiegare. Guardando il dato del Pil per valore aggiunto, ci continua a mostrare
l’apporto dei vari settori all’economia complessiva, dove la maggior parte del
valore viene dato dal settore manifatturiero, che mantiene negli anni lo stesso
contributo, bene vanno il commercio e i servizi per le imprese. Si conferma
quindi la diversificazione della nostra economia, a protezione dalla crisi di
settore specifici. Il nostro Paese deve puntare alla diversificare, vanno bene
le piccole imprese, ma anche i grandi investimenti. Il problema è lo sviluppo,
che non c’è stato, e quindi le leggi che non hanno funzionato come ci saremmo
aspettati e i correttivi che non sono stati fatti. Sono un po’ rassicurata
perché i dati mostrano comunque una frenata della discesa e una legger ripresa,
l’occupazione in leggera crescita, la disoccupazione che cala e qualcosa quindi
è successo. Sono diminuiti molto i frontalieri, 2 mila posti di lavoro persi in
due anni e quasi altrettanti frontalieri in meno. Nonostante le chiusure delle
aziende, bene o male i sammarinesi un lavoro lo stanno trovando e le norme
fatte stanno raggiungendo risultati, ma tutto ciò non è sufficiente. La legge
sullo sviluppo deve essere modificata e non continuamente vincolata da freni,
bisogna avere più coraggio. Condivido gli obiettivi del segretario per lo
sviluppo del sistema economico, quindi la messa in sicurezza dei conti pubblici
e la ricostituzione delle riserve. Ma tutto dipende dallo sviluppo economico,
non possiamo solo pensare di ridurre spesa e alla decrescita felice. Dobbiamo
pensare a nuove imprese e posti di lavoro. Rilevo anche io i meriti del
Segretario per la grande prudenza con cui si è approcciato a questo argomento,
ha dimostrato nervi saldi e un atteggiamento molto cauto nelle previsioni.

Rispetto la spesa Iss e per
la previdenza, fa riflettere che il bilancio non sia stato certificato e il
riferimento fatto dal sindaco revisore durante l’audizione in Commissione. Sono
moto preoccupata che un eccesso di spesa possa far decidere di far tagliare
fondi. La sanità pubblica non si tocca, i servizi devono essere mantenuti, si
devono fare verifiche su come sono spesi i soldi piuttosto. Invito la
segreteria alle Finanze a fare verifiche sullo stato dei conti dell’Iss.  Abbiamo un grande patrimonio immobiliare, ma
se non lo possiamo vendere, che valore ha ? E’ un vero problema da affrontare
urgentemente. Dobbiamo dare valore al patrimonio che abbiamo già e non possiamo
continuare a far finta che non esista.

 

Tony Margiotta, Su

Chi ha ribadito che siamo
alla fine della legislatura mi trova d’accordo. Il segretario alle Finanze si è
presentato, e lo ribadisco, come persona politicamente corretta e responsabile,
mercoledì scorso con un intervento e una informativa alquanto preoccupanti. Se
altri Segretari sono stati meno ‘eleganti’ ne prendiamo atto, ma capiamo
benissimo che la situazione è molto critica. Il 2017 sarà un anno difficile e
qualcuno ha usato la parola catastrofico, per il problema degli Nps, la spesa
corrente, il sistema pensionistico…tutti problemi non facili da risolvere.
Aggiungo un altro problema sentito da noi cittadini: la sicurezza della sanità
pubblica, che deve essere intoccabile. Mi stupisco che lei in questo momento
sia solo Segretario. Il fatto che non ci sia una delegazione di governo qui per
discutere e affrontare questi argomenti, mi fa capire che siamo alla conclusione
del percorso. Sentire dire che si portano in Consiglio progetti di legge non
concordati fa capire che si sono affrontati passaggi sbagliati. E ora ci
troviamo in una situazione molto complicata. La spesa corrente è ancora molto
importante come voce di bilancio. Si è scelto da parte di governo e maggioranza
di attuare questa fase di prepensionamento del personale Pa, andando ad
aggravare il fondo pensioni che già di per sé ha delle problematiche.

Sul gettito monofase stupisce
che quando vi era forfettario c’erano un tot di entrate e ora sono diminuite,
fa capire che i controlli non sono funzionali. Purtroppo coloro che vanno
sempre a pagare e a contribuire nella maniera più consona sono i dipendenti e i
pensionati.

Sull’Iss è incomprensibile la
richiesta del segretario alla Sanità. Ricordo che per garantire i servizi
dell’Iss la voce di bilancio si aggirava a 67 mln di euro, con gli ultimi anni
c’è stato un taglio di 4 mln e mezzo di euro, ora richiederne 72 milioni lo
vedo come una provocazione. Non c’è linea di ottimizzazione e controllo della
spesa, ma un aumento spropositato senza un minimo di responsabilità di Stato. E
l’Iss in questo momento è un problema di Stato. Sulla Sanità non si possono
fare giochini politici legati a interessi personali o di gruppo solo per
rompere o tirare la corda per poter raggiungere certi obiettivi. Non è
accettabile.

 

Roberto Ciavatta, Rete

Non credo sia un caso che
Capicchioni mercoledì scorso abbia parlato di colpo mortale per il 2017, si dà
l’idea della gravità della situazione. Prima di tutto si deve avere
condivisione di quale sia il problema. Fitch ci fornisce dati interessanti: ci
parla della debolezza del sistema bancario, di Npl  in aumento, un tasso di copertura in
diminuzione, riserve di bilancio al 2% quando nel 2008 erano del 15%, rimarca
la necessità di stringere i tempi sulla centrali rischi, stima un Pil che per i
prossimi anni avrà crescita dell’1%. Il dato che non stupisce è la riduzione
degli introiti monofase da imprese che erano al forfettario, si registrano
infatti attività in difficoltà. Si parla di scarsa qualità di dati. Poi ci sono
dati positivo: l’aumento della monofase e delle importazioni, ma anche altri
dati che preoccupano, penso alle spese per la previdenza che sono allarmanti,
alla necessità di interventi sul personale Pa. Chiedo se l’aumento dello 0,17%
comprende anche consulenze  e convenzoni
o solo personale dipendente diretto? Include i costi della stabilizzazione? Ciò
significherebbe che le spese Pa potranno aumentare. Inevitabilmente non possiamo
non parlare di Npl, in più occasioni è stata richiesta la conoscenza del
sistema bancario perché abbiamo bisogno di conoscere il dettaglio. Ci sono casi
in cui il salvataggio delle banche non è avvenuto, sono operazioni legittime,
come in Islanda, e non hanno condotto a disastri. E’ necessario conoscere cosa
c’è nelle banche, per capire quale banca salvare e quale non ci si può
permettere di salvare. Lo Stato non ha 2 miliardi e soldi per intervenire su
tutte le banche. Sul risollevamento del bilancio dello Stato: attrarre nuovi
capitali non è sufficiente se non si fa riduzione della spesa nel frattempo.
Credo che i grandi investimenti per San Marino siano rischiosi, ma anche che il
grande investimento, rispetto a una rete di piccole attività, risponda a
logiche diverse che sono quelle dell’aleatorietà o della pianificazione. La
politica dovrebbe creare condizioni per attrarre capitali, grandi investimenti
ma anche sostenere nuove piccole attività. Indicazione è quella di fare sistema
quanto meno da parte del congresso, cosa che finora non è mai esistita e si
riverbera su ogni iniziativa fatta. Serve pianificazione nel medio e lungo
termine che Fitch valuta necessaria per mettere 
lo Stato in una situazione di tranquillità per le spese e che si creino
condizioni uguali per tutti e pubblicizzabili anche all’estero per l’attrazione
di capitali.

 

Gerardo Giovagnoli, Psd

Non è successo da nessuna
altra parte del mondo che in 6 anni si sia persa metà della raccolta totale
delle banche e in 4 anni il 35% del Pil, sono numeri impressionanti. Se nel
2015-2016 abbiamo mantenuto parità di bilancio non è frutto del caso ma per
interventi e volontà politica. Ma non basta. Elemento delle ultime settimane
sembra quello dei crediti non performanti che hanno valore elevato, resta un
dato preoccupante e servono informazioni per riuscire a decidere, quanti sono i
crediti dubbi dentro e fuori del sistema, a quanti soggetti si riferiscono,
quale è la media e quali i casi estremi. Sono tutte informazioni necessarie per
capire quale è stata la genesi e quale è la situazione. In altri Stati sono
state prese anche scelte drastiche nel colpire investimenti altrui, ce lo
possiamo permettere? Il fatto di non avere informazioni coincide al fatto di
non aver ancora trovato soluzione. Ci auguriamo Bscm, nell’analisi che dovrebbe
terminare e a settembre, trovi il quadro in cui noi possiamo cercare soluzioni
con certi paletti: salvaguardare il bilancio. Ci sono poi dati che conosciamo e
che lavorano contro: la chiusura del nostro sistema, il fatto che le nostre
banche siano gestite da finanziamenti e capitali interni, i soci sono anch’essi
sammarinesi, gli investimenti che arrivano sono del nostro Paese o per lo più
dell’Italia e impossibilitati ad uscire. Siamo in un ‘isola senza collegamenti.
Abbiamo condizioni peculiari e non siamo neanche nel sistema europeo, i
prestiti hanno tassi diversi non abbiamo sistemi di coperture insieme ad altri
Stati e anche qui la politica può impegnarsi per modificare convenzioni che
abbiamo dal momento che siamo conformi agli standard possiamo anche averne i
vantaggi. Nel bilancio dello Stato continuano ad esserci scompensi unici: la
spesa corrente continua ad essere il 90% del bilancio e non può rimanere
tale.  Il conflitto tra dover sostenere
investimenti tra piccole e grandi aziende non lo capisco, il rischio delle
grandi aziende non dipende dal numero di quelle che dovrebbero arrivare, il
problema è il numero di quelle esistenti. Ce le abbiamo già grandi aziende che
rappresentano parte importate del Pil e se quelle saltano diventa un problema.
Importante è avere sia piccole che grandi aziende. Residenze e vendita immobili
a stranieri sono temi che si devono riprendere, avremmo regole che, se
sfruttate intelligentemente ci consentono l’apertura senza rischiare ci siano
fenomeni di illegalità. Sicuramente il patrimonio immobiliare non è l’unico che
abbiamo, ma è uno di quelli fondamentali e va a diminuire se lo si lascia così.
Dobbiamo ragionare su una via intelligente per aprire il mercato immobiliare, è
una cosa necessaria.

 

Gian Carlo Capicchioni, Segretario
di Stato,
replica
Ringrazio per gli interventi pacati e
in tema. Ho cercato di dare una rappresentazione della situazione dei conti
pubblici del nostro Paese, reale, trasparente, però questa realtà ci desta un
po’ di preoccupazione. Non vediamo quella crescita che sarebbe necessaria per
poter lentamente venire fuori da questa instabilità di sistema. In tre esercizi
i conti sono stabili, ma non è sufficiente perché significa che non ci sono
crescita e sviluppo. Ha ragione Roberto Ciavatta quando dice che bisogna agire
su più fronti e che solo il taglio delle spese non è sufficiente. Ma nuove
entrate si avranno solo con lo sviluppo. Questo è il quadro. Bisogna pensare a
cosa non ha funzionato, si pensava che la legge per lo sviluppo potesse portare
qualcosa di più, bisogna pensare a rivedere se vi sono ostacoli in quella
legge. Il solo differenziale fiscale non è più sufficiente, dobbiamo dare un
quadro giuridico ed economico di certezze. Serve poi una politica coesa
nell’interesse generale del Paese e del suo sviluppo. Avete toccato molti
argomenti, Mancini e Giovagnoli hanno parlato del comparto immobiliare, è un
aspetto importantissimo, è quello che ha subito, insieme a quello finanziario,
l’impatto più devastante dalla crisi. Riqualificare il costruito e
l’intestazione degli immobili a non residenti sono tutti temi su cui
confrontarsi e trovare la quadra. Altro argomento è quello dei dati, siamo
piccoli e si pensa facile conoscere tutto, invece abbiamo un ufficio Statistica
ridotto al lumicino. Va sicuramente potenziato, ma dobbiamo pensare al costo
dei dipendenti, che è stato comunque ridotto in questi anni. Beccari parlava di
fare incroci fdi dati e sono d’accordo, ma ci vogliono le risorse tecnologiche
e e umane. Oggi abbiamo una Pa che, in rapporto con molti Paesi piccoli, è
veramente esorbitante. Abbiamo una qualità che non è adeguata. Altro elemento
di preoccupazione per la stabilità dei conti pubblici è il sistema bancario e i
Npl, argomenti che devono essere affrontato in fretta, avendo sotto mano tutti
gli elementi conoscitivi. Dobbiamo conoscere la situazione delle singole
banche, le deve conoscere l’organismo di regolazione, Banca centrale, e la
regia di tutto questo deve essere Banca centrale. La politica deve dare
indirizzo e nel caso dei crediti dubbi è quello di liberare i bilanci delle
banche da questa massa tumorale in modo che comincino a fare utili. E possano
dare sostegno alle nostre imprese. C’è differenza sostanziale tra le nostre banche
e quelle italiane, le nostre hanno criticità di liquidità, le banche europee
non hanno questo problema, perchè la Bce le ha foraggiate a costo zero.
Nonostante ciò hanno difficoltà anche loro ad erogare crediti perché si trovano
nei bilanci una montagna di crediti dubbi. Le nostre banche non hanno liquidità
ed è una situazione peggiore. Quindi bisogna intervenire e capire se l’entità
Npl sia quella indicata per capire come intervenire. In questo ambito gli
organismi internazionali che possono darci un aiuto prima di dire ok, vogliono
prima  sapere come stiamo. Sulla centrale
rischi il programma va avanti ed è a buon punto, si fa.

 

Roberto Ciavatta, Rete

La valutazione della quantità
dei Npl va fatta prima di decidere di istituire una bad bank.  Non facciamo l’errore di crearla e poi
vediamo .Ognuno di noi ha rimarcato la necessità di soluzioni sistemiche, a me
dispiace che ci debba sempre essere chi, più che fare analisi, scandaglia la
singola parola dei colleghi per fare polemiche. Mi riferisco a Giovagnoli.
Secondo me c’è necessità di fare una pianificazione condivisa, sapere cosa
voglio, in che settori, con studi di impatto, creazione di infrastrutture anche
tecnologiche. Dopo di ché, ho detto, va bene grandi o piccole imprese, ho
distinto tra pianificazione e improvvisazione, mentre qui si vuole fare cadere
polemica sull’esistente o su Borletti. Dico che il problema è
l’improvvisazione, tratto comune dei governi, improvvisazione con cui ogni
Segretario pensa al suo orticello, questo è irresponsabile. Ci fossero stati
risultati direi ‘bravi’, ma non ci sono.

 

Gian Carlo Capicchioni, Segretario
di Stato

L’analisi Npl va fatta, poi si affronta la problematica di come eliminare dal
proprio bilancio questa massa tumorale. Volevo aggiornare un dato, parlavo del
sistema dell’Iss e dei 72 milioni chiesti cui si aggiungono 17 mln per il
previdenziale. Questo ultimo è quando chiesto per il 2016, per il 2017 ce ne
chiedono 26 mln e 700 mila.

 

San
Marino, 22 Luglio 2016/01

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy