Condizioni Eps a Patto per San Marino

Condizioni Eps a Patto per San Marino

Le dimissioni di Gian Marco
Marcucci, esponente degli Europopolari nel governo, con delega al
Lavoro, sono ancora sul tavolo. Dopo l’ultimatum lanciato
venerdi’ scorso dal partito, profondamente preoccupato per la
situazione economico-finanziaria del Paese e per la mancanza di
un vero progetto di rilancio del sistema San Marino, la verifica
di ieri all’interno del listone Pdcs-Eps-Ael non ha, e non poteva
essere altrimenti, cambiato le carte in tavola.

Certo, sottolinea il consigliere degli Eps, Pier Marino
Menicucci, si e’ trattato di “una riunione importante, anche con
momenti di grande tensione, e nessuno ha voluto sminuire il
momento”. In ballo, d’altronde, c’e’ la stabilita’ del governo,
se non la coesione della maggioranza. Anche se Menicucci
ribadisce ancora una volta che la fedelta’ al Patto per San
Marino non e’ in discussione. “Sul territorio, la giustizia, le
forze di polizia, la sanita’, la cultura” problemi di convergenza
non ce ne sono, ma e’ sul “progetto e lo sviluppo economico, per
noi centrali, che c’e’ grande sofferenza”, per cui sono
necessarie, sottolinea l’esponente Eps, “misure forti”. Che fin
qui non si sono proprio viste. Rimangono, dunque, “valutazioni
diverse”. E con esse l’aut aut: “Siamo fedeli al Patto, siamo
parte del Patto, ma se non arrivano risposte concrete dovremo
valutare la nostra posizione all’interno dell’esecutivo”
All’incontro di ieri sera gli Eps si
sono presentati con tanto di schede e proposta di progetto
economico, consegnate agli alleati per avviare una discussione
interna agli organi di partito. Il confronto continua e il
prossimo appuntamento e’ stato fissato per la prossima settimana,
con ogni probabilita’ per martedi’ pomeriggio. “Dobbiamo lavorare
per raggiungere un’intesa, altrimenti valuteremo se uscire dal
governo- aggiunge Menicucci- per noi quei documenti sono
vincolanti”. Lo “snodo economico” e’ dunque il vero problema che
ora deve affrontare la maggioranza, e in particolare il listone,
perche’ al Paese serve “un’impresa forte”. Menicucci ribadisce
anche le perplessita’ su una “finanziaria di grandi tagli e
nessuna prospettiva”, sul bilancio e sulla situazione dello stato
sociale. E mette in luce la necessita’ di dare un avvio concreto
al processo di rinnovamento della classe politica, “un’esigenza
molto sentita dai cittadini che condividiamo appieno”.

Durante l’incontro, durato circa tre ore, si e’ parlato anche
delle dimissioni dei vertici di Banca centrale, riconoscendo
l’importanza del ruolo dell’istituto di vigilanza per rilanciare
il Paese, anche a livello di immagine. “Se fossero stati
mantenuti gli impegni e un anno fa Caringi non fosse stato
rinnovato, non saremmo arrivati a questo punto. L’avvicendamento
avvenuto in questa maniera non fa certo bene all’immagine del
Paese, ma ormai e’ andata cosi'”. Ora e’ assolutamente
necessario, conclude Menicucci, evitare “un vuoto istituzionale
troppo lungo e arrivare il piu’ celermente possibile alla nomina
dei nuovi vertici”.

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