Conferenza di Patto per San Marino

Conferenza di Patto per San Marino

Dalla forma alla sostanza. Questo il
cambiamento che ha permesso all’attuale maggioranza di governo di
ottenere importanti risultati sul piano dei rapporti
internazionali, rispetto alle passate che hanno invece impedito a
San Marino di prendere senza indugio la strada della trasparenza.
Una strada che si e’ poi rivelata obbligatoria e su cui puo’
viaggiare il segreto bancario, anche se decisamente
ridimensionato.
C’e’ schierato tutto il Patto per San Marino di fronte alla
stampa per rivendicare la paternita’ del doppio storico traguardo
raggiunto in poche ore, ma dopo tanti mesi di lavoro, dal Titano:
l’entrata nella White List dell’Ocse dei Paesi collaborativi
sotto il profilo delle informazioni fiscali e l’uscita dalla
procedura rafforzata del Moneyval. “Un risultato tutt’altro che
scontato e che da’ soddisfazione a tutto il Paese” prende parola
il segretario della Democrazia cristiana, Pasquale Valentini,
rispedendo al mittente, l’opposizione, i tentativi di
primogenitura. “Il suo unico merito- se la cava con una battuta-
e’ di essere ritornata all’opposizione”.

I meriti, dice ancora il leader
politico della coalizione, vanno invece divisi tra “il grosso
lavoro fatto dal Congresso di Stato” e in particolare dai
segretari di Stato per gli Affari esteri e per le Finanze; gli
organismi e i funzionari che hanno prodotto un’ampia
documentazione; la “coesione politica” dimostrata dalla
maggioranza. “La collaborazione che l’opposizione chiede-
stigmatizza Valentini- dovrebbe partire dal riconoscimento del
lavoro della maggioranza, non dalla delegittimazione”. Gli
obiettivi raggiunti, aggiunge, sono “il punto di partenza su cui
costruire il cambiamento”.

“Il governo e la maggioranza hanno fatto una scelta netta
verso la trasparenza e l’affidabilita’ internazionale”, conferma
il capogruppo di Alleanza Popolare Roberto Giorgetti,
sottolineando il dato nuovo: “La volonta’ politica di impegnarsi
per il cambiamento”. Una volonta’, gli fa eco Nadia Ottaviani di
Arengo e Liberta’, che si e’ concretizzata negli “input alle
diverse professionalita’” che hanno permesso di raggiungere
obiettivi fondamentali per il Paese.

È comunque Gian Nicola Berti della
Lista della Liberta’ il piu’ agguerrito, sara’ forse il fatto che
faceva parte della delegazione Moneyval ai tempi della procedura
rafforzata. “Mi sono vergognato di essere sammarinese” perche’
benche’ ci fossero normative antiriciclaggio fin dal 2004, il
diktat era di non applicarle. Ora le cose sono cambiate: “Prima
si guardava alla forma, adesso alla sostanza” e anche gli
organismi internazionali se ne stanno rendendo conto.
Sarebbe stato allora tragico, commenta Angela Venturini
dell’Unione dei moderati sammarinesi, se le elezioni le avesse
vinte il centrosinistra. “Abbiamo normalizzato il settore e i
rapporti internazionali- conclude Nicola Selva degli
Europopolari- e’ un buon punto di partenza ma dobbiamo anche
essere bravi a mantenerci nella white list e a reinventarci un
sistema”.

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