BANCHE. CS SARA’ LIQUIDATA, MA CORRENTISTI SALVANO DEPOSITI
VALENTINI: QUASI TUTTI ISTITUTI COINVOLTI, SE NO ADDIO SISTEMA
Una cordata di “quasi la totalita’”
delle banche nazionali fa scudo sui tre mila depositanti del Credito sammarinese, salvando la faccia dell’intero sistema finanziario del Titano. Intanto l’istituto fondato da Lucio Amati viene destinato alla liquidazione coatta. Non in secondo piano va poi messo l’intervento del governo che, per convincere gli istituti a portarsi a casa 41 milioni di euro di passivita’, mette sul piatto un decreto che garantisce forti sgravi fiscali.
Questi, in sintesi, gli esiti degli ultimi giorni di confronto serrato del Comitato per il credito e risparmio, che ha visto per protagonisti congresso di Stato, Banca centrale e Abs, Associazione bancaria sammarinese. Nel pomeriggio di oggi una delegazione dell’esecutivo, al termine dei lavori settimanali a Palazzo Pubblico e di un incontro con i capigruppo di tutte le forze consiliari, fa il punto con la stampa sulla vicenda Cs, su cui, anticipa il segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, ci sara’ un riferimento e un dibattito nel prossimo Consiglio grande e generale. “La priorita’- evidenzia il responsabile delle Finanze- era quella di essere nelle condizioni di ripianare il debito dell’istituto e di garantire i correntisti entro il 12 ottobre”, ovvero domani, deadline per lo sblocco dei pagamenti. L’ipotesi di vendere la banca e’ stata accantonata perche’ chi ha presentato la manifestazione di interesse all’acquisto o “non e’ risultato affidabile- spiega Valentini- o ha manifestato perplessita’ di fronte ai pericoli dell’investimento”, ritirando quindi l’offerta in un secondo momento. Cosi’ “per il 12 ottobre era necessario arrivare a una soluzione che garantisse i depositanti”, sottolinea il segretario Valentini. Ma non solo: “La crisi di un istituto, sebbene di piccole dimensioni- aggiunge- si sarebbe risolta in un pregiudizio sull’intero sistema sammarinese”, che sarebbe stato bollato come “poco affidabile”.
Di qui gli appelli a “fare sistema” che si concretizzeranno entro questa sera: e’ previsto infatti un incontro conclusivo di Bcsm e degli istituti disponibili al salvataggio dei depositanti per siglare l’accordo definitivo. “Un numero elevato di banche sammarinesi, quasi la totalita’- assicura Valentini- si sono dette disponibili ad assumere le attivita’ e le passivita’ presenti nel Cs”. Una decisione non presa a cuor leggero comunque, dato che “la valutazione degli impieghi ha una percentuale importante di sofferenze e di incagli”, ovvero di impieghi non tutti recuperabili. Infatti tra i 41 milioni di euro di buco, sono inclusi fondi bloccati perche’ oggetto di indagini giudiziarie, puntualizza il segretario, per un valore di circa 7/8 milioni di euro. Il governo si dice disponibile a supportare gli istituti della cordata di salvataggio attraverso lo strumento del credito di imposta sulle passivita’ che ciascuna banca si porta a casa, spalmato in otto anni.
In dettaglio, nei primi sei anni ogni banca potra’ recuperare fino al 15% delle passivita’ ricevute, nel settimo e nell’ottavo la percentuale cala al 5%. Per gli istituti con bilanci passivi, il beneficio si e’ esteso come compensazione al versamento allo Stato sugli interessi: la banche potranno trattenere le stesse percentuali. Inoltre, prevedendo rischio di scompensi di liquidita’ come possibile conseguenza a questa operazione, Banca centrale ha previsto una linea di credito agevolata per gli istituti aderenti all’accordo. Resta il riserbo sul nome delle banche interessate all’operazione: secondo indiscrezioni, fino a ieri le adesioni erano sei, e includerebbero gli istituti principali del Titano, tra cui Carisp, Bsm e Bac. Oggi si sarebbe gia’ registrata una defezione. La cordata di banche e’ disposta a salvare i risparmi, ma sacrifica i dipendenti del Cs. Resta infatti da sciogliere il nodo dei dipendenti del gruppo: una trentina tra istituto e finanziaria, gia’ messa in liquidazione coatta. Tra le ipotesi al vaglio, spiega il segretario di Stato per le Finanze in un incontro con la stampa, quella di collocarne una parte in un possibile “sistema di gestione comune di impieghi e recuperi” che sia in grado di distribuire equamente le perdite tra la cordata di salvataggio, a seguito dei crediti che non sara’ possibile recuperare anche in via successiva. Da parte sua, il segretario di Stato per il Lavoro, Francesco Mussoni, assicura il “massimo impegno” dell’esecutivo su questo fronte e gia’ domani si terra’ un tavolo con governo, banche e sindacati per discutere del futuro del personale e il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria, esprime la soddisfazione per l’esito dei lavori del Comitato del credito e risparmio: “Il sistema- commenta- ha dimostrato grande maturita’, mettendo da parte individualismi si e’ scongiurato il peggio”.
Infine, Fabio Berardi, segretario di Stato per il Turismo mette sul tavolo il tema delle responsabilita’ di chi ha condotto sul lastrico il piccolo istituto di credito su cui “e’ necessario andare fino in fondo”.
Al termine dell’incontro dell’esecutivo con i capigruppo consiliari, sul tema del Cs, Luigi Mazza, Pdcs, spiega che l’accordo a cui si e’ giunti tra banche, Bcsm e governo “e’ una risposta positiva per il Paese”, perche’ “tutto il sistema bancario e’ stato in grado di fare
quadrato per garantire i risparmiatori”. Il capogruppo di maggioranza pero’ non dimentica chi perdera’ il posto di lavoro: “Sollecitiamo il governo- aggiunge- di trovare risposta al problema dei dipendenti affinche’ sia possibile trovare loro al piu’ presto un’occupazione”. E anche
l’opposizione da un lato riconosce che “l’intervento andava fatto”, fa notare, per voce di Pier Marino Mularoni, capogruppo Upr, che ha comunque un costo. “Lo vediamo debole- spiega- del
punto di vista della tutela dei lavoratori, se il Cs andra’, come sembra, in liquidazione coatta, tutti i dipendenti andranno in mobilita’”.