Consiglio G e G, tardo pomeriggio, 20 giugno. Dibattito, ratifica accordi

Consiglio G e G, tardo pomeriggio, 20 giugno. Dibattito, ratifica accordi

CONSIGLIO GRANDE E
GENERALE 19-26 GIUGNO

 

MERCOLEDI’
20 GIUGNO

 

            Il
dibattito relativo alla ratifica dei tre accordi con l’Italia, avvenuta
all’unanimità, si è concluso. La seduta è stata aggiornata tra gli applausi di
tutta l’Aula.

 

Di seguito un riassunto degli ultimi
interventi e delle repliche.

Giovanni Lonfernini, Upr:
“Il compito dell’opposizione e criticare, anche aspramente, e controllare
l’azione del governo, ma anche riconoscere l’operato quando vengono raggiunti
traguardi per il bene del Paese. La firma rappresenta un punto di partenza
imprescindibile, ma in Aula abbiamo assistito a molte punzecchiature, anche se
è stata sostanzialmente riconosciuta la validità di questo passaggio. E altri
due vanno ricordati: l’accordo con l’Italia sulle forze dell’ordine e
l’istituzione della commissione Antimafia, che rappresenta un punto di
elevazione del confronto politico e di non ritorno, auspicato dagli organismi
internazionali. La strada della trasparenza è stata sempre condivisa in Consiglio.

L’uscita
dalla black list è un passaggio fondamentale, ma gli effetti delle intese hanno
un impatto sull’economia e sul tessuto sociale, i vantaggi competitivi si
riducono, per cui serve un percorso che ne compensi gli effetti. Dobbiamo
lavorare per ridisegnare il modello economico, per la Pa, per i rapporti con le
parti sociali e gli organismi internazionali. L’opposizione ha tenuto un
profilo responsabile in Aula, la parola baratro è stata usata dalla maggioranza
ed è inutile scaricare l’incapacità di designare un progetto economico. La
questione sociale sta emergendo, per cui serve un contesto leale, invece il
governo si becca e non stende una trama comune. Spero ci sia un momento di
riconciliazione”.

Francesca Michelotti, Su:
“Sono molto soddisfatta per la firma. Il nostro modello di sviluppo si è
rivelato illegittimo e la politica ha abdicato nei confronti dell’economia. Ma
l’instabilità politica è nata con lo scontro tra i referenti dei poteri forti e
i politici miglioristi. E a causa sua il Paese non ha preso provvedimenti
efficaci prima.

La
firma è importante, anche se la questione dei frontalieri rimane una spina nel
fianco. Ora possiamo tracciare le linee della sovranità. Su è sempre stata per
l’economia reale, ma c’è chi ha tenuto in piedi un’economia agonizzante per non
perdere le ultime opportunità. La firma arriva con il sistema alle corde e
quando il consigliere Zafferani parla di schizofrenia della minoranza, gli
ricordo che è la maggioranza a esserlo, tra i battibecchi Ap-Ns, Gabriele Gatti
che invita ad aprire gli occhi e accusa implicitamente il Patto e l’esecutivo,
il segretario di Stato Podeschi che assume la rappresentanza della politica
onesta. Cosa succede nella litigiosissima maggioranza? E’ difficile
comprenderlo. Comunque non abbiamo mai dubitato dell’impegno del segretario di
Stato Mularoni, ma di quello di governo e maggioranza. Sono stati fatti molti
errori, che hanno fatto cadere la stima dell’Italia. Apprezzo la sobrietà di
Mularoni e il suo partito per il risultato raggiunto, è ciò che serve al paese
assieme al senso di responsabilità”.

Paolo Crescentini, Psrs:
Devo dire
che finalmente si è arrivati alla firma degli accordi. Noi del Psrs abbiamo
spronato il governo attraverso critiche costruttive affinché si arrivasse al risultato
fondamentale per il nostro Paese. Con la firma si è segnato il punto di
partenza, lo start up, ora
bisogna andare alla ratifica. Ma non c’è tanta propensione da parte del Parlamento
italiano, pertanto è necessaria un’azione diplomatica. Gli esami probabilmente
iniziano proprio oggi.

La lettera che inviò il
premier Monti alle loro Eccellenze preannunciava proprio una sorta di
monitoraggio sull’operato della Repubblica di San Marino. Non possiamo ora
permetterci di scivolare sulla classica buccia di banana. Ritengo sia indispensabile
dare un’accelerata a provvedimenti legislativi, come quelli antimafia. Sono
ulteriori tappe che dimostrano come si voglia
veramente intraprendere una strada diversa. Abbiamo cambiato faccia, siamo per
la trasparenza lo abbiamo detto tutti, su questa strada dobbiamo proseguire.
Ho sempre pensato che una firma del genere avrebbe rafforzato il Patto, invece
ha portato a un’aria frizzante, nel senso di elettrizzante, di scaramucce interne.
La sinergia non c’è più. Il governo stenta a reggersi in piedi. Ma sono
convinto che saremo in grado di rispettare l’impegno con l’Italia
”.

Mario
Lazzaro Venturini, Ap
: “Proprio oggi un partito alleato dice che abbiamo la
sindrome da primi della classe. Il commento di Ns è stato poco avveduto. Se un partito
di maggioranza scrive, dopo una firma così importante, che il merito è di
nessuno, mentre un altro ne rivendica il merito, lascio pensare agli altri cosa
si può dedurre. Certo che anche in questa legislatura siamo riusciti a fare il
peggio. Mentre l’opposizione ha apprezzato quanto ottenuto, le poche critiche
che ho ascoltato sono arrivate dai banchi della maggioranza. Un consigliere ha
detto al governo di smetterla di dire le bugie. Chi fa queste affermazioni
dovrebbe avere una propensione innata per la verità, ma non mi sembra questa la
qualità politica preminente del consigliere Gabriele Gatti. I segretari di
Stato Mularoni e Valentini sono stati continuamente bacchettati. Eppure, quando
si fanno apprezzamenti negativi del genere e un terzo della propria vita la si
è passata al governo, una qualche responsabilità c’è. Forse il buon senso lo
abbiamo lasciato sul Pianello oggi.

Mi è piaciuto un passaggio del consigliere Giovanni
Lonfernini. E’ bello poter pensare che il progresso verso la firma sia stato
accelerato dall’accordo delle forze di polizia e, soprattutto, dall’istituzione
della commissione d’inchiesta. Mi piace pensare che quest’ultimo punto sia
stato possibile perché il clima è cambiato e non sono più al governo certe
persone. In passato, per la questione dei lotti di Valdragone, un caso di
connubio affari e politica avvenuto con il governo straordinario, 48
consiglieri hanno detto no a una commissione d’inchiesta. Un manipolo di
consiglieri che chiedeva di far luce su uno dei tanti casi più inquietanti
veniva sbeffeggiato, con la scusa che c’erano già procedimenti penali aperti.
Diversamente, poco tempo fa, nonostante i procedimenti aperti, si è istituita
la commissione.

La firma con l’Italia è un risultato di straordinario
rilievo. Il lavoro compiuto è stato enorme e sono state poste le basi per una
politica estera diversa dal passato. I meriti mi pare siano soprattutto del
governo e del segretario di Stato Mularoni. Si chiama in causa anche la
maggioranza per il sostegno dato al governo. I meriti vanno estesi, in
proporzione minore, anche all’opposizione, con una particolare sottolineatura
per il Psd, per il progetto di legge sullo scambio di informazioni.

Questo
accordo cade nel bel mezzo di una crisi economica che non abbiamo ancora
superato, una spinta decisiva verrà dall’uscita dalla black list. Tuttavia,
credo che esasperare i toni e dare intendere alla gente che siamo sull’orlo del
baratro mi sembra ingeneroso. Dobbiamo fare qualcosa per uscire da questa situazione,
ma non tutto dipende da noi. Per realizzare un progetto di sviluppo occorrono
quattrini che al momento non ci sono. Da qui a fine legislatura invece di
parlare di quello che non possiamo realizzare, concentriamoci su alcuni punti
di un modello economicamente possibile. Con due obiettivi: litigare meno ed
essere convinti che in questo momento non stiamo annegando sul fondo del pozzo”.

Fiorenzo Stolfi, Psd:
“Dopo tre anni e mezzo finalmente un evento positivo con l’Italia, dopo molti
fatti negativi, come il defenestramento dei vertici di Banca centrale, gli
incontri sull’affaire Sopaf-Delta, lo scudo fiscale e il decreto incentivi. Il
governo ci ha messo del suo, sono stati fatti degli errori e occorre
riconoscerli. Il Psd ha dimostrato un atteggiamento costruttivo, per esempio
sulla legge per lo scambio di informazioni. Ma un contributo fattivo c’è stato
da parte di tutto il Consiglio. Dobbiamo essere pragmatici, la firma non cambia
le carte in tavola, i problemi dell’esterovestizione e dell’operatività delle
banche rimangono. Quali passi poi vanno fatti per uscire dalla black list?
L’unica risposta che deve dare la politica è trovare soluzioni, tracciare la
linea di marcia. Se l’Italia vuole rigore noi dobbiamo chiedere anche sviluppo.
Senza investimenti e regole certe nessuno verrà a San Marino. L’esterovestizone
è un problema cruciale. Dunque il lavoro è solo all’inizio: dobbiamo dare
sbocchi alle imprese, alle banche e alle finanziarie. Non aspettiamo
passivamente l’Italia”.

Luigi Mazza, Pdcs:
“La firma é importante per consolidare un percorso. Questa legislatura è
iniziata con un sistema economico completamente diverso da quello con cui
finirà. Non ho mai attribuito il ritardo della firma a ragioni personali. Non
ho mai accettato attacchi al segretario di Stato per gli Affari esteri o per le
Finanze, sia quello precedente che per quello attuale. I ritardi hanno un’altra
natura. La realtà era che quello che si chiedeva nel rapporto tra Italia e San
Marino è cambiato. Poi sono seguite l’attività repressiva di certe fenomeni, il
coraggio di chiudere le aziende. Devo difendere il segretario di Stato Arzilli
di fronte alle accuse di eccessiva rigidità. La firma nasce da un insieme di
fattori che hanno contribuito a raggiungere credibilità. Non credo sia stata
determinante la commissione d’inchiesta, ma gli interventi di controllo e
repressione delle distorsioni. Un percorso che questo Paese ha adottato da due
anni ha fatto sì che si capisse che si faceva sul serio. E’ stato importante
raggiungere la considerazione degli organismi internazionali come un Paese
trasparente. Poi bisognava vincere le diffidenze dell’Italia. Lo ammetto, ero
scettico sullo scambio di informazioni, ora plaudo chi lo ha sostenuto
fortemente. Questo Paese ha dimostrato nell’ultimo anno che tutte le forze
politiche sono convinte del percorso intrapreso. L’economia che nasce oggi è
diversa. A chi ha urlato che il Paese é nel baratro, rispondo che la stessa
trasformazione avrebbe portato al fallimento altri Paesi. Ma il nostro è solido
e non è al baratro. L’accordo determinerà le condizioni per il futuro, ma non
nascerà domani la nuova economia”.

Antonella Mularoni, segretario di
Stato per gli Affari esteri, replica
: “Il dibattito è stato
in gran parte condivisibile. La storia del paese la faremo tra qualche anno.
Forse errori ne sono stati fatti, ma io e il governo abbiamo sempre lavorato
nell’interesse del Paese senza mai risparmiarci. E’ difficile comprendere da
fuori le difficoltà in cui ci siamo trovati, pensando che il Paese non ce
l’avrebbe fatta. Alcune situazioni erano molto pesanti e sono emerse tentazioni
di protettorato.

Ringrazio
il governo e la maggioranza per il sostegno, abbiamo condiviso i problemi e
cercato assieme le soluzioni. In Aula ci sono stati periodi di tensione, ma la
maggioranza ha sempre sostenuto l’esecutivo.

Siamo
consapevoli di quello che rimane da fare e il mio dovere è informare il
Parlamento, non dire che va tutto bene. Se ci fosse stata la stessa
consapevolezza nel passato non avremmo nascosto il collo sotto la sabbia. In
tre anni e mezzo abbiamo rivoltato il Paese, sono stati fatti molti sacrifici,
ma era il prezzo da pagare per voltare pagina.

Ringrazio
tutti i consiglieri. Ora ci attendono passaggi significativi e il contributo di
tutti è gradito. Termino con una battuta. Di celebrazioni io e Valentini nono
ci ricordiamo. Siamo sereni, in buona fede e soddisfatti per quanto fatto”.

Gian Nicola Berti, Ns:
“Grazie al segretario di Stato Mularoni e al governo. E’ stata fatta una
rivoluzione, come con senso ha detto il consigliere Mario Lazzaro Venturini, che
ha portato anche del travaglio. Spiace per il misunderstanding con un altro
partito. Il nostro comunicato richiamava tutte le forze politiche a una
riflessione: il Paese può superare le emergenze solo con l’unione e la solidarietà
tra sammarinesi. Questo risultato è il merito di tutti, ma si deve cambiare la
politica. Dobbiamo abbandonare le polemiche e il pessimismo e lanciare messaggi
positivi, come fa in Italia quotidianamente il premier Monti”.

Claudio Felici, Psd: “Per valorizzare il suo lavoro, siccome i
testi degli accordi non sono lunghissimi, chiedo se si possa leggerli.
Riconosco che la richiesta é inusuale, ma vale la pena uno sforzo in questo
finale di seduta”.
Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Se la volontà
dell’Aula è che legga gli articoli dei tre accordi, in via del tutto
eccezionale, non ho nessun problema a farlo. Valutino i capigruppo per dare particolare
rilievo al momento”.

 

 

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