Consiglio Grande e Generale, 18 dicembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 18 dicembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 12-22 DICEMBRE   

GIOVEDI’ 18 DICEMBRE – pomeriggio

Il quinto giorno di lavori consiliari riprende dal bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015. Nel corso dell’esame dell’articolato, la maggior parte delle proposte avanzate dalla minoranza sono respinte. Ad eccezione di due emendamenti. Il primo accolto è quello proposto da  Rete all’articolo 26  per prevedere, entro il 30 giugno, una ricognizione delle sedi diplomatiche e la conclusione della riforma del corpo diplomatico. Il secondo emendamento approvato è quello di Denise Bronzetti, consigliere indipendente di maggioranza, articolo 27 ter”  che sostituisce la tabella “A” del Decreto delegato del 321 Marzo 2014 n. 47. In sostanza, la proposta di Bronzetti estende la riduzione del 50% del gettone per i pensionati membri di Cda e collegi sindacali di enti e aziende pubbliche (come previsto dal decreto) anche al compenso fisso mensile. 

In dettaglio:

Dell’articolo 24 “Riconoscimento della professione di apicoltore” le opposizioni tornano a criticarne l’inserimento in Finanziaria, ma i due emendamenti abrogativi di Cittadinanza attiva e Rete sono respinti.

All’Art.25, “Disposizioni diverse per l’impiego di fondi per lo sviluppo delle relazioni internazionali”, Rete ritira l’emendamento modificativo al comma 3 in quanto recepito già nel testo del governo che prevede l’assegnazione di borse di studio “previa selezione mediante bando pubblico”.

All’Articolo 26 , “Proroga convenzioni di carattere diplomatico”, viene accolto un emendamento dei tre presentati da Rete che impegna il congresso di Stato a concludere l’iter di riforma della legge 105/1993 sul riordino del corpo diplomatico entro il 30 giugno, così come a svolgere una ricognizione sulle sedi diplomatiche nell’ottica della spending review, sempre entro il 30 giugno. Respinto quello di Cittadinanza attiva per abrogare le indennità dei diplomatici.

Il Consiglio grande e generale inizia quindi ad affrontare una serie di emendamenti e articoli relativi alle incompatibilità di incarichi a nomina politica. Cittadinanza attiva presenta l’emendamento“Articolo 26 ter”  per prevedere che chi ha incarichi direttivi o di rappresentanza in partiti politici o movimenti non possa essere incaricato con nomina dagli enti pubblici e dalle società partecipate dallo Stato. La proposta viene respinta.

Quindi Denise Bronzetti, consigliere Indipendente di maggioranza, presenta due emendamenti, respinto il primo aggiuntivo dell’articolo 27 bis “Divieto di cumulo di più incarichi pubblici”, quando la nomina deriva dallo Stato, enti o società partecipate. Accolto invece il secondo,articolo 27 ter”  che sostituisce la tabella “A” del Decreto delegato del 321 Marzo 2014 n. 47.  La seduta pomeridiana si chiude all’Art.30 “Imposta sui beni di lusso”, con la modifica del governo che prevede un rialzo del 20%. I lavori riprenderanno in seduta notturna.

Di seguito un estratto del dibattito odierno.

Comma 5. Legge di bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015. Dibattito sull’Art. 24 (Riconoscimento della professione di apicoltore) Ca e Rete presentano due emendamenti abrogativi dell’intero articolo. Entrambi respinti.

Mimma Zavoli, C10: “E’ un po’ anacronistico trovare in Finanziaria la professione di apicoltore. Quest’articolo, al di là dell’aspetto anche bello della professione, legata al presidio ambientale, qui non ha alcuna attinenza. Passiamo dalla discussione di 30 mln di euro per grandi opere e di colpo consideriamo una professione che starebbe bene in un altro contesto normativo”.

Elena Tonnini, Rete: “Ci troviamo in imbarazzo perché all’interno di una Finanziaria si parla di agricoltura. Cercherò di fare un piccolo appello anche entrando in merito di questo articolo. Ribadisco che è fondamentale affrontare finalmente anche questo problema, non è possibile che i professionisti si rivolgano ogni sei mesi al congresso di Stato per avere la licenza. Però come viene risolto il problema? Si rimanda a decreti delegati. E non si può relegare il ruolo del professionista apicoltore a quello dell’operatore agricolo. O stabiliamo che uno di mestiere fa l’agricoltore, o stabiliamo che fa l’apicoltore e si appoggia ai terreni degli agricoltori”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Mi sentivo in dover nei confronti degli agricoltori che da tempo chiedono di poter lavorare a San Marino con modalità esistenti in altri Paesi.  L’intenzione alla base di questo articolo era quella di colmare la lacuna del nostro ordinamento a fronte di un’attività che si sta sempre più espandendo nel nostro Paese. In più abbiamo un problema pregresso e a inizio dell’anno dobbiamo sempre dare licenza a un apicoltore, il principale che opera a San Marino. E’ quindi un provvedimento tampone per dare seguito a un’istanza d’Arengo approvata all’unanimità mesi fa. Il Decreto viene previsto per necessità di coordinamento di normative diverse. Il prossimo anno intendo portare in Aula la nuova legge dell’agricoltura, perché l’attuale è datata e valuteremo se inserire l’apicoltura o meno. Se l’Aula boccia articolo interverremo in altri modi”.

Marco Podeschi, Upr: “E’ uno degli articoli per cui vale anche pagare un biglietto per venire in Aula. Il segretario di Stato ha detto cose sacrosante, ma la maggioranza ci rinfaccia continuamente che i nostri emendamenti non sono a tono con la Finanziaria e non mi piace questo comportamento. Tra l’altro l’articolo è beffardo, il primo comma è enunciazione pura, l’ultimo demanda a un decreto delegato, alla fine si finisce sempre con decreto. Allora cerco di capire dietro le righe e mi chiedo  non si poteva fare un decreto ad hoc su questa normativa? Tante ne fate già centinaia”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Come l’anno scorso sono inserite in Finanziaria cose che nel contesto non hanno nulla a che fare. Non perché non siano urgenti e necessarie, ma richiederebbero uno sviluppo ben più importante che in Finanziaria. Chiediamo quindi l’abrogazione di questo articolo, fate invece un progetto di legge”.

Dibattito sull’Art.25. (Disposizioni diverse per l’impiego di fondi per lo sviluppo delle relazioni internazionali). Rete ritira l’emendamento modificativo al comma 3 in quanto recepito già nel testo del governo che prevede l’assegnazione di borse di studio “previa selezione mediante bando pubblico”.

Elena Tonnini (Rete): “Lo ritiriamo perché sostanzialmente dopo un confronto con maggioranza e governo è stato recepito”. Rete presenta un emendamento aggiuntivo del comma 4 “gli oneri e le spese di cui ai commi 1 e 3 sono preventivamente sottoposte al vaglio della Commissione per la Finanza Pubblica la quale dovrà valutare la coerenza con le esigenze di revisione della spesa pubblica”.

Marco Podeschi (Upr): “Teniamo molto all’aspetto legato ai bandi pubblici per i cittadini sammarinesi. Crediamo molto nella formazione della nostra classe dirigente”.

Gian Matteo Zeppa (Rete): “Il primo emendamento è stato recepito. Ma chiedo al Segretario di Stato a che punto siamo sul progetto di legge di riforma della carriera diplomatica?”.

Marino Riccardi (Psd): “Al punto 3 dell’articolo 25 toglierei la dicitura “e/o selezione” perché ritengo opportuno effettuare appositi bandi di concorso. E’ giusto che tutti i cittadini siano sullo stesso piano. Servono bandi di concorso. Il Congresso non può scegliere chi gli pare”.

Pasquale Valentini, Segretario di Stato agli Esteri: “Il comma 4 è trasferito all’articolo 47 perché lì è fuori luogo. Il consigliere Tonnini chiede di avere più informazioni sul negoziato con Ue. Alla luce del mandato arrivato, prevedo che si predisponga per il prossimo Consiglio una possibilità di avere un comma specifico su questo tema per poter definire un Piano d’azione in cui specificare contenuti, metodi e strumenti del negoziato. Al consigliere Riccardi dico che non ho difficoltà a togliere il termine “e/o selezione”. Sui bandi di selezione specifico che la loro attivazione è rigorosa come quella dei bandi di concorso. Le prove possono essere diversificate ma sono due modalità di bandi pubblici regolamentati. Il concetto è stato inserito perché potremmo avere immediatamente la possibilità di utilizzare persone già formate da inserire in fase operativa. Il bando di selezione non è stato previsto per consentire al ‘Congresso di prendere chi vuole’. Col bando di selezione abbiamo uno strumento utilizzabile immediatamente mentre con i bandi di concorso occorre più tempo. Ribadisco comunque che se costituisce un problema possiamo toglierlo”.

Giancarlo Capicchioni, Segretario di Stato alle Finanze: “Siamo contrari all’emendamento di Rete. Per gli altri aspetti credo sia stato chiaro il collega”.

L’emendamento di Rete è respinto.

Dibattito sull’Emendamento del governo “Art 25 bis. (Integrazioni al comma 4 dell’art.49 della Legge n.174/2013)”volto a sanzionare chi occupa abusivamente terreni agricoli di proprietà pubblica. Accolto.

Antonella Mularoni,  segretario di Stato al Territorio: “La finalità di questo articolo è semplicemente per chiarire chi deve applicare le sanzioni e con quali modalità. E’ una maniera per consentire allo Stato di monetizzare più velocemente le sanzioni per abusiva utilizzazione dei terreni dello Stato. Elena Tonini (Rete): “Chiedo maggiori delucidazioni. E’ particolare pensare che debba essere lo stesso abusivo a denunciare agli uffici preposti il fatto che sta abusando di un terreno dello Stato. Non vorrei che con questo articolo la sanzione venisse diminuita. Inizialmente era calcolata nell’ordine di 10 volte il canone d’affitto. Il rischio è che potremmo trovarci davanti a un condono agricolo”.

Maria Luisa Berti (Ns): “Esprimo assoluta condivisione dell’emendamento del Governo. Chiedo ricognizione su tutte le concessioni in uso, in particolare di terreni. Mi risulta che molte di queste concessioni non siano soddisfacenti. Ci sono situazioni di grave incuria e sarebbe opportuno, in taluni casi, agire con risoluzioni contrattuali”.

Augusto Michelotti (Su): “A San Marino, quando uno viene a sapere di essere in prossimità di un terreno dello Stato poi si allarga. E raramente trova qualche opposizione. E’ uno dei nostri problemi: la deregulation. In questo Paese non paga mai nessuno le proprie colpe. Non c’è niente di più odioso che approfittare dei beni comuni”.

Franco Santi (Civico 10): “Appoggiamo questo articolo. La differenza in queste situazioni non fa la buona norma, ma rendere effettiva la norma. A San Marino ci sono grossi problemi di effettività della norma”.

Gian Matteo Zeppa (Rete): “Chiedo maggiori delucidazioni soprattutto per quanto riguarda l’apparato sanzionatorio”.

Stefano Canti (Pdcs): “Chiariamo semplicemente chi deve applicare le sanzioni in seguito a quanto previsto dalla Finanziaria dello scorso anno. E’ improprio parlare di sanatoria. Non c’è alcuna sanatoria”.

Grazia Zafferani (Rete): Sono contenta del fatto che le verifiche vengano fatte. Mi chiedo se poi dopo le verifiche vengono fatte le sanzioni. Chiedo al Segretario quanti sono i terreni occupati abusivamente? E se coloro che abusavano usufruiscono ancora dei sussidi dello Stato. La risoluzione dei contratti è meglio della sanzione”.

Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Identifichiamo solo le competenze di chi va ad applicare le sanzioni. Non è una sanatoria perché con questo emendamento le sanzioni saranno più alte. Numero abusi? Al momento non abbiamo il dato, ma lo faremo avere al Consiglio. Chi ha commesso gli abusi sarà sanzionato”. L’articolo presentato come emendamento dal Governo è approvato

Dibattito sull’Art.26 “Proroga convenzioni di carattere diplomatico”

Viene accolto a maggioranza l’emendamento di Rete in subordine aggiuntivo dei commi 3 e 5:

Elena Tonnini, Rete: “Nella diplomazia, a nostro avviso e per il gruppo di revisione delle spese, ci sono diversi ambiti di intervento dove tagliare. Non diciamo che la diplomazia non sia importante, ma che alcune parti vanno ampliate, altre sono invece risultate un danno per la nostra Repubblica. Nel primo emendamento chiediamo di riconsiderare gli agenti diplomatici e consolari e le spese connesse. Ci rivolgiamo non agli agenti di carriera, ma a quelli diplomatici e a disposizione, che non esistono in altri Paesi e non sono riconosciuti a livello internazionale. Sono titoli spesso usati in passato per amici e per nomine dirette e comportano spese, a nostro avviso, non motivate. Diamo per tanto al congresso mandato di ridurre sedi e numero dei diplomatici. Poi un emendamento per concentrare l’operatività del corpo diplomatico nelle sedi strategiche e per cessare l’operatività di ambasciate e consolati presenti, nonché gli incarichi diplomatici istituiti per altre sedi. Si prevede poi che dove verranno sospese le presenze diplomatiche sammarinesi all’estero, si beneficerà dell’articolo 3 della Convenzione di amicizia e buon vicinato del 1939 con l’Italia. In subordine, presentiamo un’altra proposta di un taglio delle spese pari almeno al 10% dei costi totali afferenti alle sedi diplomatiche sammarinesi all’estero. Quindi entro il 30 Giugno 2015 il Congresso di Stato dovrà svolgere una ricognizione effettiva delle attuali sedi diplomatiche sammarinesi, ottemperando a quanto indicato nella relazione conclusiva del gruppo per la riduzione della Spesa Pubblica. Diamo un segnale a questo Paese”.

Franco Santi, C10: “Noi semplicemente aggiungiamo una postilla per dare quel segnale richiesto anche da Tonnini per chiedere l’abrogazione delle  indennità dei diplomatici in carriera, in attesa della legge sul riordino del corpo diplomatico. Per estendere il discorso delle indennità dei dipendenti Pa anche al corpo diplomatico”.

Grazia Zafferani, Rete: “Tutti gli emendamenti di Rete chiedono un riordino necessario, sono d’accordo anche sulla proposta di C10, visto che siamo in attesa della legge in seconda lettura sul riordino del corpo diplomatico. Si va da 900 mila euro per un appartamento a Strasburgo, ad affitti da 60 mila euro, altri 60 mila euro per spese condominiali..ci sono spese, a nostro avviso, che in situazione di deficit finanziario necessitano di una revisione, per distinguere ciò che è necessario e ciò che non lo è. Gli emendamenti di Rete vanno in questa direzione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Per il secondo anno consecutivo viene presentato in Finanziaria un articolo fotocopia perché non è stata legittimata la riforma della legge sulla carriera diplomatica. Sappiamo gli enormi scandali perpetrati anche a causa di personaggi infami cui è stato dato incarico diplomatico. I nostri emendamenti danno tempistiche inoltre che possono essere modificate se recepite dal governo, se si volesse proporre un’altra data”.

Massimo Cenci, Ns: “Nelle sedi diplomatiche probabilmente si cela qualche spesa inutile, concordo quindi su molte delle cose dette dai colleghi che mi hanno preceduto. In questo momento quando si parla di costi pubblici occorre un’analisi sul rapporto costi-benefici. Non so se i termini sono corretti, ma ritengo che su un argomento del genere è opportuno ragionarci per trovare condivisione”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Ci tenevo anche io per esprimere condivisione della ratio dei rilievi mossi dai rappresentanti di Rete. C’è necessità di riordino delle rappresentanze e nello specifico delle sedi diplomatiche, ciò è stato oggetto anche di uno specifico confronto in maggioranza. In quel contesto è stata considerato l’avvio della revisione delle spese di quel settore, si potrebbe quindi rafforzare il testo emendato dal governo per dare maggiore efficacia alla revisione e riordino delle sedi, alcune hanno costi eccessivi, forse avere due sedi consolari vicine, come Ravenna e Rimini, è ridontante”.

Nicola Renzi, Ap: “A volte anche dei ‘no’ si trasformano in ‘sì’ quando si fa confronto preventivo. Infatti già durante agli incontri preventivi avuti con Rete si sono ritenute queste proposte plausibili.  Non vorremmo poi che suonasse come cosa punitiva. È un cosa logica e opportuna da portare a termine. Ben venga la possibilità di accogliere nello spirito parte di quello che è stato proposto, fermo restando alcuni punti che chiarirà il segretario di Stato”. 

Andrea Belluzzi, Psd: “Gli emendamenti di Rete non sono solo volti alla riduzione di spese nelle sedi, loro stessi hanno detto eventualmente di potenziare a livello strategico quelle sedi che dovranno avere in futuro maggior investimento”.

Luca Santolini, C10: “Sulla revisione delle sedi strategiche anche noi siamo assolutamente favorevoli agli emendamenti di Rete. Sulle indennità crediamo vadano intanto abrogate e regolamentate poi meglio”.

Luigi Mazza, Pdcs: “La ricognizione richiederà una valutazione di tutte le presenze diplomatiche in atto in funzione per la politica estera che è sempre più attiva in rapporti non tanto bilaterali, con l’Italia, ma plurilaterali e non più solo con l’Italia. Dalla maggioranza c’è disponibilità a valutare gli emendamenti proposti, non credo però che dobbiamo ricorrere alla convenzione del ’29, e quindi delegare ad altri funzioni per il nostro Paese non è accettabile. Ma la proposta di Rete e l’invito a una ricognizione entro il 30 giugno deve essere accolta. Sul punto 4, ritengo che forse il taglio può essere anche più alto, ma bisogna attendere la ricognizione per valutarlo. Quindi sì ai punti 3 e 5, anche se i termini sono stretti.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Non ho difficoltà ad accogliere negli emendamenti proposti le due preoccupazioni, la prima contenuta nell’articolo in subordine quando dice che entro il 30 giugno c’è l’impegno a portare a riforma, e la seconda che impegna entro la stessa data a una ricognizione delle sedi diplomatiche. E’ una verifica già iniziata da tempo e ha portato già risultati. Nei consuntivi 2012 e nell’assestato 2014 la spesa esteri è diminuita in 541 mila euro sui 5 mln di euro totale, quindi di oltre il 10%, e la maggior parte della riduzione è stata sul personale. Vorrei avessimo degli ordini di grandezza. La spesa di tutta la politica estera, sedi e viaggi, è poco più dell’1% della spesa pubblica totale, spendiamo più per i trasferimenti al Cons. E’ la cenerentola delle spese. Sulle indennità: tutte devono essere riviste, ma non credo accoglibile un intervento specifico sulla carriera diplomatica senza una revisione generale”.

Elena Tonnini, Rete: “Sono quindi recepiti due commi di tutti i nostri emendamenti. Ringraziamo per la disponibilità, dispiace per il comma 4 dell’obiettivo del 10%. Si accetta di portare la legge entro il 30 giugno 2015 e la revisione delle sedi. Va bene, gli emendamenti sono migliorativi”. 

Dibattito all’Emendamento “articolo 26 ter” presentato da Civico 10/Respinto

Andrea Zafferani (Civico 10): “Parliamo di incarichi di nomina e non di incarichi che derivano da concorsi. Prevediamo che chi ha incarichi direttivi o di rappresentanza in partiti politici o movimenti non possa essere incaricato con nomina dagli enti pubblici e dalle società partecipate dallo Stato. E’ storia purtroppo di questo paese vedere assegnare generosissimi incarichi di consulenza solo per il fatto di avere un ruolo nei partiti e senza avere particolari meriti”.

Marco Podeschi (Upr): “In passato noi avevamo sollevato medesime problematiche su alcuni enti. Non su tutti come fa Cittadinanza Attiva. Tra l’altro sono stati dimenticati alcuni incarichi come il direttore di dipartimento, l’addetto di segreteria, i distacchi all’interno delle Segreterie di Stato. Se ragionamento deve esserci dobbiamo farlo anche su questi incarichi qui”.

Luca Santolini (Civico 10): “Non è stata una dimenticanza ma cosa voluta perché quelle tre figure devono essere di fiducia del Segretario di Stato”.

Luigi Mazza (Pdcs): “In un paese come il nostro, in cui la politica non è un mestiere, con questo tipo di norme stiamo escludendo parte della popolazione dall’attività politica. Un libero professionista che riveste un ruolo all’interno del partito o è pensionato o ricco ereditiere o pubblico dipendente perché altrimenti non potrebbe ricevere alcun incarico da enti pubblici”.

Mimma Zavoli (Civico 10): “Le dichiarazioni di Mazza denotano come, a suo parere, le proposte o vengono dalla maggioranza o non sono buone. Secondo me il consigliere Mazza non ha letto bene l’articolo”.

Paolo Crescentini (Ps): “E’ un dibattito interessante che pone l’attenzione su un aspetto delicato. E’ un emendamento condivisibile che va sostenuto. Continuiamo a permettere a persone che hanno ruoli nei partiti di ottenere incarichi ben remunerati. Si sta continuando a mettere i consiglieri nelle condizioni di aver incompatibilità assurde mentre chi ha ruoli nei partiti può tranquillamente assumere incarichi dirigenziali”.

Maria Luisa Berti (Ns): “Il testo dell’articolo colpisce solo i lavoratori autonomi. Sono limitazioni che a mio avviso andrebbero estese a tutte le realtà lavorative. E’ una formula discriminatoria”.

Tony Margiotta (Su): “E’ un emendamento che riguarda tutte le categorie lavorative. Non solo gli autonomi”.

Valeria Ciavatta (Ap): “Lo spirito norma è più esteso nei suoi effetti. Si parla della consulenza, dello studio e anche dei ruoli dirigenziali e direttivi che sono nella pubblica amministrazione ma nel testo dell’articolo si parla solo di enti pubblici e partecipate. Andava specificato ‘la P.A’”.

Segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni: “Non si può far passare il concetto che chi ha ruoli nei partiti se assume incarichi per gli enti pubblici sia un inetto. Non possiamo essere d’accordo su questo. Posso capire la ratio dell’emendamento ma messo in questi termini è troppo pregnante e incisivo. Voglio salvaguardare anche quelle professionalità che abbiamo nel nostro paese”. L’emendamento è respinto

 

Dibattito sull’Emendamento di Denise Bronzetti, consigliere Indipendente di maggioranza, aggiuntivo dell’articolo 27 bis “Divieto di cumulo di più incarichi pubblici”. (Non è consentito cumulare incarichi di studio, consulenza, dirigenziali, direttivi e comunque nomine quale componente i consigli di amministrazione o i collegi sindacali di Enti e Aziende Pubbliche o di società partecipate sia direttamente che indirettamente dallo Stato, allorquando la nomina derivi da un organo dello Stato o da Enti, Aziende pubbliche o dalle suddette società partecipate).

Denise Bronzetti, Ind. : “Si torna a parlare di accumulo di incarichi. Sono qui a proporre l’emendamento all’Aula, se ci sono contributi di altre forze politiche possiamo discuterne”

Marco Podeschi, Upr: “Mi piace questo emendamento, sono curioso di vedere se la maggioranza lo approva. Ma viene applicato anche ai segretari di Stato? Potrebbe portare problematiche operative per vari enti, Banca centrale, Fondo servizi sociali etc.”

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Mi piace l’emendamento che va verso la trasparenza. Chiedo alla collega di accettare alcune modifiche di accordare per una condivisione maggiore con i colleghi di maggioranza, un testo con alcune modifiche”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Mi sembra che il testo appena letto si riferisca alle nomine del Cda e collegi sindacali di enti pubblici che avvengono da parte del Consiglio e del Congresso. Tutte le nomine fatte dalla nostra lista non hanno previsto accumuli di incarichi, pongo però il problema se può andare bene per forze politiche minori, con meno risorse umane disponibili”.

Paride Andreoli, Ps: “Continuiamo a parlare di incompatibilità in un Paese piccolo come il nostro finché un giorno non avremo più risorse umane a disposizione. Forse iniziamo a esagerare”.

Paolo Crescentini, Ps: “Preferisco la versione originaria di Bronzetti, così è fortemente limitato”.

Andrea Zafferani, C10: “Come Crescentini penso che l’emendamento debba essere accolto come era in origine, perché presenta il divieto di accumulo di incarichi includendo anche di consulenze e collaborazioni date dalla politica, incarichi che si prestano a favoritismi. La lettura di Ugolini limita agli incarichi dei membri del Cda. E’ un peccato limitare un emendamento corretto così com’è”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Per queste materia meglio un apposita legge sulle incompatibilità o un regolamento consiliare. Questo modo di affrontare tutto attraverso i divieti mi sembra un ragionare dal lato sbagliato. Meglio ragionare su competenze, se un Cda funziona, lo fa perché ci sono persone competenti. L’emendamento mi trova concorde. Trovo inopportuno cumulare incarichi, però non può essere un divieto assoluto, ma deve essere rimesso al senso della misura di chi è eventualmente un accentratore di incarichi”.

Tony Margiotta, Su: “Vorrei dare pieno sostegno del mio gruppo a questo emendamento che da un messaggio e va verso una direzione importante”.

Roberto Ciavatta, Rete: “La Dc vuole la modifica restrittiva. Resto perplesso dal fatto che sia un emendamento di maggioranza che viene a sua volta modificato dalla maggioranza, e in maggioranza c’è anche chi dice che questo non è il luogo giusto. Ma prendiamoci sul serio, dite apertamente che non volete andare in questa direzione. Noi sosterremo un emendamento di maggioranza che la maggioranza stessa chiede di posticipare in altro modo, forse iniziamo ad essere un po’ stanchi”.

Gian Franco Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Come governo, su questo emendamento aggiuntivo si comprende la ratio. E’ un argomento che necessita di regolamentazione e siamo d’accordo, Ma proporre un articolo in Finanziaria senza le dovute valutazioni e approfondimenti non è opportuno”.

Denise Bronzetti, Ind: “Non ritiro il mio emendamento, lo mettiamo in votazione”.

Respinto con 24 voti favorevoli, 26 contrari, un astenuto.

Dibattito sull’Emendamento consigliere Ind. Denise Bronzetti aggiuntivo “articolo 27 ter” sostituzione della tabella “A” del Decreto delegato del 321 Marzo 2014 n. 47. Approvato a maggioranza.

Denise Bronzetti, Ind: “L’emendamento modifica la tabella A del decreto 31 marzo 2014 n. 47 che riguarda le misure applicative di riduzione della spesa per enti e società a partecipazioni statale. Si prevede che ai pensionati spetta il 50% del gettone, mentre per i dipendenti pubblici il gettone è previsto solo se al di fuori dell’orario di lavoro. Ho ritenuto proporre per chi ha reddito da pensione una riduzione del 50% sia sul gettito, sia sul compenso mensile”.

Marco Podeschi, Upr: “C’è un contratto, è inutile scandalizzarsi o nascondersi con la testa sotto la sabbia, ci sono 5 mila persone che hanno questo vantaggio. Non c’è equità tra lavoratori pubblici e privati”. 

Marino Riccardi, Psd: “Le problematiche poste dal consigliere Podeschi sono reali, ma l’emendamento è comunque un passo in avanti. Oggi c’è grossa disparità tra chi lavora nel pubblico e chi nel privato. Quello che propone Bronzetti mi sembra ragionevole, che per le riunioni fuori dall’orario di lavoro sia previsto il gettone, mentre durante l’orario di lavoro è ragionevole che percepiscano il loro stipendio. Ma problematiche possono insorgere per applicarlo”.

Vladimiro Selva, Psd: “L’attuale tabella vigente dice che a pensionati spetta il 50% gettoni di presenza, per dipendenti pubblici solo se la riunione avviene al di fuori dell’orario di lavoro. Ma il consigliere Bronzetti propone una modifica che riguarda solo i pensionati. Quindi credo che le sollecitazioni di Riccardi siano state ampiamente accolte nella formulazione del decreto”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Se la tabella resta identica negli importi non vedo perché debba essere inserita in legge di Bilancio. Si può inserire la norma alla luce dell’osservazione fatta. Personalmente ritengo ci sia una inopportunità- perché l’incompatibilità non è prevista per legge- se un dipendente pubblico è anche nel Cda di un ente pubblico. Comunque è da due giorni che parliamo di organi istituzionali e partiti, però mi sembra che stiamo un po’ esagerando. Se si vuole fare la guerra degli uni contro gli altri non vedo perché un pensionato debba essere trattato diversamente da un dipendente che prende lo stipendio. Si guarda sempre lì, andiamo avanti così in questo Bilancio”.

Paride Andreoli, Ps: “Abbiamo parlato poco delle spettanze amministrative di noi consiglieri e di chi ruota intorno ai Consigli di amministrazione. Sul decreto delle Poste ci confrontammo e avemmo posizioni diverse ma, se non ricordo male, abbiamo condiviso che la politica ha un costo. Chi lavora nella Pa mantiene lo stipendio e prende un gestione di 35 euro, mentre chi lavora in ambiti privati si vede sottratto l’ambito di lavoro. Prendiamo 80 euro di fisso al mese, mentre i presidenti dei vari Cda, come l’Azienda di produzione, prende 420 euro. Credo che nell’ambito del confronto sul regolamento del Consiglio grande e generale si dovrà parlare anche di queste cose. Spero che i coordinatori convochino una riunione per parlare liberamente di questi temi perché nell’ultimo anno e mezzo non se ne è potuto parlare”.

Roberto Ciavatta, Rete: “L’emendamento chiede che il compenso fisso per i pensionati che sono all’interno di Cda ricevano il 50% e non il 100% del compenso fisso. Sono favorevole a questo dimezzamento. Ma non capisco perché non venga prevista anche per i lavoratori”.

Andrea Zafferani, Civico 10: “Siamo d’accordo con l’emendamento, anche se potrebbe essere esteso come dicevano Podeschi e Ciavatta. Riteniamo che sia un miglioramento e crei maggiore giustizia, perché queste persone hanno già un reddito. Speriamo che il decreto possa essere migliorato nel tempo per creare più giustizia e più equità”.

Gian Nicola Berti, Noi Sammarinesi: “Ricordo una con la moglie di Tonino Guerra un discorso sull’Unione Sovietica, dalla quale veniva. Si parlava di stipendi bassi e lui disse: loro fanno finta di pagarci, e noi facciamo finta di lavorare. Se andiamo al ribasso, difficilmente il paese potrà ripartire. Non dobbiamo pensare quanto ci costa una persona, ma quanto ci rende. E solo dopo ci chiederemo quanto ci costa”.

Alessandro Mancini, Ps: “Accogliere l’emendamento è importante perché riduce la spesa e, politicamente, può essere l’inizio di un dibattito serio fra pubblico e privato”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Va bene che vengano diminuite queste cifre, concordo che il pensionato possa essere parificato al dipendente e servirebbe lo stesso metro. Questi Cda vanno a prendere più dei parlamentari del proprio Paese. Il dipendente del settore privato che fa parte del Consiglio rischia il posto di lavoro, perché si è impegnati una settimana e mezzo o due al mese. Il datore di lavoro ti vede in maniera diversa rispetto al collega che presta la sua opera per tutto il mese. Questo non è un obbligo per noi, ma quello che descrivo è un fatto. Si percepisce meno che chi lavora nella Pa, e si rischia il posto di lavoro, cosa che nella Pa non accade. Questo non è un mestiere, ma un’opera prestata al Paese. Sia uguale per tutti”.

Luigi Mazza, Pdcs: “L’emendamento andrebbe abbinato all’articolo 38. Concordo sul fatto che il dibattito vada aperto, su come in politica si partecipa come autonomi o dipendenti pubblici. C’è chi ha turni, chi orari fissi. Il tema fa parte del regolamento consiliare, chiederei proprio ai consiglieri di mettersi al lavoro su questo tema a prescindere dal regolamento consiliare. C’è disagio per i lavoratori privati, e anche gli autonomi che siano commercianti, professionisti o artigiani. Sulla decurtazione dei pensionati siamo favorevoli anche noi”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “L’emendamento è in ottica spending review. Confermiamo il voto favorevole. Si parla di poca dignità per i consiglieri che prendono meno di membri di Cda, ma la si lega solo a un fattore economico”.

Massimo Cenci, Ns: “Trovo l’emendamento opportuno, ma come Mazza penso che anziché inserire un nuovo articolo, si possa formulare la modifica nell’articolo 38”.

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