Consiglio Grande e Generale, 20 gennaio, prima parte. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 20 gennaio, prima parte. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 19-23 GENNAIO 2015

MARTEDI’ 20 GENNAIO- prima parte

La seduta riprende dalla ratifica dei decreti delegati: passa l’esame dell’Aula il n188, “Regolamentazione dei flussi di migrazione per motivi di lavoro e per esigenze straordinarie per l’anno 2015”. Ratificato anche il n.189 – Statuto della società “Techno Science Park San Marino – Italia S.p.A.”, in cui sono invece respinti gli emendamenti presentati da Cittadinanza attiva, tra cui la richiesta di cambiare il nome del parco in lingua italiana.

Infine, dopo un approfondito dibattito, viene ratificato anche l’ultimo decreto, il n.194, “Sperimentazione di plurilinguismo nelle scuole sammarinesi”. Si apre quindi il comma relativo al “riferimento del governo sul mandato per l’accordo di associazione con l’Unione europea e successivo dibattito”.

Di seguito una sintesi degli interventi della prima parte della seduta odierna.

Ratifica decreti delegati e decreto-legge

Decreto delegato n.188 – Regolamentazione dei flussi di migrazione per motivi di lavoro e per esigenze straordinarie per l’anno 2015

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “E’ un decreto previsto dalla legge 188 n. 2010, si prevede che ogni anno siano indicati i numeri di alcune tipologie di permessi, quest’anno i numeri sono più bassi per tutte le categorie, più alto solo per gli infermieri. Attualmente l’Iss ne utilizza una decina, ora si indica un tetto prudenziale a 45, ma non si ha intenzione di arrivare a coprirlo tutto”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Lo scorporo è stato chiesto proprio perché non era accompagnato da una relazione illustrativa. Faccio poi un intervento uguale allo scorso anno, la legge prevede che annualmente si prepari il decreto sui flussi migratori, la volta precedente avevo posto delle curiosità sui requisiti. Si è detto che si hanno stime prudenziali, sarebbe interessante sapere, rispetto al decreto, quanti permessi vengono dati e quanti invece restano fuori. In vigore, su residenze  e permessi di soggiorno, oggi abbiamo la legge n.118 del 2010 e la legge del ’91, più le integrazioni del caso, quattro decreti delegati: credo che ci siano un continuo rinvio e continui cambiamenti in essere, partendo dalla legge del 2010, che inevitabilmente verranno ancora implementati. In questo quadro sarebbe invece necessaria una normativa snella. Si crea confusione. Temo quindi un’implementazione farraginosa, in vista del negoziato con l’Ue”.  

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Mi scuso per la mancata presentazione della relazione al decreto, un testo che spieghi anche quali sono i flussi andrà fatto. Per rispondere positivamente all’esigenza manifestata, c’è l’articolo 33 della legge di modifica che affronteremo in prima lettura, che prevede la stesura di un testo unico di tutta la materia di permessi e residenze. Condivido che l’obiettivo di semplificare le procedure è da perseguire. Anche io penso che il percorso europeo ci porterà ad altre modifiche, ma al momento il testo unico sarà un aiuto anche per le modifiche successive”. (ratificato)

Decreto delegato n.189 – Statuto della società “Techno Science Park San Marino – Italia S.p.A.”

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Questo decreto viene in Consiglio anche a seguito dell’importante firma avvenuta a Roma con il ministro per lo sviluppo economico. E’ la migliore risposta per il 2015, per andare a concretizzare le relazioni tra i due Stati, la realizzazione del progetto principe che segue quella dell’incubatore di impresa. Poi la legge di bilancio inserisce il Parco nei progetti prioritari da realizzare, è il miglior messaggio che possa essere recepito”.

Mimma Zavoli, C10: “Sottolineo l’impulso che si cerca di dare a un investimento istituzionale nei confronti di nuove tipologie imprenditoriali, quelle che questo Paese potrebbe utilizzare per aprire nuovi fronti. Ci sarà molto lavoro da fare segretario, non una passeggiata, le attività innovative necessiteranno una rete di supporto istituzionale e amministrativo. Diversamente, quello che è alla base un buon progetto rischia di andare a infrangersi su problemi annosi del nostro Paese. Rischiamo infatti di impattare contro un iceberg: tlc, rilascio autorizzazioni e meccanismi che portano alla realizzazione di progetto imprenditoriale. Sono limiti che ci sono e non li abbiamo superati. Abbiamo normative che però non sono sufficienti perché allo stato delle cose l’aspirante imprenditore deve fare il giro delle sette chiese, tutte cose che stridono nei confronti di un progetto comunque interessante. Si parte già in ritardo e l’approccio amministrativo e istituzionale è un grande problema. Noi siamo positivi e abbiamo proposto due emendamenti, il primo riguarda il titolo, intendiamo debba essere nella nostra lingua e trasformato in “Parco scientifico e tecnologico della Repubblica di San Marino e Italia”, per denotare una solidità anche da questo punto di vista”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “La denominazione del parco è stata oggetto di ampia valutazione. Abbiamo cercato di dare attraverso il nome un collocazione internazionale, che funzioni anche sui motori di ricerca su Internet e rispecchia sia la vocazione del parco e sia la volontà di aprire una nuova porta del nostro Paese. Nell’accordo firmato con il ministro Guidi si certifica l’accordo sul nome delle due Repubbliche, in questo caso è il nome della società ma chiedo di mantenere la versione originaria, pur comprendendo le motivazioni della richiesta2. (ratificato a maggioranza, gli emendamenti di Ca vengono respinti).

Decreto delegato n.194 – Sperimentazione di plurilinguismo nelle scuole sammarinesi

Giuseppe Maria Morganti: “Con plurilinguismo non ci riferiamo solo all’acquisizione di competenze comunicative legate alla possibilità di esprimersi in lingue diverse dalla propria, ma è qualcosa di utile alla crescita dell’individuo e che gli consente di esaminare il mondo da più punti di vista. Il decreto ha una particolarità sostanziale, si differenzia dai processi di altre scuole, in altre nazioni. Non è bilinguismo, ma plurilinguismo ed è un processo che interessa tutti gli ordini di scuola, dagli asili nidi alla scuola secondaria superiore. Ha tre trienni di sperimentazione e intanto con il decreto viene approvato il primo triennio sperimentale. E per l’anno scolastico in corso si affronta la problematica in modo dolce  e flessibile a seconda della disponibilità dei docenti e dell’organizzazione nei plessi scolastici. Dal prossimo anno il plurilinguismo dovrà invece essere adottato per almeno 30 ore. Con il decreto si razionalizza l’intervento che è già comunque avviato nelle scuole”.

Elena Tonnini, Rete: “Esiste un’effettiva difficoltà del progetto che si inserisce in programmi in corso, il rischio è la sovrapposizione con programmi esistenti. Far uscire un decreto a metà anno è controproducente, forse sarebbe stato meglio inserire il plurilinguismo all’inizio dell’anno scolastico. C’è poi confusione, molti insegnanti non hanno capito e pensano che ci si riferisca solo alla lingua inglese. Noi con un emendamento chiederemo di inserire all’interno del comitato scientifico un referente della commissione tecnica per l’inclusione, per coordinare i lavori affrontandolo anche in materia di Dsa”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Non posso non condividere il contenuto del decreto che vedrà a fianco dell’italiano e dell’inglese altre lingue con ruoli veicolari delle materie. Non è solo apprendimento di ulteriori lingue ma il potenziamento di tutti i livelli cognitivi. Importantissima è la formazione degli insegnanti che ha un valore strategico per il raggiugimento degli obiettivi”.

Franco Santi, C10: “E’ un primo piccolo passo questo decreto, definisce una serie di percorsi da perseguire, tra cui l’intervento sul progetto curriculare nei vari cicli scolastici è ancora un abbozzo. E’ interessante attivare cicli interi di sperimentazione di didattica in più di una lingua. Bisogna crederci fino in fondo e allora ci vogliono più risorse perché la formazione costa. Si è partiti già con un piccolo grande errore: dallo scorso anno sono state veicolate risorse per incentivare i docenti a certificare la propria competenza linguistica, ma lo si è fatto non obbligando i docenti stessi a terminare il percorso della certificazione, ed è stato un errore strategico, da non commettere più. E’ solo piccolo passo perché il plurilinguismo è un’opportunità da mettere in campo in tutti i campi educativi”.

Marco Podeschi, Upr: “Ottimo il multilinguismo, ma mi rivolgo a segretario e colleghi di maggioranza, ricordando loro che c’è una legge, la numero 71 del 2013, detta ‘legge sullo sviluppo’, che all’articolo 38 prevedeva che fosse emanato un decreto entro 31 dicembre 2013 affinché tutti gli atti normativi fossero tradotti in lingua inglese. Ma io questo decreto non l’ho visto.  Visto che si parla di più lingue, chiedo perché il governo non ha dato seguito a questa normativa. Inutile spendere risorse nelle scuole sul plurilinguismo, quando non si riesce a fare bilinguismo con gli atti normativi. Faccio poi presente che il bilinguismo può essere abbinato alle pratiche sportive”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il collega Podeschi dice che ad oggi le legislazioni, soprattutto in ambito economico, non sono state tradotte in lingua inglese. Ricordo l’emendamento in Finanziaria del 2013 dell’Upr che è stato approvato. Finalmente quest’anno siamo riusciti ad attuarlo e i primi di gennaio dalla segreteria per l’Industria si è comunicato che le leggi in questo ambito sono state tradotte, c’è un elenco piuttosto lungo. E’ vero c’era stata una mancanza, ma ora si è sopperito a questa. I futuri sammarinesi si sentiranno parte di un contesto europeo e questo decreto ne offre la possibilità. E in periodo di spending review decidiamo di investire nel plurilinguismo. Capisco che siamo durante l’anno scolastico, ma sono convinto che già da settembre rientreremo a regime”.

Nicola Renzi, Ap: “Sono convinto che questo decreto sia un intervento assolutamente opportuno. Oggi si parla di plurilinguismo con un approccio realistico. Si dice che è importante sviluppare la capacità negli alunni, di età più bassa, di passare da un codice linguistico ad un altro, perché attiva i loro livelli cognitivi. Vuol dire che ci sarà la possibilità di mettere in campo azioni per un nuovo metodo di apprendimento. Non c’entra niente parlare di altre cose marginali. In questo decreto credo ci siano tantissime risposte”.

Toni Margiotta, Su: “Questo decreto rappresenta un’innovazione importante che può dare un valore aggiunto alla formazione dei nostri ragazzi. Ho però alcune perplessità. Il fatto che gli insegnanti non abbiano concluso i corsi di formazione, il fatto che li stessi addetti ai lavori abbiano parlato di problematiche corporative, oer esempio. Poi il decreto parla di sperimentazione, che coinvolge l’intero settore dell’istruzione, chiedo se non sarebbe stato meglio partire con dei percorsi e delle sezioni sperimentali per poter creare un percorso pilota, in modo da allargarlo ad altre sezioni. E ancora, non è importante che proprio gli insegnanti abbiano l’obbligo di formarsi e acquisire le certificazioni espresse nel decreto? Il precedente, se è vero, è ambiguo, partiamo già da una situazione non ottimale”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Oggi in Aula si parla di plurilinguismo e di Ue, è una concomitanza interessante che riguarda progetti con cui San Marino intende implementare la sua apertura esterna. Rinnoviamo l’impegno e l’attenzione particolare verso l’insegnamento delle lingue che è parte di un processo inarrestabile e non è solo una competenza in più”.

Giuseppe Maria Morganti: “Ringrazio per gli apprezzamenti fatti al progetto dai consiglieri. Rispetto la critica fatta sulla tempistica, ovvero di avere portato in Aula il decreto ad anno scolastico iniziato, chiarisco che gli insegnanti sono stati formati dall’estate scorsa. Il decreto è stato emesso ad ottobre e in due mesi sono state fatte tantissime cose in tutto il mondo scolastico. Non sono d’accordo con il consigliere Margiotta che avrebbe preferito far partire il progetto solo in alcune classi: il plurilinguismo è un processo democratico che riguarda tutti gli alunni. Non solo: abbiamo fatto in modo che ci sia una norma transitoria per l’anno in corso. All’articolo 16, c’è una norma di coordinamento che prevede l’entrata in vigore del progetto per quest’anno dove le dirigenze scolastiche lo riterranno opportuno, mentre nel 2016 entra a regime con 30 ore nell’arco scolastico. Abbiamo l’ambizione che tra 9 anni tutti gli studenti avranno la possibilità  di vivere in un ambiente multilingue, per far crescere le loro capacità psico-cognitive in modo forte. Le risorse per fare questo progetto nel bilancio ci sono, le abbiamo messe già nel bilancio del 2013 istituendo un fondo specifico sulle competenze linguistiche veicolari, con 50 mila euro”. (Ratificato a maggioranza, respinto l’emendamento di Rete)

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