Consiglio Grande e Generale. 20 luglio 2016. Seduta del pomeriggio. SMNA

Consiglio Grande e Generale. 20 luglio 2016. Seduta del pomeriggio. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 18-21 LUGLIO

MERCOLEDI’
20 LUGLIO- Seduta del pomeriggio

Nella seduta del pomeriggio il Consiglio Grande e Generale
conclude la presentazione degli ultimi due progetti di legge in prima
lettura all’ordine del giorno: ovvero la “Legge sul diritto allo
studio” e “Codice dei beni culturali, architettonici e del
Paesaggio” entrambe presentate dal segretario di Stato per la
Cultura,
Giuseppe Maria Morganti. L’Aula passa
poi ad affrontare l’esame delle prime quattro istanze d’Arengo, di
cui una viene approvata, due sono respinte e l’ultima resta in
discussione.
In dettaglio: è approvata con 20 voti a favore e
15 contrari l’istanza
n.2 “Perché ai soggetti
economici sammarinesi operanti nel settore dell’artigianato
artistico sia concessa la possibilità di derogare ai divieti
previsti dalla Legge sulla Protezione ed utilizzo dello stemma
ufficiale della Repubblica di San Marino e di altri stemmi, segni ed
emblemi pubblici”. Respinta con voto palese invece la
n.27
che richiedeva il divieto di usare fuochi d’artificio,
botti e petardi sul territorio sammarinese, ad eccezione che in
occasione delle feste di commemorazione della Repubblica. Stessa
sorte per l’Istanza d’Arengo
n.3,
volta a
richiedere il riconoscimento delle fatture
commerciali quale certificazione dei ricavi e passività deducibili.
Infine,i lavori si interrompono al dibattito sull’Istanza d’Arengo
n.4 che richiede “migliorie tecniche in tema
di certificazioni fiscali SMAC e la detraibilità totale dei costi
sostenuti per la certificazione”. Il dibattito riprenderà domani
mattina.

Di seguito un estratto degli interventi di questo pomeriggio.

Comma 26 – Progetto di legge “Legge di diritto
allo studio”/ Prima lettura

Mimma Zavoli, Civico 10E’ arrivato un fuoco di fila
da parte dei consiglieri del Pdcs. Sta succedendo qualcosa che deve
sancire che qualcosa è finito? Qui c’è un gruppo che sta
sbattendo la porta in faccia a un segretario di Stato. Se le cose non
vanno, come succede spesso fra persone, e non c’è più collante,
inizierei a preoccuparmi. E’ un segnale politico inquietante.
Ognuno fa per sè. A farne le spese è il Paese.

Enrico Carattoni, PsdCi sarà tempo per proporre nelle
sedi opportune gli aggiustamenti che si ritengono necessari. Mi
sembra che quando un esponente di governo del Psd presenta un
progetto di legge venga spesso attaccato. Questo progetto di legge è
coraggioso. Non si cerca di fare dei risparmi sulla testa degli
studenti e della famiglia. Le spese vengono razionalizzate. Il
segretario di Stato ha avuto il coraggio di intervenire sui
trasporti. Sugli assegni di studio viene fatto un intervento per dire
che gli assegni vengono dati a chi ne ha bisogno. Mi spiace che
questo sia stato travisato. In passato venivano dati assegni a
persone con redditi stratosferici. Ultimo punto: con questo progetto
di legge l’ora di religione non contribuisce a definire la media
scolastica. Si può ragionare. Credo che sia arrivato il momento di
stabilire che è arrivato il momento di un confronto su questo tema.
Questo è il governo che ha stabilizzato gli insegnanti di religione,
lo ricordo.

Marco Podeschi, UprMi viene da dire che stiamo
discutendo un progetto di legge che potrebbe cambiare profondamente
durante l’iter istituzionale. Ho esaminato il testo, ci sono dei
passaggi in termini di costruzione legislativa che non funzionano. La
maggioranza si tiene in piedi con lo sputo. Vorrei capire in termini
di sostenibilità economica qual è l’impatto sul bilancio
pubblico. Quante risorse economiche possiamo dare? Possiamo premiare
le nostre eccellenze a livello universitario? Ci sono studenti
sammarinesi che rientrano nei parametri severi di università estere.
Ma ci sono costi che non tutte le famiglie riescono a supportare. Le
borse di studio private a San Marino sono poche. Non siamo nell’UE,
ciò significa anche essere fuori dai circuiti che danno sostegno
all’istruzione. Andare fuori dall’Italia a studiare costa caro.

Franco Santi, Civico 10  Il segretario ha fatto
quello che si era impegnato a fare. Non capisco lo stupore, la levata
di scudi registrata in Aula rispetto a questa proposta, che sarà
oggetto di discussione e approfondimento nella Commissione
competente. Il coraggio di mettere mano a una normativa che va a
ridurre l’apporto dello Stato in senso egualitario, facendo
un’operazione di solidarietà, non può prescindere dall’utilizzo
di uno strumento efficace per fare questo. Le risorse sono sempre di
meno. Sarebbe inqualificabile andare a limitare le opportunità
perché stiamo dando qualcosa a chi effettivamente potrebbe farne a
meno. Dobbiamo verificare la capacità reddituale delle famiglie per
colpire dove c’è bisogno.

Paolo Crescentini, PsGli scontri maggiori sono interni
alla maggioranza. Lo Stato può permettersi gli esborsi previsti con
i rimborsi? La scuola pone freni ai ragazzi che fanno sport e magari
potrebbero emergere. Perchè non si introducono aspetti che
contemplano dei diritti per i ragazzi meritevoli che praticano sport
e sono in difficoltà nel praticarlo? Penso magari a dei crediti
formativi. Da parte del Ps ci sarà massima attenzione in
Commissione, porteremo degli emendamenti.

Andrea Zafferani, Civico 10La maggioranza potrebbe
litigare anche su dove posizionare un cartello pubblicitario. Quasi 3
anni fa Civico 10 aveva presentato un progetto per rivedere il
diritto allo studio. Il testo non è stato analizzato, poteva dare
risposte. Avevamo proposto di inserire i dottorati di ricerca e i
master. Pensiamo che la formazione avanzata post universitaria
necessiti di un contributo. Se crediamo nella crescita economica del
Paese, sentire parlare di spending review su questi temi mi lascia
qualche dubbio. In questi settori la spesa rende. Le borse di studio,
invece di essere fisse o per scaglioni reddituali, devono essere
legate a un indice della situazione economica, che però non è mai
stato realizzato. Ciò considererebbe il reddito e anche il
patrimonio. Altrimenti si sostiene chi non ne ha bisogno. Faremo
degli emendamenti.

Giuseppe Morganti, segretario di Stato all’Istruzione –
replica
Nella legge del 1998 si fissano le competenze della
Consulta pubblica istruzione. Mi piacerebbe che alcuni consiglieri
l’avessero letta. Sono d’accordo con la legge. E’ un peccato
che si dica che non era la sede istituzionale adatta. Questo non mi
sta bene, ha fatto un lavoro egregio, lo difendo con i denti. Ha
individuato i temi centrali della legge. Dare sostegno a chi ne ha
bisogno, non come accade oggi. La legge attuale butta del denaro. E’
immorale sprecare le risorse. Questa è una proposta che le forze
politiche analizzeranno. Non siamo d’accordo sul finanziamento di
tutti i corsi post laurea che non hanno un’oggettività. Noi
finanziamo solo le scuole di specializzazione e i dottorati nei quali
si accede tramite concorso. Sappiamo che la dichiarazione dei redditi
è stato strumento di sperequazione. Il progetto è nella
disponibilità di tutti, è una proposta, la mia proposta.

Comma 27 – Progetto di legge “Codice dei beni
culturali, architettonici e del paesaggio” (I lettura)

Giuseppe Morganti, segretario di Stato alla Cultura
Il
governo sta procedendo verso 3 specifiche direttrici affinché la
conservazione possa contare su uno strumento efficace capace di agire
attraverso norme cogenti, che consentano un’azione di verifica e
controllo sul patrimonio che abbiamo il dovere di conservare per le
future generazioni, ma anche di farlo conoscere valorizzandolo. In
questa dimensione il Codice dei Beni Culturali, architettonici del
paesaggio identifica i beni mobili e immobili aventi valore
culturale, ne fissa le modalità di tutela e di eventuale utilizzo,
ne individua una parte definendoli di interesse nazionale,
sottraendoli di fatto alla possibilità dì essere modificati o
alienati. Vengono definite le procedure di assegnazione del valore
culturale che richiamano l’azione dell’Autorità dei beni culturali
fino il coinvolgere, nei casi di dichiarazione dell’interesse
nazionale, anche il Consiglio Grande e Generale. La tutela del bene
immobile e del paesaggio, quando questo assume valore culturale, ne
impedisce la distruzione, il deterioramento e il danneggiamento, o
l’uso non compatibile con il carattere storico e culturale.
Lo
Stato avrà il pieno diritto di eseguire scavi archeologici in ogni
parte del territorio e al proprietario del fondo, nel caso di
ritrovamenti, verrà riconosciuto un controvalore pari ad un quarto
di quanto rinvenuto, ma i reperti apparterranno tassativamente allo
Stato. Una sezione particolarmente complessa, che sì compenetra con
la legge “Disciplina della gestione delle opere d’arte nella
Repubblica d’ San Marino” mirante a regolamentare trasferimenti
ad ogni titolo dei beni culturali, è dedicata dal Codice alle
possibilità di alienazione dei beni o di foro uscita temporanea dal
territorio. Dichiarata l’inalienabilità dei beni di valore culturale
appartenenti allo Stato si consente, salvo decisione del Consiglio
Grande e Generale, di poterne proporre la cessione escludendo però
categoricamente quei beni su cui gravi l’interesse nazionale.
Nutrita
la sezione delle sanzioni amministrative e penali previste sia per
interventi non autorizzati su beni immobili, sia modificativi del
paesaggio quando questi ha assunto valore culturale, sia sulle
procedure dì possesso e trasferimento delle opere e degli oggetti di
antiquariato e arte.

Comma 28 – Istanze d’Arengo

Istanza n.2 – Perché
ai soggetti economici sammarinesi operanti nel settore
dell’artigianato artistico sia concessa la possibilità di derogare
ai divieti previsti dalla Legge 5 dicembre 2011 n.190 “Protezione
ed utilizzo dello stemma ufficiale della Repubblica di San Marino e
di altri stemmi, segni ed emblemi pubblici”
/
Approvata con 20 voti a favore e 15 contrari

Marco
Arzilli, segretario di Stato per l’Industria e l’Artigianato
La
legge del 2011 riguarda lo stemma ufficiale di San Marino. Lo stemma
è stato oggetto di collezionismo, ma è anche stato utilizzato nelle
peggiori condizioni, umiliando il simbolo della nostra patria. Nella
legge sull’artigianato sono previste le figure del maestro
artigiano e della bottega artigiana. Ci sono giovani che si stanno
avvicinando all’artigianato. L’istanza d’Arengo si può
accettare.

Valeria
Ciavatta, Ap
L’istanza
segnala delle sensibilità che anche io ho riscontrato esserci nel
mondo degli artigiani e in particolare gli ‘scalpellini’. Abbiamo
rilevato negli uffici pubblici quanto l’uso dello stemma nel privato,
nelle proprie abitazioni, sia diffuso quale segnale di forte
attaccamento dei sammarinesi. Ma ci deve essere una distinzione
rispetto lo stemma che usa lo Stato. Se la togliamo, l’uso
commerciale non si differenzia dall’uso istituzionale. Questo
contraddice il principio di tutela dello stemma. La riproduzione in
numeri consistenti come si differenzia dall’uso commerciale? La
procedura poi per richiedere l’uso dello stemma ufficiale non è
lunga, si fa domanda all’ufficio Brevetti e il costo delle royalties
non è così alto. In questo Paese si pretendono regole e poi chi non
le rispetta si considera vittima. Non c’è nessuna mannaia,
Segretario, mi chiedo se prima di fare questo riferimento è stato
sentito l’archivio di Stato e l’ufficio tecnico. Se la riproduzione
dello stemma avviene in numeri che non riguardano il settore
artistico, si entra nella vendita. La prima parte dell’istanza non è
accoglibile perché si dice che nessuna regola vale per questo
settore.

Marco
Podeschi, Upr
Il
gruppo Upr voterà favorevolmente questa istanza. Effettivamente la
legge 190 del 2011 ha fatto da spartiacque nella tutela del simbolo e
dello stemma nazionale, ma obiettivamente vi sono forti limiti. E’
brutto parlare di deroga alla legge, se questa istanza andrà accolta
bisognerà rivedere la legge. Per esempio, è assurdo non poter
riprodurre la bandiera del nostro Stato sulle divise delle squadre
dei nostri atleti. Il problema glielo pongo perché ogni cittadino ha
diritto e l’orgoglio di portare la sua bandiera sulla sua divisa. E
in termini positivi invece si potrebbe pensare come rilanciare
l’immagine del Paese. Auspico l’istanza venga approvata.

Elena
Tonnini, Rete
Anche
il nostro movimento voterà a favore dell’istanza. E’ importante
l’uso dello stemma da parte degli operatori economici, ma mi
piacerebbe parlare degli operatori appartenenti all’artigianato
sammarinese e limitatamente a questo. E’ importante non si parli di
produzione seriale. Serve un salto di qualità per l’artigianato
artistico, ci sono ampi margini di sviluppo non solo nell’artigianato
tradizionale, ma anche a livello innovativo. Ci trova concordi la
richiesta di poter favorire nicchie dell’artigianato nazionale anche
senza lo stemma ufficiale, ma attraverso l’uso del fac simile. E mi
pare la richiesta vada nell’utilizzo del fac simile. Però che venga
stabilito dalle leggi e non si faccia passare questa autorizzazione
attraverso una commissione, se ci sono requisiti certi.

Massimo
Cenci, Ns
Nell’ambito
di questa attività, l’istanza parla di ceramiche, ritengo che
legarle al nostro stemma si possa concedere. Mi sembra importante
l’autorizzazione da parte di una Commissione. Ritengo che sposando il
punto 2 dell’istanza che ci dice che San Marino deve sostenere
artigianato artistico, si possa dare l’uso in modalità fac simile
del nostro stemma. Ns darà voto favorevole all’istanza”.

Franco
Santi, C10

L’istanza rimette in discussione i termini della legge 190 del 2011.
Quindi non è una richiesta banale, va approfondita e valutata in
tutte le possibili implicazioni. Il caso sollevato da Podeschi può
essere superato con il buon senso. Per gli operatori si prevede
l’autorizzazione su richiesta della riproduzione dello Stemma, non
vedo grandi motivazioni per rivedere queste decisioni, se non
rispetto all’opera artistica. In ogni caso l’istanza non può essere
approvata così come presentata, ma va presa in considerazione la
ratio della normativa del 2011. Ciò non significa che l’esecutivo
non possa prendersi l’impegno di approfondire per vedere se ci sono
le condizioni per elaborare una normativa che venga incontro a certe
esigenze.

Francesca
Michelotti, Su
Spiace
aver sentito tante posizioni favorevoli a questa istanza. Sul primo
quesito si chiede una semplificazione delle modalità per poter
riprodurre lo stemma ufficiale della Repubblica e altre insegne
pubbliche nelle opere di artigianato artistico. Abbiamo il dovere di
tutelare i simboli dello Stato e che le procedure previste dalla
legge non siano modificate secondo quanto chiesto dagli istanti con
l’intento di semplificare la procedura perché non va nella
direttrice sposata dalla legge che è quella della tutela. Anche
nella tutela dei simboli si tutela la sovranità sammarinese, la
strada semplificata richiesta non può garantire le stesse tutela
previste dalla legge attualmente in vigore. Noi voteremo contro
questa istanza.

Alessandro
Cardelli, Pdcs
La
Dc si esprimerà a favore dell’istanza, riteniamo sia da sostenere e
tutelare l’artigianato artistico, settore in difficoltà. Questa
istanza arriva dal mondo dell’artigianato che ha vissuto le
difficoltà portate dalla legge attuale. Il nostro artigianato ci ha
fatto conoscere in passato fuori dai confini e mi auguro il settore
si possa rilanciare, sono diversi i giovani che stanno cercando di
riscoprire il mondo dell’artigianato.

Marco
Arzilli, segretario di Stato, replica
Non
dobbiamo tornare indietro su legge importante che ha ridato dignità
alla storia della nostra repubblica. Questa istanza può essere letta
in un modo molto semplice. Se l’esigenza è quella di fare in modo di
dare una risposta all’artigianato artistico, possiamo venire
incontro all’istanza, se l’esigenza fosse invece di riprodurre stemmi
legati a una produzioni di massa per il turismo l’istanza non
potrebbe essere accettata. Ma lo spirito dell’istanza è relativo
alle produzioni di pregio. Più che andare in deroga alla legge si
può ragionare su un percorso che possa facilitare l’uso della norma
solo per produzioni uniche o di pochi pezzi di pregio. Non credo che
l’associazione di categoria degli artigiani voglia andare contro una
legge che comunque sta rispettando. Nel caso l’istanza sia accolta la
vedrei nel senso della seconda impostazione”.

Valeria
Ciavatta, Ap
Mi
rincuora la spiegazione del Segretario. Ma se la volontà è di
recepire gli input con regole che vincolino al rispetto dl simbolo
dello Stato, allora non si deve approvare l’istanza, si predispone un
qualche emendamento alla legge per l’artigianato in modo da prevedere
una deroga limitata all’artigianato artistico. Perché oggi la
riproduzione in ambito privato è ammessa e favorita. Il Fac simile
oggi si può usare entro regole uguali per tutti. Se c’è un
operatore economico vuol dire che non fa riproduzione su uno o due
pezzi, ma su numeri più grandi. Cardelli dice che l’accogliamo per
rilanciare artigianato artistico e tradizionale, ma per quello si fa
altro, sono valori in conflitto. C’è un comitato che rimane a fianco
del governo per le questioni dello stemma e prima di approvare
un’istanza del genere si devono chiedere quali possano essere le
conseguenze possibili. Non è responsabile aver preso posizione di
governo senza aver sentito gli organismi competenti. Sulla questione
delle società sportive, le federazioni affiliate al Cons sono
soggetti pubblici, possono usare lo stemma. Ma un’associazione
privata resta privata, gira con il logo della sua società.

Istanza d’Arengo
n.4 – Per richiedere migliorie tecniche in tema
di certificazioni fiscali SMAC e la detraibilità totale dei costi
sostenuti per la certificazione/ in discussione

Gian Carlo Capicchioni,
segretario di Stato per le Finanze
La certificazione
ricavi ha richiesto l’evoluzione dei Pos che ha comportato l’aumento
del costo annuale di 150 euro, cui si sommano 150 euro circa per il
noleggio. Ai fini di ridurre tali oneri a carico dell’operatore
economico sono stati previsti dei rimborsi, di 120 euro annuali, che
riducono quasi per intero il costo di gestione. A questi cui si
sommano delle detrazioni che insieme ai rimborsi coprono buona parte
delle spese dell’esercente. Gli istanti chiedono la totale
detraibilità delle spese. Per quanto esposto, si ritiene che i costi
per la certificazione siano sostenibili. La segreteria per le Finanze
concorda poi sulla necessità di semplificare le certificazioni
fiscali, per tale ragione ha già attivato sistemi per la modalità
della registrazione off line, sia per il circuito fiscale che per
quello di scontistica. Si chiede di non accogliere l’istanza.

Andrea Belluzzi, Psd
Le risposte in termini precisi date
dal Segretario di Stato mi fanno orientare per votare contro
l’accoglimento dell’istanza che chiedeva ‘migliorie tecniche’ poi in
realtà si chiedono migliorie sui costi. Sono favorevole alla
richiesta di facilitare l’aspetto del pagamento tramite carta,
attraverso dotazione contacless per esempio”.

Giovanni
Francesco Ugolini, Pdcs
Si
porta in Aula un dibattito già acceso da mesi tra i commercianti. Da
tempo gli operatori economici chiedono correttivi per snellire la
burocrazia che sta diventando un ostacolo giornaliero alle loro
attività. I commercianti non sono mai stati contro la Smac ma alla
luce delle esigenze sollevate, credo si debbano affrontare correttivi
ascoltando le istanze delle categorie e non erigere un muro ideale
con il governo. Non è utile a nessuno. Le ragioni non stanno mai
solo da una parte. Un incontro credo vada fatto e magari si può
intavolare un tavolo di lavoro. L’introduzione dell’invio off line
dei dati giornalieri aiuterebbe e lei ha detto che in alcuni settori
è attivo. Mi auguro nonostante il no all’istanza che ci sia
l’impegno a incontrare gli operatori per trovare soluzioni
adeguate.
Matteo
Zeppa, Rete
Ci
sono altri sistemi di registratori di cassa direttamente collegati al
circuito Smac che hanno costi molto superiori rispetto al Pos e non
tutti possono permetterseli, è un vero e proprio investimento. Ci
sono esercizi dove è necessario fare pagamenti immediati, come nei
bar, dove non è possibile fare due volte pagamento e accertamento.
C’è chi investe per ottimizzare i tempi. Non so quali siano le
aliquote di rimborso, ma quello è un investimento che fa il privato
per avere il registratore di cassa direttamente legato alla Smac. Ma
c’è un problema: la linea. Tutti i giorni salta. E’ un problema
serio perché diversamente bisogna fare tutto manualmente con il Pos.
Così come non c’è possibilità di fare lo storno sulla Smac,
bisogna farlo manualmente sul portale. Quindi chi può ovviare per
ottimizzare il servizio compie un investimento per cui le detrazioni
previste non bastano. Bisognerebbe ovviare alle problematiche con il
dialogo, basta parlare di scontro sociale. Questa cosa non è stata
fatta o è stata fatta tardi.

Franco
Santi, C10
Le
richieste di questa istanza sono accettabili e di buon senso.
Chiedere semplificazione e gratuità dagli oneri previsti per
l’adempimento agli obblighi di legge crediamo sia legittimo. Molti
problemi sono stati risolti in questi ultimi due anni per venire
incontro alle esigenze degli operatori, ma molti nodi restano sul
tavolo, in primis quello della gestione dei servizi, dati in toto ad
un operatore privato. E’ legato a questo la partita dei costi di
gestione dei circuito Pos e bancario. Poi non si è ancora arrivati
allo step successivo di far diventare la Smac un borsellino
elettronico.

Massimo
Cenci, Ns
Invito
a convocare un tavolo con gli operatori quanto prima per iniziare il
confronto sulle problematiche legate alla Smac.

San
Marino, 20 LUGLIO 2016/03

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