Consiglio Grande e Generale. 22 ottobre 2014. Seduta pomeridiana

Consiglio Grande e Generale. 22 ottobre 2014. Seduta pomeridiana

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 20-31 OTTOBRE

MERCOLEDI’
22 OTTOBRE

Nella
terza giornata di Consiglio Grande e Generale
prosegue
il dibattito sulle dimissioni del segretario di Stato per le Finanze,
Claudio Felici, in cui gli iscritti ad intervenire sono 58.

Il primo a prendere parola
all’inizio dei lavori odierni è il segretario del
Pdcs,
Marco Gatti
che
affronta il tema della questione morale legata al finanziamento ai
partiti:“Ho sentito parlare di responsabilità del passato- spiega-
e sarà una riflessione che dovremo fare, le regole erano diverse da
oggi, però erano comuni e un discorso era un finanziamento al
partito che era una cosa lecita, un’altra sono i finanziamenti
illeciti”. Su questo, “sono convinto- aggiunge- che la
magistratura potrà spiegarci molte cose anche del passato e si farà
autocritica”.

Andrea Belluzzi, Psd,
lancia un suggerimento per come chiudere il dibattito a tutte le
forze in Aula: “Scrivere
e
condividere un’agenda di interventi per la trasparenza, ciascun
partito ha sicuramente un tema e può dare un contributo che tutta
l’Aula può perseguire”.

Rilancia
“un rinnovato dialogo con le forze di opposizioni disponibili, con
cui si può fare molto”,
Fabio Berardi, Pdcs:
Non servono altre
macerie- aggiunge- elezioni anticipate, personalismi e giochi di
partito che avranno solo gambe corte”. Per
Denise
Bronzetti, Ind.,
è
valida la proposta di Alleanza popolare e necessaria una verifica di
governo immediata: “La Finanziaria-spiega- può rappresentare un
segnale netto di cambiamento”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs:
“Sarebbe bene- ammonisce- che non ci fosse nessuno, nei ruoli
politici di primo piano, circondato dal minimo sospetto e dalla
minima ombra”.

Iro
Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro

introduce il tema dell’immunità parlamentare e richiama il bisogno
di “
regole
che garantiscono il buon funzionamento del Consiglio Grande e
generale”, rispetto in particolare “all’entrata, l’uscita e
la permanenza all’interno dei ruoli che si stanno ricoprendo”.
Per il segretario infatti: “Ci sono degli elementi da analizzare
per non interrompere i percorsi importanti che i Governi stanno
portando avanti”.

Punta
il dito contro un’opposizione che in Aula “porta avanti un giudizio
sommario e le calunnie
”,
Maria Luisa Berti, Ns.

Mentre
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il
Turismo,
lancia un
appello per compiere “un passaggio di forte chiarezza, fermezza e
prontezza per fugare ogni forma di sospetto ed imbarazzo tra
colleghi, anche all’interno di quest’Aula”.
E’ di
fatto “un invito- ribadisce- a

fare tutti un gesto molto forte per non giustificare più attacchi,
che se perpetuati nel tempo possono solo danneggiare in maniera
indelebile questo quadro politico-istituzionale, che ha e deve avere
solo il compito di mettere in protezione il Paese”.

Luca Lazzari, Ind.:
“Con le dimissioni di Felici saltano gli equilibri di maggioranza-
sottolinea- la legge elettorale porta a uno stallo, sarebbe da
modificare”.

Roberto Ciavatta, Rete,

lancia una
proposta al governo:“Certifichi lo stato dei fatti e dichiari la
crisi con l’impegno a rimettere ogni delega alla prima seduta del
2015”.

Mimma Zavoli, C10 bacchetta
alcuni consiglieri di Bene comune
:
“Ci sono tentativi bizzarri di alcuni esponenti di maggioranza di
differenziare il piano politico e giudiziario- manda a dire- tutto
ciò che attiene la sfera giudiziaria siamo tenuti a lasciarlo
fuori”.

Tende
la mano invece
Francesca Michelotti, Su:
“Vorrei che tutte le forze politiche per bene si mettano insieme
per garantire l’alternanza democratica, la pretesa di qualcuno che
gli onesti siano solo da una parte è velleitaria oltre che
ingenerosa”.

Nicola Renzi, Ap, rigetta
“il clima da caccia alle streghe” sulla questione morale: “Quando
ci troviamo di fronte ad attacchi indistinti che tendono a fare di
tutta l’erba un fascio- spiega- siamo dinanzi a utilizzo strumentale
della questione morale”.

Marco Podeschi, Upr,
fa gli auguri al prossimo segretario di Stato per le Finanze chiamato
a “una missione impossibile” ma annuncia che il suo partito non
lo voterà.

Paride Andreoli, Ps,
chiarisce la posizione del suo partito rispetto le aperture della
maggioranza: “Mi auguro che non siano come quelle, un po’ false,
ascoltate fino a oggi- commenta- no ci sarà nessuna stampella da
parte nostra, ma ci pare facile chiedere le elezioni senza pensare
alle conseguenze per il Paese”.
Vladimiro
Selva, Psd
, ritiene che
questa legislatura debba andare avanti “per donare alla prossima
una situazione diversa ovvero con una questione morale superata”.

Gian
Nicola Berti, Ns, chiude gli interventi del dibattito: “Nessuno è
legittimato in Aula a sollevare sospetti, a mettere in discussione
moralità e onestà delle persone- ammonisce- se lo facciamo veniamo
meno ai doveri istituzionali tra cui c’è il rispetto
dell’indipendenza della magistratura”.

Conclusi
gli interventi dei 58 iscritti, iniziano le repliche.

Di
seguito la sintesi degli interventi della prima parte dei lavori
odierni:

Marco
Gatti, Pdcs:
“Felici
aveva una responsabilità importante, come le Finanze, abbiamo
portato provvedimenti non semplici come la riforma tributaria e i
bilanci, certo come tutti avrebbe potuto fare meglio alcune cose, ma
l’emergenza continua ci ha spinto a prendere spesso decisioni senza
il confronto tra le parti che provvedimenti importanti
richiederebbero.

Il
governo ha fino ad oggi il merito della continuità del precedente,
quello del Patto, che si era data l’impostazione di cambiare il
metodo. Sicuramente è un punto che voglio difendere: un metodo nuovo
di approccio delle problematiche, di confronto con la cittadinanza,
che ha tagliato nettamente con il clientelismo e che significa
rispetto delle leggi.

La
questione morale è legata al finanziamento ai partiti e per prima
cosa ci siamo dati delle regole. Si è partiti con il fare le leggi
che hanno dato alla magistratura la possibilità di lavorare
autonomamente e oggi è possibile andare fino in fondo proprio perché
la classe politica gli ha dato gli strumenti. Ho sentito parlare di
responsabilità del passato e sarà una riflessione che dovremo fare
per molti aspetti, le regole erano diverse, però erano comuni. Fino
al 2006 i bilanci dei partiti erano casalinghi, prima non avevano
neanche un conto corrente, ma un discorso era un finanziamento al
partito che era una cosa lecita, un’altra sono i finanziamenti
illeciti. Se i soldi sono stati usati per comprare il voto non era
ammissibile neanche allora, sono convinto che la magistratura potrà
spiegarci molte cose anche del passato e si farà autocritica.

La
discontinuità di quel governo è stata con il passato, nelle norme
ma anche nella volontà. Nelle scorse due elezioni, 2008 e 2012 non
mi risulta ci sia stata voto di scambio.

La
sfida vera è quella di un grande impulso al confronto al di là dei
ruoli, di un’azione più decisa nel governo e legislativa. Se
vogliamo posti di lavoro dobbiamo essere efficienti e veloci per dare
risposte concrete a chi si interessa a investire nel nostro Paese.
Avere un segno ‘più’ nella crescita di imprese dopo anni di ‘segno
meno’ è un dato da leggere positivamente. Non è sufficiente sotto
il profilo occupazionale perché sono piccole imprese che devono
crescere, ma ci sono aziende importanti che stanno valutando di
insediarsi in Repubblica. Una trasparenza ci vuole da parte di
governo e maggioranza ma ci vuole anche confronto vero e sincero”.

Andrea
Belluzzi, Psd: “
Le
dimissioni di Felici non sono per motivazioni personali ma politiche.
Ha scelto le dimissioni anziché aggrapparsi ai propri meriti per
contrastare le accuse circolate solo a mezzo stampa. Un conto è il
diritto di cronaca, un conto è prestarsi a martellanti accuse prima
che arrivino nei luoghi deputati e costruite anche con interventi di
persone che hanno inquinato la costruzione dell’accusa. Non c’è
tutela alle strumentalizzazioni che partano dalla giustizia.
Quella
di Celli è un’importante apertura, ‘più politica e riforme’. Il
Psd non si tira indietro di fronte alla questione morale, se nel
proseguo della legislatura si vuole una volta per tutte andare fino
in fondo alle questioni morali, tutte, per dare poi al Paese
effettivo ricambio, noi ci siamo.

Il
nostro capogruppo l’ha già detto che dobbiamo completare un percorso
e cercare condivisione anche fuori da maggioranza, perché non sia un
cambiamento di parte.

Felici,
e con lui tutto il Psd, ha compiuto un sacrificio importante
ribadendo che l’importanza del progetto sta al di sopra di ogni
persona. Ha rimesso l’incarico per frenare ogni eventuale polemica.

Si vuole gettare la spugna o portare avanti risultati? Io voglio
raccogliere la sfida.

Molto
lavoro sulla trasparenza è stato fatto e si dovrà fare, sta a noi
decidere se proseguire.

La
strada giusta per uscire dal dibattito è quella di scrivere e
condividere un’agenda di interventi per la trasparenza. Ciascun
partito ha sicuramente un tema e può dare un contributo che tutta
l’Aula può perseguire”.

Fabio
Berardi, Pdcs:
“La
penso come Gian Nicola Berti, tutti in quest’Aula hanno il diritto di
portare il proprio contributo finché la vicende giudiziarie non
vanno a compimento nelle sedi proprie, non si può calpestare lo
stato di diritto per convenienza politica ed emettere condanne, le
valutazioni politiche sono possibili quando si basano sulla verità.

Governo
e maggioranza sono impegnato in processo di riforme avviato dal 2008,
mi è ancora chiara e presente la difficile situazione che ho vissuto
personalmente, e non solo per il ruolo che ricoprivo, per la mancata
firma con il ministro Fini. Quest’Aula e alcuni gruppi politici non
hanno permesso di compierla con tutte le conseguenze che ci sono
state. San Marino oggi è ritenuto al pari di tutta la comunità
internazionale e oggi il rapporto con l’Italia è riagganciato, su
questi elementi poggiano il rilancio e la rinascita del Paese e i
primi indicatori, seppur timidi, si stanno registrando, con oltre 360
nuove attività economiche che hanno aperto, i dati positivi della
monofase nel 2013, ma tutto questo non basta. Anche il nostro Paese è
afflitto dalla piaga della disoccupazione e di uno sviluppo lento, su
questo ci sarà molto da lavorare. Con un rinnovato dialogo con le
forze di opposizione disponibili penso si possa fare molto. Non
servono altre macerie, elezioni anticipate, personalismi e giochi di
partito che avranno solo gambe corte. Chiedo agli amici di Ap di
portare pazienza, voi primi di altri avete avuto la sensibilità di
farvi paladini di trasparenza e legalità, a volte diventando alleati
scomodi o spigolosi, ma sempre pungolando gli alleati di procedere a
spasso deciso verso il cambiamento, anche oggi anteponete l’interesse
del Paese a quello di partito. Ben venga una verifica programmatica,
mettere in sicurezza bilancio e conti pubblici, ben venga un governo
pragmatico anche a tempo determinato per permettere l’avvio di seri
progetti imprenditoriali, affrontare gli impegni internazionali e
criticità che si presentano. Ci chiedete chiarezza e assunzione di
responsabilità in riferimento al finanziamento partiti. Quel modo di
concepirli era del passato, il 2008 ha segnato la svolta, sulla
questione morale i partiti tradizionali non possono avere
tentennamenti, il tribunale deve andare avanti, se qualche singolo
individuo per interesse personale ha intrapreso percorsi diversi
dalla legalità sarà giudicato dal tribunale o dalle commissioni
d’inchiesta”.

Denise Bronzetti, Indipendente:
“In apertura di dibattito sono rimasta colpita dal tono non troppo
coerente con quanto emerge in questo Paese. Non sono così ingenua da
pensare che non ci siano anche a San Marino poteri forti in grado di
determinare alcune situazioni. Parlando di complotto però non si
rende giustizia al lavoro che la Magistratura faticosamente sta
compiendo. E’ inutile che porgiamo nostra solidarietà alla
Magistratura quando poi si dice che la questione morale esiste anche
se non è preponderante rispetto ai fatti che accadono. La situazione
è straordinaria: per essere risolta necessita di interventi non
ordinari. Le dimissioni di Felici sono un gesto apprezzabile ma anche
necessario e dovuto. Non risolvono però il problema del rilancio
dell’azione di governo e dell’autorevolezza dell’esecutivo.
Fino a quando non verranno annientate le relazioni mortali tra
politica e affari e fino a quando non si saranno chiariti i rapporti
di forza all’interno dei partiti più coinvolti dalla questione
morale, difficilmente noi potremo pensare che ci possa essere
un’azione di governo libera e determinata. Serve una verifica di
Governo immediata e siamo a stretto giro di boa: la Finanziaria può
rappresentare un segnale netto di cambiamento. Le emergenze sono:
stabilità bilancio dello Stato, occupazione e sviluppo. Ritengo
valida la proposta di Ap. Ora occorre abbandonare i progetti che non
sono prioritari per il Paese e concentrarsi sulle emergenze. Fatto
questo, si può andare dai cittadini a chiedere la fiducia.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs :
“Il momento politico ed istituzionale che sta attraversando la
Repubblica è tra i più difficili e complessi di questi ultimi anni.
Siamo in un momento d’emergenza e di grande difficoltà. Servono
risposte e i dati forniti dal Segretario Arzilli dimostrano che il
trend delle imprese sammarinesi è in controtendenza, ovvero in
crescita. Serve progettualità accompagnata dalla giusta modalità
per centrare gli obiettivi in poco tempo. Mi fa piacere che il
collega Beccari abbia aperto al contributo dell’opposizione. Deve
esserci la possibilità, pur mantenendo il rispetto dei ruoli, di
lavorare insieme ad alcuni progetti di legge. Apprezzo il gesto del
segretario Felici. Sarebbe bene che non ci fosse nessuno, nei ruoli
politici di primo piano, circondato dal minimo sospetto e dalla
minima ombra. Bisogna superare questa emergenza politica, scongiurare
le elezioni che sarebbero deleterie per il nostro paese, lavorare per
la riduzione del deficit, rendere più efficace la spending review,
dare una prospettiva di rilancio economico al paese e mettere i conti
in sicurezza. Le elezioni anticipate non sono una soluzione.

Iro Belluzzi, segretario di Stato
per il Lavoro:
“La scelta di Felici è opportuna però
sicuramente la giustizia con i suoi tempi restituirà la verità e
Claudio potrà riaffermarsi con tutta la propria capacità ed
esperienza. Devono essere scritte delle regole che garantiscono il
buon funzionamento del Consiglio Grande e generale. Servono regole
che determinano l’entrata, l’uscita e la permanenza all’interno
dei ruoli che si stanno ricoprendo. Consideriamo la vicina Italia: in
una democrazia compiuta anche nel caso in cui fosse arrivato un
avviso di garanzia, l’Aula decide se si può procedere con le
indagini. Sicuramente non è il momento opportuno e non è quello che
vogliamo, ma ci sono degli elementi da analizzare per non
interrompere i percorsi importanti che i Governi stanno portando
avanti. Ognuno si faccia carico della propria storia e della propria
responsabilità. Io credo che occorra un’analisi interna ai partiti
storici che nel bene o nel male hanno governato la nostra Repubblica.
La politica deve assumere nuovamente, anche in funzione del momento
che ci troviamo ad affrontare, autorevolezza. Occorre poi ridare
prospettive al paese: è l’etica del fare e del costruire. Faccio
mie le preoccupazioni e le posizioni espresse dall’Anis. La
politica in maniera forte deve accelerare. D’accordo dunque su una
verifica di Governo”.

Maria
Luisa Berti, Ns
:
“Le dimissioni di Felici meritano un onorevole rispetto per il
grande valore e umiltà che l’atto in sé dimostra verso le
istituzioni e il Paese. Quel rispetto che i calunniatori e falsi
moralizzatori non possono capire, assumendo sempre più una deriva
anarchica, se non dittatoriale. Quella cui stiamo assistendo in aula
consiliare da inizio legislatura non è politica, ma civico scontro
tra chi cerca di responsabilmente affrontare la questione morale e la
crisi economica e coloro che cercano di demolire il sistema
democratico millenario della Repubblica e antepongono gli interessi
di partito al Paese, alimentando lo scontro civile. Scontro tra chi
vuole portare avanti la facoltà legislativa in Aula e coloro chi in
Aula porta avanti un giudizio sommario e le calunnie. Il tutto senza
neanche quelle garanzie di difesa e contraddittorio che il tribunale
riconosce anche al peggior delinquente, ditemi voi se questo è fare
politica. Quello che sta avvenendo non può aiutare lo Stato, siamo
in una guerra fra poveri.

Le
dimissioni potevano portare a un immobilismo di sei mesi e lasciare
il campo a chi oggi ci definisce incapaci e finti laureati. Ma credo
sia nostro compito restare, governare, affrontare la questione morale
nel contesto politico, della Pa e istituzionale, risolvere le
emergenze economiche, di bilancio e occupazionale e gli impegni
assunti negli organismi internazionali. In questa situazione
drammatica spero che dall’opposizione ci sia chi vuole mettersi a
disposizioni, la maggioranza è disponibile, ma basta con le
insinuazioni, la politica del fango e della barbarie. Vi ricordo che
la calunnia è reato. In Consiglio grande e generale ci sono tante
persone per bene ma per questa politica del fango sono per la
popolazione dei delinquenti al pari di quelli veri. O si cambia
marcia per il bene comune o si fallisce tutti. Sarebbe un’inesorabile
sconfitta e un grande passo indietro. Sarebbe più comodo farlo e
andare alle elezioni ma il Paese si fermerebbe, meglio un rilancio
vero del governo, analizzando i propri errori”.

Teodoro
Lonfernini, segretario di Stato per il Turismo
:
“Da tempo, da troppo tempo, l’opinione pubblica è
costretta a subire una offensiva di carattere mediatico tutta
concentrata e rivolta al passato, contribuendo a generare una
ostilità nei confronti di una classe politica che si è assunta,
responsabilmente, la volontà di governare il Paese. Si mira, ed i
dibattiti anche in quest’aula ne sono la prova, a screditare tutto e
tutti indistintamente con il solo scopo di limitare l’attività di
governo prima e l’onorabilità di chi lo rappresenta poi. In questi
anni si sono verificati fatti di conduzione generale del Paese che
avevano a che fare con un mal costume che si era consolidato nel
tempo nel nostro piccolo sistema, ma era solo la politica a generare
tutto questo, a far entrare nel nostro sistema soggetti e situazioni
che ci avrebbero compromesso completamente? Sono sicuro di no, in
quanto il principale filtro di questo Paese non doveva essere
solamente la politica ma anche tutti coloro (cittadini, liberi
professionisti, imprenditori, commercianti, pubblici dipendenti ecc.)
che si muovevano all’interno di questo sistema. In questi ultimi
anni, c’è stato un radicale mutamento nella conduzione della cosa
pubblica, sono state messe in atto una serie di azioni per
contrastare il malcostume, nonostante questo, nonostante i
riconoscimenti internazionali, abbiamo una opinione pubblica che
manifesta apertamente la propria insoddisfazione, alimentata in gran
parte dalle organizzazioni politiche per puri fini di interesse
politico di parte, nonché dalle organizzazioni sindacali e di
categoria.

Le vicende giudiziarie, di questi
ultimi tempi, hanno messo in luce un sistema politico, esercitato per
decenni, che ha degradato in maniera grave l’immagine del Paese, e
che ha portato non solo discredito alla politica in generale, ma
continua a dare a pseudo-politici di prima o seconda linea, vecchi o
nuovi, l’opportunità di svolgere un ruolo di moralizzatori pensando
addirittura alcuni di essersi rifatta una verginità politica senza
ritegno e senza minimamente vergognarsi di esser stati, direttamente
o indirettamente, i portatori di una politica in cui la corruzione
aveva esercitato un potere assoluto. Questo è un gioco al massacro
ed io non voglio partecipare.

Con questo non dobbiamo e non voglio io
per primo sottrarmi alle mie responsabilità di uomo di governo, ma
chiedo che ciascuno di noi si confronti con quella realtà che sta
emergendo da atti che non provengono dal mondo politico-sociale ma da
un Organismo al quale è affidata, come non era mai avvenuto in
precedenza, il compito di “risanare” un ambiente che ha dato
l’impressione di esser stato nei migliori dei casi “la terra dei
fuochi”.

Alla luce di tutto quello che avremo di
fronte in termini di responsabilità politica, ritengo sia necessario
un passaggio di forte chiarezza, fermezza e prontezza per fugare ogni
forma di sospetto ed imbarazzo tra colleghi, anche all’interno di
questa aula, in quanto proprio per la delicatezza del momento
politico, sociale ed economico del Paese non voglio rappresentare la
“politica transitoria” ma bensì quella del “cambiamento vero”
come dicevo in precedenza.

Vi prego di fare molta attenzione al
fatto che, da parte mia non è un fuggire, anzi, non vado proprio in
alcun posto e soprattutto non sono io a lasciare il mio posto, ma
semmai è un invito a fare tutti un gesto molto forte per non
giustificare più attacchi, che se perpetuati nel tempo possono solo
danneggiare in maniera indelebile questo quadro
politico-istituzionale, che ha e deve avere solo il compito di
mettere in protezione il Paese. Sono molto d’accordo con
l’espressione usata dal Consigliere Berti Gian Nicola, non è una
questione di quanti di noi possono fare un passo indietro, anche se
necessario per opportunità in alcune circostanze, ma quanti di noi
sono e saranno in grado di far fare un passo avanti al Paese”.

Luca Lazzari, Indipendente:
“Governo e maggioranza possono rallegrarsi per la rimozione della
procedura rafforzata Moneyval e per l’uscita dalla black list, quel
che non possono fare è compiacersene. Non possono per una ragione
molto precisa: la responsabilità degli ammonimenti che hanno leso
così gravemente la dignità della Repubblica ricade sulla stessa
generazione politica ancora al comando.
Chiunque abbia un minimo
di conoscenza della materia sa che le finanze pubbliche fanno acqua
da tutte le parti, che il debito reale supera il mezzo miliardo di
euro, che le riserve valutarie sono esaurite e che presto la scarna
consolazione elargita il 27 d’ogni mese potrebbe essere messa in
forse. Sullo stato sociale poi pende la spada di un ulteriore scudo
fiscale da parte dell’Italia, che potrebbe mettere in serissima
difficoltà gli istituti bancari sammarinesi-
La narrazione eroica
di Bene Comune su Bene Comune è contraffatta. Sulle dimissioni di
Felici mi attengo al giudizio politico. Fra i democristiani si è
insistito molto sulle gesta passate di Felici. I suoi provvedimenti
si traducono in tagli alla spesa pubblica e inasprimento fiscale.
Sembra che in maggioranza dicano che è lui l’autore dei
provvedimenti per cui i cittadini sono scesi in piazza, e sembra che
la coalizione dica che se ne sta liberando, prendendone le distanze.
Il mio giudizio su Felici è negativo. Gli riconosco però di essere
un uomo del fare, che interviene per trasformare la realtà. Ma lui
ha ormai smesso di guardare alla politica come una missione: la sua
gestione verrà vista come una sfida personale, come un esercizio
tecnico.
Con le dimissioni di Felici saltano gli equilibri di
maggioranza: la legge elettorale porta a uno stallo. Penso che
sarebbe da modificare.
Il Congresso di Stato è un’istituzione
antiquata e principesca che tutto può sulle vite dei sammarinesi. È
il congresso di stato che ha innescato il clientelismo, è il
congresso di stato che ha attuato la spoliazione della collettività,
è il congresso di stato che ha esercitato il ricatto sugli elettori,
è il congresso di stato, in definitiva, che ha impedito l’affermarsi
dello stato di diritto. E che cos’è lo stato di diritto? È la
risposta a un bisogno data a tutti indistintamente, nello stesso
modo”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ci si
perde in dibattiti infiniti. Il governo troverà sempre il modo di
dire che non è tempo per decretare la sua crisi. Ma è in crisi, e
ognuno si studia a vicenda come fanno i ciclisti prima di una volata,
che in questo caso sono le elezioni. I problemi dei sammarinesi
rimangono sullo sfondo, mentre Rete è considerato un elemento da
delegittimare.
Se critichiamo il governo siamo populisti e
demagoghi, se seguiamo le indicazioni di alcuni partiti di governo
siamo opportunisti. Rappresentiamo un elemento di fastidio nei
calcoli di Palazzo. A chi parla di macchina del fango, chiedo perché
non riescano a vedere in Rete l’opportunità per un riavvicinamento
della politica con la cittadinanza. Siamo visti come il male
assoluto.
Rispetto alla posizione di Ap, dico che la
condividiamo, e se loro si offendono, sono affari loro
Sulle
dimissioni di Felici dico che se il suo è un atto dovuto, perché
non lo è per altri colleghi nelle stesse condizioni? E se una
persona si dimette da segretario di Stato, perché non si dimette da
consigliere? Pensavo che Stefano Macina presentasse le sue
dimissioni, ma mi ha deluso. In caso di indagini su accuse così
infamanti si deve essere costretti a lasciare l’aula.
Avanzo
una proposta: il governo certifichi lo stato dei fatti e dichiari la
crisi con l’impegno a rimettere ogni delega alla prima seduta del
2015. Serve un accordo per eliminare il raddoppiamento dei contributi
ai partiti in caso di elezioni. Se andassimo adesso al voto
costeremmo un milione di euro in più. Traghettate il governo fino a
gennaio, poi aprite la crisi e fate decidere ai cittadini chi deve
governare”.

Mimma Zavoli, C10: “Le
dimissioni sono un atto necessario ma che è benvenuto. E’ profondo
il baratro in cui questo Paese è stato gettato. L’aspetto più
avvilente è quello legato agli aspetti educativi che trasmette
l’operato di chi assume ruoli istituzionali. Le persone tirate in
ballo, a vario titolo, nelle inchieste giudiziarie a cui stiamo
assistendo indeboliscono l’aspetto istituzionale e umano di chi
viene coinvolto. ‘Con i soldi fai tutto’: questo è il messaggio
insalubre che questa generazione e quella precedente ha inviato a
quelle nuove. Ci sono tentativi bizzarri di alcuni esponenti di
maggioranza di differenziare il piano politico e giudiziario: tutto
ciò che attiene la sfera giudiziaria siamo tenuti a lasciarlo fuori.
Dobbiamo avere cura di essere coerenti con quanto abbiamo giurato.
Vogliamo conferire a tutta questa vicenda il clima di massima
trasparenza. Quindi la vicenda politica non deve sconfinare in quella
giudiziaria. Sorprende sempre ascoltare il segretario Mussoni che dal
suo banco lancia ponti verso la collaborazione, per poi prendere atto
che lui la sua attività di governo la porta avanti da solo. Io sono
sicura che questo Paese ce la farà perché i suoi cittadini hanno
grande forza: impariamo da loro e andiamo avanti con coerenza”.

Francesca Michelotti, Su: “Il
faccendiere Roberti è molto interessato a dare le sue interessate
verità piuttosto che verità senza aggettivi. Il Governo sta
minimizzando le ricadute della questione morale. Ma il nuovo corso
potrà iniziare solo dopo operazione di bonifica della nuova classe
dirigente politica e amministrativa. Le forze politiche devono
portare a termine le missioni che hanno intrapreso. I partiti che
hanno fallito avendo aderito manifestamente alla prassi
dell’illegalità per accrescere il proprio consenso, devono
sciogliersi e ammettere le proprie responsabilità oppure buttare
fuori a calci nel sedere i malfattori e i disonesti. Il Governo
plaude alle dimissioni di Felici ma io ho l’impressione che sia
solo un capro espiatorio per poi ripartire come nulla fosse. No, non
ci stiamo. Tutte le persone di cui stiamo parlando sono innocenti
fino a prova contraria. Ma con che credibilità riparte il Governo
quando le maggiori committenze pubbliche risultano inquinate dal
rapporto politico-affaristico? Con che credibilità il Governo va a
chiedere sacrifici ai cittadini? Questo Governo è alla fine e non
basterà la testa di Felici per risolvere le cose. Fuori i coinvolti
e chi ha sbagliato paghi. Non è giustizialismo ma solo buon senso.
Vorrei che tutte le forze politiche per bene si mettano insieme per
garantire l’alternanza democratica. La pretesa di qualcuno che gli
onesti siano solo da una parte è velleitaria oltre che ingenerosa.
Il mio sogno è che i corrotti restituiscano il loro patrimonio allo
Stato e facciano ammenda. Questo potrebbe essere l’inizio di una
pax collettiva che ora sembra molto lontana. A dicembre pagati
stipendi e tredicesime nelle casse dello Stato resteranno poco più
di 400 mila euro: molto grave. Significa richiedere altri sacrifici
alle famiglie. Serve bilancio condiviso e poi all’inizio del nuovo
anno rimettere nelle mani degli elettori la scelta di un nuovo
Consiglio”.

Nicola Renzi, Ap: “Va dato
merito e rispetto per la scelta del segretario Felici. Ap ha detto
che questo non bastava per affrontare la delicatezza degli eventi che
dobbiamo affrontare. La questione morale oscilla sempre tra due
estremi: chi la vorrebbe sottacere e chi invece la vorrebbe blandire
come una clava. Esempi: quando ci troviamo di fronte ad attacchi
indistinti che tendono a fare di tutta l’erba un fascio siamo dinanzi
a utilizzo strumentale della questione morale. Rigettiamo clima da
caccia alle streghe. E’ chiaro: chi non fa non può sporcarsi e non
avverte neppure il peso di scelte difficilissime, delle quali occorre
pagare lo scotto in termini di consenso e popolarità. C’è poi un
altro modo di affrontare la questione morale quello per cui ci si
chiede come San Marino sia arrivato a questo punto? Ora è necessario
rimettere al centro un metodo etico nella politica. E in questo Ap
non rinnega affatto il grande impegno che ha pagato al costo di molti
consensi. Un impegno che ha permesso al paese di uscire dalla black
list. Se qualcuno vuole creare una crisi di Governo basta che ritiri
la delegazione. Io invece penso ci attendano due mesi di intenso
lavoro: verifica di Governo significa dare input forte all’Esecutivo.
Alla fine dei due mesi faremo una valutazione su quanto è stato
fatto e poi prenderemo le nostre decisioni. Ap segue una strada:
quella che ha come faro principale l’interesse del Paese. E’ il
momento di tracciare lo sviluppo del nostro futuro”.

Marco
Podeschi, Upr
:
“Anche oggi dopo ore di discussione giungeremo alla solita
conclusione che oggi c’è una questione morale. Ma delle altre
emergenze, disoccupazione, problema della sicurezza e ordine
pubblico, liquidità di bilancio, quando si parlerà? E il resto può
attendere? E così ritornano in voga le formule
all’insegna dell’espressione “per il bene del Paese”, della
“responsabilità” per nascondere l’evidenza di una classe
politica ostaggio delle proprie paure e sotto il rischio delle
elezioni politiche anticipate. In questo cade l’oggetto del
dibattito consiliare, le dimissioni di Claudio Felici, argomento
molto marginale nella discussione, a giudicare dal tenore degli
interventi, su cui invece vorrei spendere alcune parole. Non voglio
peccare di ipocrisia dicendo che dal punto di vista umano sono vicino
a Claudio Felici. Il dispiacere non offusca il mio giudizio dal punto
di vista politico. Dal giuramento come Segretario di Stato per le
Finanze dal dicembre 2012, non ha mantenuto le aspettative di
cambiamento riposte in lui e nel Partito dei Socialisti e
Democratici.

In breve sono stati completamente
assorbiti dall’impianto politico ex Patto per San Marino.

Qualche esponente di maggioranza ha
elencato i successi di questi mesi, tralasciando il lato oscuro della
medaglia. I tanti insuccessi, le gaffe, i dietrofront rimediati dal
Governo in cui Felici aveva un ruolo rilevante. Chi ha sancito la
nascita di una fase politica viene spazzato via dagli stessi compagni
di viaggio. Quale l’esito: un rimpasto di governo, un governo di
emergenza, di scopo, della Reggenza oppure elezioni anticipate? Siamo
in una fase i cui esiti sono molto interessanti e ai quali come
sempre, in ragione della legge elettorale, l’opposizione assiste
solo come semplice spettatore. A Giancarlo Capicchioni vanno i nostri
auguri, prescindendo dalla “missione impossibile” che sta per
intraprendere. Dovrà fare immediatamente con la crisi di liquidità,
con il bilancio 2015 da scrivere sotto osservazione dei falchi della
spending review, con il sistema finanziario in crisi di credibilità
ai suoi vertici e in cerca di una nuova identità, con la nuova
riforma fiscale e soprattutto con il peso e le insidie di un
incarico, che nelle migliori condizioni non vedrà cadere le foglie
nel prossimo autunno. Upr non voterà il nuovo Segretario di Stato,
noi siamo fedeli al ruolo che chi è all’opposizione non vota
membri di governo, nemmeno a titolo personale per simpatia o stima.
Detto questo non esprimiamo alcun tipo di chiusura preconcetta se, e
quando, intenderà aprirsi al confronto”.

Paride
Andreoli, Ps:

“Questo esecutivo è andato avanti grazie a una legge
elettorale che non garantisce governabilità e nemmeno stabilità. E’
indubbio che il ruolo di Felici in questo governo è stato primario,
da leader. Oltre che di garante della coalizione Bene Comune. Nel
bilancio si entra nel merito di una politica economica che il governo
intende mettere in campo, non si tratta solo di numeri. Il bilancio è
uno strumento per correggere il tiro sulle intenzioni che il governo
intende portare avanti nel suo percorso. Non c’è più liquidità,
c’è debito pubblico e manca occupazione. Inoltre gli imprenditori
e gli addetti del turismo e del settore immobiliare sono in
difficoltà, per non parlare poi del settore bancario e
finanziario.
Il Partito socialista ha avvertito la necessità, da
parte del governo, di essere responsabile, per far sì che la
maggioranza possa sostenere il governo in maniera positiva. Abbiamo
fatto proposte ed elaborato documenti che andavano nella direzione di
contribuire alle sorti del Paese. Ho ascoltato dalla maggioranza
un’apertura verso le nostre proposte. Mi auguro che non siano come
quelle, un po’ false, ascoltate fino a oggi. Nessuna stampella da
parte nostra, ma ci pare facile chiedere le elezioni senza pensare
alle conseguenze per il Paese.
Fra i consiglieri che sostengono
il governo sento a volte insoddisfazione. Mario Venturini dice che il
governo ha una scadenza: il bilancio. Poi serve un governo di
emergenza. Non posso che concordare. Se le opinioni di Ap non trovano
riscontro nella maggioranza, si andrà a elezioni. Ma non è il caso
andare alle urne”.
Vladimiro Selva, Psd: “Dopo 22 mesi
e con molti risultati Claudio Felici si dimette ‘a causa di elementi
disturbatori che avrebbero arrecato pregiudizio all’azione di
Governo’. Giuseppe Roberti ha dipinto un quadro, poi l’interrogatorio
di Mirella Frisoni porta al nome di Felici ed improvvisamente il
quadro di Roberti diventa reale. Io non so dire se è vero o meno.
Spetta alla Magistratura stabilirlo. Quello che dico però è che nel
2014 ancora Roberti riesce ad influenzare la politica sammarinese. La
questione morale a mio avviso si presenta ogni volta che la nostra
libertà di scelta viene condizionata. I partiti tradizionali devono
ragionare sull’occupazione dello Stato e dei centri di potere: a
quel punto avremmo chiaro che la questione morale non si risolve con
una, dieci o cento sostituzioni di politici. Io credo che questa
legislatura debba andare avanti per donare alla prossima legislatura
una situazione diversa ovvero con una questione morale superata. Le
persone che qui dentro da anni si sono battute perché questa
questione venisse affrontata le troviamo in Ap, nei Movimenti ma
anche in tutte le altre forze presenti in Aula. In tutti i partiti ci
sono persone che hanno portato avanti loro battaglia su questione
morale. Foschi ci provoca chiedendo qual è la nostra eredità: se
Craxi o Berlinguer? Craxi ha fatto anche cose giuste ma sulla
questione morale la nostra guida è Enrico Berlinguer”.

Gian
Nicola Berti, Ns:
“Molti
dei fatti cui si riferiscono alle cronache giudiziarie riguardano il
2006, il governo straordinario, periodo in cui il movimento Ns decise
di lasciare la Dc in cui affacciava una dirigenza nuova e singolare
nei comportamenti. Da lì al 2008, con un nuovo governo, una parte
della dirigenza è nella Dc, l’altra ne è uscita. Comincia un
percorso e tensioni enormi con chi fino ad allora ha gestito la
politica come una cosa personale. Ci sono tante condivisioni tra
maggioranza e opposizione finalizzate a ridare giustizia, moralità
ed etica alla politica e che il sistema avesse anticorpi per tenere
fuori una serie di soggetti che hanno governato il Paese in modo
deleterio. Attraverso quel passaggio abbiamo capito che c’era una Dc
rinnovata ed è nata la lista Dc-Ns e si può avviare un percorso
importante. Abbiamo apprezzato la rigenerazione di quel partito e
della politica. Questo Paese è strano, stanno succedendo cose
impensabili poco tempo fa, c’è un Paese che è cambiato, ma è
venuto meno quello spirito in quest’Aula che ha reso possibile tutto
ciò che si verifica in Tribunale, ed è la condivisione tra etica
politica e morale. Che la politica potesse fare qualcosa di concreto,
non le chiacchiere, era importante per mettere una pietra tombale sul
passato. Abbiamo sulla barca chi cerca di gestire la tempesta e chi
sta in coperta, la popolazione, che quando si cerca di prendere il
vento giusto e tappare le falle, l’assoluta totalità delle persone
per bene in Aula non si riesce ad essere un corpo unico per
traghettare il Paese in difficoltà. Il dibattito sulle dimissioni di
Felici nasce da un fatto di carattere personale che ha rilevanza
politica perché nessuno avrebbe potuto chiedere forzatamente le sue
dimissione. Nulla e nessuno perché la chiacchiera non mette in
discussione l’onesta di una persona. Felici ha detto di non voler
essere di imbarazzo a governo, maggioranza e soprattutto al Paese. Ma
c’è un problema che mi sta a cuore, se ci sono vicende di carattere
giudiziario, cosa dobbiamo fare? Ingessare l’attività parlamentare e
politica in attesa dei processi? Non è possibile. L’ottica giusta è
quella della legge, l’articolo 3 della carta dei diritti dice che uno
eletto non può essere delegittimato se non nei presupposti di legge.
Vogliamo metterci mano? Imponiamoci altrimenti una legge come
maggioranza. Ma c’è poi la questione del rispetto delle istituzioni.
Nessuno è legittimato in Aula a sollevare sospetti, a mettere in
discussione moralità e onestà delle persone se non è discutibile,
se lo facciamo veniamo meno ai doveri istituzionali tra cui c’è il
rispetto dell’indipendenza della magistratura, chi chiede le
dimissioni dei soggetti non inquisiti viene meno a doveri
istituzionali”.

San Marino, 22 Ottobre 2014/01

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