Consiglio Grande e Generale 24 marzo. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale 24 marzo. Agenzia Dire

                                            COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 17-24 MARZO

MARTEDI’ 24
MARZO

            L’ultima
giornata di lavori consiliari è interamente dedicata al comma 17, ovvero
il riferimento del governo sulle dimissioni del comandante della Gendarmeria,
Alessandro Gentili, e il successivo dibattito. I lavori si concludono con
l’approvazione dell’ordine di maggioranza, Ps e Upr, con 39 voti a favore e 13
contrari.
e la bocciatura dell’Odg della minoranza composta da C10, Su,
Rete e i consiglieri indipendenti Pedini Amati e Lazzari, respinto con 36
contrari 14 a favore e un astenuto.

Il testo approvato recita che “il Consiglio grande e
generale (…) accerta le dimissioni del generale Alessandro Gentili e valuta la
necessità di approfondire le numerose problematiche su sicurezza e ordine
pubblico e al riordino dei corpi di polizia; impegna il governo a riferire in
un comma specifico nella prossima sessione del Consiglio grande generale anche
per addivenire nel più breve tempo possibile alla nomina del comandante della
Gendarmeria”.

Apre la seduta la lettura della lettera di dimissioni del
generale Gentili da parte della Reggenza, cui segue il riferimento del segretario
di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini
. Sono 47 gli iscritti al
dibattito. Nel corso del dibattito è unanime il parere sull’accoglimento delle
dimissioni come “atto dovuto”, mentre l’opposizione insiste con la richiesta di
un’ammissione di responsabilità da parte del segretario di Stato Valentini e
del governo. Anche tra le fila delle maggioranza non mancano le osservazioni critiche
rispetto l’esecutivo. Per Maria Luisa Berti, Ns, non si può fare del
comandante Gentili il capro espiatorio: “Ci sono responsabilità diffuse- manda
a dire- la politica si assuma la sua responsabilità”.  Valeria Ciavatta, Ap, giudica la
conferma di Gentili da parte dell’esecutivo “frettolosa e per nulla condivisa”.
Sempre dalle fila di Ap, Mario Venturini condivide la sua contrarietà
rispetto alla conferma data a Gentili:
Il governo si è preso questa
prerogativa e ora e se ne prende la responsabilità, soprattutto perché non l’ha
condivisa con la maggioranza”. 

Dall’opposizione Simone Celli, Ps, lancia la proposta
di attivare “un confronto con tutte le rappresentanze consiliari per
individuare un progetto complessivo che metta in sicurezza Gendarmeria e corpi
di polizia” , così come quella di avere un dibattito su questi temi nella
prossima seduta consiliare, proposte che sono accolte con favore da più
interventi della maggioranza.  La ricerca
di condivisione su ordine pubblico e sicurezza è fondamentale anche per

Nicola Selva, Upr: “Sono temi che impongono unità
nazionale e tutte le forze politiche devono dimostrare assunzione di
responsabilità”.Anche Denise Bronzetti, Ind.:lancia l’auspicio che “lo
sforzo di questo Consiglio sia quello di fare sistema”
. Nella
scelta del successore di Gentili, Federico Pedini Amati, Ind., chiede
che sia “lo stesso corpo della Gendarmeria a sottoporre una proposta alle varie
commissioni consiliari di riorganizzazione e una rosa di nomi”. Per Gian
MatteoZeppa, Rete,
 il “vero
sconfitto è il segretario Valentini e deve mettersi nell’ottica di collaborare
o lasciare il passo”, anche perché “la nomina del prossimo comandante la deve
fare il Consiglio”.Andrea Zafferani, C10, ribadisce che“le responsabilità
di Valentini sono gravi e ci aspetteremmo una assunzione piena di
responsabilità”. Rispetto al problema del riordino dei corpi di polizia, Luca
Beccari, Pdcs
sottolinea che “le scelte di fondo, il quadro, lo deve
disegnare la politica”, non il capo della Gendemeria. Francesca Michelotti,
Su
 torna a condannare le parole di
spregio verso la magistratura del comandante: “Ogni parola di denigrazione
verso i magistrati del generale intercetta interessi della componente del Paese
coinvolta in fenomeni corruttivi ma anche quella dei qualunquisti”.Infine, Gerardo
Giovagnoli, Psd,
ribadisce che “dal punto di vista della maggioranza si
deve ammettere che forse Gentili non era la persona più adatta”.La sessione
consiliare si chiude con il messaggio di saluto della Reggenza, al termine del
proprio mandato.

Di seguito una sintesi degli interventi odierni.

Comma 17. Riferimento del Governo sulle
dimissioni del Comandante del Corpo della Gendarmeria e successivo dibattito
La Reggenza legge lettera di dimissioni del comandante Gentili
: “Prendo atto
delle difficoltà incontrate dal mio arrivo in Repubblica. Riscontrate già da 6
mesi prima di assumere l’incarico. Non posso fare altro che constatare
l’evidente e assoluta impossibilità di proseguire in un incarico rivelatosi
incomprensibilmente troppo complesso. Le notizie uscite sulla mia persona hanno
avuto risonanza negativa e altamente lesiva tanto della mia onorabilità quanto
della dignità delle Pubbliche Istituzioni. Tenuto conto che non posso
difendermi da fatti di cui ho avuto solo generica cognizione chiedo alla
Reggenza di volermi prosciogliere dai vincoli di ferma quinquennali assunti con
il contratto di novembre 2013. Esprimo profondo rammarico per epilogo
innaturale, peraltro da tempo da me presagito e previsto come ineluttabile.
Epilogo che, come tale, va a sommarsi con altrettanti epiloghi traumatici che,
per diversi fattori e differenti problematiche nelle quali non posso ovviamente
immedesimarmi, hanno visto comunque l’allontanamento dalla Repubblica in successione
di ben tre funzionari delle Polizie italiane: eventi che non possono non porre
inquietanti interrogativi, che non compete certe al sottoscritto chiarire. Mi
rincresce che nonostante la mia predisposizione non si è potuto instaurare un
migliore e proficuo rapporto di collaborazione con la Magistratura, con la
quale dallo scorso settembre si sono incomprensibilmente ventilati a più
riprese attriti e contrasti e con la Gendarmeria ed il suo comandante: chi
scrive continua a non comprendere a cosa sono dovuti. Né si può pensare che
tale precisazioni, formulate sempre in modo riservato in carteggi ufficiali,
tese a ricercare maggiore efficacia collaborativa e rispetto dei ruoli tra
istituzioni, possano obiettivamente divenire base per attriti o azioni di delegittimazione.
Le presunte delegittimazioni hanno spesso avuto corpo ed ingiustificato eco a
mezzo stampa, certo mai attivata dal sottoscritto, né dalla Gendarmeria. Dunque
in cosa si sostanzierebbero codeste delegittimazioni? Non ho mai mancato di lealtà
a istituzioni sammarinesi. So cos’è la lealtà. E ho espresso parole di vivo
apprezzamento e ammirazione per la Repubblica, le sue istituzioni pubbliche e
anche per l’assetto e la funzionalità del Tribunale. Ho dedicato risorse,
pazienza e tempo alla Gendarmeria che ho rilevato disorientata e provata da
vicende che affondano le radici in tempi non recenti. Al corpo auguro migliori
fortune”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “La
lettera del comandante chiederebbe di essere presa sul serio e di tenere conto
di quello che il generale Gentili in questo momento chiede, ossia di essere
prosciolto dal suo incarico. L’accoglimento della richiesta è compito
istituzionale. Parlerò di quello che conosco e ho potuto constatare. Non posso
parlare di cose che non conosco e di cui non ho né esperienza, né
documentazione. Parlerò solo di quello che so. A fine novembre 2013 si è deciso
di prendere contatto con l’Arma dei Carabinieri perché si pensava di poter
trovare lì la figura adeguata per occuparsi del riordini dei Corpi di Polizia
sammarinesi. Abbiamo chiesto personalmente un incontro al generale dell’Arma e
abbiamo espresso la nostra esigenza di dare un comandante alla Gendarmeria che
si occupasse del riordino dei Corpi. Dopo che sulla base dei curriculum il
Congresso si è espresso, abbiamo incontrato fisicamente il generale Gentili. E
si è trovato oggetto di polemica prima di poter iniziare il suo incarico. Una
caratteristica continuata per tutto il percorso. Polemica che si è acutizzata nel
momento in cui è nata la discussione sul grado del comandante. E’ proseguita
nel momento in cui ha presentato la relazione illustrativa di riorganizzazione
dei Corpi. Opposizione che poi è proseguita con l’aumento dei furti. Il
comandante Gentili ha vissuto male questa polemica continua e l’ha considerata,
anche per sua natura di militare, una provocazione. In effetti il dileggio è
stato molto forte. La sua reazione è stata a sua volta fatta con modalità e
toni che hanno offerto il fianco a interpretazioni che si sono ritorte contro
lo stesso. Venendo alla strutture dei Corpi di Polizia sammarinesi. C’era un
problema di revisione e riorganizzazione. La scelta che mi sembrava fosse stata
fatta era che, avendo scelto che i corpi dovessero rimanere tre, era inevitabile
andare verso la scelta di un Dipartimento e dunque di un direttore di
Dipartimento. Un errore che abbiamo fatto è stato quello di non risolvere
questa problematica prima dell’arrivo del comandante. Non avendo deciso con
precisione quale assetto vogliamo dare ai Corpi di Polizia, rischiamo che
chiunque venga nominato non sia poi nelle condizioni di fare quello per cui è
stato chiamato. E’inevitabile oggi accogliere la richiesta di interruzione
dell’incarico avanzata dal generale. Non ci sono più le condizioni. Credo si
debba allo stesso tempo trovare il tempo e la modalità giusta per approfondire
le altre problematiche che anche con l’accoglimento delle dimissioni restano
sul tavolo. Credo infine che la soluzione di quelle problematiche non sia più
rinviabile”.
Andrea Zafferani, C10 : “L’Odg che avevamo presentato è superato, visto
che oggi stiamo parlando di dimissioni”.
Vladimiro Selva, Psd: “Vorrei cercare di analizzare quale può essere lo
sviluppo di questa vicenda, avendo a cuore l’interesse nazionale, non solo per
una questione interna di sicurezza e gestione di un corpo, ma anche per
l’attività di indagine e i rapporti con le autorità italiane e
internazionali.  Di qui a breve saremo
chiamati a valutare il profilo di un sostituto del generale Gentili. E’
inevitabile accogliere infatti le dimissioni, nonostante le buone intenzioni e
l’impegno profuso, ma per responsabilità di vario ordine, non tutte imputabili
a lui, si sono create difficoltà di relazione con il tribunale e interno al
corpo. Colui che verrà individuato dovrà avere un’innata capacità di comando,
poi bisognerà tenere in considerazione l’organizzazione del corpo della
Gendarmeria, che non ha ufficiali e ha una distanza notevole tra chi ha il
comando e i ranghi inferiori. Forse si dovrà rivedere il regolamento interno. E
se dovessimo rivolgerci fuori per individuare questa figura, dovremo avere
un’ampia rosa di proposte. Oggi non è il momento giusto per prendere decisioni,
ma l’Aula deve fare questo sforzo e come Psd auguriamo che un dibattito
consiliare si debba avere. Altro tema importante sono le regole di ingaggio,
ovvero quali obiettivi dovremo dargli. In un contesto in cui il corpo della
Gendarmeria ha urgente necessità di essere riorganizzato, ci vogliono indirizzi
politici. Gentili ha lavorato su un progetto di riforma dei corpi sulla base di
direttive che gli sono prima state date, poi smentite dalla stessa politica. E
su questo serve chiarezza”.
Simone Celli, Ps: “Le dimissioni di Gentili sono un tema delicato che
impone il mantenimento del senso di responsabilità del Consiglio. E’ un tema
infatti che  mette in luce le difficoltà
relazionali consistenti tra diversi settori dell’amministrazione statale. C’è
poco da dire rispetto la decisione di dimettersi, è un atto dovuto che il
Consiglio deve accogliere senza tentennamenti. Ma il Consiglio deve
interrogarsi su una gestione politica della vicenda da parte del governo, non
voglio ripercorrere il vespaio di polemiche partite dalla nomina di Gentili, ma
certi errori in futuro non dovrebbero ripetersi, in quanto frutto di una
gestione politica discutibile e approssimative. Come membro della Commissione
giustizia, ricordo che l’8 settembre 2014 
in quella sede emersero con nitidezza le criticità notevoli nei rapporti
tra il comandante e l’autorità giudiziaria. Ma non credo che siano state tenute
in debita considerazione dai membri di governo. Le criticità erano vere e la
rafferma del comandante rappresenta sul piano politico un atto sconsiderato.
Oggi si chiude una fase politica infelice, sulle nomine di questo governo un
minimo di autocritica credo che civoglia. Forse non abbiamo avuto fortuna negli
ultimi anni.
I temi della sicurezza e dell’ordine pubblico non hanno colore politico e non
sono temi che fanno riferimento al governo, ma all’intera comunità sammarinese
e vogliamo concludere questo dibattito dimostrando attaccamento alle
istituzioni, anche mettendole di fronte a scelte sbagliate. Avanziamo infine
due proposte: attiviamo da domani mattina un confronto con tutte le rappresentanze
consiliari per individuare un progetto complessivo che metta in sicurezza
Gendarmeria e corpi di polizia. E’ fondamentale ricercare la più ampia
condivisione possibile su queste tematiche Ordine pubblico e sicurezza
impongono unità nazionale e tutte le forze politiche devono dimostrare
assunzione di responsabilità. Il metodo delle nomine calate dall’alto è
sbagliato, procediamo diversamente e cerchiamo nella nomina più ampiamente
condivisa possibile. Seconda proposta: usciamo con un impegno formale affinché
nella prossima seduta consiliare si possa avere un dibattito ad hoc per uscire
con una proposta sull’emergenza di ordine pubblico. I sammarinesi lo pretendono
e la politica deve dare risposte al più presto”.
Marco Gatti, Pdcs: “L’intervento che mi ha preceduto ha parlato di un
Paese sfortunato nelle nomine, effettivamente è così. Soprattutto, rispetto
alle nomine di figure esterne che hanno portato a rotture traumatiche, vi
invito a ragionare e condividere affinché la nomina futura sia più forte, condivisa
e ragionata. E’ la sfida che il Consiglio e le forze politiche devono prendere
in esame. Rispetto la Gendarmeria, dal dopo Biagioli in avanti, abbiamo avuto
tante problematiche, tutte diverse, ma tutte che hanno portato a rotture
traumatiche. Non possiamo prescindere dal fatto di accettare le dimissioni
presentate dal comandante perché, pur ritenendo di non aver motivi per fare
valutazioni approfondite, quello che però è a nostra conoscenza è sufficiente
per poter esprimere un parere. Quello che non ci sono più le condizioni di
serenità per portare avanti un rapporto di lavoro importante tra il nostro
Stato e il generale Gentili. Ciò chiude una 
problematica sul singolo, ma lascia aperto il problema generale di riordino
delle forze polizia. In questi anni abbiamo fatto tante cose, installato
telecamere, messo in esame un progetto di riordino dei corpi e bisognerà che
l’Aula consiliare dibatta di questo al più presto. Dobbiamo sicuramente
prestare attenzione alla visita del Moneyval che ragionerà sulla funzionalità
dei corpi e il fatto di avere comandante che si è dimesso non aiuterà. Sono
preoccupatissimo di quello che sta accadendo in territorio, rispetto i furti,
stiamo assistendo a fenomeni inusuali, come rapine a mano armata in semplici
esercizi commerciali. Condivido la proposta di porre in essere un dibattito
nella prossima seduta consiliare per individuare insieme le soluzioni a tutti i
problemi”.
Nicola Selva, Upr: “Siamo di fronte al terzo cambio al comando di questo
corpo, all’aumento della criminalità e all’emergenza nel Paese. Le
problematiche restano sul tavolo. Le vicenda pone inquietanti interrogativi, ma
parlerò solo delle cose che conosco. Oggi si delinea una situazione di grande
preoccupazione sulla sicurezza del Paese. Il ruolo del comandante resta
vacante. Il problema non è solo del governo e della maggioranza. Sulla
sicurezza è emergenza e chiediamo cosa si intende fare, occorre porre basi per
un nuovo ragionamento. Quali sono gli investimenti per l’ordine pubblico, quali
atti normativi sono previsti? Noi abbiamo fatto proposte concrete, abbiamo
chiesto di destinare dei finanziamenti, una centrale unica delle forze ordine,
l’aumento del personale servizio attivo, l’uso di apparati tecnologici e altro.
Torno a chiedere con fermezza interventi e stanziamenti economici. Il problema
è di tutti e la scelta del nuovo comandante deve essere espressione di tutti,
mi unisco al collega Celli per un confronto per raggiungere condivisione.  attiviamo da domani mattina un confronto con
tutte le rappresentanze consiliari per individuare un progetto complessivo che
metta in sicurezza Gendarmeria e corpi di polizia. E’ fondamentale ricercare la
più ampia condivisione possibile su queste tematiche Ordine pubblico e
sicurezza impongono unità nazionale e tutte le forze politiche devono
dimostrare assunzione di responsabilità.
Ivan Foschi, Su: “Nel riferimento del segretario ho trovato una
cronologia, ma non dei riferimenti alle vicende più spinose, quelle emerse
nell’ordinanza. Credo il segretario avesse tutti gli elementi senza  incorrere nella violazione segreto
istruttorio. Non abbiamo analizzato seriamente le ultime vicende.  A fine 2013, quando è stato nominato
comandante, pur di fronte a questioni bizzarre, quale l’elevazione del titolo a
Generale, noi come gruppo di Su ci siamo posti senza pregiudizi. I primi passi
sono stati mossi in audizione della Commissione antimafia nel gennaio 2014 e
durante quella ebbi alcune perplessità riguardo all’inserimento del Generale
nella nostra realtà. Pareva non avesse preso visione della nostra realtà,
eravamo vicino ai toni dell’isola felice, ma una serie di problemi in realtà
c’erano. Ci fu una nuova audizione a gennaio 2015, in un quadro totalmente
cambiato. Ci fu un giudizio più uniforme di tutti i commissari, erano evidenti
i rapporti incrinati con i magistrati, ci sono state vicende che hanno lasciato
il segno, come l’arresto di Podeschi e del gendarme Mazzocchi. Da qui era
emersa la carenza della struttura carceraria e del personale dislocato. Di
questo si è parlato in commissione Giustizia. E avevamo mantenuto riservatezza,
ma i nodi sono arrivati al pettine. Ed sono arrivati tramite un’ordinanza,
scritta nero su bianco, non da un blog. Così come è inaccettabile che
l’episodio dell’arresto Mazzocchi dal generale venga liquidato come
“rapimento”. Lasciamo stare il giudizio sulle istituzioni, atteniamoci al
rapporto tra vertice della gendarmeria, tribunale e nucleo antifrode. A me
sembra una situazione ‘fuori di testa’, di una gravità assoluta, da rimozione
immediata. Ne parliamo solo oggi perché sono arrivate le dimissioni. Ma il
governo sapeva benissimo quali erano i problemi e doveva porvi rimedio”.
Denise Bronzetti, Psd: “Mi auguro si possa parlare presto in Aula con
serenità su sicurezza, riordino dei corpi e sostituzione del comandante
Gentili, con tutte le forze consiliari. Non se ne invitano due al tavolo per
trovar soluzioni che spianino la strada ad altro, smettiamo di fare i giochini,
ci sono emergenze nel Paese che vanno risolte in fretta. E non significa agire
come in precedenza, con scelte non ponderate e non condivise. Le motivazioni di
Gentili possono essere condivisibili, ovvero l’aver visto un Paese che
nonostante gli avvenimenti giudiziari, ancora non sa reagire e ancora non è in
grado di agire in totale trasparenza. Il problema è che il generale avrebbe
dovuto essere più cauto nell’esternare questa valuta

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