Consiglio Grande e Generale. Martedì 27 ottobre 2015. Seduta notturna. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. Martedì 27 ottobre 2015. Seduta notturna. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 26- 30

OTTOBRE

MARTEDI’
27 OTTOBRE- NOTTE

La
seduta notturna prosegue con i
l
comma
19,

relativo alla seconda lettura dell’Assestamento di Bilancio 2015.

Di
seguito un estratto degli interventi della seduta notturna.

Comma
19. Progetto di legge “Modifiche alla Legge 23 dicembre 2014
n.219 e Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti
del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2015”

Giuseppe
Morganti, Segretario di Stato Cultura e Istruzione

Ricordo
i timori con cui abbiamo approvato il bilancio di previsione per il
2015 non più di 10 mesi fa. Abbiamo attivato politiche di sacrificio
che puntavano al contenimento della spesa. Nonostante lo sforzo fatto
dal governo ci siamo ritrovati con un deficit programmato pesante. E
non avevamo il dato sulla chiusura del consuntivo sul bilancio 2014,
che grazie agli sforzi del Paese ha portato al pareggio, anzi a un
piccolo saldo attivo. La segreteria alle Finanze ci indirizza verso
risultati ancora migliori. La variazione non ha assunto carattere di
straordinarietà. Interviene sulla stabilità del sistema finanziario
del Paese. Si vuole portare stabilità per due istituti bancari del
Paese. L’intervento previsto da questa finanziaria non riguarda
solo la Cassa di Risparmio. Lo Stato sostiene i principali istituti e
contemporaneamente ottiene un saldo attivo di rendimento. Un’economia
in crisi può riprendere a funzionare se lo Stato riprende gli
investimenti. E’ strategico. Senza le politiche keynesiane di spesa
pubblica è impossibile far ripartire i sistemi economici. Non c’è
la mano invisibile che li sostiene, serve lo Stato. Trenta milioni
non sono molti, forse sarà necessario ulteriore coraggio, ma non
sono debito generato da elementi che non intervengono con uno
specifico obiettivo. Non voglio intervenire sulla qualità degli
investimenti. Si parla del nuovo polo scolastico di Fonte dell’Ovo,
mi auguro sia prioritario. Si fa ripartire l’economia con
l’investimento culturale.

L’immobiliare
non era un’opportunità, non è possibile tenere concentrato su un
unico obiettivo così tanto capitale. La diversificazione degli
investimenti è basilare. Nello Stato come nelle banche. Ciò in
passato non è avvenuto, è stato un errore.

Condivido
la strada di chi chiede maggiori informazioni su Cassa di Risparmio,
lo Stato fa un investimento e vuole informazioni.

Antonella
Mularoni, Segretario di Stato al Territorio

Il
deficit di bilancio è inferiore rispetto alle previsioni iniziali.
E’ stato uno sforzo grosso, con tagli non indifferenti. Un lavoro
doveroso. Dobbiamo essere soddisfatti. Dobbiamo tenere sotto
controllo i centri di spesa più consistenti. La ripresa si deve
basare su uno stato delle finanze pubbliche che deve essere
tranquillizzante, con conti in ordine. La legge di spesa è stata
approvata in maggio. Sono 30 milioni, meglio poco che niente. Ci
auguriamo che le operazioni previste possano consolidarsi, il
provvedimento è molto atteso dalle categorie economiche. Non è un
tassello risolutivo, ma contribuirà alla ripresa del Paese. Le
misure di austerità devono servire a tagliare i rami secchi per
gettare le basi di uno sviluppo proficuo. Il sistema bancario
finanziario vive un momento di debolezza, bisogna trovare la strada
per ripartire, su basi diverse rispetto al passato, che ha portato
ricchezza ma si è dimostrato un gigante con i piedi di argilla. San
Marino deve diventare attrattivo. Nel Paese ci sono risorse umane
qualificate. Guardiamo avanti e cerchiamo di diventare più bravi.
Pensando a un’economia vera e un lavoro vero. I nostri giovani
studiano, hanno qualifiche importanti, valorizziamoli. Cerchiamo di
arrivare prima degli altri, non 10 anni dopo. Sulla Cassa di
Risparmio, come il mio gruppo consiliare, ribadisco che noi crediamo
in un percorso di rafforzamento dell’istituto, si tratta della
banca di tutti i sammarinesi. Abbiamo dei nodi che ci vengono posti
da Banca Centrale e dalle organizzazioni internazionali che vano
risolti. La governance deve essere all’altezza della situazione.
Ragioniamo sugli assetti interni, in modo che si presenti
adeguatamente al Fondo Monetario nel giro di pochi mesi.

Roberto
Ciavatta, Rete

Siamo
di fronte a una legge omnibus, fra assestamento e finanziaria abbiamo
uno strumento per aggirare le doppie letture, che dovrebbero essere
la norma. In questo assestamento emergono una serie di interventi che
hanno a che fare con il settore bancario. Su Cassa di Risparmio penso
alla pretesa che, a fronte di uno stanziamento, non vi siano
all’interno dei suoi organi azionisti persone finite all’interno
di ordinanze. Ci auguriamo che il governo si faccia latore della
rimozione di Clelio Galassi. Altrimenti non ci sono le condizioni per
finanziare l’istituto. Manca una programmazione. Le banche vanno a
credito di imposta. Se hanno perdite le riportano all’infinito.
Dove stiamo andando? Non c’è programmazione. Il Segretario di
Stato dice che non è in grado di dire quali istituti hanno una
raccolta interna maggiore. Non sapendo, le salviamo tutte. Ma a capo
di quelle banche ci sono persone inguaiate. Cassa di Risparmio va
accompagnata al ritorno agli utili, ma ci piacerebbe una valutazione
su quali istituto vanno aiutati. Se una banca fa perdite truffando,
non la voglio aiutare. E’ inaccettabile che uno dei principi sani
che l’Aula aveva fatto passare 10 mesi fa in finanziaria, cioè che
le banche che beneficiavano di aiuti dovessero porre limiti agli
stipendi dei manager, venga abrogata. Segretario, non neghi
l’evidenza. Articolo 41 della finanziaria. Noi facciamo un
intervento contro. Questo principio lo dovreste prevedere per Cassa
di Risparmio. I dipendenti oggi hanno stipendi più alti di altre
banche, e pensino garanzie più alte.
Sugli investimenti non si
parla di occupazione, ma di speculazione edilizia. Non rilanciamo
l’economia facendo dei parcheggi, Segretario Morganti. Se buttiamo
i soldi nelle tasche del palazzinaro di turno non arriveranno alla
collettività.

Nicola
Selva, Upr

Non
trovo differenze dalla prima lettura. I toni del governo sono troppo
trionfalistici. L’obiettivo del pareggio sarebbe stato raggiunto.
Potrei sottoscriverlo, ma come si fa a parlare di pareggio di
bilancio quando si portano 102 milioni di indebitamento? Così sanno
fare anche le mie figlie, che frequentano le scuole elementari. Il
bilancio è stato portato in equilibrio grazie ai prepensionamenti di
massa nella Pa, che però pesano sui fondi delle pensioni. Come li
gestiremo nei prossimi anni? Peseranno sulle future generazioni. Sono
stati fatti tagli su capitoli come quelli della scuola, Sanità,
risparmio energetico. C’è stato il condono fiscale, un’entrata
non ripetibile. L’equilibrio è stato raggiunto con scelte poco
lungimiranti. Mi preoccupa l’indebitamento per 102 milioni di euro.
C’è il terzo intervento su Cassa di Risparmio, per un totale di
185 milioni di euro. Qualche dubbio mi viene sulla sua gestione.
Anche il Fondo Monetario Internazionale li ha espressi. Qui si vuole
salvare un fortino riconducibile a certe parti del governo, non ai
cittadini. Non si possono fare regali senza pianificare gli
interventi economici, sempre proposti all’ultimo momento, senza
strategia. Si parla di questo aumento di capitale da anni. Abbiamo
chiesto come e quando si voleva intervenire. Silenzio completo, poi
arriva la richiesta rocambolesca di capitali. Serve professionalità,
responsabilità. Servono dati sullo stato patrimoniale, che facciano
capire le modalità della ricapitalizzazione. Un governo responsabile
non può non tenerli in considerazione. Su questi temi abbiamo
proposto degli emendamenti. Voglio capire se l’istituto ha fatto
qualcosa per risparmiare.

Federico
Pedini Amati, indipendente

Sulla
vicenda Cassa di Risparmio si sono perpetrate operazioni al limite
del lecito. Penso che in qualche modo questa banca sia stata spolpata
da un mondo che non era solo quello della banca stessa ma anche più
allargato. Questa banca era la maggiore della repubblica. Aveva 4
miliardi di euro di liquidità. Poi un degrado costante, con
operazioni spericolate, condotte con l’avallo della politica. Non
sono cattiverie, è la storia. Quando la Cassa era in cattive acque
abbiamo pensato che era il fortino dei risparmi dei sammarinesi. Ma
troppa gente ci ha voluto infilare le mani. Il settore bancario
finanziario negli ultimi 10 ani è stato gestito da gente che ha
provocato quello che oggi stiamo vivendo. Ci sono perdite messe come
voci di bilancio esenti. Crediti inesigibili che non si recupereranno
più. Lo Stato, intervenuto in maniera importante su Cassa di
Risparmio con 60 milioni dati alla Fondazione l’anno scorso, che
quota partecipativa ha oggi? Ha il 48% delle quote della Cassa di
Risparmio. Non ci potete raccontare che la Cassa di Risparmio deve
essere salvata. Finiremo quest’anno o ci vorranno altri anni? La
Karnak ha lasciato a casa 100 persone. Aveva necessità magari di un
incoraggiamento dello Stato. Si è provato a fare una trattativa
seria? Non mi risulta. Erba Vita è in difficoltà. Non c’è un
progetto di rilancio del Paese. Non capisco la defenestrazione di un
personaggio illustre nel Consiglio di amministrazione della Cassa.
Qui non si capiscono troppe cose. Siate chiari con i cittadini.

Franco
Santi, Civico 10

Parlo
del materiale che viene diffuso assieme alla variazione di bilancio,
è difficile muoversi fra questi documenti per capire come stanno le
cose. Il deficit scende a quasi 8 milioni, è positivo. Da dove
arriva questo risultato? Se i risparmi sono dovuti a tagli
sull’efficienza energetica penso di non poter essere contento. I
prepensionamenti spostano i problemi sui fondi pensione, dove
iniziano a scricchiolare i conti. Anche il Segretario l’ha posto
all’attenzione dell’Aula. E’ urgente una riflessione sulla
riforma del sistema previdenziale, dove serve una pianificazione che
non vedo.

Lo
Stato è uno dei maggiori azionisti della Cassa, non si può non
sostenere la Cassa, abbiamo degli interessi diretti. Abbiamo chiesto
legittimamente informazioni e dati per venire a conoscenza di come
viene gestita la banca. Ci è stato risposto dal Segretario alle
Finanze che c’era disponibilità per un’udienza in commissione
finanze che non ha portato a nulla. Siamo al punto di partenza. Non è
accettabile. Stiamo socializzando una perdita con i soldi di tutti.
Per un istituto che è ancora privato. Se Cassa farà utili lo Stato
avrà la beffa di un ritorno che contempla il 46% delle azioni,
rispetto a un impegno economico che va ben oltre il 100%. Lo Stato
deve pretendere dei risultati dalla banche.

Francesca
Michelotti, Sinistra Unita

L’AASS
ci ha dato un milione e 600mila euro in più sui proventi
dell’energia elettrica. Un paio di milioni di euro per le
confische. 500mila euro per le sanzioni dell’Ufficio Tributario.
Ciò ha contribuito a un risultato positivo. Non voglio sparare a
zero contro questa variazione di bilancio. Ci sono però aspetti
negativi. Parlo della questione previdenziale, lo Stato dovrà
affrontare una spesa di 6 milioni da destinare al fondo lavoratori
dipendenti. E’ una scelta che bisogna fare, il governo invece
ignora lo scoglio, l’impatto potrebbe produrre il naufragio del
sistema previdenziale sammarinese. Si parla di debito pubblico con
naturalezza. Non me ne sono ancora fatta una ragione. Sulla Cassa di
Risparmio durante la commissione io ho capito pochissimo. Abbiamo
avuto dati pubblici, che possono essere desunti da documenti
pubblici. Non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di una commissione
segreta. Abbiamo saputo che il piano di ristrutturazione predisposto
non è stato approvato dal Cda di Cassa di Risparmio e Banca Centrale
non ha potuto procedere con la presa d’atto. Dietro richieste
esplicite e incalzanti ci sono stati silenzi. Mi chiedo se siano
state scelte le modalità giuste per arrivare a una scelta così
impegnativa per i consiglieri: dare 40 milioni alla Cassa di
Risparmio, ci viene detto che probabilmente non saranno gli ultimi,
dobbiamo fare questa scelta a fronte di quale consapevolezza? Non ce
l’abbiamo. Serviva una strada diversa, forse creare una commissione
paritetica in Consiglio allo scopo di limitare la divulgazione di
informazioni che potrebbero essere di importanza capitale per il
recupero della situazione nella Cassa di Risparmio. Lancio questa
idea con buonsenso. Non possiamo votare senza sapere come stanno le
cose. Spero che nella maggioranza si sappia. E’ ingiusto chiedere
all’opposizione un mandato in bianco.

Gerardo
Giovagnoli, Psd

Su
Cassa di Risparmio c’è da fare una puntualizzazione sull’esigenza
di patrimonializzazione rispetto alla governance della stessa.
L’operazione ha elementi non solo di necessità, ma anche di
utilità. Assieme ai 40 milioni che lo Stato gira alla Cassa c’è
un’operazione coordinata della stessa entità che permette alla
Cassa di raggiungere un determinato traguardo, e dall’altra parte
c’è un’operazione che consente nel saldo un’utilità di circa
500 – 600mila euro all’anno per lo Stato. E’ un’operazione da
fare. Discorso diverso è la rassicurazione che l’Aula e il Paese
devono avere rispetto al funzionamento della banca. E’ già stato
citato un appuntamento in commissione finanze. La maggioranza ha
recepito diversi dati e ragionamenti. La maggioranza si farà parte
diligente nel verificare molte delle questioni che sono state
sottoposte, non c’è volontà di ignorare o di tenere riservate
questioni che riguardano l’istituto più importante. Chi detiene la
maggior parte del patrimonio deve esercitare il controllo equivalente
all’azionariato che esprime. La governance deve essere all’altezza
dei compiti assegnati. Le previsioni sulla bontà del piano previsto
devono ricalcare la realtà.

Luca
Beccari, Pdcs

Affrontiamo
un assestamento che per il secondo anno ci proietta verso un’ipotesi
di pareggio dopo anni di deficit. E dopo anni in cui l’elemento
dell’incertezza sull’incremento della spesa e sulle entrate
indicevano molto. Questi risultati non erano scontati quando nel 2008
le variazioni di bilancio portavano tagli alle entrate e aumenti
delle uscite per far fronte alle spese impreviste, con cifre a
multipli di dieci milioni. Nelle ultime 2 legislature sul bilancio e
sulla finanza pubblica sono state fatte scelte coraggiose. In sede di
variazione non facciamo variazioni sostanziali. Nel 2012 a dicembre
il primo dibattito in Consiglio era sulla spending-review. Dopo 3
anni il nostro bilancio sulla parte corrente ha ridotto le spese. Con
determinazione ci potrà permettere di raggiungere altri risultati.
Ora parliamo di investimenti. Non possiamo dire di essere fuori dai
pericoli, per carità. Ma credo che le letture date sul bilancio
dello Stato, per altro molte superficiali, siano ingenerose rispetto
a un’opera alla quale anche l’opposizione talvolta ha dato una
spinta. Non voglio far prendere tutti i meriti alla maggioranza, che
però ha preso le decisioni impopolari che non hanno trovato consensi
nell’opposizione. Cosa andiamo a fare nel bilancio? Il risultato
finale migliora nel deficit previsionale. Due parole sulla norma di
riporto delle perdite. Perché in linea generale le perdite delle
imprese possono essere portate in deduzione? Se un’azienda va in
perdita, si è eroso un capitale, o un patrimonio di un imprenditore.
Poi sul guadagno paga le tasse. Se un anno perde 100 e l’anno dopo
guadagna cento, il saldo è zero. Ecco perché le perdite possono
essere riportate. In Europa le perdite sono riportabili senza limiti
e integralmente. A San Marino è sempre stato visto con attenzione.
C’era un limite. Oggi, con le imprese che hanno vere perdite e le
banche che hanno subito le maggiori perdite, la nostra norma si tira
dietro un retaggio che rende quella disposizione oggetto di
revisione. Le banche che subiscono perdite, per importi, le possono
riportare nel tempo senza limitazioni. Noi chiediamo alle imprese
bancarie di anticipare comunque una parte delle imposte con
l’affrancamento. Su Cassa di Risparmio capisco le preoccupazioni di
molti, ci dimentichiamo un passaggio fondamentale. Stiamo parlando di
interventi, quelli di patrimonializzazione, che sono strutturati con
l’idea che lo Stato rientri comunque in prospettiva
dell’investimento fatto. Non è a fondo perduto.

Repliche

Giancarlo
Capicchioni, Segretario di Stato alle Finanze

L’aspetto
principale più politico è il rafforzamento patrimoniale della Cassa
di Risparmio. Non è una ricapitalizzazione, ma una
ripatrimonializzazione. La Cassa ha necessità di vedere il suo
patrimonio di vigilanza rafforzato perché non raggiunge l’indice
di solvibilità previsto dalle norme, che è l’11%. Se non lo
sottoscrive lo Stato, la Cassa dovrà rivolgersi al mercato esterno.
Parliamo di un tasso che si aggira attorno al 6,5%, qualcuno verrebbe
trovato sicuramente, un investitore esterno che mette un piedino
nell’istituto. Sarebbero 26 milioni che andrebbero fuori dai nostri
confini. Lo Stato fa bene a sottoscrivere questo prestito ibrido, che
tutela gli investimenti cospicui già fatti in Cassa di Risparmio. E’
un credito che rimane nell’esigibilità dello Stato. Lo Stato
economicamente non perde nulla, guadagna 5 – 600mila euro l’anno.
Sul tetto delle retribuzioni voglio ricordare che non poco tempo fa
quest’Aula ha approvato un Odg in cui dice che il direttore di
Banca Centrale deve avere delle caratteristiche e qualità che
porteranno l’istituto verso i mercati esterni. Quindi una figura
per la quale con il limite allo stipendio non avremmo possibilità di
trovare qualcuno. Ecco perché serve una deroga a quella norma.
Qualcuno ha detto che il debito è di 102 milioni. Sono 70 più 32. I
32 sono un debito già contratto con le banche. Sono per il disavanzo
2013 e 2014.

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