Consiglio Grande e Generale, seduta notturna del 22 agosto. SMNA

Consiglio Grande e Generale, seduta notturna del 22 agosto. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 22-31 AGOSTO

LUNEDI’
22 AGOSTO-
Seduta
notturna

I
lavori del Consiglio Grande e Generale proseguono con il

dibattito, previsto al
Comma
7
,
sul primo dei progetti di legge che recepiscono la volontà
referendaria, quello relativo alla preferenza unica. Prima dell’esame
dell’articolato la Reggenza, dopo aver riunito l’Ufficio di
presidenza, verifica che non ci siano opposizioni al voto palese
rispetto agli articoli e al progetto di legge, che viene poi
approvato con 50 voti a favore. L’Aula prosegue quindi con il
dibattito relativo al
Comma
8
,
Disposizioni
relative al superamento del quorum e alle condizioni di ricevibilità
del referendum di iniziativa popolare”.

Di
seguito un estratto degli interventi.

Comma
7

Progetto
di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 e
successive modifiche – Disposizioni relative al voto di preferenza”
(II lettura)

Marino
Riccardi, Psd

Il
testo recepisce pienamente il quesito referendario. Il rispetto della
volontà popolare è importante. Alcuni consiglieri di sesso
femminile hanno manifestato la loro contrarietà alla preferenza di
genere. Credo sarebbe offensivo per una donna. Sul voto estero forse
qualcosa si poteva fare, se non veniva staccata la spina al governo
in maniera anticipata. Chiedo che ci sia la volontà piena di votare
per alzata di mano o chiamata.

Denise
Bronzetti, indipendente

La
mia posizione era di forte contrarietà. Non solo per una questione
di genere, ma perché credo che chi, per ragioni economiche e di
tempo, potrà permetterselo, potrà mettere in dubbio la presenza in
Consiglio di chi non ha alle spalle caratteristiche come queste, o
come una famiglia di un certo tipo. Mi fanno sorridere gli appelli
alla votazione palese della legge. Ciò nasconde altro. Il fatto che
siano i partiti maggiormente rappresentativi a farlo fa pensare a una
bella resa dei conti interna rispetto all’esito delle preferenze
nella prossima consultazione popolare. Questa sarebbe la prova
provata che la preferenza unica non risolve quanto riferito. Chi è
ben certo di contare su un numero importante di voti sta tranquillo.

Massimo
Cenci, Ns

Questo
intervento avrà effetti importanti e li avrà da subito. Sulla
composizione del Consiglio e sulla modalità di svolgimento della
campagna elettorale. La preferenza unica, credo, potrà rappresentare
uno stimolo per i partiti per predisporre una rosa di candidati il
più rappresentativa e qualificata possibile. La preferenza unica
mette tutti sullo stesso piano. Cadono alibi che spesso si sentono.
Si è distinto fra uomini e donne, ma non fra consiglieri più o meno
adeguati. La preferenza unica va anche in questa direzione. In
passato tanti bravi giovani sono stati bloccati dalle cordate.

Rispetto
al voto estero, responsabilizzare le comunità potrebbe essere una
cosa da fare.

Un
cittadino che può esprimere una sola preferenza darà un voto più
ponderato, l’eletto sarà più responsabilizzato. Dal mio punto di
vista personale la preferenza unica può essere un elemento positivo.
Spero non ci siano emendamenti. Il mio voto sarà favorevole, anche
quello del mio gruppo.

Marco
Podeschi, Upr

Upr
aveva chiesto di fare questo provvedimento a luglio con procedura
d’urgenza. C’è timore verso noi stessi, mi fa ridere. Non ci
fidiamo di noi e lo diciamo anche alla radio. Non penso che riducendo
le preferenze gli elettori cambieranno partito. I partiti avranno la
capacità di regolare un confronto sano fra i loro candidati? Il
problema sarà la qualità di chi starà in quest’Aula fra qualche
tempo. Chi è più conosciuto avrà più possibilità di avere la
preferenza, come in molti altri Paesi. Nelle ultime elezioni alcuni
candidati si sono impegnati con campagne in cui hanno investito
molto, ma non sono stati eletti. Chi spende denaro per ciò lo dovrà
documentare. Vedremo se le liste punteranno su candidati preparati
oppure se assisteremo alle dinamiche che conosciamo.

Roberto
Ciavatta, Rete

Abbiamo
sostenuto il “sì” al referendum. Chi doveva mettere mano alla
legge elettorale se non il governo in carica? Un governo che non
risponde alle problematiche del Paese si trova di fronte a una
cittadinanza che imposta la scaletta al suo posto. Si parla dei tanti
svantaggi della preferenza unica.

Si
parla di personalizzazione. Non c’è stata nelle ultime elezioni, e
in quelle precedenti? Nulla impedisce ai partiti di dare indicazione
di non votare le persone più conosciute. Noi l’abbiamo fatto e
continueremo a farlo. Io chiederò di non votare il sottoscritto.
Sono più conosciuto di altri e penso che qualche voto mi arriverà
lo stesso. Il clientelismo in grande parte è interno, non estero. Se
non ci sarà voto palese mi riprenderò mentre voto.

Franco
Santi, C10

Voterò
“sì” alla legge in maniera palese. Questa discussione è
allucinante. Gli esiti dei referendum hanno mostrato il preoccupante
distacco della politica dal Paese. Qual è il ruolo dei partiti? Di
chi dedica il suo tempo alla questione pubblica? Sembra che non si
riescano a recepire le esigenze della cittadinanza. Non si tratta di
recepire il quesito. In gioco c’è molto di più.

Gerardo
Giovagnoli, Psd

Nessuno
ha presentato emendamenti. Ci vorrebbe un automatismo, se va recepito
il testo elaborato dal Congresso di Stato e accettato dal Collegio
garante. La preferenza unica creerà problemi: non catastrofi ma
leggeri impedimenti. La proposta limiterà alcune possibilità sui
giovani e sulle donne. Potrei essere smentito. Ne avremo la prova fra
circa due mesi.

Luigi
Mazza, Pdcs

Prendiamo
atto della volontà popolare e ne diamo attuazione. In questi giorni
termino il mio impegno politico. Nel 1988 sono entrato in Consiglio
con la possibilità di esprimere 6 preferenze. Era difficile. Il
problema principale è uno: serve un grosso lavoro culturale di tutti
i partiti. Spetta ai partiti stimolare il rinnovamento. Il problema è
culturale ed è nei partiti. Sono da sempre favorevole al collegio
estero. Ogni modifica elettorale implica un diverso rapporto con la
cittadinanza, una diversa fase organizzativa. Ci sarà un modo
diverso di presentare i candidati al corpo elettorale.

Dichiarazioni
di voto

Francesca
Michelotti, Su

Mi
sento umiliata. Siamo trattati come un branco di cialtroni falsi e
meschini. Mi sono adeguata alla volontà della maggioranza non perché
temo di essere svergognata sui social media, come qualcuno ha
annunciato di fare, ma perché sono stanca di combattere una
battaglia contro la diffidenza e la sfiducia. Non vedo l’ora che
tutto questo finisca, che si vada a elezioni. In un Consiglio così
non ci potrò più stare. Aspetto con ansia l’ultimo Consiglio.
Questa umiliazione non la voglio più vivere.

Comma
8

– Progetto di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge Qualificata
29 maggio 2013 n.1 e successive modifiche – Disposizioni relative
al superamento del quorum ed alle condizioni di ricevibilità del
referendum di iniziativa popolare” (II lettura)

Giancarlo
Venturini, segretario di Stato agli Interni

In
precedenza il quorum era stato abbassato dal 32 al 25%. Ogni tipo di
referendum sarà approvato con maggioranza dei voti validamente
espressi. Il Collegio garante conferma il recepimento del quesito
elettorale. Si tratta di dare attuazione alla volontà dei cittadini.

Augusto
Michelotti, Su

Sono
stato uno dei promotori dell’uso del metodo referendario per poter
portare avanti modifiche al nostro sistema legislativo. Ho presentato
un emendamento. Chiedo l’abrogazione dell’articolo 3 comma 1,
dove si parla delle firme da raccogliere per svolgere il referendum.
Si porta dall’1,5 al 3%. E’ un valore che non mi convince. Non
sono critico sul 3%, ma sul metodo usato. E’ stato infilato. Questo
è un colpo di mano sul quale non mi trovo d’accordo.

Elena
Tonnini, Rete

Sollevo
le stesse perplessità. Il quesito chiedeva di abolire il quorum e di
facilitare il percorso della raccolta firme. Nel progetto di legge è
stata inserita una modifica, un correttivo che annulla la
facilitazione del percorso referendario. Si sposta il problema da
monte a valle. Si chiede di aumentare il numero delle firme da
raccogliere. Non ci devono essere correttivi. Abbiamo depositato un
emendamento che chiederà di tornare all’1,5%.

Maria
Luisa Berti, Ns

Non
abbiamo sostenuto il referendum su questa tematica. Prendiamo atto
della volontà dei cittadini e siamo qui a recepire questa volontà.
Sosterremo quanto predisposto.

Manuel
Ciavatta, Pdcs

Condivido
a metà l’intervento di Tonnini. Il referendum, nella sua essenza,
è utile a dare indirizzi. Non credo che questa non sia l’opportunità
per fare correttivi che si possono ritenere importanti per dare
equilibrio a uno strumento che non può essere svalorizzato. Il
raddoppio significa circa 1.100 firme. Voteremo il progetto di legge
come presentato. Non siamo contrari alla votazione palese.

Vladimiro
Selva, Psd

La
mia posizione è in linea con il quesito che la cittadinanza ha
accolto. L’eliminazione del quorum è un elemento di
responsabilizzazione dell’elettorato. Chi sarà informato si
esprimerà, chi non ha avuto tempo di approfondire starà a casa. Si
garantisce un controllo sull’attività politica. La rappresentanza
delegata ha creato grossi problemi, la classe dirigente per molti
anni ha un po’ approfittato di questa distanza inconsapevole. Con
questo cambio di normativa ci potrà essere una maggiore
responsabilità e partecipazione.

Augusto
Casali, Ps

Non
ho capito bene da dove salta fuori questo 3%. Raccogliere 1.100 firme
non è semplice a San Marino. Così si attenuano le scelte della
popolazione. Il quesito chiedeva l’abbassamento del quorum
nell’attuale situazione. Non parlava di eventuali aggiustamenti o
aumenti nella raccolta delle firme. Non so che ruolo ha giocato il
comitato promotore, che era abbastanza disponibile a parlarne. Se
così non è, il Consiglio si dovrebbe limitare al quesito come
proposto. L’elevazione della raccolta delle firme è una forzatura
che non capisco.

Andrea
Zafferani, C10

Dopo
il referendum avevamo sostenuto di non vedere l’attività del
Consiglio come sola mera scrittura del testo del quesito, ma come
occasione per valutare nel complesso la legge. Se si modifica una
parte di una legge per attuare la volontà popolare, è possibile, e
a volte necessario, cambiarne un’altra parte. Ciò necessitava di
un confronto, però. Purtroppo così non è stato. Il governo ha
fatto una proposta in prima lettura. Non avevamo tempo o spazio per
discutere di queste proposte. La modifica doveva esserci nel quadro
di un confronto con i promotori del quesito. Così non è stato. Non
si può ignorare il fatto che questa proposta arriva senza confronto.
Ciò non è irrilevante. Su quanto riguarda il numero delle firme ci
asterremo, siamo d’accordo nel merito ma non nel metodo. Speriamo
nel voto palese.

Matteo
Zeppa, Rete

La
giustificazione per l’aumento della richiesta delle firme è come
un tuffo che finisce con una spanciata. Lo dico visto che siamo in
clima post olimpico. Questa maggioranza vorrebbe interpretare un
referendum. Non veniva citato l’aumento delle firme al 3%. E’
stato esclusivamente un atto di imperio della maggioranza. Ciò esula
dal recepimento del quesito referendario. Manuel Ciavatta non ha
l’autorità per dire che i correttivi vanno fatti così in
quest’Aula.

Luca
Beccari, Pdcs

Avevamo
detto che a nostro avviso per noi sarebbe stato necessario ragionare
sul numero minimo delle firme. Non è qualcosa che il segretario si è
inventato stanotte. Lo abbiamo detto da sempre. Ricordo che la sera
dei risultati, in tv, il comitato promotore aveva detto che non era
questo il tema del contendere. Ed era disponibile. Mi dovete spiegare
perché il comitato promotore deve avere la paternità completa della
materia referendaria. Un conto è fare una proposta che viene
accettata dai cittadini, altro è dire che su altre proposte
bisognava sentire il comitato promotore. Noi non abbiamo perso la
potestà legislativa. Ma non dobbiamo fare provvedimenti che falsano
il risultato del referendum. Crediamo che con la nuova impostazione i
requisiti saranno rafforzati, perché la manifestazione della base di
volontà sarà più sostenuta. Questo è il nostro punto di vista.

Nicola
Renzi, Ap

La
proposta del comitato referendario consisteva nel quesito, ma ha
avuto anche un approfondimento e dibattiti che non si limitavano ad
abolire il quorum. La campagna referendaria si è sviluppata anche su
proposte, a corollario ma non banali, che prevedevano la possibilità
di agire con una legge di recepimento che aveva anche altri
contenuti, come l’innalzamento delle firme richieste. Se non lo
riconosciamo facciamo un torto a chi si è impegnato per presentare
il quesito. Il nostro voto sarà favorevole.

Luca
Santolini, C10

Le
modalità dell’intervento ci hanno lasciato interdetti. Beccari
dice che il confronto si può fare adesso. Non mi pare ci siano i
margini per farlo, è tardi e l’Aula è mezza vuota. Ci asterremo
sull’aumento delle firme al 3%. Voteremo favorevolmente al progetto
di legge.

San
Marino, 22 AGOSTO 2016/02

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