Consiglio, report seduta pomeridiana 16 giugno 2021

Consiglio, report seduta pomeridiana 16 giugno 2021

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 15-16-17-18, 21, 22 GIUGNO 

MARTEDÌ 16 GIUGNO – Pomeriggio

Dopo l’ampio dibattito sugli emendamenti riguardanti gli “Incentivi per l’effettuazione di interventi di riqualificazione energetica ed impiantistica degli edifici esistenti e per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o cogenerazione”, il Consiglio Grande e Generale prosegue con la ratifica e il dibattito relativo al Decreto Delegato 10 maggio 2021 n.87: “Norme in materia di servizio di custodia di asset virtuali”.  “La cosa più importante da sottolineare – premette il Segretario di Stato Fabio Righi – è che abbiamo scommesso su un settore e quindi bisogna sdoganare un tema che è certamente delicato e va tenuto sotto controllo ma è certamente innovativo e può rappresentare una leva economica per San Marino”. Eva Guidi (Libera) chiede massima “attenzione ad eventuali elusioni dell’antiriciclaggio e dell’antiterrorismo”. Anche Pasquale Valentini (Pdcs) invita alla prudenza. “Non è che San Marino possa immaginare di fare cose in questo ambito senza cercare il massimo di integrazione col sistema italiano ed europeo. Vi prego di associare a questo lavoro che dovrà fare Banca Centrale ed AIF un lavoro analogo che andrà fatto negli istituti bancari e fra quelli che dovranno poi essere coloro che gestiscono queste cose”.  “Si apre una prospettiva, cerchiamo di non sciuparla, mettiamoci la saggezza necessaria, è uno dei settori del futuro” è l’appello di Giuseppe Maria Morganti (Libera). 

Emanuele Santi (Rete) parla del “flop che si è fatto con la prima normativa che non prevedeva organismi di controllo”.  Pronta la replica di Andrea Zafferani (Rf): “Devo ricordare che se si è potuto intervenire bloccando società che operavano contrariamente alle norme è perché si sono fatte quelle norme e perché dietro quelle norme c’è stata la costituzione di un gruppo di lavoro che comprendeva l’AIF”. “Ovviamente – conclude il Segretario di Stato Righi – è un decreto che norma ma non è un decreto di pronti via. E’ prevista un’autorizzazione da parte di Banca Centrale che presidia il settore bancario che nel momento in cui stabilirà le regole di ingaggio farà tutte le verifiche del caso con l’aiuto dello stesso AIF e di San Marino Innovation”. Il dibattito prosegue oltre le ore 20.00.

 

Di seguito una sintesi degli interventi:

 

Comma 9 – Ratifica Decreto – Legge e Decreti Delegati

 

 

decreto 3: RATIFICA DECRETO DELEGATO 10 maggio 2021 n.87 – Decreto Delegato 10 maggio 2021 – n.87 – “Norme in materia di servizio di custodia di asset virtuali”

 

Segretario di Stato Fabio Righi:Affrontiamo un tema su cui ci siamo già confrontati con le parti. E’ un tema che si va ad incardinare su una normativa che aveva già sdoganato gli asset virtuali. Normativa che mancava di decreti attuativi. Con questo intervento abbiamo dato un supporto normativo chiaro con l’aiuto anche delle autorità tipicamente connesse al fine di garantire una regolamentazione chiara di un materia assolutamente nuova. Una normativa che non aveva solo l’ambizione di chiarire questi aspetti e garantire un controllo anche più puntuale. Il Decreto in sé ha l’ambizione di essere una sorta di studio, l’abbiamo incardinata sui soggetti più attenzionati. Non scendo ulteriormente nel dettaglio perché questa è la parte più chiara del provvedimento, altri articoli sono piuttosto tecnici. La cosa più importante da sottolineare è che abbiamo scommesso su un settore e di sdoganare un tema che è certamente delicato e va tenuto sotto controllo ma è certamente innovativo e può rappresentare una leva economica per San Marino. A fronte della comunicazione data del provvedimento, so che ci sono stati interessamenti. Torno a dire: va affrontato con assoluta serietà ma anche con coraggio. Siamo tra i primi ad avere normato questo aspetto.

 

Gaetano Troina (Dim): Questo Decreto delegato è stato elaborato con il supporto tecnico di Banca Centrale, San Marino Innovation, Segreteria di Stato. Lo scopo è attirare a San Marino nuovi investitori giocando di anticipo rispetto ad altri Paesi. Il tutto tenendo conto dei rischi legati agli asset virtuali. Materia molto tecnica, essendo gli asset virtuali delle rappresentazioni virtuali di valore. Non entrerò nel dettaglio ma ritengo importante che provvedimenti come questo entrino in vigore senza mai venire meno alle necessità di controllo da parte dello Stato.

 

Eva Guidi (Libera): Siamo in un settore completamente nuovo, quello fintech. E’ chiaro che occorre prestare un’attenzione veramente particolare in questo settore perché, come nel caso di altri tipi di valute, possono esserci i primi rischi che sono stati evidenziati da chi lavora in questi settori. Rischi legati alle procedure di antiriciclaggio. In questo caso è stato presentato un emendamento che va in questa direzione. Un emendamento che rimandava all’Agenzia di Informazione e Finanziaria. Come per molti altri settori, quello che fa da riferimento è il quadro normativo internazionale. San Marino non si può esimere. Particolare attenzione ad eventuali elusioni dell’antiriciclaggio e dell’antiterrorismo. Serve prestare grande attenzione.

 

Pasquale Valentini (Pdcs): Normiamo una materia molto delicata e complicata. Però sono tranquillo perché  vedo il coinvolgimento della Banca Centrale e dell’AIF, e la cosa mi rassicura. Ho solo alcune domande. Sentiremo domani il riferimento degli incontri fatti a Roma domani. Sul sistema finanziario e bancario sono state dette cose importanti. Si parla della possibilità del nostro sistema di varcare i confini e per questo di vigilanza congiunta. Siccome quello di cui stiamo parlando è qualcosa che sicuramente ha bisogno di uscire dai confini, per cui la domanda è: abbiamo parlato di queste cose con le autorità italiane? E abbiamo parlato di queste cose nella prospettiva della Ue? Non è che San Marino possa immaginare di fare cose in questo ambito senza cercare il massimo di integrazione col sistema italiano ed europeo. Non dobbiamo dare l’idea di essere quelli che prima ancora che queste cose siano definite le hanno già messe in atto. Seconda domanda: abbiamo negli istituti bancari competenze e strumentazioni tecnologiche per fare questi passaggi? Apprestiamoci dunque ad affrontare il tema in una fase di approfondimento. Vi prego di associare a questo lavoro che dovrà fare Banca Centrale ed AIF un lavoro analogo che andrà fatto negli istituti bancari e fra quelli che dovranno poi essere coloro che gestiscono queste cose. Non possiamo permetterci che San Marino faccia qualche passo sbagliato. Ho paura di questa ricerca spasmodica di nuovi asset che ci sta prendendo tutte, ma le difficoltà economiche non si superano azzardando, ma acquisendo competenze.

 

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Elemento di innovazione significativo che deve essere trattato con la massima attenzione individuando la prospettiva rispetto a questo passo. Qui non si dice di mettere in moto sistemi di criptovalute, ma si regolamenta una parte di questo grande mercato, che potrebbe essere la conservazione. Mi piace quello che ha detto Valentini in riferimento all’istruire il nostro sistema affinché possa gestire queste situazioni. Iniziare una formazione specifica affinché gli istituti un domani potranno chiedere l’autorizzazione siano veramente in grado di effettuare questo servizio. Si apre una prospettiva, cerchiamo di non sciuparla, mettiamoci la saggezza necessaria, è uno dei settori del futuro.

 

Iro Belluzzi (Npr): Un plauso a questo provvedimento che va a disciplinare quelle nicchie di cui abbiamo sempre parlato. E’ un primo passo nel campo della custodia delle criptovalute, può essere implementato in relazione alle esperienze che dovranno essere individuate nell’ambito sammarinese. Faccio mie le preoccupazioni e le attenzioni dovute ad un settore molto delicato. Vediamo qual è il tipo di dibattito che avviene nel mondo, le preoccupazioni degli enti regolatori, penso alla Consob, faccio miei gli interventi e le cautele espresse dai consiglieri, a cominciare da Morganti, Guidi e Valentini. La volontà intelligente di cercare nuovi ambiti per andare a portare dei cespiti nella Repubblica deve ricordarci il momento in cui fu insediata a San Marino la piazza finanziaria, che aveva tutte le potenzialità per soppiantare un sistema diverso, ma scricchiolava per l’abuso che se n’era fatto, un settore che se ben gestito avrebbe portato benessere per decenni, come accaduto in ambiti dove è stata operata quella cautela.

 

Michela Pelliccioni (DIM): Mi associo ai colleghi che mi hanno preceduto nel plauso al Segretario Righi per aver introdotto questa materia così complessa e innovativa. Condivido l’approccio prudenziale che io credo ci sia fortemente in questo Decreto Delegato. Parte da una base di condivisione tra gli enti preposti alla salvaguardia del nostro sistema economico. Un progetto a più mani che non apre in maniera sconsiderata alla novità, ma crea le basi.  E’ un progetto che andrà sviluppato passo passo con estrema prudenza e uno sguardo al futuro che è inarrestabile. L’economia sta cambiando pari passo con la tecnologia.

 

Emanuele Santi (Rete): Alcune considerazioni su questo Decreto. La strada intrapresa è quella giusta, andiamo a normare un campo dove c’erano dei vulnus evidenti. La ratio va in questo senso, dà un’opportunità importante di crescita in qualità di custode e gestore degli asset virtuali che in questo periodo storico possono portare sviluppo. Il contesto è delicato, non posso nascondere le preoccupazioni di chi mi ha preceduto, settore fortemente a rischio riciclaggio, settore che va maneggiato con molta cura, il flop che si è fatto con la prima normativa che non prevedeva organismi di controllo credo sia evidente. Abbiamo pensato come maggioranza di estendere a una successiva regolamentazione di questo campo l’operatività di queste aziende. Prima l’AIF farà il regolamento, poi si dà attuazione a questo asset. Non possiamo permetterci scivoloni oggi che il MoneyVAL ci ha dato il suo riconoscimento.

 

Andrea Zafferani (RF): Rispondo alle ennesime sciocchezze. Devo ricordare che se si è potuto intervenire bloccando società che operavano contrariamente alle norme è perché si sono fatte quelle norme e perché dietro quelle norme c’è stata la costituzione di un gruppo di lavoro che comprendeva l’AIF con cui si è collaborato dall’inizio alla fine. Ricordo che quella norma del 19 non trattava il tema delle criptovalute, perché Rete manifestava grandi preoccupazioni per il fatto che il Paese potesse andare verso questa linea di business. Credo che bisognerebbe nel tempo cercare di aprire il settore anche al di fuori delle banche. Io sono anche per lo step by step, iniziamo e poi vediamo dove andiamo a parare. Se l’approccio è sempre quello del dire, finché non siamo a posto, le opportunità non si colgono, dunque io credo che serva anche un po’ di coraggio. Dal 2020 in poi siamo stati fermi, non c’è stata nuova ricerca di nicchie da sfruttare, spero che si stia lavorando per crescere e portare in poco tempo pacchetti di normative che possano farci evolvere.

 

Matteo Ciacci (Libera): Non è che questo decreto viene adottato senza un coinvolgimento dell’AIF. Dove vogliamo andare? Qual è il tipo di vigilanza che vogliamo adottare? Se non si attivano AIF E Banca Centrale, a questo Decreto non gli diamo le gambe. Iniziamo a lavorare su un settore emergente che può essere interessante ma che sta portando tante legislazioni a interrogarsi, non possiamo arrivare in ritardi, ma giustamente ci devono essere dei presidi per essere totalmente blindati dal punto di vista della trasparenza, dell’antiriciclaggio.

 

Nicola Renzi (Rf): Ci tengo a rispondere subito al consigliere Santi. Sarebbe interessante capire come AIF avrebbe potuto bloccare le aziende che operano nel settore se non ci fosse stata la normativa. Se riuscissimo a guardare più in là del nostro naso. La Banca Centrale nella passata legislatura si è dimostrata nociva per la realizzazione di qualunque progetto. Non abbiamo mai avuto la possibilità di interloquire su questo argomento. Oggi si riescono ad ottenere delle risposte. Ne va dell’interesse del Paese. Riusciremo a fare anche un ragionamento sul ruolo che Banca Centrale deve avere. San Marino Innovation c’è ancora, opera, fa le cose. Sarebbe interessante avere un piccolo update sulle cose che sta facendo.

 

Giovanni Maria Zonzini (Rete): E’ un tema scottante che oggi campeggia sulle prime pagine dei giornali. Oggi i bitcoin si aggirano sulle migliaia di euro. La Banca Centrale europea stava pensando all’euro digitale, ma poi il progetto è stato bloccato, è una questione politica, la paura è che l’euro digitale possa andare a sfidare il dollaro. Ci sono interessi politici ed economici grandissimi. Gli investimenti in criptovalute sono speculativi. Possono farti guadagnare interessi a tre cifre, ma basta un blackout o o un danno informatico e il tuo patrimonio si azzera.

 

Stefano Giulianelli (Pdcs): Vorrei fare anche un richiamo a quello che il MoneyVAL dice nel proprio rapporto su San Marino. Importante procedere a definire con la Repubblica Italiana, perché probabilmente sarà l’Italia il nostro partner privilegiato per sviluppare una vigilanza congiunta sul sistema bancario e quindi muoverci per non fare passi azzardati in questo settore che sotto il profilo della reputazione può avere conseguenze negative. Esprimo un parere favorevole al testo normativo tuttavia esprimendo quelle dovute precauzioni nell’attività di implementazione della verifica e del controllo.

 

Mirko Dolcini (DIM): Bisogna evidenziare che regoliamo un settore in fermento che va affrontato con assoluta serietà. Con questo decreto ci proiettiamo in sicurezza in avanti verso il futuro. Il Paese è attrattivo anche per le nuove generazioni. Si apre il mondo della next generation. I controlli saranno necessari e il Segretario ha il nostro mandato per mettere a punto un serio sistema di controllo. Sarà necessaria una continua formazione tecnica e deontologica. I controlli sono scontati, ma non era scontato un passo in avanti, quello che ci accingiamo a compiere. Non possiamo permetterci di non fare passi allo stesso modo. Il nostro auspicio è che si faccia in fretta perché è è inutile creare un sistema innovativo se poi non si arriva in fretta ad un regolamento che doveva essere già pronto.

 

Segretario di Stato Fabio Righi: Tanti gli interventi e questo mi fa molto piacere, denota che la materia è sentita e c’è l’attenzione giusta per affrontarla e aprire questo dibattito e dialogo. Sarà difficile rispondere a tutte le sollecitazioni. Aspetto formale. La delega è stata riportato sia nell’incipit ed è l’articolo 54. Altri temi. Il sistema sarà pronto o no? Ovviamente è un decreto che norma ma non è un decreto di pronti via. E’ prevista un’autorizzazione da parte di Banca Centrale che presidia il settore bancario che nel momento in cui stabilirà le regole di ingaggio farà tutte le verifiche del caso con l’aiuto dello stesso AIF e di San Marino Innovation. Avrà verificato che l’istituto sia anche attrezzato per svolgere questo servizio. Servizio di conservazione di chiavi criptografiche. Questo si verifica con la sicurezza delle reti e dei sistemi informatici. Hanno le capacità interne? Forse sì, se non le hanno possono formarsi o scegliere soggetti esterni certificati. Controlli: grande timore rispetto ad un tema delicato. Cosa abbiamo pensato di fare? Abbiamo portato ad un tavolo le autorità di controllo del Paese, si è lavorato cercando di sciogliere tutti i dubbi. Abbiamo la sicurezza di avere un conforto senza avere problemi di un ritorno al passato. Così siamo in modo di controllare. La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno, ma avendo attenzionato la materia sarà minore il tempo di intervento. Siamo consapevoli del fatto che i controlli a San Marino devono essere potenziati.

 

Pasquale Valentini (Pdcs): Voglio introdurre una preoccupazione etica. Assistiamo ad un sistema finanziario e bancario che rischia di vivere sulla speculazione e non sull’economia reale. E’ un problema che ci dobbiamo porre, non dobbiamo avere paura delle rivoluzioni, ma del fatto che nel fare le rivoluzioni si tenga conto di quello a cui vogliamo puntare. Quando l’economia non ha più a che fare con il territorio e il bene di quel territorio, l’economia diventa qualcosa che nemmeno gli Stati riescono più a governare.

 

Segretario di Stato Fabio Righi: Il lavoro sta proseguendo anche per cercare di regolamentare i principi contabili che permettano di riconoscere i cripto asset. L’ultimo spunto: considerazioni legittime del consigliere Valentini sulla necessità di collegare le nuove tecnologie ad un’economia reale. Quando parliamo di asset virtuali non parliamo solo di cripto, ma anche di prodotti derivati da azione concrete, ad esempio l’estrazione di materie prime. Un tema che credo possa avere una lettura collegata all’economia reale.

 

decreto 4: RATIFICA Decreto Delegato 20 maggio 2021 n.92 – Titoli di studio per l’accesso all’insegnamento nella Scuola Media Inferiore e nella Scuola Secondaria Superiore, nonché della Lingua Inglese nella Scuola Elementare e di Educazione Fisica nelle Scuole di ogni ordine e grado

 

Segretario di Stato Andrea Belluzzi: E’ da tempo che non si effettuava un riordino in questo campo. Segnali e richieste provenivano da più parti. Insieme a questo sono partiti altri provvedimenti, uno che riguarda la formazione abilitante all’insegnamento, misure urgenti per la scuola, giudizi descrittivi nella scuola elementare. Tutta una azione in questo senso. Ci sono ancora altri campi in cui si sta lavorando. Occorre avviare un percorso di riflessione e studio. Cos’altro dire? Informo l’aula che nella giornata di domani iniziano i lavori del tavolo tecnico con Ministero Istruzione italiano. Questo provvedimento equipara i titoli di accesso all’insegnamento al quadro generale italiano. E’ un segnale politico che portiamo. Se gli obiettivi sono di arrivare entro l’anno ad un documento che integri quelli che sono già i riconoscimenti della nostra scuola, dall’altro però il segnale è quello di partire da una condivisione dei titoli per l’insegnamento. Questo per avere l’intenzione di valutare e ragionare con maggiore autonomia sulla costruzione dei curricula. Linea ispiratrice: riordinare seguendo i titoli abilitativi riconosciuti in Italia.

 

Nicola Renzi (Rf): Siamo ancora qui a dire che facciamo un tavolo di lavoro, ma questo non risolve niente. Io vorrei si mettesse finalmente fine a delle storture nel passaggio nelle lauree vecchio ordinamento alle magistrali, sperò ci sia l’occasione di farlo. Siccome in questo Odg al Comma 17 c’è un progetto di legge che riguarda l’accesso all’insegnamento, io avevo proposto: mi sembra rispettoso nei confronti dei cittadini proponenti accorpare in un dibattito le due proposte. L’ho proposto e nessuno ha preso nota. Continuate a dare la dimostrazione di fare le cose così e di non avere attenzione verso i cittadini che si sono rivolti a quest’aula. Si rende inutile la proposta di iniziativa popolare. Un briciolo di stile avrebbe voluto che si desse prima risposta a quelle persone, mi si dirà che c’è l’aspetto dell’omogeneità con l’Italia, ma non è che la si può chiamare in causa a volte sì e a volte no.

 

Riccardo Stefanelli (Pdcs): E’ un tema sentito, bisogna inquadrarlo nella sua complessità. Anche per San Marino si è posto il problema di far corrispondere il titolo di studio adeguato per una certa disciplina scolastica. In precedenza la materia era facile da risolvere perché le lauree in Italia non erano tantissime ed erano omogenee. Anche al nostro interno eravamo in grado di fare il lavoro di decidere noi insegnamento per insegnamento quale laurea fosse più adeguata. Infatti in passato richiedevamo titoli di studio più stringenti. Con l’avvento delle nuove lauree specialistiche e magistrali questo si è reso più difficile. O per ogni insegnamento si istituiva una commissione e potevamo farlo perché qui ci sono dei contenuti tecnici. Bisognava creare delle istituzioni di tipo tecnico con esperti di didattica scolastica. Il decreto prende i titoli previsti dalla tabella ministeriali italiani e portarli nel nostro ordinamento. Bisognerebbe che la politica in questa fase fosse supportata da consulenti tecnici.

 

Gaetano Troina (Dim): Comprendo le riflessioni del collega Stefanelli. Può esserci il rischio con un singolo caso specifico di aprire a future situazioni. Ma rimandare e rimandare non risolve il problema nello specifico. Non è mancare di rispetto ai proponenti dell’iniziativa popolare. In questo caso si tratta di una stortura dell’ordinamento. Mi sono reso conto che vi sono diversi di questi casi e posso condividere la proposta di far valutare tempo per tempo come adeguare i titoli anche con l’ausilio di un consulente. Ai nostri giovani deve essere garantito di poter svolgere una professione sulla base del titolo ottenuto. Un aggiornamento costante a mio modo di vedere è assolutamente necessario.

 

Adele Tonnini (Rete): Anche io porto qualche osservazione. Abbiamo presentato un emendamento che crediamo possa permettere di introdurre le motivazioni dell’iniziativa popolare già nel Decreto e quindi correggere le storture. La laurea in scienze di religione è valida sono nelle graduatorie di San Marino per insegnare italiano, in Italia no. Noi chiediamo che sia fatto un inserimento di buon senso, ci risulta assurdo che non possa insegnare italiano chi ha una laurea in filosofia. Crediamo che sia dunque una azione di buon senso. Non si chiede di cambiare i requisiti. Il punto credo che sia la necessità di attuare un parametro completo e semplice. Credo che oggi potremmo finalmente dar seguito in maniera molto semplice. Non essendo mai stata attuata l’istanza, i cittadini si sono sentiti in dovere. Principio di equità di parametrazione.

 

Pasquale Valentini (Pdcs): Voglio portare qualche elemento di ulteriore riflessione. Sembra tutto sullo stesso piano, ma voglio partire da una osservazione del consigliere Tonnini. Chi sta studiando, intanto sta studiando per insegnare al 99 per cento in Italia, guarda quali sono le classi di insegnamento nell’ordinamento italiano. Oggi è una giungla, perché si è persa tra l’altro un’altra cosa, l’abilitazione. Tolto questo che abbiamo anche noi in parte inventato. Quando dite le storture, mi piacerebbe sapere bene cosa sono le storture. Possiamo fare anche per conto nostro, ma voi pensate che lo studente che sta studiando una cosa sia più tranquillo se sa il Parlamento gli può cambiare la classe di insegnamento per varie pressioni? E’ una modalità che non dà nessuna sicurezza a chi sta studiando. Se vogliamo fare per conto nostro dobbiamo mettere in piedi una struttura valutativa che rimane nel tempo. Noi possiamo arbitrariamente modificare quell’allegato, ma non introduciamo un elemento di maggiore sicurezza per chi sta studiando, ma un elemento aleatorio. Questo vedrete sarà ingestibile per tutti coloro che ci metteranno le mani.

 

Paolo Rondelli: Per onestà intellettuale non possiamo prescindere da riflessioni su opportunità passate e balzi da una cattedra all’altra. Anche in questo caso non vedo perché dovremmo andare ulteriormente a penalizzare qualcuno. Rete ha depositato un emendamento su una tipologia di laurea. E’ un problema noto oggetto di Istanza d’Arengo, problema già sentito dalla popolazione, da alcune persone che hanno studiato non in funzione di quello che potevano insegnare, ma di quello che faceva bene alla loro cultura. Credo che una riflessione a tutto campo sia giusta. Auspicio è che possa essere una commissione tecnica che abbia il peso propositivo, ma che sia poi la politica ad approvare leggi.

 

Iro Belluzzi (Npr): Rimango perplesso da come la politica voglia ingerire in tutte le scelte e le decisioni anche quando si basano e si dovrebbero basare sulle indicazioni dei tecnici. Io credo che il Decreto così com’è stato presentato dal Segretario non faccia altro che rappresentare in maniera corretta la necessità di inserire e dare la giusta possibilità di insegnamento a chi ha acquisito determinate lauree. Io non credo che San Marino e la sua politica possano continuare a cercare il percorso dell’accomodamento. La politica ha altre funzioni. La politica che ingerisce. Non è una modalità che mi sarei aspettato nel 2021. L’approccio dovrebbe essere completamente differente. Non quello del paternalista impostato sull’oligarchia che decideva e dava concessioni.

 

Giovanni Maria Zonzini (Rete): La scelta politica potrebbe essere di molto specialistici. Però io non sono per questa linea qui. Trovo sgradevole alcune voci messe in giro, che questa cosa qui di scienze filosofiche sia fatta anche per me. Sgombrato il campo da ridicoli pettegolezzi, vorrei che mi spiegaste perché un laureato in musicologia può insegnare italiano alle scuole superiori, e uno in filosofia no? Non sono scelte politiche o tecniche, ma di buonsenso. Stiamo prendendo delle posizioni assurde e anche prive di significato.

 

Segretario di Stato Andrea Belluzzi: Alcune considerazioni in replica. Sul tema dell’innovazione fatta in Italia. La laurea in scienze religioso nel nostro ordinamento è richiesta se ci sono percorsi formativi in quel percorso di laurea. In Italia ha creato un terremoto e non è stata ben digerita. Esempio di ingerenza della politica dove i politici vogliono sostituirsi a scelte tecniche. Confine molto labile. Credo che stiamo ingigantendo un problema. Da 14 anni non era aperto il tavolo con il Ministero italiano. Questo ci dà un canale in più per fare riflessioni e valutazioni sull’introdurre riconoscimenti che anche l’Italia fino ad oggi non ha fatto. Con un tavolo tecnico interministeriale possiamo fare delle valutazioni più approfondite, non è una scelta di rinvio ma di prudenza. Faccio presente sugli emendamenti che comunque essi avrebbero riflesso non sull’anno 21-22, ma sulle graduatorie 22-23.

 

San Marino News Agency

 

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