L’informazione di San Marino: I compiti di Gumina passano a Bcsm, pubblicata la delibera

L’informazione di San Marino: I compiti di Gumina passano a Bcsm, pubblicata la delibera

L’informazione di San Marino

Licenziato l’ex osservatore, ecco la decisione del governo per sostituirlo 

I compiti di Gumina passano a Bcsm, pubblicata la delibera

Antonio Fabbri

Dopo la delibera datata 7 luglio che ha licenziato Antonio Gumina dall’incarico di osservatore del recupero crediti delle banche, è stata pubblicata giovedì scorso anche quella conseguente, sempre in funzione dell’ordine del giorno approvato a giugno, che affida il compito che aveva Gumina alla Banca Centrale. Cosa che, tra l’altro, non si capisce perché non sia stata fatta subito visto il compito istituzionale che ha Via del Voltone.

Cita, quindi, la delibera numero
9 del 27 luglio 2015:
“visto il regolamento di gestione
del Fondo Comune di Investimento
alternativo chiuso e
riservato a banche sammarinesi,
gestito da Scudo Investimenti
SG, approvato dalla Banca
Centrale della Repubblica di
San Marino in data 29 giugno
2012 e, da ultimo, nella versione
vigente in data 4 luglio 2014;
visto il regolamento del Fondo
Comune di Investimento
alternativo chiuso e riservato a
Banca Cis – Credito Industriale
Sammarinese S.p.A., gestito da
Scudo Investimenti SG approvato
dalla Banca Centrale della
Repubblica di San Marino in
data 4 luglio 2014;
visto il regolamento di gestione
del Fondo Comune di Investimento
alternativo chiuso e
riservato ad Asset Banca S.p.A.,
gestito Asset SG S.p.A. approvato
dalla Banca Centrale della
Repubblica di San Marino in
data 16 luglio 2014;
considerata la necessità della
Segreteria di Stato per le
Finanze e Bilancio di monitorare,
nell’interesse delle
finanze pubbliche, l’andamento
e la recuperabilità dei crediti
conferiti ai fondi gestori nonché
quelli mantenuti presso le stesse
banche cessionarie, in relazione
ai benefici fiscali da riconoscere
agli Istituti di credito che ne
hanno acquisito le attività e passività
di banche in difficoltà;
vista la propria precedente
delibera n.12 del 7 luglio 2015
avente ad oggetto “Recesso
contratto di collaborazione”;
visto l’Ordine del Giorno del
Consiglio Grande e Generale
del 26 giugno 2015 conclusivo
del dibattito sulla situazione attuale di Banca Centrale e in
esecuzione dello stesso, affida
alla Banca Centrale della Repubblica
di San Marino l’attività
di verifica di recupero crediti,
per conto della Segreteria di
Stato per le Finanze e Bilancio,
ed in particolare l’attività di
analisi e di controllo sulle modalità
di gestione, valutazione
e la condivisibilità dei criteri di
recupero dei crediti acquisiti e/o
gestiti dai fondi comuni o dalle
medesime banche cessionarie
ai quali sono stati conferiti gli
attivi delle banche in difficoltà
e oggetto di misure urgenti a
sostegno di operazioni a tutela
del risparmio da parte dello Stato,
dà mandato al Segretario di
Stato per le Finanze e Bilancio
di sottoscrivere con la Banca
Centrale della Repubblica di
San Marino”.

I compiti che erano di Gumina, insomma, passano in capo a Banca Centrale.

Di certo l’ultima indagine sul bonifico da 1,2 milioni di euro effettuato in regime di blocco dei pagamenti di Banca Commerciale Sammarinese, impone una riflessione ancora più approfondita sulle scelta fatte negli ultimi anni, considerato in particolare che due degli indagati, Mario Giannini e Antonio Gumina, sono stati negli ultimi anni uno Direttore di Banca Centrale l’altro responsabile della vigilanza di Via del Voltone. Vertici, cioè, del massimo organismo di controllo e vicini al presidente Renato Clarizia che, seppure non indagato in alcun fascicolo, ha tuttavia deciso di dimettersi proprio per questa sua posizione nella “squadra” di vertice dell’istituto centrale.

Numerose le crisi passate sotto
la loro gestione: dal Credito
sammarinese, a Bcs a EurocommercialBank
e, prima, persino
l’accordo tra Fincapital e il
ceto creditizio legato alla bolla
immobiliare. Già quando furono
nominati emersero le perplessità
della loro provenienza dai
soggetti vigilati, essendo stati
direttamente o indirettamente
consulenti legali della Fingestus,
finanziaria della famiglia
Bianchini finita in liquidazione
volontaria, cosa che destò molte
perplessità. Fino, poi, alle trattative
e agli incontro con Stolfi
e Podeschi come sono emersi
dalle carte della tangentopoli
sammarinese-conto Mazzini.

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