Contro il Procuratore Capo di Rimini, Paolo Giovagnoli. Ap

Contro il Procuratore Capo di Rimini, Paolo Giovagnoli. Ap

Continuano le esternazioni del Procuratore Capo di Rimini, Paolo  Giovagnoli,  su San Marino e sui sammarinesi, in barba alle più elementari regole deontologiche e di  educazione verso gli organi di un paese che, per giunta, non è neppure il suo.
Una volta si considerava regola aurea che i giudici non intervenissero su questioni politiche e che parlassero delle cause giudiziarie solo attraverso i loro provvedimenti. Oggi, che viviamo nella società dell’immagine, le cose vanno in altro modo ma noi ci facciamo portavoce di tanti concittadini e consiglieri (che non hanno l’anello al naso come pare credere Giovagnoli) per esprimere il nostro malumore sulle esternazioni di questo magistrato italiano – noto soprattutto a Bologna per come ha trattato (male!) la vicenda Scaramella – che parla appunto di scelte politiche interne e di procedimenti giudiziari ed esprime giudizi negativi sulla nostra realtà. Cogliendo al balzo il suo innato presenzialismo sui fatti altrui (San Marino  deve servire come trampolino di lancio per la sua carriera?), la stampa locale, Rtv, sindacati sammarinesi e anche qualche partito, con una certa dabbenaggine, lo chiamano, lo ospitano e amplificano le sue opinioni e le sue rivelazioni fra il “dico e non dico”,  comunque dannose per il nostro Paese.
Va bene che si deve collaborare con le procure d’oltreconfine e favorire positive relazioni con tutte le autorità italiane ma la cooperazione si fa a livello istituzionale e non personale, come sembra preferire Giovagnoli. E, soprattutto, abbiamo il dovere – noi cittadini sammarinesi – di evitare piaggerie, riverenze e sudditanze e il diritto  di disapprovare eventuali interferenze/consulenze sul piano politico e le continue critiche. Sia che queste siano documentate da fatti giudiziari o invece siano dettate da pregiudizi personali e confidenze di parte. Nell’uno e nell’altro caso, infatti, certe esternazioni sono fuori posto.
Ognuno faccia il suo e cessino tutte queste chiacchiere a spese della nostra Repubblica e dei suoi organi legittimamente incaricati, che con sollecitudine  collaborano in tutti i settori e con tutte le autorità d’oltreconfine. Non sempre si può dire la stessa cosa per le richieste di rogatoria che inviamo alla magistratura italiana. Per cui è giusto chiedere che chi di dovere provveda con tempestivi, corretti ed approfonditi accertamenti di sua competenza, senza anticipare giudizi e senza fare pubbliche valutazioni oltretutto improprie per il ruolo ricoperto.
San Marino, 12 aprile 2012
Mario Venturini                            Stefano Palmieri                                Roberto Giorgetti

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