Convegno sull’economia sammarinese

Convegno sull’economia sammarinese

Grande successo, ieri, per il workshop di economia e finanza “It’s Time” organizzato dai Democratici di Centro. L’appuntamento, che ha visto presenti tutti i rappresentanti delle forze politiche e del mondo economico e sindacale, ha riscosso una grande attenzione soprattutto in termini di presenze a dimostrazione della validità dell’iniziativa.

Il Presidente Orazio Mazza, aprendo i lavori, ha sostenuto ” nostro preciso intendimento è quello di aprire un confronto con il Paese reale per affrontare, nell’interesse comune, una delle fasi più delicate e difficili della nostra storia”.


Il Capogruppo Consigliare DdC Pier Marino Mularoni, introducendo i lavori, ha inoltre affermato: “Indubbiamente il giudizio positivo dell’Ocse e del Moneyval riconsegna alla nostra Repubblica lo status di Paese virtuoso e certamente questo riconoscimento può servire da impulso per affrontare senza indugi i gravi problemi economici ed occupazionali che la pesante crisi internazionale ha provocato anche al nostro sistema sociale e imprenditoriale. La strada che abbiamo davanti è ancora in salita. Se gli accordi con l’Italia sono però quelli che sono stati riassunti in due paginette consegnate al parlamento, tali motori non hanno la benzina per muoversi perché saranno, di fatto, confinati all’interno del territorio sammarinese e quindi sostanzialmente non avranno un mercato”.

Quindi l’atteso intervento dell’ospite d’onore, l’On. UDC Bruno Tabacci, Vice-presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Un’analisi impietosa sui dati della crisi internazionale, che il deputato dell’UDC definisce dalle dimensioni gigantesche, e sulla quale la riflessione degli analisti non può dirsi ancora conclusa. Un’analisi che chiama in causa i processi demografici mondiali per illustrare squilibri che interpellano l’intero occidente a partire dal suo cuore, gli Stati Uniti d’America. Una crisi strutturale e molto profonda che già costringe a modificare stili di vita e che dovrà fare i conti con le istanze delle economie emergenti. A san Marino Tabacci consiglia di: “ tentare una grande riconversione, basata sulla struttura dell’economia reale e non di carta, sulla capacità di trasformazione dell’industria manifatturiera, sul turismo di qualità, e su un terziario che sia davvero efficiente, e non solo incentrato sullo sfruttamento del “nero” italiano” . “L’Italia – ha ammonito infatti Tabacci – non può più permettersi la dimensione anomala dell’economia sommersa e dovrà affrontare su questo campo una strenua battaglia. D’altra parte il Titano dovrà inevitabilmente alleggerire la propria struttura burocratica, con tagli però che non siano lineari (cioè indiscriminati in tutti i campi), ma mirati, anche se ciò può costare in termini di consenso”.


“San Marino potrebbe diventare un porto a secco per gli scambi commerciali – ha continuato Balbino Prieto, presidente di gruppi spagnoli di investimento. L’imprenditore ha lanciato anche l’idea di un’agenzia per gli investimenti per internazionalizzare le aziende e superare le crisi nazionali”.


Il Presidente dell’Istituto per lo sviluppo dell’economia del Mediterraneo Jean Louis Guigou ha invitato San Marino: “ a guardare al Mediterraneo e giocare la sua partita. Perché non considerate la possibilità di istituire a san Marino, situato in una collocazione strategica un’Università di alto livello Euro Araba?”.

Il Coordinatore DdC, Giovanni Lonfernini, in chiusura del workshop ha annunciato che il suo Movimento presenterà a breve un progetto di legge per istituire una Consulta per l’Europa. “ Da oltre 15 anni – ha detto Lonfernini – la classe politica si nasconde dietro ad un dito sul tema del rapporto con l’Europa. Proporremo l’istituzione di una Consulta in cui siano presenti la politica, l’economia, il sindacato e la cultura. Compito dell’Organismo analizzare il processo d’integrazione, al fine di valutarne le opportunità e gli effetti per San Marino. L’eventuale decisione finale che sia l’ adesione,la non adesione, la stipula di accordi di associazione o altre forme di integrazione dovrà ottenere la maggioranza assoluta dal Consiglio ed essere sottoposta a referendum popolare.”.

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