Corriere della Sera: Morto Little Tony: era il nostro Elvis

Corriere della Sera: Morto Little Tony: era il nostro Elvis

Corriere della Sera

Morto Little Tony: era il nostro Elvis
Iniziò (per caso) col padre Novino a Grottaferrata Per diventare vero sex symbol del rock’n’roll all’italiana

Mario Luzzatto Fegiz

Little Tony è stato il simbolo del rock and roll all’italiana, il nostro Elvis Presley, legando il suo nome e il suo look a un modo di apparire tutto speciale e a uno stile di canto che, grazie a una manciata di canzoni come «Cuore Matto» o «Riderà», è entrato nell’immaginario collettivo di almeno tre generazioni.

GLI INIZI COL PADRE – Nel 1954, con l’arrivo dagli Stati Uniti dei primi brani di rock’n’roll, Tony scopre la sua vocazione. A tredici anni è già in grado di imitare alla perfezione Little Richard e Bill Haley, usando testi creati in inglese maccheronico. Nel 1956 il colpo di fortuna: papà Novino si sta esibendo in canzoni romantiche e napoletane in un ristorante di Grottaferrata. Little Tony è lì anche lui quando una comitiva di turisti americani chiede a gran voce di ascoltare del rock’n’roll. Tony si lancia e comincia a cantare con i fratelli. Il successo è trionfale al punto che gli americani lasciano 50 mila lire di mancia.

L’ESPLOSIONE A SANREMO – Da quel momento il «core business» passa nelle mani e nelle voci dei tre fratelli Ciacci che cantano in trattorie, ristoranti, balere e teatri d’avanspettacolo. Proprio in uno di questi, lo Smeraldo di Milano, Little Tony viene notato da un impresario inglese, Jack Good, che lo convince a partire con i suoi fratelli per l’Inghilterra, dove nascono Little Tony and his brothers. È il 1958: Little Tony incide un notevole numero di brani fa cui Lucille, Shake rattle and roll, Il barattolo e Sassi. Il grande pubblico italiano scopre Little Tony al Festival di Sanremo del 1961, dove, in coppia con Adriano Celentano, scende in gara con «24mila baci» che si piazza al secondo posto.

SEX SYMBOL – Little Tony diventa uno dei cantanti più popolari d’Italia e addirittura un sex symbol maschile adorato dalle ragazze. Il suo modo di essere in scena asseconda quella rivoluzione dei corpi degli spiriti e dei cuori che, esplosa qualche anno prima in America, proietterà le sue conseguenze per i successivi trent’anni. Gli anni sessanta sono molto generosi con Little Tony: nel 64 «Quando vedrai la mia ragazza» trionfa a Sanremo e nel 1967 «Cuore matto» diventa un successo così come la successive «Riderà» e «La Spada nel cuore». Discrete accoglienze anche per «Un uomo piange solo per amore», «Lacrime» e «La donna di picche». Altri successi successivi «Bada bambina», poi nel ’74, «Cavalli bianchi». Nel ’75 incide l’album «Tony canta Elvis», in cui rende omaggio al suo Maestro. Lui, pur abbandonato dalla discografia già negli anni Ottanta, continuerà a dominare con i suoi successi molti programmi televisivi popolari, oltre ad essere molto apprezzato dagli italiani d’America.

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