Il Messaggero: Little Tony, il rock’n roll e quel rapporto difficile con la critica

Il Messaggero: Little Tony, il rock’n roll e quel rapporto difficile con la critica

Il Messaggero

Little Tony, il rock’n roll e quel rapporto difficile con la critica

 Luca Lippera

ROMA – Figlio di due cittadini di San Marino, Antonio Ciacci, nome d’arte Little Tony, era nato a Tivoli il 9 febbraio del 1941. Pur avendo vissuto quasi sempre in Italia, aveva mantenuto la cittadinanza dei genitori e non aveva mai chiesto di cambiarla. La musica era una questione di famiglia. Il padre, Novino, suonava la fisarmonica e cantava, mentre uno zio, Settembrino, era un apprezzato chitarrista.

“Cuore Matto”, del 1967, è il suo successo più conosciuto e orecchiabile. Ma non l’unico: “24 mila baci”, cantata in coppia con Celentano, arrivò seconda al Festival di Sanremo del 1961. A soli sedici anni anni fu notato in un piccolo locale di Milano da un impresario inglese che lo convinse a partire per la Gran Bretagna con i due fratelli. Nascevano i “Little Tony and his brothers” e al di là della Manica il giovane artista arrivato dall’Italia si innamorò del rock’n roll, una passione che durerà per tutta la vita.
 Little Tony, nei modi, nell’abbigliamento, nelle scelte artistiche, nel celebre ciuffo, ricorda Elvis Presley, l’idolo, il modello, l’esempio al quale ispirarsi. Molte canzoni diventano colonne sonore di alcuni film: “Blue Monday”, “Il gangster cerca moglie”, “I Teddy Boys della canzone”. Il trionfo arriva nel 1966 quando canta “Riderà” al Cantagiro: la manifestazione verrà vinta da un altro concorrente, ma il disco vende oltre un milione di copie.

 Nel 1970 Little Tony, questa volta in coppia con Patty Pravo, porta a Sanremo “La spada nel cuore”: anche questa volta la canzone non arriva prima ma il successo di pubblico è strepitoso. L’affievolirsi del ricordo per gli Anni Sessanta sembra l’annuncio del tramonto.

Ma il personaggio ormai è amato, ha un carattere definito e i fans continuano ad apprezzarlo anche se la proposta ha l’eterno sapore del revival. Negli Anni Ottanta, con Bobby Solo e Rosanna Fratello, forma un supergruppo che riscuote un certo successo. Nel 1982 incide “Profumo di Mare”, sigla della fortunata serie tv “The love boat”. Ciacci, instancabile, continua a girare l’Italia e il mondo: il pubblico continua ad amarlo.

 Nelle estati del 2000 e del 2001 conduce su Canale 5 un varietà musicale, “I ragazzi irresistibili”, affiancato da Adriano Pappalardo, Rita Pavone e Maurizio Vandelli. La sera del 23 aprile 2006, durante un concerto organizzato a Ottawa per la comunità italo-canadese, viene colpito da un infarto. Ma la grinta, l’intervento tempestivo dei medici e un pizzico di fortuna lo aiutano a riprendersi. Nel 2008 torna a Sanremo con il brano “Non finisce qui”. Little Tony, che aveva una figlia, Cristiana, aveva festeggiato due anni fa i settant’anni in un locale di Roma dove ricevette in regalo una Ferrari personalizzata. Antonio Ciacci colse l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
“La critica – disse – ma ha sempre maltrattato senza capire che io con la musica melodica non c’entro nulla. Non ho mai pensato di essere bravo come Gianni Morandi, Albano o Massimo ranieri. Ma se c’è da cantare rock’n roll o country in Italia non ce n’è per nessuno. Loro hanno la tenuta, io lo swing. Nessuno pensa alle difficltà che ho superato. A sedici anni andai a Londra senza una lira e senza sapere una parola d’inglese. Prendevo un treno a carbone per Manchester da dove andava in onda il programma “Boys Meet Girls” che ha fatto la storia del rock in tv. Uno degli autori di Elvis scrisse per me “Too Good” che nel 1959 arrivò nella Top 20 inglese. Tornai in Italia senza un soldo, con i jeans, il giubbotto alla Marlon Brando, gli occhiali da sole e un solo sogno: cantare in inglese”. La band, di cui faceva parte anche il fratello, lo convinse a cantare in italiano e il successo lo ha premiato.

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