Crocifisso di Michelangelo, Il documento di proprietà. Natalia Encolpio, Il Resto del Carlino

Crocifisso di Michelangelo, Il documento di proprietà. Natalia Encolpio, Il Resto del Carlino

IL RESTO DEL CARLINO

Crocifisso di Michelangelo: c’è il documento di
proprietà

 

di Natalia Encolpio

Ascoli Piceno, 14 aprile 2012 – Il ‘Codice di Michelangelo’ ha una storia di intrighi ed intrecci che si aggroviglia sempre più.

 
A cercare di dirimere il mistero è l’avvocato Francesco Ciabattoni che dopo aver ricevuto la procura da Hugo Giorgio Balestrieri ha aperto la cassetta di sicurezza della banca di San Marino che conservava il Crocifisso ligneo attribuito al Buonarroti.
Adesso Ciabattoni è diventato anche il legale di Angelo Boccardelli, erede del conte Ugolini, e legittimo proprietario (per testamento olografo) del Cristo e delle altre ricchezze d’arte possedute dall’ambasciatore di San Marino.
Il ‘Codice Michelangelo’ (così detto perchè incarnerebbe la perfezione inseguita e rivelata solo a chi la sa percepire e leggere) adesso è stato sequestrato dalla magistratura di San Marino che vuole avere chiarezza sulla provenienza dell’opera. Nel frattempo anche la Procura di Torino ha chiesto di poter prendere visione dell’oggetto. E nell’intricata vicenda spunta anche un’altra procura, quella di Velletri, che un anno fa è andata nella casa di Segni dei genitori di Boccardelli, ed ha sequestrato quattro buste di documenti. Lo scopo? Fare chiarezza sull’origine di questa opera celebre e discussa (che ha come ’gemello’ il Cristo acquistato qualche anno fa da Bondi per 3 milioni e 700 mila euro).
Ma Ciabattoni ha chiesto ai magistrati di dissequestrare il materiale che contiene “documentazione a stampa, manoscritta e fotografica inerenti studi e notizie varie relative ad una scultura lignea raffigurante ‘Cristo Crocifisso’ attribuita all’artista Michelangelo Buonarroti”. Ma non solo. Ciabattoni ha ritrovato anche nella casa dei genitori di Boccardelli il documento che attesta la proprietà del Cristo a Ugolini e di conseguenza al suo erede. Sarebbe stato il patriarca del Libano a dare all’ambasciatore il Crocifisso. E Ugolini gli avrebbe riconosciuto (in caso di vendita) il tenta per cento del ricavato.
Quindi con questi nuovi documenti Ciabattoni adesso chiede il dissequestro dell’opera. Ha anche rintracciato un comunicato stampa della Radio Vaticana del 30 marzo del 2009 in cui si parla dell’esposizione del Cristo all’Università Lateranense. Un evento importante al quale partecipano, tra gli altri, Monsignor Fisichella e Roberto Morri, ministro della Cultura di San Marino. Ciabattoni ha chiesto al giudice Rita Vannucci di interrogare Morri. “Se ha partecipato a questo evento del 2009 — afferma l’avvocato — sa benissimo l’origine e la provenienza dell’opera. Un altro elemento per fare chiarezza ed ottenere la restituzione del Crocifisso che per noi deve tornare ad essere ammirato da tutti”.
 
di Natalia Encolpio

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy