Csdl, Legge di Riforma dell’apprendistato e degli incentivi alle imprese per le assunzioni

Csdl, Legge di Riforma dell’apprendistato e degli incentivi alle imprese per le assunzioni

Legge di Riforma dell’apprendistato e degli incentivi alle imprese per le assunzioni
 
Ridotto lo stipendio ai giovani apprendisti. Si doveva integrarlo con gli strumenti
previsti per gli altri disoccupati!
 
Tagliare una parte di stipendio ai giovani apprendisti che entrano in azienda, senza integrarlo con sostegni pubblici come avevamo richiesto: è questo uno dei principali punti previsti dalla legge di riforma dell’apprendistato e degli incentivi per le assunzioni di personale sammarinese e residente. Una misura che non possiamo condividere, perché si basa sempre sulla solita logica: è sempre il lavoratore che viene penalizzato, e comunque anche tra i giovani apprendisti ci può essere chi ha già una propria famiglia da mantenere o debba contribuire sostanzialmente al bilancio familiare!!!
 
Questa è una delle principali osservazioni che il Sindacato aveva inviato al Governo rispetto al testo di legge poi approvato dalla specifica Commissione: in generale è un testo con diverse ombre e qualche luce, in quanto sono state recepite solo alcune richieste migliorative avanzate dal sindacato, mentre diverse altre non sono state accolte.
 
Tornando al merito della legge, circa le norme sull’apprendistato rivolte ai giovani che non percepiscono ammortizzatori sociali, mentre è stata accolta la richiesta di prevedere l’assunzione esclusivamente a tempo indeterminato, è stata invece ignorata la richiesta di abrogare l’addestramento, rivolto ai giovani fino a 23 anni ed a tempo determinato, e la proposta che il periodo fosse più o meno lungo in base alla categoria di assunzione.
 
Se è positivo il fatto che anche i giovani che saranno assunti in apprendistato, in caso di crisi aziendale, potranno accedere alla mobilità, non condividiamo invece il fatto che non venga superata la chiamata nominativa; in tal senso l’incentivo previsto fino ad oggi per i disoccupati ultracinquantenni, prevede che l’impresa non paghi nulla per un anno, ma nonostante ciò tale incentivo non ha affatto funzionato, e questi lavoratori sono ancora in gran parte senza lavoro. Senza introdurre qualche obbligo per i datori di lavoro, i soli incentivi non bastano a favorire la ricollocazione dei lavoratori in età più avanzata.
 
Sugli incentivi per le imprese che assumono lavoratori che percepiscono gli ammortizzatori sociali, è stata recepita la proposta di mantenere il vincolo dell’assunzione a tempo indeterminato e di abrogare i due mesi di “formazione/addestramento” gratuiti per l’impresa e autofinanziati dal lavoratore con il proprio ammortizzatore sociale, e di porre limiti all’importo massimo dell’incentivo.
 
Solo parzialmente sono state accolte le richieste di prevedere minori incentivi per chi viene assunto avendo già la professionalità richiesta, e che gli incentivi per assunzioni che prevedano una reale riqualificazione siano soggetti a controllo da parte degli uffici preposti. È stata ridimensionata e razionalizzata la misura degli incentivi, per i quali vi è stato un eccessivo “finanziamento” alle imprese, spesso non controbilanciato da reali esigenze di riqualificazione dei lavoratori. Abbiamo chiesto di prevedere garanzie patrimoniali o fideiussorie per rendere effettivo il principio della restituzione degli incentivi in caso di successivo licenziamento del lavoratore, fenomeno verificatosi più volte, ma la richiesta non è stata accolta.
 
È altrettanto negativo che gli incentivi vengano in gran parte prelevati dalla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali, finanziata esclusivamente da lavoratori e imprese private, oltre che da una parte di dipendenti pubblici. Tale Fondo da anni sta attingendo alle riserve accumulate negli anni e ciò non potrà avvenire ancora per molto. Favorire l’occupazione delle persone è un interesse pubblico, per cui i costi vanno sostenuti da tutta la collettività e non solo da alcuni soggetti! Per non parlare poi del fatto che l’ISS debba rincorrere chi licenzia dopo avere chiesto gli incentivi, per pretenderne la restituzione, perché si stanno già verificando casi di imprenditori che scappano senza lasciare traccia o che non hanno beni su cui rivalersi. Altro grosso limite è che la preannunciata agenzia formativa non ha trovato posto in questo progetto di legge o in una norma distinta.
 
Un elemento positivo, frutto delle richieste sindacali, è che anche il singolo lavoratore in arretrato per almeno tre stipendi possa accedere volontariamente agli ammortizzatori sociali, togliendo l’attuale vincolo che prevede la medesima richiesta da parte di tutti i dipendenti.
 
CSdL
 
 
 

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