San Marino, Consiglio G. e G. Intervento Giovanni Lonfernini, Upr

San Marino, Consiglio G. e G. Intervento Giovanni Lonfernini, Upr

Intervento Giovanni Lonfernini
Gruppo consiliare Unione Per la Repubblica
Comma 24 – Presa d’atto dimissioni Segretario di Stato per il Territorio
 
Eccellenze,
Colleghi Consiglieri,
Signori Segretari di Stato,
siamo – differentemente da altre situazioni – in prossimità di un passaggio che presenta contorni indubbiamente inediti e non sovrapponibili. Contorni che non possono essere ridotti alla stregua di una mera analisi di carattere politico. Non siamo, infatti, di fronte ad un ordinario rimpasto di governo. Ne, tantomeno, ci troviamo ad affrontare una sostituzione dettata da una contestazione politica che ha poi trovato, in questi mesi, una forte eco nell’aula consigliare e nel Paese. C’e una evidente diversità rispetto ad esempi che, anche nella scorse legislature, hanno avuto più di una manifestazione. In gioco c’è una scelta, adottata da parte del Segretario di Stato Matteo Fiorini, che ha forti connotazioni di natura personale. Una scelta che merita un forte rispetto e che, per questo, è difficilmente commentabile. Al Segretario Fiorini l’Unione Per la Repubblica ha riconosciuto, sin dall’inizio del suo mandato, una chiara correttezza di comportamento. Correttezza di comportamento che, su alcuni progetti di legge (poi varati dal Consiglio Grande e Generale), ha visto la Segreteria al territorio impegnarsi in un confronto preventivo con le forze di minoranza. Il caso della riforma del Catasto, approdata in prima lettura, è un esempio. Un metodo di lavoro, sempre apprezzabile, che ha denotato una apertura mentale libera dai classici condizionamenti di tipo politico. E di questo non possiamo che ringraziarlo. E lo dice una forza politica che, dall’opposizione, ha – in più di una occasione – incalzato e talvolta criticato l’operato della segreteria al territorio su svariati temi. Due su tutti: i lavori pubblici, con l’emersione di inspiegabili ritardi e con costi fuori scala e la perdurante situazione di stalli delle Telecomunicazioni. Settore, quest’ultimo, che purtroppo risulta essere afflitto da problemi, ormai, atavici e – per certi aspetti – del tutto ingiustificabili ed inspiegati. Un settore quello del TLC che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto portare (oltre ad una competitività di sistema) risorse economiche alle casse dello stato e che – conti alla mano – proprio così non è. Un vero paradosso, segnato da responsabilità che non possono essere circoscritte all’ultimo anno e mezzo. Mentre tutti gli altri Stati fanno business su questo argomento, noi continuiamo a vivere in uno Stato con addirittura un copertura telefonica dimezzata.
Eccellenze,
tra qualche ora entrerà, tra le fila del Congresso di Stato, la collega Antonella Mularoni. Figura indubbiamente autorevole, designata dal Movimento di appartenenza: Alleanza Popolare. In riferimento a questo punto, credo mi sia consentito, vorrei svolgere invece alcune considerazioni prettamente politiche. Considerazioni che prendono le mosse dalla conferenza stampa, tenuta da Alleanza Popolare lo scorso 3 aprile, in cui è stato ufficializzato l’avvicendamento alla Segreteria del Territorio. Nella conferenza stampa di AP abbiamo preso atto del conferimento ad Antonella Mularoni di una nuova delega legata specificatamente all’economia ed alla internazionalizzazione. Una delega nuova a cui guardiamo con interesse,  senza pregiudizi o ironie. Una delega che riguarda due argomenti su cui il Governo ha pesantemente fallito. Nonostante l’apertura di una nuova fase, segnata dalla esclusione dalla black list italiana, il Governo è rimasto pesantemente al palo. Oltre alla camicia bianca che il nostro Stato oggi può sfoggiare, per usare una felice ed efficace espressione coniata dal Presidente Prodi chiamato dalla nostra tv di stato a commentare questa importante tappa, possiamo sfoggiare molto poco. Anzi nulla. Lo sviluppo economico è, ancora oggi, un oggetto misterioso. Ridotto ed umiliato ad una sorta di spot che ancora viene agitato ad uso e consumo per dare una spolveratina – condita di annunci sull’arrivo di investitori stranieri e di qualche inglesismo – quando il piatto piange. Chi aveva, in questi anni, il compito di svolgere questa delega – nonostante la riconferma elettorale – presenta un bilancio veramente misero per rimanere ed essere diplomatici. Non vogliamo essere maliziosi. Ma non vorremmo che questa delega sia nata, in verità, anche in ragione di questo imbarazzante stato di fatto e per tentare di invertire una china fatta di proclami, annunci e, quando poi si arriva alla sostanza (che non c’e) di tanto vuoto pneumatico. Il decreto sullo sviluppo economico, approvato nella corrente sessione consiliare, rappresenta un mero palliativo. La riprova vi è stata infatti quando nel corso del dibattito – in sede di ratifica del decreto – il Gruppo Consiliare UPR ha più volte interrogato il Governo per ottenere una esatta rendicontazione degli investitori che, ad oggi, hanno avanzato precise richieste per accedere agli incentivi previsti. Da parte del Governo vi sono stati soltanto balbettii, dopo avere ripetuto – in questi quattro mesi – che il Decreto avesse già attirato l’attenzione di nuovi investitori. Peccato che non sia stato detto il numero. Quanti sono? Uno, dieci, trenta o zero? Sviluppo economico, attrazione di’investitori stranieri ed il ripristino dei posti di lavoro perduti in questi anni sono le grandi priorità. Priorità su cui la popolazione attende soluzioni. La disoccupazione, specialmente quella giovanile, aumenta prepotentemente. Si propongono interventi sugli ammortizzatori sociali tampone. La leva fiscale,  ed il suo utilizzo,  è stata la sola ed unica scorciatoia per reperire risorse fiaccando le imprese e gravando sulle famiglie. Condivido quando i dirigenti di Alleanza Popolare, su questa tema nel corso della conferenza stampa, hanno sottolineato questo aspetto con un forte richiamo alla responsabilità. Un richiamo condivisibile per la drammaticità del momento che il tessuto socio economico sammarinese vive. Ma un richiamo, di per se, pur importante può fare ben poco. Se non vi sarà una svolta sul piano del rilancio dell’economia, pur con la garanzia di una legge elettorale premiante, i nodi arriveranno seriamente al pettine. Antonella Mularoni avrà sicuramente un compito arduo. Non siamo così partigiani e faziosi, però, nel non riconoscere la ripresa economica è condizionata da una molteplicità di aspetti e non può essere una sola persona ad avere la bacchetta magica. Ma siamo convinti che il nostro Stato, per caratteristiche, dimensioni e condizioni può ancora rimettersi in carreggiata. E lo può fare avendo la capacità di scegliere e non di rinviare, ancora una volta, le scelte. Se Antonella Mularoni, su questo passaggio, riuscirà a mantenere il punto politico avrà sicuramente il nostro plauso. Lo diciamo da sempre. Sullo sviluppo economico avevamo ed abbiamo messo a disposizione il nostro impegno.Quello che è mancato, negli ultimi mesi, è stato il dialogo, il confronto. Abbiamo chiesto ripetutamente di far ripartire il Tavolo per lo Sviluppo dandogli l’importanza che meritava. Perché eravamo convinti che il buon governo di un Paese sia fondato sulla capacità di confrontarsi per elaborare le migliori soluzioni. Lo ribadiamo con rammarico dato che – in oltre un anno e mezzo di attività – il tavolo per lo sviluppo (dalla nostra coalizione auspicato anche in campagna elettorale) è stato volutamente relegato ad un ruolo del tutto instabile, sordo e mai capace nel trovare sintesi accettabili. Ridotto volutamente ad una consulta di forma e del tutto privo di sostanza.
Grazie
Giovanni Lonfernini
Membro Gruppo consiliare Unione Per la Repubblica
 

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