Csu. Lavanderia Sammarinese, i problemi non si risolvono con le minacce

Csu. Lavanderia Sammarinese, i problemi non si risolvono con le minacce

Lavanderia Sammarinese, i problemi non si risolvono con le minacce
17 agosto 2012 – Appresa dalla stampa la minaccia di 30 licenziamenti in autunno da parte della Lavanderia Sammarinese, anche a seguito della possibile perdita dell’appalto per i servizi forniti all’Ospedale di Stato a causa, pare, del mancato raggiungimento degli standard di qualità necessari, la FLI/CSU ha richiesto un incontro urgente con i Segretari di Stato per la Sanità, per il Lavoro e per l’Industria per verificare la situazione relativa all’appalto medesimo e alle prospettive occupazionali.
L’azienda avrebbe dichiarato, sempre attraverso i mezzi d’informazione, che il mancato raggiungimento di tali standard dipende dai ritardi della politica rispetto alle autorizzazioni richieste, in particolare per quanto riguarda la depurazione degli scarichi.
Tale incontro è quindi necessario anche per fare chiarezza rispetto ad eventuali rimpalli di responsabilità, le cui conseguenze rischiano di pagarle i lavoratori, ai quali la FLI ha assicurato il proprio impegno per la salvaguardia di una realtà occupazionale importante, con particolare riferimento a quella femminile, di più difficile collocazione, da coniugarsi con il rispetto delle regole e delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori e della cittadinanza.
D’estate i lavoratori operano in un ambiente soggetto ad elevate temperature e a scarso ricambio d’aria (in queste settimane è in corso una verifica da parte del Servizio Igiene Ambientale), e l’azienda ha bisogno di interventi strutturali che la proprietà si sarebbe impegnata a fare; lo Stato, da parte sua, dovrebbe favorirne i relativi investimenti, anche per evitare che altri pezzi di economia varchino il confine.
Occorre fare chiarezza anche sui numeri che si presume siano stati forniti dall’azienda, la quale, in base ai tabulati dell’Ufficio del Lavoro aggiornati al 31 luglio scorso, occupa stabilmente circa 50 lavoratori, dei quali 20 sammarinesi o residenti, e ne ha assunti altri 35 per la stagione estiva, dei quali 25 sammarinesi o residenti.
L’appalto dell’ISS, stando a quanto apparso sulla stampa, corrisponde a circa 900.000 euro all’anno ed ha un’incidenza sul fatturato dell’azienda (dato 2010 perché il 2011 non è ancora disponibile) inferiore al 15%.
    
Siamo consapevoli dell’importanza di un appalto pubblico nell’economia di un’azienda, ma anche considerando un calo consistente del volume d’affari, visto il periodo di crisi generalizzata, annunciare un possibile taglio di 30 unità stabilmente occupate significherebbe più che dimezzare la forza lavoro; ciò viene quindi usato come una inaccettabile forma di pressione.
Non crediamo che le soluzioni si trovino con le minacce, ma affrontando i problemi in maniera responsabile da parte di tutti gli attori in causa.
Federazione Lavoratori Industria/CSU
 

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