Csu, obbligatorietà della Smac, il Governo non deve cedere alle pressioni dei commercianti

Csu, obbligatorietà della Smac, il Governo non deve cedere alle pressioni dei commercianti

Obbligatorietà della Smac, il Governo non deve cedere alle pressioni dei commercianti
 
L’obiettivo dell’equità fiscale e della trasparenza di tutti i redditi non deve essere mancato
 
17 settembre 2014 – La delegazione del Congresso di Stato quasi al completo ha partecipato all’incontro di ieri pomeriggio chiesto dalla Centrale Sindacale Unitaria sui principali temi sul tappeto: debito pubblico, Documento di programmazione economica 2015, riforma della PA, investimenti e occupazione, riforma tributaria e Smac, superamento della monofase, lotta al lavoro nero, stato sociale, pensioni.
 
La delegazione di Governo ha espresso la sua disponibilità ad avviare tavoli di confronto sulle diverse tematiche sollevate dal Sindacato; in tal senso si è impegnato a definire nei prossimi giorni una scaletta di incontri. La CSU, da parte sua, ha proposto tre tavoli di confronto: 1) occupazione e sviluppo; 2) documento economico e finanziaria 2015; 3) stato sociale, e previdenza in particolare.
 
Tra le diverse tematiche affrontate, la CSU ha posto un particolare accento alla riforma tributaria e nello specifico alla obbligatorietà della Smac. Da parte sua, l’Esecutivo ha prospettato il rinvio dell’entrata in vigore del Decreto Delegato numero 134, relativo alla certificazione dei ricavi degli operatori economici in via telematica (ovvero l’obbligatorietà della Smac), al 1° gennaio 2015. Per la CSU, al di là dei ritardi tecnici che continuano a verificarsi nell’attuazione della Smac, sarebbe in primo luogo inaccettabile che si finisse per creare una disparità di trattamento tra i lavoratori dipendenti e le categorie del commercio: mentre i primi sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi secondo le regole dettate dalla nuova legge tributaria, quindi presentando tutta la documentazione relativa agli acquisti effettuati nel 2014, per gli esercenti e i liberi professionisti sul piano fiscale il 2014 sarebbe trattato secondo il vecchio sistema, beneficiando di una sorta di “sanatoria”.
 
La CSU ritiene che il Decreto n. 134 debba essere ratificato così com’è, con partenza della Smac obbligatoria dal 1° ottobre; nel caso in cui il Governo decidesse di modificarlo in favore degli operatori economici del commercio, di pari passo il cambiamento dovrà avvenire anche per i lavoratori dipendenti. In tal senso, al fine di impedire, appunto, una inaccettabile disparità di trattamento, e per evitare che i ritardi e le inadempienze nell’applicazione della Smac siano scaricati unicamente sulle categorie del lavoro subordinato, la CSU ha rinnovato la richiesta che i lavoratori dipendenti e i pensionati, relativamente all’anno in corso, abbiano esentato in automatico per intero la propria quota di deduzioni. Rispetto a questa richiesta, l’Esecutivo non ha dato una risposta definitiva.
 
Più in generale, la CSU respinge con determinazione la volontà ormai sempre più evidente delle categorie del commercio, anche con l’annuncio di iniziative clamorose, di voler sostanzialmente vanificare il ruolo della Smac: in sostanza, tale strumento, fondamentale e decisivo per la realizzazione dell’intera riforma tributaria, per queste categorie dovrebbe valere semmai solo per i lavoratori dipendenti e i pensionati ai fini della deducibilità, oltre che per la scontistica, mentre non dovrebbe avere nessuna funzione di accertamento e tracciabilità delle transazioni.
 
Per la CSU l’obiettivo della piena trasparenza dei redditi di tutte le categorie e quindi dell’equità fiscale – che si realizza solo con la completa attuazione delle norme sulla obbligatorietà della Smac per tutte le transazioni – non deve essere assolutamente mancato, anche alla luce delle gravi difficoltà di bilancio del paese. Il Governo non deve soggiacere alle pressioni di categorie che – accampando motivazioni inverosimili (la Smac sarebbe “un sistema subdolo che colpisce la privacy e il libero commercio”) – di fatto vorrebbero continuare a non dichiarare al fisco i propri ricavi effettivi, lasciando del tutto inalterato il gravissimo fenomeno della evasione/elusione fiscale.
 
CSU
 

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