Da Siena a San Marino. Conti del Cis sotto indagine. Sienafree.it

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La Guardia di Finanza di Siena porta alla luce un accordo illecito tra creditori e falliti

Le Fiamme Gialle sequestrano a carico di uno dei maggiori istituti di credito nazionali il prezzo del voto favorevole nell’assemblea dei creditori Al termine di una lunga e complessa indagine nel settore dell’evasione fiscale, della truffa e del riciclaggio, la Guardia di Finanza di Siena ha portato alla luce l’illecito accordo tra creditori e falliti in seno ad una procedura di concordato fallimentare.
In particolare si è appurato che – spiega la Guardia di Finanza in un comunicato -, al fine di assicurarsi il ristoro dei propri crediti in misura maggiore rispetto a quella spettante, un Istituto di Credito tra i primi in Italia (Unicredit S.P.A.) si è accordato con il terzo assuntore del debito – una società operante nel settore immobiliare – per concordare il prezzo del proprio voto favorevole ad una proposta concordataria. In cambio del voto favorevole si è constatato, infatti, che la Banca ha percepito all’insaputa del giudice delegato e degli altri creditori ingenti somme di denaro dal terzo assuntore, violando palesemente la par condicio tra i creditori.
Gli elementi di indagine raccolti dalle Fiamme Gialle attraverso meticolose indagini finanziarie – continua il comunicato dei finanzieri -, hanno portato, oltre che a ricostruire i reali flussi finanziari intercorsi tra le parti, ad individuare che la reale proprietà dell’azienda assuntrice degli obblighi concordatari era riconducibile agli stessi falliti, che operavano dietro lo schermo di due fiduciarie sanmarinesi.
Su richiesta della locale Procura della Repubblica, è stato quindi disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Siena il sequestro preventivo della somma di €. 470.000,00 quale provento del reato di mercato di voto previsto dall’art. 233 della Legge Fallimentare.
Il provvedimento del G.I.P. riconosce il mercato di voto anche nell’operato di un pool di Banche con capofila Banca del Monte di Lucca (le altre banche sono BNL e Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno) che, a fronte dell’asserito pagamento del 20% del loro credito da effettuare da parte della curatela solo dopo aver pagato tutti gli altri creditori, ottenevano dallo stesso assuntore concordatario – dietro cui ci sono sempre i falliti – il 55% del proprio credito (3,8 milioni di euro) in meno di 6 mesi dall’omologa della proposta concordataria. Per tale ipotesi, tuttavia, il G.I.P. si è dichiarato incompetente, a favore della Procura di Lucca, come statuito in una recente pronuncia dell’Avvocato Generale presso la Procura Generale della Corte d’Appello di Firenze. Un mero cavillo formale salva per ora gli istituti di credito coinvolti da un sequestro che nella richiesta del P.M. – Dott.ssa Francesca Firrao– doveva superare i 6 milioni di euro.
Responsabili di tali ipotesi di mercato di voto sono stati riconosciuti i falliti, i nuovi soci dei falliti reperiti per fare la proposta concordataria, tutti i rappresentanti ed i funzionari delle banche coinvolte nella proposta, nonché i professionisti che hanno trattato con le banche per conto dei falliti stessi.
Riconosciuta, invece, la necessità di mantenere il sequestro sui quasi 5 milioni di euro sequestrati nel marzo del 2007. È stata infatti riconosciuta dal G.I.P. la ricorrenza nel caso di specie della ipotesi di riciclaggio di denaro proveniente da fatti di evasione fiscale e di truffa, ripulitura del denaro operata con il concorso dei responsabili del Credito Industriale Sanmarinese, istituto di credito della Repubblica di San Marino.
Confermato, infine – conclude il comunicato delle Fiamme Gialle -, il sequestro di quasi 200mila euro depositati su 17 libretti al portatore e trovati in possesso di uno degli indagati nel corso della perquisizione a suo carico, in quanto gli stessi sono da considerare provento del reato di truffa aggravata ai danni delle banche perpetrato dallo stesso indagato.

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