È ormai allarme presso i paradisi fiscali tipo Cayman. Il fatto di essersi affrettati (come sta facendo anche la Repubblica di San Marino) a stipulare in tutta fretta i 12 accordi con gli altri Stati in materia di informazioni fiscali per assecondare quanto stabilito dal G20 di Londra, non li ha messi in tranquillità. E non solo perché quei 12 accordi potrebbero non essere più giudicati sufficienti.
Le Isole Cayman, nonostante che abbiano firmato comunque i 12 accordi (San Marino è ancora a quota 2 alla data del 3 settembre) è sull’orlo della bancarotta.
‘La notizia dell’imminente tracollo finanziario delle Cayman è passata quasi in sordina sui media europei, ma rischia di scatenare un crack economico globale. A lanciare l’allarme è stato il ministro della Funzione pubblica del paradiso fiscale, William McKeeva Bush, che in un appello al Regno Unito ha chiesto un aiuto economico.
Il finanziamento, però , è stato bloccato per volere del ministro del Tesoro inglese, che vuole creare una due diligence sull’arcipelago. McKeeva Bush ha spiegato che ‘le isole Cayman stanno fallendo, sono mesi che i capitali stanno fuggendo dai nostri istituti di credito, non sappiamo come fare’. ‘ (Fabrizio Goria, Il Riformista)
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