Al mattino, prestissimo, lunedì 4 maggio 2009, con un colossale battage, fu dato l’annuncio di una serie di arresti, avvenuti durante la notte, riguardanti i vertici della Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino e di
società fiduciarie e finanziarie ad essa collegate. Avrebbero riciclato ingenti
capitali accumulati dal ricavo della negoziazione di assegni bancari e circolari
transitati nel conto corrente della medesima banca. Questa, sfruttando la sua
influenza dominante su un gruppo bancario italiano, avrebbe abusivamente svolto
sul territorio nazionale sia attività bancarie che attività di finanziamento in
violazione della legge.
Poi si apprese che detti arresti erano avvenuti sotto i riflettori di Report Rai3, i cui tecnici erano in zona per le riprese della trasmissione che sarebbe andata in onda la domenica successiva, 10 maggio, servizio di Paolo Mondani.
A collaborare con Di Vizio, in questi anni, oltre alle forze dell’ordine, l’Agenzia delle Entrate, la Banca d’Italia, eccetera, ci sono stati i media. Sempre ed ai massimi livelli. Di Vizio ha avuto modo di ascoltare, come se facessero parte della Pubblica Amministrazione italiana, i vertici, di nazionalità italiana, della Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Ed ha avuto modo di sfruttare il ruolo di arbitro fra i maggiorenti sammarinesi (campioni di litigiosità), che gli stessi gli hanno assegnato.
Eppure ancora le indagini non sono chiuse.
Di certo, adesso, è più facile il compito del procuratore della Repubblica Fabio di Vizio, adesso che è scomparso chi ha sempre difeso in blocco e con tutte le sue forze e fino all’ultimo respiro, Delta, Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino e la stessa Repubblica di San Marino.