Disabilità, Attiva-Mente: “La sensazione di un film già visto”

Disabilità, Attiva-Mente: “La sensazione di un film già visto”

Disabilità, Attiva-Mente: “La sensazione di un film già visto”

In merito alle critiche circa il mancato accoglimento di alcune Istanze riguardanti la disabilità nel corso dell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale, ci uniamo al rammarico di chi si è speso per presentarle ma non ci sorprendiamo per l’esito. È stato il solito déjà vu non certo frutto della nostra immaginazione, ma che ricordiamo benissimo di aver già osservato più volte in passato. Nulla di nuovo: il governo assume impegni del tutto aleatori con buona pace delle associazioni che continuano a procedere in ordine sparso, incapaci di trovare un amalgama che le possa rendere più autorevoli e forti.

La stessa Commissione Csd-Onu in assenza del giusto riconoscimento ci pare, purtroppo, che stia inesorabilmente perdendo il ruolo che per Legge le spetta. Perché una Legge esiste e ancor prima esiste una Convenzione a cui lo Stato deve attenersi. Ma tant’è, assisteremo ai lavori di questo nuovo Gruppo/Tavolo di lavoro, portando volentieri il nostro contributo quando ci verrà richiesto ma già dagli argomenti trattati nella prima riunione, non ci sembra altro che la riedizione del precedente Tavolo intersettoriale che ha chiuso i battenti senza troppe soddisfazioni.

Dicono che quando si tratta di impostare le politiche e i servizi per le persone con disabilità basti utilizzare due parametri: controllare se ciò che viene proposto è in linea con le disposizioni contenute nella Convenzione Onu, e interpellare le persone con disabilità (non i loro parenti o altri, proprio le persone con disabilità). Superata questa verifica, il provvedimento, poiché non deciso da altri, sarà sicuramente un’azione giusta.

Ebbene, l’associazione Attiva-Mente non è altro che un piccolo tramite a tutto questo, ma continuiamo convintamente a sostenere che le Istituzioni per prime debbano rispettare le leggi che uno Stato si è dato. Le norme già ci sono, occorre coerenza, concretezza e soprattutto volontà. Basta perdere tempo.

Ci sono situazioni inaccettabili: decreti approvati ancora inattuati, risposte moderne ed efficaci alla non autosufficienza inesistenti, sulle barriere architettoniche ci sarebbe da stendere una rampa pietosa, e sull’inclusione lavorativa cosa si vuole attendere ancora?

Ci risulta pronta una bozza di decreto su cui si è lavorato per tre anni. L’inserimento delle persone con disabilità nel mercato del lavoro è divenuto un dossier indifferibile.  La normativa vigente, benché mai rispettata nemmeno negli anni del bengodi, risale al 1971 e stante l’evoluzione economica, sociale, culturale e soprattutto tecnologica per effetto dell’avvento e capillare diffusione dell’innovazione digitale, è del tutto obsoleta. È urgente e doveroso da un lato mettere in campo tutti quegli strumenti necessari ed utili per l’inserimento mirato, protetto e riabilitativo/terapeutico nel mondo del lavoro in sinergia fra le risorse messe a disposizione dal servizio pubblico, il privato e le realtà delle cooperative sociali. Dall’altro, vanno individuati tutti quei sostegni, agevolazioni ed incentivi volti a consentire alle persone con disabilità i medesimi percorsi di avvio e mantenimento della professione nel pieno rispetto di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali. Ci riferiamo all’obbligo da parte del datore di lavoro pubblico o privato di eliminare le barriere di diversa natura che ostacolano la piena ed effettiva partecipazione del dipendente con disabilità alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori. Servono misure sostenibili e funzionali al conseguimento della piena inclusione delle persone con disabilità, investimenti per la formazione prevedendo specifici corsi professionali riservati a persone con disabilità, la promozione e lo sviluppo dello smart working, incentivi moderni per sostenere l’autoimprenditorialità delle persone con disabilità, insomma servono alcuni elementi in termini di diritto al lavoro che mancano anche nella proposta di decreto, che non siano per conto terzi, ma che vadano nell’interesse di tutte le persone con disabilità e nel pieno rispetto della loro dignità.

Queste sono le vere scommesse su cui ci dovremmo concretamente impegnare tutti, governo e Istituzioni in primis, ma anche cittadini e associazioni. Bocciare le Istanze accogliendone lo spirito o approvarle senza poi essere conseguenti oramai è divenuta la prassi consolidata che non meraviglia più nessuno. È  semplicemente il segno di una frattura sempre più profonda tra politica e cittadini, a cui forse solo il Covid-19 con la sua crudele capacità non solo di ammalare le persone, ma di evidenziare le disuguaglianze, riuscirà a farci riflettere.

 

Attiva-Mente

 

 

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