Discorso di Nicola Renzi alla 74ª sessione dell’Assemblea Generale Onu

Discorso di Nicola Renzi alla 74ª sessione dell’Assemblea Generale Onu

Discorso di Nicola Renzi alla 74ª sessione dell’Assemblea Generale Onu

Signor Presidente, Signor Segretario Generale, Eccellenze, Signore e Signori, a nome del Governo della Repubblica di San Marino desidero congratularmi con S.E. Tijjani Muhammad-Bande per la sua nomina alla Presidenza della 74° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed augurargli buon lavoro. La Repubblica di San Marino sostiene le priorità del suo programma, enunciate nel suo discorso d’insediamento e le garantirà, Signor Presidente, la massima collaborazione nel corso di tutti i lavori dell’Assemblea Generale. Vorrei altresì esprimere la riconoscenza del mio Paese al Presidente uscente, S.E. Maria Fernanda Espinosa Garcés, per l’importante lavoro svolto durante la 73° sessione. Desidero inoltre rivolgere un ringraziamento speciale al Segretario Generale, S. E. António Guterres, per l’energia e la determinazione profuse alla guida delle Nazioni Unite e nei processi di riforma che hanno interessato l’Organizzazione.

Signor Presidente, Le sono grato per il tema scelto in occasione di questa sessione: “Galvanizzare gli impegni multilaterali per eliminare la povertà, per un’istruzione di qualità, un’azione climatica e l’inclusione – Galvanizing multilaterl efforts for poverty eradication, quality education, climate action and inclusion”. Si tratta di un approccio ampio e trasversale, dal momento che esso tratta dei diritti umani, la lotta ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile, temi cari alla Repubblica di San Marino. Esso, inoltre, offre agli Stati membri l’opportunità di contribuire costruttivamente ai lavori dell’Assemblea Generale. È evidente la relazione che esiste tra il multilateralismo, ovvero l’orientamento ad assumere politiche comuni e coordinate e le sfide globali, la cui portata travalica le capacità di ogni singolo Stato, anche il più potente o avanzato tecnologicamente, di farvi fronte da solo. I recenti sviluppi nel panorama politico mondiale hanno creato ostacoli a uno sviluppo del multilateralismo e lo stanno mettendo in pericolo. Tuttavia, le sempre più evidenti interrelazioni tra le sfide globali, rendono oggi più che mai necessario che gli Stati cooperino per superare le difficoltà. Allo stesso modo, esse richiedono un rafforzamento della cooperazione internazionale e della nostra Organizzazione. Il mio Paese ha accolto con piacere l’esito della Riunione Plenaria di Alto Livello dell’Assemblea Generale per commemorare e promuovere la Giornata Internazionale del Multilateralismo e la Diplomazia per la Pace, svoltasi il 24 aprile scorso. Preservare i valori del multilateralismo e della cooperazione internazionale, che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, è di fondamentale importanza per promuovere e sostenere la pace e sicurezza, lo sviluppo e i diritti umani. Le sfide oggi poste dal protezionismo e isolazionismo devono e possono essere contrastate dalle norme del diritto internazionale, norme che hanno guidato gli Stati membri per decenni. La Repubblica di San Marino ritiene essenziale continuare a riaffermare l’impegno collettivo verso il multilateralismo, in particolare nel quadro dell’Assemblea Generale, l’organo più rappresentativo delle Nazioni Unite, per la sua natura profondamente democratica, la partecipazione universale e indiscussa legittimità. San Marino ha deciso di cooperare nel quadro di strutture e meccanismi internazionali al cui vertice si collocano le Nazioni Unite perché crede nella forza del dialogo, della democrazia e del rispetto degli altri, valori sui quali si fonda la convivenza pacifica tra i popoli. Il multilateralismo, tuttavia, non può risolversi in una mera enunciazione di propositi collettivi, ma deve tradursi in azioni concrete per migliorare la vita delle persone e non lasciare nessuno indietro. Quattro anni fa, gli Stati membri hanno adottato un piano estremamente ambizioso per porre fine alla povertà e creare una prosperità condivisa su un pianeta pacifico e in salute: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. In questi giorni, a New York, i leader mondiali si sono ritrovati per fare un bilancio sull’attuazione degli impegni per lo sviluppo sostenibile e per riaffermare la nostra collettiva ambizione per un mondo migliore. Come ha affermato il Segretario Generale nel suo Rapporto sull’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals Progress Report), sono stati fatti dei progressi nella messa in opera degli SDGs. I tassi relativi alla povertà estrema e la mortalità infantile continuano a scendere, anche se non ancora alla velocità auspicata. Sono evidenti i progressi registrati contro alcune malattie, come le epatiti. Un importante sviluppo si è avuto per alcuni target concernenti la parità di genere, o l’accesso all’elettricità nei Paesi più poveri. La produttività del lavoro è aumentata e la disoccupazione mondiale è tornata ai livelli pre-crisi. Questi progressi testimoniano il grande lavoro svolto dagli Stati membri e i loro partner nella realizzazione dell’Agenda a partire dal 2015. San Marino è convinto che la sostenibilità sia il grande tema da affrontare a livello globale per garantire il futuro del pianeta e dunque delle giovani e future generazioni. E’ con questo spirito che la Repubblica di San Marino ha recentemente aderito al progetto UN SDG 25+5 Cities, gestito dalla United Nations Global Sustainability Index Institute in collaborazione con UNOPS, che sarà uno strumento fondamentale nel trasformare la Repubblica nel Hub di riferimento per diversi progetti, quali l’agricoltura sostenibile. Tuttavia, nonostante i trend positivi e le molteplici iniziative, che, a livello regionale, nazionale e locale, continuano ad essere ispirate dall’Agenda, si rende necessaria un’accelerazione nella messa in opera degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile se si vuole raggiungere il livello di trasformazione richiesto entro il 2030. Dal rapporto del Segretario Generale, si evince, infatti, che la fame e la malnutrizione sono problemi lontani dall’essere risolti, che le emissioni di gas serra continuano a incrementare, che la diversità biologica diminuisce velocemente, che il livello di finanziamento dello sviluppo sostenibile non è sufficiente e che anche a livello istituzionale manca la necessaria efficienza e solidità per rispondere alle sfide. Inoltre, si registra che i gruppi più vulnerabili della popolazione restano largamente esclusi dai processi politici, economici e sociali. Globalmente, i giovani sono tre volte più disoccupati degli adulti; un fanciullo su cinque vive in condizioni di povertà; le persone con disabilità continuano a dover fronteggiare molteplici svantaggi, spesso a danno di un pieno godimento dei diritti umani; le diseguaglianze di genere persistono. La differenza nella messa in opera degli SDGs esiste non solo tra Paesi, ma anche all’interno dei Paesi medesimi. Un motivo di preoccupazione maggiore risiede nel fatto che i Paesi più vulnerabili e lontani nella realizzazione dell’Agenda, sono proprio quelli in cui si rinvengono gli ostacoli maggiori per la messa in opera degli SDGs. Sono quei Paesi in cui le situazioni di conflitto armato, l’instabilità politica o economica, le perdite economiche dovute ai disastri naturali, hanno pregiudicato l’attuazione degli SDGs o addirittura annullato i progressi raggiunti. In assenza di un’azione efficace tesa al suo contenimento, il riscaldamento globale non farà altro che amplificare le sfide di adattamento e aumentare il senso di vulnerabilità fra larghi strati della popolazione mondiale. Il mio Paese saluta con soddisfazione la tenuta, proprio in questi giorni alle Nazioni Unite, del Vertice sull’Azione Climatica (Climate Action Summit) e le ambiziose iniziative proposte. La Repubblica di San Marino dal 2008 ha intensificato il proprio impegno nell’ambito della sostenibilità ambientale, in particolar modo nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Tale impegno ha permesso al mio Paese di classificarsi oggi tra i primi Paesi al Mondo per produzione di energia fotovoltaica procapite. Allo stesso modo, siamo impegnati a migliorare le nostre strategie e pratiche nel campo della gestione dei rifiuti, della mobilità sostenibile e della sensibilizzazione della popolazione, in particolare dei più giovani, a uno stile di vita sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Signor Presidente, Gli effetti dei cambiamenti climatici sono la più grande sfida dei nostri tempi a causa del loro impatto, senza precedenti, sulle nostre vite. Quest’anno, il Ciclone Idai ha causato la devastazione in Mozambico, Malawi e Zimbawe. Nessun Paese o comunità è immune dalle distruzioni legate al fenomeno del riscaldamento globale, ma i più poveri e i gruppi vulnerabili già subiscono i danni maggiori. Si tratta di un problema globale che richiede soluzioni le quali devono essere coordinate a livello mondiale. È essenziale rafforzare la cooperazione internazionale per accelerare la nostra azione collettiva. Il rapporto speciale del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) indica che ci restano 11 anni per cambiare rotta per le future generazioni e contenere il riscaldamento globale. La relazione che esiste tra Clima e Agenda 2030 deve essere vista come un’opportunità in grado di liberare sinergie per sostenere un’azione collettiva. Infatti, se la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile può contribuire a limitare il riscaldamento fino a 1,5 gradi Celsius, allo stesso modo l’azione climatica può sostenere i target economici e sociali dell’Agenda attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, promuove più salute e benessere per la popolazione mondiale.

Signor Presidente, L’eliminazione della povertà in ogni sua forma e dimensione, in particolare la povertà estrema, è forse la sfida più difficile e più importante per conseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. Sebbene il declino globale della povertà estrema continui, come indicano i dati contenuti nel rapporto del Segretario Generale, tuttavia la riduzione della povertà avviene a un ritmo che non consentirà di conseguire l’obiettivo del 3% entro il 2030. Chi vive in condizioni di estrema povertà, deve subire privazioni spesso esacerbate da violenti conflitti o da vulnerabilità dovute ai disastri naturali. Il principio per cui nessuno deve essere lasciato indietro richiede l’adozione di misure specifiche per sostenere le persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità. È indispensabile tener conto dei bisogni e delle esigenze dei bambini, giovani, persone con disabilità, anziani, indigeni, rifugiati, sfollati, migranti, persone che vivono in aree colpite da emergenze umanitarie, o in situazioni di conflitto armato. Il rispetto universale dei diritti umani e della dignità umana sono il nucleo centrale dell’Agenda 2030: la pace, giustizia, uguaglianza e non discriminazione sono diritti fondamentali la cui realizzazione diventa essenziale per la costruzione di società inclusive. È fondamentale proteggere i bambini e i giovani. Occorre promuovere azioni a loro sostegno, affinché essi possano crescere liberi da ogni forma di abuso e sfruttamento. Nelle aree caratterizzate da conflitti armati, sono purtroppo i bambini a pagare un prezzo altissimo: in molti perdono la vita, sono rapiti, violentati, usati come scudo o reclutati come soldati. Il mio Paese ritiene essenziale che nelle situazioni di conflitto siano rispettate le leggi internazionali umanitarie e quelle in materia di diritti umani. La Repubblica di San Marino è parte del Gruppo di Amici sui bambini e i conflitti armati (Group of Friends of CAAC), ha ratificato il Protocollo. facoltativo della Convenzione dei diritti dei fanciulli sul loro coinvolgimento nei conflitti armati e sostiene i Principi di Parigi (Paris Commitments). Inoltre, il nome di San Marino è nella lista dei Paesi che sostengono la Dichiarazione sulle Scuole Sicure (Safe Schools Declaration), uno strumento importante per la protezione delle strutture educative da un utilizzo militare durante i conflitti. San Marino ha inoltre preso parte al lancio dell’iniziativa “ACT to protect Children affected by conflict” del Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per i fanciulli e i conflitti armati, Virginia Gamba, che è stata lanciata in data 2 aprile 2019.

Signor Presidente, se vogliamo edificare società sostenibili, resilienti e inclusive, bisogna promuovere una piena ed effettiva partecipazione delle donne nei processi decisionali. La Repubblica di San Marino si impegna nella lotta contro ogni forma di violenza basata sull’identità di genere, contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale. L’obiettivo della parità di genere diventa essenziale, così come quello dell’emancipazione delle donne e delle ragazze e la realizzazione piena dei loro diritti umani. L’eguaglianza di genere deve tradursi anche in una parità nelle opportunità educative. A tal riguardo, vorrei sottolineare l’importanza delle materie scientifiche, perché la tecnologia, le scienze e in generale l’innovazione svolgono un ruolo vitale per far fronte alle sfide globali e quindi per promuovere lo sviluppo sostenibile. Quest’anno San Marino ha sottoscritto, insieme ad altri Paesi, un documento, dal titolo Investment in Women and Girls in Science for Inclusive Green Growth, che riconosce il ruolo fondamentale svolto dalla scienza, tecnologia e innovazione per lo sviluppo socio-economico e la necessità di accelerare gli investimenti in questi settori. Ma soprattutto, esso conferma quanto sia importante investire in programmi che promuovano l’uguaglianza e la parità di genere nelle scienze.

Il mio Paese, tuttavia, è convinto che sia oggi più che mai necessaria un’attenzione particolare riguardo alle nuove tecnologie, la scienza, l’innovazione, le quali devono veicolare la percezione dello sviluppo sostenibile attraverso mezzi di comunicazione che non distorcano la verità, inficiando lo stesso concetto di libertà. Quest’anno, con l’organizzazione della prima Conferenza di Alto Livello sui pericoli della disinformazione, tenutasi a San Marino lo scorso 10 maggio, la Repubblica di San Marino ha voluto offrire un contributo concreto e motivato, anche a livello internazionale, al tema dell’informazione corretta in luogo delle sempre più pericolose fake news, fenomeno ingannevole e incontrollato anche nella capacità di instillare odio e alimentare pregiudizi. Consci che la disinformazione rappresenta una minaccia globale e un rischio reale alla stabilità dei nostri sistemi democratici, il mio Paese è impegnato a divenire un vero e proprio Osservatorio di studio e di ricerca scientifica su un fenomeno pericoloso e deleterio per la democrazia e la libertà. Lo sforzo di San Marino, volto alla tutela di un’informazione di qualità, verrà portato avanti tramite l’individuazione di nuove strategie operative e sinergiche che possano incrementare la condivisione, anche a livello internazionale, delle migliori pratiche nella lotta alla disinformazione.

Signor Presidente, La comunità internazionale deve proteggere e sostenere i gruppi più vulnerabili: nessuno di essi deve essere escluso dai processi decisionali. Il mio Paese ascrive una grande importanza al tema della disabilità e negli ultimi anni ha spesso contribuito al dibattito delle Nazioni Unite su questo tema importante, portando a conoscenza le nostre esperienze e i risultati raggiunti nella nostra Repubblica. Alle persone con disabilità, deve essere assicurata la piena partecipazione alla vita sociale, economica e culturale. A tal fine, si rende necessario attuare pienamente la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità. Quando parliamo di multilateralismo e Nazioni Unite, dobbiamo inevitabilmente considerare anche il processo di riforma della nostra Organizzazione.

La capacità delle Nazioni Unite di trasformare gli obiettivi in azioni che abbiano un impatto reale e misurabile sulla vita dei cittadini è possibile solo se le strutture dell’Organizzazione sono funzionali all’esercizio della sua azione globale. A tal riguardo, la Repubblica di San Marino ha già avuto modo l’anno scorso di esprimere il suo appoggio al programma di riforme messo in campo dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, S. E. António Guterres, nel settore della pace e della sicurezza, in quello del management e del UN Development System, nella convinzione che esso rafforzi la capacità delle Nazioni Unite di ottenere risultati più concreti e visibili. Il mio Paese, inoltre, segue con attenzione il processo di riforma del Consiglio di Sicurezza. Riteniamo che i negoziati intergovernativi costituiscano il giusto mezzo per arrivare a un accordo che rifletta gli interessi e le posizioni di tutti. San Marino è favorevole a una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più democratico, trasparente e efficace. Bisogna tuttavia fare uno scatto in avanti e superare le rispettive posizioni iniziali per negoziare un accordo che raggiunga un consenso più ampio possibile.

Signor Presidente, San Marino esprime preoccupazione per la crescita dei conflitti in numerose parti del mondo, alimentati dalle minacce del radicalismo religioso, il terrorismo, il crimine organizzato transnazionale, il traffico di droga ed esseri umani, le armi di distruzione di massa, l’estremismo violento, la marginalizzazione e l’esclusione. Negli ultimi anni si è assistito a una perdita di credibilità delle Nazioni Unite, dovuta anche in parte all’incapacità del Consiglio di Sicurezza di adempiere al proprio mandato con efficacia. Al fine proprio di sostenere una rapida e decisiva azione del Consiglio di Sicurezza, ricordo che il mio Paese ha aderito al Codice di Condotta elaborato dal gruppo ACT (Accountability, Coherence, Transparency) sulla restrizione dell’uso del veto in caso di crimini come il genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra e alla dichiarazione congiunta di Francia e Messico sulla restrizione volontaria dell’uso del veto da parte dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Un’enorme sfida per la comunità internazionale è senza dubbio rappresentata negli ultimi anni dall’aumento del fenomeno dei flussi migratori, dovuti in parte agli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno costretto milioni di persone a cercare rifugio in altri Paesi, in parte alle persecuzioni e ai conflitti armati, ma anche dovuti alle privazioni di carattere socio economico, come la mancanza di cibo, acqua, educazione, sanità. Nessun Paese può pensare di gestire da solo il fenomeno migratorio, dal momento che esso è transnazionale per natura. Il mio Paese intende rinnovare il suo sostegno al Global Compact per una sicura, ordinata e regolare migrazione, adottato lo scorso dicembre in Marocco. Il Compact si propone di gestire i fenomeni migratori attraverso una rafforzata cooperazione internazionale. Allo stesso tempo, esso riafferma i diritti umani dei migranti, la loro dignità, affinché essi siano tutelati attraverso un accesso ai diritti basici.

Signor Presidente, Purtroppo, negli ultimi anni, forse anche a causa di certe difficoltà del multilateralismo di far fronte alle sfide globali, abbiamo assistito alla crescita, in alcune regioni del mondo, di ideologie protezionistiche, isolazionistiche o, ancora peggio, apertamente xenofobe, le quali tendono a contrapporsi al principio della cooperazione internazionale. Io credo che il Dibattito Generale sia un’opportunità importante per rinnovare il nostro impegno a favore di un’Organizzazione delle Nazioni Unite più forte, in grado di coordinare le politiche economiche, sociali e ambientali a tradurle in un’azione efficace a tutti i livelli. Fiducia, inclusività e dialogo sono elementi essenziali a sostegno del multilateralismo e della sua capacità di produrre risultati concreti a livello globale. Grazie per l’attenzione.

 

Segreteria di Stato per gli Affari Esteri

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