Dopo la Germania anche la Gran Bretagna ha chiuso un accordo con Berna. Sole 24 Ore, Lino Terlizzi

Dopo la Germania anche la Gran Bretagna ha chiuso un accordo con Berna. Sole 24 Ore, Lino Terlizzi

Sole 24
Ore

Fisco internazionale. Dopo
la Germania
anche la Gran Bretagna
ha chiuso un accordo con Berna

Concordato
con la Svizzera

Concordato con la Svizzera Prelievo
sul patrimonio e sui rendimenti in cambio del segreto

Lino Terlizzi


 

Dopo la Germania,Il Regno Unito.
Come previsto, Berna ha siglato anche con Londra un’intesa su una imposta
anonima liberatoria più ampia dell’attuale euroritenuta, in cambio del
mantenimento del segreto bancario elvetico (si veda «Il Sole 24 Ore» dell’11
agosto).

E ora, dopo quest’altro accordo a pochi
giorni di distanza da quello con Berlino, sulla piazza elvetica vi sono voci
insistenti su trattative analoghe che starebbero per aprirsi con altri Paesi.
Secondo fonti vicine al Governo svizzero, si sarebbero già fatti avanti
Austria, Belgio, Lussemburgo, Norvegia e altri Paesi nordici. La Grecia, alle prese con una
pesante crisi, aveva già manifestato la sua disponibilità a negoziati. Restano
gli interrogativi sulla possibilità di avviare trattative di questo tipo con
altri due pesi massimi europei come Francia e Italia. Queste ultime si sono
dette sin qui scettiche o contrarie, specie nel caso dell’Italia, per quel che
riguarda intese fiscali di questo genere, bisognerà vedere cosa accadrà nello
scenario europeo dopo le firme di Berlino e Londra.

Tornando al Regno Unito, ieri a Zurigo è
stata parafata la convenzione tra Berna e Londra. Lo schema, basato sul piano
elvetico Rubik, è appunto analogo a quello dell’accordo con Berlino, ma
cambiano aliquote e cifre. L’imposta liberatoria anonima peri cittadini
britannici che non sono residenti in Svizzera ma hanno conti e patrimoni nella
Confederazione, e che opteranno per la non dichiarazione di questi beni, sarà
allineata alle aliquote di Londra (leggermente inferiori per la verità) e
dunque del 27% sui redditi di capitale, del 40% per i dividendi, del 48% sugli
interessi. Per la Germania
è stata fissata l’aliquota unica del 26,3 per cento. Per quel che riguardala
sanatoria per il passato, è stata stabilita tra Berna e Londra un’aliquota
massimale del 34% sui patrimoni, a dipendenza degli importi e degli anni.
Secondo le stime delle banche elvetiche, l’aliquota media per il pregresso sarà
tra il 20% ed il 25%. Per la
Germania, la forbice è 19-34%, con una media sempre del 25 per
cento. Le banche svizzere anche in questo caso, anticiperanno un importo sul
pregresso, pari a 500 milioni di franchi, che recupereranno in seguito, una
volta arrivati i versamenti dei cittadini britannici all’erario di Londra,
attraverso la
Svizzera.Per Berlino l’importo dell’anticipo è di 2 miliardi
di franchi. Prima di entrare in vigore la convenzione deve essere firmata dai
Governi di Berna e Londra e approvata dai rispettivi Parlamenti. L’intesa
dovrebbe entrare in vigore nel 2013. L’accordo evita lo scambi automatico di
informazioni ma prevede anche un meccanismo di garanzia che permette alle
autorità britanniche di presentare domande di informazioni: devono indicare il
nome del cliente, ma non necessariamente quello della banca. Enumero delle
domande sarà limitato in un primo tempo fmo a 500 l’anno; successivamente sarà
adeguato sulla base dei risultati. Non sarà consentita la ricerca generalizzata
e indiscriminata di informazioni, la cosiddetta «fishing expedition». Un’altra
contropartita ottenuta dalla Svizzera all’interno dell’accordo è un più libero
accesso di banche e fondi elvetici al mercato britannico dei servizi
finanziari.

Alfredo Gysi, ceo della banca ticinese Bsi
(gruppo Generali) e presidente dell’Associazione banche estere in Svizzera è
uno dei promotori del piano Rubik ed esprime ora soddisfazione. «L’accordo con
Londra – dice Gysi – si aggiunge a quello con Berlino, due Paesi importanti
hanno scelto di seguire questa via. Penso che ora vi potrebbe essere
un’accelerazione delle trattative con altri Paesi interessati». Anche Claudio
Generali, presidente dell’Associazione bancaria ticinese (Abt), vede la
possibilità concreta che lo schema Rubik possa essere al centro di altri
negoziati bilaterali, anche se questo in pratica andrebbe oltre l’attuale
euroritenuta in vigore con la Ue.
«La Francia
ultimamente – afferma Generali – non ha dato segnali di disponibilità, ma dopo
queste firme di Berlino e Londra le cose potrebbero cambiare. Più difficile
prevedere cosa potrà accadere con l’Italia». Per Paolo Bernasconi, avvocato
luganese, «Il Governo svizzero è riuscito ad ottenere una contropartita
importante, quella dell’accesso facilitato al mercato britannico, come già
aveva fatto con la Germania».

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