Effetti della riforma tributaria ma ancor più della “crisi” sulla Libera attività professionale in RSM

Effetti della riforma tributaria ma ancor più della “crisi” sulla Libera attività professionale in RSM

Negli ultimi tempi gli Ordini Professionali di questo paese, nessuno escluso, sono chiamati a confrontarsi a ritmi serrati su varie proposte del Governo, tramite il Segretario di Stato alle Finanze, Bilancio e Programmazione economica Claudio Felici.

Alla data odierna i Liberi professionisti esercenti la propria attività a San Marino sono circa 600 suddivisi principalmente in sei Ordini principali ed altri  gruppuscoli sparuti senza alcun Ordine e/o associazione di riferimento.

Il Segretario di stato propone una revisione dell’attuale sistema impositivo che ci riguarda, con il passaggio ad un sistema di tassazione progressiva o proporzionale riveduta, non ancora comunque ben definiti nelle proporzioni e nelle aliquote.

La richiesta di revisione del sistema della tassazione ci viene giustificata dai rappresentanti del governo con una semplice motivazione contabile: “dobbiamo trovare nuove risorse per 40 milioni di euro per il bilancio 2013 recuperabili in quanto a 20 milioni da nuova tassazione sui redditi ed in quanto a 20 milioni su risparmi nelle spese correnti della P.A.”

Su questa motivazione alquanto semplice e logica  si stà spaccando il paese e le associazioni che raggruppano i lavoratori con anche interessi diversi ma difficilmente contrapposti se non per mero calcolo od occorrenza “politica”in senso lato.

Alla base del ragionamento, da me volutamente semplificato,con buona pace dei miei colleghi commercialisti,  stà il fatto che la Pubblica amministrazione sul bilancio preventivo 2013 è andata in passivo/perdita  non prevista  per circa 40 milioni (se bastano….) da qui le rincorse dei singoli Segretari di stato a “Risparmi di Spesa” e tassazioni varie come la  “Patrimoniale” che di fatto a parere di moti potrebbe rimanere per l’avvenire invece che essere una tassazione una-tantum solo per quest’anno nonostante le solite promesse politiche, perché sappiamo ormai bene che  i politici cambiano ma le tasse rimangono.

Ora,  che la stessa P.A. in un impeto di serietà e rigore inusitati,  riesca a “risparmiare” 20 milioni di euro è possibile ed auspicabile, soprattutto correggendo gli sperperi della sanità.

 Tuttavia si spera che questa volta si parli di opportunità reali e realistiche  senza dover subire le solite favole come quelle sentite recentemente per fare approvare in Consiglio la legge sulla libera professione dei  medici statali, laddove si presume   di incassare  800 mila euro all’anno  ma senza valutare il costo e le spese sopportate dall’amministrazione ISS per le  strutture, impianti, attrezzature mediche, manutenzioni, personale sanitario ed amministrativo  a supporto, costi che a mio avviso porteranno il budget reale  ad essere deficitario di svariate decine di milioni di euro a carico del contribuente o meglio dell’ISS:favole inaccettabili.

Inviterei i Segretari di Stato ad essere anche  più cauti sull’enunciazione dei risparmi, salvo che volessero andare nell’unica direzione percorribile e cioè ridurre in qualche modo, anche per legge, il personale in esubero ed inutile della P.A. allargata,  nelle sue macroscopiche evidenze con buona pace dei sindacati e dei loro bulgari “mansionari” imposti ed intoccabili, del mercato del lavoro, dell’ufficio del lavoro, tributario, burocrazia inutile e vessatoria, ecc.ecc..

D’altra parte, al di là ed al di sopra dei tecnicismi fiscali e  commerciali che vorrà imporre la nuova normativa ormai forzatamente  in fase di varo nell’autunno inoltrato, occorre riflettere sull’effetto congiunto di questi inasprimenti fiscali e tributari sui liberi professionisti in particolar modo se associato alla grave crisi economica che attanaglia il nostro paese, e non solo il nostro ovviamente, in tutti i settori produttivi, dei servizi e quant’altro: non c’è lavoro per nessuno e la prospettiva è ancora peggiore per i prossimi anni a mio modo di vedere.

Né conseguirà che i liberi professionisti, che oggi  non gravavano certamente  sul bilancio dello stato anzi contribuiscono a crearne le attività, nel 2014 è realistico prevederne la diminuzione di quasi un terzo, per passare alla metà nel 2015 e poi ad ancora meno nel 2016, con conseguente pressione anche di costoro, prevalentemente giovani con alto grado di scolarizzazione, sul bilancio dello Stato anche solo  tramite  giusti e giustificabili interventi di sostegno equo e solidale alla disoccupazione, stipendi sociali, mobilità, cassa integrazione, ecc.ecc. ed allora.. l’effetto dell’innalzamento delle aliquote fiscali cosa produrrà in termini generali per lo Stato ?? Poco o nulla, forse può servire solo a razionalizzare formalmente  un settore produttivo,  assieme  a tutti gli altri settori ben più privilegiati, ma, tutto  con le dovute cautele per non divenire semplici vessazioni.

In ogni caso non credo siano queste le soluzioni  o le prospettive  che il nostro paese debba cercare e trovare  in  tempi ormai rapidissimi, se non si vuole portare lo scontro sociale in tutte le case e famiglie e se si vuole continuare ad avere un apparato amministrativo pubblico equo, solidale ma funzionante, con anche   un ruolo “sociale ” sotto molti aspetti ma che tuttavia lo spreco e lo sperpero,  a cui è stata sottoposto per decenni da vergognose  pressioni politico-sindacali-elettorali stà progressivamente portando al collasso irreversibile ed ingiustificabile.

Speriamo che arrivino presto  i “commissari europei” a “certificare” definitivamente  le nostre incapacità collettive ed a prendere quelle misure ed iniziative che , pur estremamente evidenti, nessun partito vuole portare avanti per l’interesse collettivo ammesso e non concesso che domani, leggi oggi,  ce né sia ancora l’opportunità ed il tempo e che il ricavato di questa ulteriore “spremuta” di cittadini sia utilizzato almeno bene e pubblicamente,  e non solo per pagare ancora  i deficit di qualche banca in fallimento non certo per colpa nostra ma forse solo per il peso di stipendi ed indennità interne oltre che di quell’indirizzo di  politica finanziaria poco lungimirante che ha comportato l’iscrizione nella Lista Nera italiana con tutte le conseguenze annesse e connesse sotto gli occhi di tutti. 

Dr.geol. Fabio Pedini

Presidente Ordine Geologi

Membro Commissione Nazionale Libere Professioni (C.N.L.P.)

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