Europa, Lorenzo Bugli (Pdcs) lancia un appello ai colleghi politici: “Dopo le prossime elezioni europee potrebbero cambiare le condizioni per San Marino”

Europa, Lorenzo Bugli (Pdcs) lancia un appello ai colleghi politici: “Dopo le prossime elezioni europee potrebbero cambiare le condizioni per San Marino”

Riceviamo e pubblichiamo

Nel mese di marzo, con un comunicato ripreso dai principali organi di stampa, ero intervenuto nel dibattito in corso in quel momento nel Paese, appellandomi al senso di responsabilità della classe politica, in un contesto di forte incertezza e confusione dovuto ad avvicendamenti, cambi di casacca, prese di posizione e manovre di partito che anziché fornire risposte alle domande dei cittadini hanno contribuito unicamente ad accrescere i loro dubbi.

A distanza di due mesi, quel contesto non sembra affatto migliorato, anzi se possibile è andato incontro ad un peggioramento. Da giovane impegnato politicamente, è avvilente assistere allo spettacolo di una politica litigiosa, interessata unicamente a posizionare le proprie bandierine. In questo momento storico così complesso e decisivo per il nostro futuro, San Marino ha bisogno di tutto fuorché di polemiche sterili ed alimentate ad arte da logiche che nulla hanno a che vedere con l’interesse della nostra comunità.

Molti sforzi sono stati compiuti per mettere in sicurezza alcune questioni aperte e diversi sono i risultati portati a casa da questo esecutivo. Eppure ci troviamo ancora ad affrontare una fase di crisi. Una crisi alla quale dovrebbe corrispondere il più alto senso di responsabilità da parte di chi è chiamato a rappresentare ed incarnare i valori della nostra Repubblica, e una politica capace di dimostrare la propria unità e di creare quelle condizioni di dialogo sano e corretto tra maggioranza e opposizione, senza perdere di vista gli obiettivi cruciali che possono determinare le sorti di San Marino e della sua cittadinanza.

A cominciare da quello che considero essere la meta principale che si delinea all’orizzonte: l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Un traguardo vitale per i sammarinesi e per il nostro tessuto economico e sociale. Possiamo allora permetterci una politica faziosa e decostruttiva, incapace di gettare le basi per un futuro sereno e prospero? In che modo riusciremo a ricreare quel clima di serenità di cui la nostra Repubblica ha più che mai bisogno, se continueremo a litigare e a scontrarci, anteponendo gli individualismi e le logiche di partito al bene comune? Questa fase storica richiede quell’unità di cui il Paese ha già saputo dare prova nel corso dei secoli, e che le ha permesso di superare le tante sfide che si sono parate dinanzi.

Unità che diventa la condizione fondamentale per riuscire a perfezionare l’Accordo di Associazione di cui parlavo prima. San Marino si trova in una situazione economica, finanziaria e bancaria di delicato equilibrio. Rispetto al passato sono state ritrovate finalmente una certa solidità e una stabilità, ma non possiamo permetterci errori né fughe in avanti.

Abbiamo negli occhi le immagini dell’eccezionale ondata di maltempo che ha flagellato l’Emilia-Romagna, interessando in misura minore anche San Marino. Se un domani una tragedia di questo tipo dovesse abbattersi anche sul nostro territorio, allora dove troveremmo le risorse necessarie per la messa in sicurezza del Paese e la gestione dell’emergenza?

La risposta sta nella grande occasione rappresentata dall’Accordo di Associazione con l’Unione e in una rinnovata visione di territorio.

Oggi abbiamo la possibilità di essere integrati in un sistema, quello europeo, che potrà sostenerci, guidarci e aiutarci per l’individuazione di soluzioni migliori, anche nel contesto di un eventuale scenario emergenziale. E allora desidero rivolgermi alla politica con un richiamo forte e fondamentale: basta con le lotte di bandiera per cercare di giustificare posizioni partitiche che, anziché essere indirizzate a volere il confronto, sono invece continuamente stimolate verso la caccia ad un fantomatico nemico. Il tutto si traduce in una tensione costante, in una vocazione allo scontro, nella tendenza ad accettare soluzioni semplicistiche a problemi complessi.

Oggi quello che serve più di tutto è riuscire a creare una solida base di responsabilità, umana, un dialogo serio per portare il Paese fuori da situazioni di incertezza, traghettandolo verso condizioni di prosperità. Condizioni che potremo raggiungere solo completando l’Accordo entro le attuali tempistiche. Chissà, infatti, se dopo le prossime elezioni europee (dal 6 al 9 giugno 2024, ndr) lo scenario che ci troveremo davanti sarà altrettanto favorevole al conseguimento dell’Accordo o se non si saranno frapposti degli ostacoli.

Di qui, ancora una volta, il mio richiamo per una politica solidale, seria e responsabile. In gioco – non dimentichiamolo – c’è il futuro della nostra Repubblica e soprattutto il futuro di noi giovani.

Lorenzo Bugli

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