Alessandra Nanni – Il Resto del Carlino: Rimini calcio, ex presidente nel mirino
Una bomba carta contro la sua auto
RIMINI. Bomba carta contro l’auto dell’ex presidente del Rimini calcio. E Orfeo Bottega sostiene di non avere dubbi sul fatto che si tratti di un «avvertimento», legato al fatto che non si è mai arreso alla ‘sentenza’ che lo condannava come il responsabile principale del clamoroso fallimento della società biancorossa di cui nel ’94 parlò l’intera città, inaugurando quella che venne battezzata poi come la ‘stagione dei veleni’.
«Un attentato o un’intimidazione — dice l’ex patron — erano le
22,30 e abbiamo sentito un boato enorme. Ci siamo affacciati tutti sui terrazzi, ma non abbiamo visto niente. E’ stata mia figlia che, rientrando dal cinema all’una di notte, ha scoperto che avevano fatto esplodere il parabrezza della mia auto». I carabinieri non escludono un gesto di vandalismo, un grosso petardo lanciato magari da qualche ragazzotto di passaggio.
MA LUI è invece convinto si tratti di tutt’altro. «Non mi sono mai arreso alla sentenza che mi ha rovinato, chiedo ancora giustizia e ho creato per questo anche un sito. Con quel fallimento ho perso tutto, anche la casa, e appena sei mesi fa so- no venuti a pignorarmi i televisori. Ci ho già rimesso sei miliardi, e non ho nessuna intenzione di tacere». Per Bottega quel crac si è trasformato nell’ossessione della sua vita. Ma nonostante gli anni e le batoste, non è disposto ad arrendersi. Il fallimento del Rimini, con un buco di oltre un miliardo delle vecchie lire, venne dichiarato il 21
marzo del ’94. Il curatore però sollevò parecchi dubbi sulla gestione della società, e alla fine i periti e la Guardia di finanza conclusero che c’erano stati beni sottratti ai creditori, oltre a una contabilità parallela. (…)
