Fantini, ex Ad Carisp San Marino, intervistato da La Tribuna Sammarinese

Fantini, ex Ad Carisp San Marino, intervistato da La Tribuna Sammarinese

Il dr. Mario Fantini, già ai vertici di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino e di Gruppo Delta, attenzionatissimo, in questi giorni, da Roberto Galullo di IlSole24Ore sul blog ‘Guardie o ladri’, ha rilasciato una intervista a La Tribuna Sammarinese.
(Ancora in corso la indagine Varano).

Titolo: Mario Fantini torna a parlare a ruota libera per difendersi, ma anche per attaccare
/ Finito il controllo sul milione e 200mila
assegni: nessun rilievo è (ancora) emerso
/ La Procura
Nazionale
Antimafia non
ha mai sollevato
alcun addebito
alla Cassa di
Risparmio

Domanda: ‘ Cosa ha pensato,
Dott. Fantini, quando
le è stato detto che
sotto la sua amministrazione
Cassa di Risparmio
avrebbe favorito
il riciclaggio di denaro
della criminalità
organizzata?


Risposta: ‘ Seppure
stessi vivendo una
fase estremamente
delicata della mia vita
(era il maggio 2009)
ho reagito dicendo che
al contrario la Carisp
ha sempre operato attivamente
affinché le
infiltrazioni degli interessi
della malavita restassero
fuori dalla Repubblica
di San Marino.
E mi creda la battaglia
non è stata facile,
ma date le ottime
performance di Cassa
di Risparmio e di Delta,
avevamo le spalle
coperte per opporci
a pressioni che tutti i
soggetti economici soprattutto
in Italia, ma
non solo in Italia, subiscono.

Domanda: ‘ Si però i Pm di Forlì
hanno detto chiaramente
che dietro al
milione e duecentomila
assegni delle cui
copie sono venute in
possesso si nascondevano
molti conti del
sud Italia facendo intendere
che riguardavano
denari di cosche
malavitose?


Risposta: ‘Gli inquirenti, grazie al
grande lavoro svolto
dagli agenti dei tre corpi
delle forze dell’ordine
(carabinieri, polizia
e guardia di finanza),
stanno per completare
l’esame di quegli
assegni che, lo ribadisco,
erano assolutamente
trasparenti perché
transitati attraverso
banche tramitanti
sottoposte a controllo
e tratti su banche italiane,
sottoposte alla
vigilanza integrale di
Banca d’Italia. Ebbene
nulla, proprio nulla
è emerso non tanto a
mio carico, ma a carico
della Cassa di Risparmio.
Se anche uno solo
di quegli assegni fosse
stato firmato da un
mafioso, ce lo avrebbero
sicuramente addebitato.
Gli inquirenti
sanno comunque che
la prima indagine deve
essere fatta presso la
banca che lo ha emesso
e non certo verso la
Cassa.

Vedi quanto scrive Roberto Galullo, sul blog ‘Guardie o ladri’, IlSole24Ore

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