Fil Rouge. La Voce di Romagna San Marino

Fil Rouge. La Voce di Romagna San Marino

La Voce di Romagna San Marino

 Fil Rouge. L’inchiesta portò sul Monte i pm
forlivesi. Sequestrati beni per 4,5 milioni di €
Nel riminese perquisiti due studi professionali

Dipanato il filo
rosso dei falsi
sponsor

Si è conclusa con il sequestro di
quote societarie e beni immobili
per circa 4,5 milioni di euro l’inchiesta
sulle false sponsorizzazioni
sportive, ribattezzata Fil Rouge.
L’indagine, seguita dalla Guardia di Finanza
di Forlì, un anno fa portò sul
Monte il procuratore capo di Forli Sergio
Sottani e il pm Fabio Di Vizio per assistere
alle perquisizioni delle due società riconducibili
all’imprenditore cesenate
Giorgio Manuzzi (la Seven Eleven e la Overseas
Boat Rental, con sede in un centro
direzionale di Rovereta). Stando alle
informazioni raccolte dagli inquirenti,
l’inchiesta ha permesso di quantificare
81 milioni di euro di false fatture e 16
milioni di evasione Iva, prodotte attraverso
false sponsorizzazioni sportive fra
Moto Gp, rally, ciclismo e off shore. Dall’alba
di ieri oltre 40 militari delle fiamme
gialle sono stati impegnati nell’esecuzione
di cinque perquisizioni e sequestri.
Fra questi perquisiti anche un paio di
studi professionali nel riminese.
L’indagine è nata da una costola di Varano,
sempre in capo alla Procura di
Forlì, che indaga sui rapporti fra la Cassa
di Risparmio e la sua partecipata felsinea
Delta. Nel nuovo filone Fil Rouge, sei sono
le persone indagate, mentre altri 71
soggetti sarebbero i fruitori di presunte
operazioni inesistenti. I capi di accusa
vanno dall’evasione fiscale al riciclaggio,
al centro dell’inchiesta c’è l’attività
dell’imprenditore cesenate Giorgio Manuzzi,
un nome noto nell’ambiente dei motori, nonché esperto pilota di offshore.
Manuzzi si è sempre detto estraneo
alle accuse che gli sono state rivolte fin
dai tempi delle perquisizioni a San Marino.
Perquisizioni, all’epoca, che portarono
anche nello studio di Marco Gatti,
segretario Dc, e suo commercialista che
dette massima collaborazione agli inquirenti.
Le società di Manuzzi a San Marino ora
sono in liquidazione.Intanto in Italia
le indagini si sono allargate in diversi
punti dello Stivale, considerato i 64 clienti
nazionali della società cesenate. Secondo
quanto ricostruito dalla Procura
forlivese, Manuzzi acquistava prestazioni
promo-pubblicitarie fittizie dalla società
di sponsorizzazioni con sede a San Marino,
la quale si avvaleva di fatture per operazioni
inesistenti emesse da operatori
economici italiani, senza alcuna operatività
(i cosiddetti missing traders). False
fatture che servivano a gonfiare le spese
a tutta la clientela nazionale. Come si diceva,
per avere i riscontri necessari, Sottani
e Di Vizio con i militari della polizia
Tributaria di Forlì erano risaliti un anno
fa a San Marino e con l’assistenza del
magistrato sammarinese Rita Vannucci
eseguirono personalmente la rogatoria
internazionale, acquisendo numerosi
dati bancari, utili a ricostruire i movimenti
finanziari alla base del raggiro fiscale.
I pagamenti dei clienti avvenivano
tramite bonifico o assegni, poi seguivano
i prelievi in contanti con mazzette da 500
euro che l’imprenditore cesenate provvedeva
a versare sui conti correnti personali
a San Marino: tra il 2006 e il 2010
– dagli elementi raccolti – sono stati eseguiti
prelievi di contante pari a 24 milioni
circa. Tutti questi proventi venivano
reinvestiti in attività patrimoniali di una
società immobiliare di diritto italiano riconducibile
sempre a Manuzzi, anche se
formalmente di proprietà di una fiduciaria
di San Marino. L’imprenditore cesenate,
riportano i finanzieri, aveva creato
uno “sham trust” (trust apparente) di
diritto sammarinese, facendovi confluire
l’intero patrimonio della sua società
immobiliare, come espediente per proteggersi
da eventuali pretese dei creditori.
Sulla collaborazione da parte di
San Marino sono arrivati ieri gli attestati
degli inquirenti italiani. “Anche se
l’inchiesta lambisce soggetti, non necessariamente
indagati, con ruoli apicali a
San Marino, la collaborazione con l’autorità
giudiziaria sammarinese è stata
massima”, ha concluso il procuratore capo
di Forlì-Cesena Sergio Sottani.

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