Finanziaria 2011: Alla ricerca del progetto di sviluppo economico perduto

Finanziaria 2011: Alla ricerca del progetto di sviluppo economico perduto

Finanziaria 2011: Alla ricerca del progetto di sviluppo economico perduto”
(Le preoccupazioni dei DdC per una manovra fiscale che presenterà il conto ai contribuenti con il rischio di creare uno scontro sociale nel Paese senza precedenti)
Il lungo elenco di posizioni critiche – sviluppate dai rappresentanti delle forze sociali ed economiche – è la manifesta conferma delle perplessità che i DdC hanno espresso in Consiglio Grande e Generale appena una settimana fa. Perplessità che sono poi state confermate – ancora una volta – ieri da parte dei DdC e delle forze di opposizione nel corso dell’incontro con i rappresentanti del Governo. La legge finanziaria presentata dal Governo del Patto conferma la regola che caratterizza e contraddistingue questa coalizione di governo, vale a dire: l’improvvisazione e l’approssimazione.  Lo dimostra il fatto che non esistono previsioni di spesa utili al rilancio del paese. D’altra parte non si intravede piano strategico per il futuro se non quello forzato della trasparenza.  La necessaria trasparenza, infatti, se non è immediatamente collegata all’integrazione della nostra economia con l’esterno, significa uno sviluppo incompleto e debole del nostro sistema economico. In questo senso non possiamo che sottoscrivere quanto affermato nel documento dell’Ordine dei ragionieri Commercialisti quando si afferma: “la normalizzazione dei rapporti italo-sammarinesi è però propedeutico ad ogni piano di rilancio dello sviluppo ma anche di ogni riforma fiscale e della PA”. Come poi non possiamo che valutare positivamente la posizione dell’ANIS verso l’UE. Di fronte a questo ulteriore manifestazione di consenso rimaniamo stupiti dell’inerzia del Governo quando – per evitare il referendum – basterebbe a questo punto avviare la richiesta di adesione all’UE da parte della Repubblica di San Marino. Quattro sono i punti su cui – già nel corso della prima lettura – i DdC avevano espresso delle critiche:
1)    L’imposta complementare sui servizi
Con l’introduzione di un’imposta complementare secca del 3% sul volume d’affari è facilmente dimostrabile come la tassazione sammarinese volerà ad un valore più alto di quello che c’è in Italia.  Di fronte a questa scelta come pensiamo di attrarre le imprese? Ma soprattutto come pensiamo che quelle che ci sono restino a RSM? Molto più costruttivo e meno invasivo sarebbe introdurre il regime IVA con i principi collegati della territorialità e delle esenzioni così come è previsto per questo tipo di imposta. Tra l’altro a breve ce lo imporrà l’Europa a prescindere dal nostro ingresso. Certo sappiamo che l’IVA non si introduce in 15 giorni, ma una scelta netta in questo senso avrebbe dato credibilità al sistema e potrebbe anche dare un contributo al gettito.
2)    L’una tantum dal 5 al 15%
L’imposta una tantum è la dimostrazione di copiatura dall’Italia; paese che in Europa attrae meno investitori fra i 27 paesi. Meglio sarebbe stato alzare il 17 al 20% in via definitiva. Quantomeno migliorerebbe di poco ma in maniera costante il gettito, e l’Italia guarderebbe la nostra aliquota ordinaria con atteggiamento meno polemico.
3)    La tassazione sui premi assicurativi
In questo caso sarebbe stato opportuno impostare diversamente il concetto della tassazione. Introducendo una tassazione anche più alta (10 15%) ma che andasse a colpire le compagnie italiane se e sole se portavano fuori San Marino i premi raccolti. Con questa impostazione le compagnie avrebbero aperto c/c pressi le banche sammarinese ed avrebbero tenuto la liquidità in territorio.
4)    L’Equità Fiscale
Con questa manovra fiscale è evidente che si presenta il rischio di creare uno scontro sociale nel Paese senza precedenti. Noi DdC non siamo inclini alla facile demagogia, ma è evidente che se ci sono da fare dei sacrifici questi devono essere fatti da tutti in funzione delle proprie capacità andando a rimuovere – attraverso l’utilizzo dello strumento dell’accertamento fiscale -quelle sacche di privilegio e di evasione presenti in tutte le categorie ed in tutti i settori. Purtroppo L’obiettivo dell’equità fiscale appare lontano, permangono aree di spreco e mancano indirizzi per lo sviluppo economico.
I DdC – anche attraverso il confronto con le forze di opposizione – si attiveranno per elaborare una serie di emendamenti per modificare la filosofia del progetto di legge che, stante la situazione, appare totalmente priva di quella necessaria prospettiva per permettere al Paese di uscire da questa situazione di difficoltà.
Democratici di Centro (DdC)

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