Fine del Patto per San Marino secondo Psrs. Agenzia Dire Torre1

Fine del Patto per San Marino secondo Psrs. Agenzia Dire Torre1

La legge di bilancio in prima
lettura in Consiglio grande e generale rappresenta l’epitaffio
del governo e la certificazione del fallimento della maggioranza,
incapace di normalizzare i rapporti con l’Italia e di dare un
progetto di sviluppo al Paese. E’ impietosa la bocciatura del
Partito socialista riformista sammarinese (Psrs) sull’operato del
Patto per San Marino, che ha fallito su tutta la linea: in
politica estera come in politica economica. Grandi accusati,
dunque, i segretari di Stato per gli Affari esteri, Antonella
Mularoni, e per le Finanze, Pasquale Valentini. Anche se, spiega
alla stampa il segretario Simone Celli, “non e’ questione di
persone ma di azione di tutto il governo”. Si salva in parte solo
il titolare della Sanita’, Claudio Podeschi, che negli ultimi
giorni ha portato a casa due accordi che hanno salvato oltre 300
posti di lavoro. A testimonianza che “quando si opera con
coerenza e per determinati obiettivi, i risultati si portano a
casa”.

Il Psrs non contesta solo l’azione di governo, ma anche il
metodo, “autoritario, antidemocratico e arrogante”, dunque “non
piu’ tollerabile”. In politica estera, entra nel dettaglio Celli,
il rapporto con l’Italia e’ ai “minimi storici” e “da Mularoni
arriva la solita litania sulle responsabilita’ dei precedenti
esecutivi”. Ed e’ inutile, prosegue, additare il ministro
italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, come un nemico: la
verita’ e’ che “alle leggi non seguono i fatti, gli sforzi verso
la trasparenza non sono seguiti da atti coerenti e concreti”. Per
cui “il governo ammetta il fallimento con l’Italia e alzi
bandiera bianca”. Anche perche’ le cose non vanno certo meglio
sul fronte economico.

Il bilancio previsionale 2011, con
un deficit di poco superiore ai 39 milioni di euro, “non
corrisponde alla verita’”, sottolinea il presidente del partito,
Paride Andreoli. Il disavanzo sara’ infatti almeno di 70 milioni.
E il governo vara una legge di bilancio che “colpisce
indiscriminatamente tutti i cittadini”, attraverso imposte nuove
e straordinarie sui redditi, le pensioni, le assicurazioni e i
servizi. Insomma “la pressione fiscale aumenta senza che vengano
messi in campo dei progetti di rilancio” e intanto in due anni
sono almeno 300 le nuove assunzioni nella Pubblica
amministrazione. “La riduzione della spesa non basta, occorre
trovare nuove entrate senza vessare i cittadini”, sancisce
Andreoli, per esempio con il passaggio all’Iva, puntando
sull’aumento dei consumi interni e sulla grande distribuzione,
“sul divertimento a 360 gradi”.
Il governo, rincara ulteriormente la dose il capogruppo Paolo
Crescentini, “fa orecchie da mercante anche sulla questione
Unione europea e sulla presidenza di Banca centrale”, con la
candidatura annunciata ma non portata all’attenzione del
Parlamento nell’imminente seduta. L’ennesima dimostrazione
dell’idiosincrasia dell’esecutivo al confronto.

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